Gela 
Sicilia

Gela è un comune in provincia di Caltanissetta, sulla costa meridionale della Sicilia; è per numero di abitanti il sesto comune siciliano (dopo Palermo, Catania, Messina, Siracusa e Marsala), la 71° città più grande d'Italia nonché il maggior centro agricolo, industriale e commerciale della provincia di Caltanissetta. Città agricola e industriale, sorge sulla costa del Canale di Sicilia a ovest della foce del fiume Gela su un dolce rilievo allungato parallelo alla costa stessa. Il centro urbano è posto in massima parte su di una collina alta in media una quarantina di metri sul livello del mare con un'elevazione massima di 67 metri e che digrada verso la vicina costa. Il territorio è per metà costituito dalla pianura e per la restante parte è invece collinoso. La costa è bassa e sabbiosa. La città e la corrispondente fascia costiera godono del tipico clima mediterraneo, con inverno piuttosto mite ed estate moderatamente calda e ventilata. Le precipitazioni sono piuttosto scarse (circa 350 mm annui), in gran parte concentrate tra l'autunno e l'inverno; sono frequenti lunghi periodi di siccità estiva.

ORIGINI E CENNI STORICI
Gela, città siciliana in provincia di Caltanissetta, ha le proprie leggendarie radici nella fondazione da parte di colonirodio-cretesi comandati da Antifemo e Entimo. Storicamente la città assunse importanza nell'epoca classica, nel medioevo svevo e poi nel secolo scorso. Gela venne fondata come colonia rodio-cretese su un precedente insediamento indigeno
siculo, secondo la tradizione nel 689 a.C. e ad opera di Antifemo ed Entimo (come riporta Tucidide. Si tratterebbe dunque di uno fra i primi insediamenti greci in Sicilia. Nel corso del VI secolo a.C. grazie alla politica espansionistica dei tiranni (in particolare Cleandro e soprattutto Ippocrate) la città ebbe una serie di colonie satelliti, fra cui Akragas (Agrigento) e riuscì inoltre a sottomettere diverse città: Kallipolis (secondo alcuni l'odierna Giarre), Leontini (Lentini, Naxos (Giardini-Naxos), Ergezio e Zancle (Messina). Ippocrate perì durante la guerra condotta contro Siracusa, a causa della successiva ribellione dei Siculi sottomessi. Siracusa venne tuttavia conquistata dal successore di Ippocrate: il tiranno Gelone, che vi stabilì la propria corte, lasciando Gela al fratello Gerone I che proseguì la ambiziosa politica espansionistica. Nel 480 a.C. Gela e Siracusa parteciparono con un esercito di 5.000 uomini alla battaglia di Imera contro i Cartaginesi, in aiuto a Terone, tiranno di Agrigento. Scomparso Gelone (478 a.C.), il fratello Gerone si stabilì a sua volta a Siracusa ed a Gela il potere passò nelle mani del tiranno Polizelo, che forse fu presto deposto e sostituito da un governo democratico, sotto il quale la città accolse diversi profughi espulsi da Siracusa. Nel 406 a.C. una armata cartaginese conquistò Agrigento e distrusse Gela, costringendone gli abitanti a riparare a Siracusa. Nel 397 a.C., grazie alla protezione siracusana, la città venne ricostruita. Nel 311 a.C. venne nuovamente devastata dai Cartaginesi e nel 282 a.C. distrutta definitivamente da Finzia, tiranno di Agrigento, che ne spostò gli abitanti nella nuova città di "Finziade" (oggi individuatain Licata). In epoca romana era oramai un modesto villaggio, sebbene se ne ricordasse il glorioso passato: Virgilio citai "Campi Geloi" nell'Eneide), e la città è ancora ricordata da Plinio, Cicerone e Strabone. I conquistatori musulmani la chiamarono «la Città delle colonne» ed il fiume Gela il «il fiume delle colonne» per i resti delle antiche vestigia classiche sparse nel suo territorio. Nel 1233 Federico Il di Svevia la fece ricostruire chiamandola Terranova e fortificandola con un'ampia cerchia muraria. Non si sa di preciso se la città sia stata dotata di un castello dato che le fonti, a questo proposito risaslgono al XVI secolo. Alla seconda metà del XII secolo si attribuisce a difesa dell'abitato, la costruzione del "Castelluccio" (a circa 7 km dal centro). Il Castelluccio, compare in alcuni documenti dell'epoca, come limite di un immenso feudo appartenente a un nobile dell'epoca che avrebbe donato alcune terre in comodato ai monaci benedettini della città di Catania, come penitenza per alcuni peccati. Secondo alcuni la città venne anche chiamata Heraclea perché leggendariamente fondata da Ercole. La città fu demaniale fino al 1369, quando il re Federico IV d'Aragona la concesse a Manfredi III Chiaramonte. Dopo l'assedio e la conquista di Artale II Alagona tornò alla famiglia Chiaramonte che la mantenne sino al 1392 quando l'ultimo discendente, Andrea, fu giustiziato per essersi messo a capo della congiura dei baroni siciliani contro re Martino I. La città confiscata venne affidata a Pietro de Planellis quindi a questo seguirono diversi signori feudali. Nel XVIII secolo venne assegnata alla famiglia Terranova Aragona che ne tramandò il possesso a Ettore Pignatelli la cui famiglia la tenne fino all'abolizione della feudalità in Sicilia (1812). Dopo la rivolta popolare del 1799, durante la quale vennero uccisi alcuni cittadini, fu rinominata in Terranova di Sicilia. Dopo l'unità d'Italia, partecipò ai moti proletari dei Fasci Siciliani (1893). Nei primi anni del XX secolo vi abitò giovanissimo Salvatore Quasimodo, al seguito del padre, ferroviere. Nel 1911 venne realizzato al lungomare il "pontile sbarcatoio", che, oltre a rappresentare in assoluto la prima costruzione in cemento armato realizzata in città, fu un'opera essenziale per la marineria locale. Ultimato nel 1915 e fatto brillare in parte daiguastatori italiani nell'estate del 1943 per ostacolare lo sbarco degli alleati, il pontile attualmente è inagibile. Nel 1927 la città riprese il suo antico nome di Gela. Le sue coste furono teatro, durante la seconda guerra mondiale, nel luglio del 1943, dell'imponente sbarco (chiamato in codice operazione Husky) della VII Armata americana. Gela fu la prima città d'Europa ad essere liberata. Nel secondo dopoguerra, in un momento di particolare fervore si avviarono i lavori per la realizzazione dell'impianto petrolchimico dell'Eni auspicato da Enrico Mattei. La raffineria, che ha sicuramente aiutato l'economia locale ed in parte l'urbanistica (la costruzione del villaggio di Macchitella) ha prodotto deturpazioni e seri danni all'ambiente ed ha precluso lo sviluppo di altri settori, come quello turistico. Il caotico sviluppo edilizio negli anni successivi, dovuto ad interessi speculativi ed in parte ad una mancanza di controllo delle autorità, ha stravolto l'impianto urbano. Alcune zone, sorte abusivamente senza strade e servizi, hanno prodotto un diffuso senso di sfiducia nei confronti dello stato. In questo contesto la città visse i suoi momenti più bui negli anni ottanta ed in parte novanta del XX secolo, quando si sviluppò nel suo territorio una associazione di tipo mafioso, chiamata la Stidda. La città che ebbe così assegnato il triste titolo di capitale della Stidda, subì una lunga serie di violenze e di omicidi. Solo recentemente Gela, messa al centro di alcuni programmi statali di aiuto al ripristino della legalità ed incentivi allo sviluppo, ha mostrato segni di risveglio. Bloccata (ma non cancellata) la piaga dell'abusivismo con una maggiore attenzione delle autorità competenti, in città sono state aperte alcune facoltà universitarie degli atenei di Catania e Palermo ed alcune zone rivalorizzate, come il centro storico, gli scavi archeologici, il Castelluccio ed il lungomare. Il comune in prima linea è impegnato, insieme a diverse associazioni civiche, in diversi progetti per la educazione alla legalità e soprattutto, nella lotta anti-racket.

ARCHEOLOGIA
In contrada "Molino a vento" gli scavi hanno portato alla luce uno strato preistorico dell'età del bronzo. ricoperto da templi e santuari dell'età ellenica. Nel "Parco delle rimembranze" si trovano una parte dello stilobate e una colonna di un tempio dorico del V secolo a.C. probabilmente dedicato a divinità ctonie. Più a ovest nel 1906 sono stati scoperti i resti di un tempio del VI secolo a.C. dedicato ad Atena e nel 1951 è stato ritrovato il deposito votivo del tempio con numerose suppellettili in ceramica e statue. Al periodo della ricostruzione voluta da Timoleonte nel 339 a.C. risalgono inoltre le abitazioni, le botteghe e i bagni pubblici ritrovati nel corso di scavi archeologici più recenti. Tutti i reperti si trovano ora custoditi nel museo archeologico costruito nelle vicinanze dell'antica città. Tra il 1948 e il 1952 nella collina di Capo Soprano sono stati riportati alla luceimponenti tratti di fortificazioni greche risalenti alla IV sec. a.C. Presentano una doppia tecnica di costruzioni: hanno, cioè, blocchi di calcare squadrati alla base, mentre la parte alta è costituita da mattoni di terra cruda seccata al sole. Al suo interno si notano due scale, una nella parte sud, e l'altra nella parte nord. attraverso le quali si accedeva al cammino di ronda. Nel piazzale interno sono ancora visibili i resti delle abitazioni del presidio. In centro, nei pressi dell'acropoli è possibile visitare il rinnovato museo archeologico, dove si trovano esposti vari e preziosi reperti, dei vasi ed un monetiere, costituito con le collezioni Navarra e Nocera. Il monetiere raccoglie reperti provenienti, oltre che da Gela, da diverse colonie della Magna Grecia e del mondo classico in genere. Il museo ospita anche una collezione di ceramiche.

MONUMENTI
Nella piazza principale si trova la Chiesa Madre dedicata alla SS. Vergine Assunta costruita tra il 1766 e il 1844 sul sito di una preesistente chiesetta della Madonna della Platea, ha la facciata a due ordini di semi colonne doriche e colonne ioniche. L'interno a tre navate custodisce una tavola del Transito della Vergine di attribuita a Deodato Guidaccia, un quadro di San Francesco Saverio del 1786; agli altari vi sono tele settecentesche. La chiesa del SS. Salvatore e Rosario costruita nel 1796 su una preesistente, al suo interno era custodito un quadro proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Betlemme che oggi si trova nella Chiesa Madre. Il convento dei cappuccini fu probabilmente costruito nel 1261 (la data era incisa sulla campana scampata all'incendio del 1577). Fu sede dei conventuali fin dalla sua edificazione, in seguito abbandonato, fu donato ai pp. Cappuccini nel 1574 che lo ricostruirono avendolo ricevuto in pessime condizioni. La torre campanaria, demolita alla fine dell'Ottocento, risaliva al 1585. La chiesa attigua al convento è dedicata alla Madonna degli Angeli. Al suo interno si trovano una tela del Paladino dedicata alla Madonna, una custodia del Divinissimo. Sotto la chiesa esiste una cripta adibita fino al 1900 alla sepoltura dei frati. Dopo la soppressione degli ordini religiosi il convento fu adibito per quasi cinquanta anni a ospedale civile. Nella frazione di Manfria si trova una torre della fine del XVI secolo, tipico esempio di architettura militare; mentre in contrada Spadaro si trova su di una collina il Castelluccio di Gela, una roccaforte di epoca sveva risalente alla prima metà del XIII secolo. In piazza S. Agostino si trova il Teatro Eschilo.

MANIFESTAZIONI
Tra le ricorrenze religiose che vedono la partecipazione dell'intera cittadina sono di particolare rilievo la festa patronale in onore di SS. Maria dell'Alemanna (della Manna) l'8 settembre; la "tavola di San Giuseppe", la festa della Madonna delle Grazie (il 2 di luglio) con il rito della svestizione dei bambini e i riti della settimana santa. Nel periodo di luglio-agosto si tengono rappresentazioni di tragedie greche nella zone archeologica di Capo Soprano e di Molino a Vento.

DA VISITARE
Museo Archeologico Regionale di Gela: il museo illustra attraverso reperti ceramici, bronzei e numismatici, la storia di Gela antica e del territorio ad essa connesso, dall'età preistorica all'età medievale.
Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela: lago costiero relitto incassato tra le dune del Golfo di Gela, ad appena un chilometro e mezzo dal mare, dal quale, in passato, era in gran parte alimentato.
Manfria: zona balneare con una splendida spiaggia ricca di dune sabbiose tipiche del paesaggio mediterraneo e selvaggia, completamente libera e percorribile fino alla vicina città di Licata, la sabbia è una fine polvere dorata ed il suo caldo mare è ricercato per gli sport velici e per il surf casting. Vari siti archeologici di notevole interesse si trovano nella sua area tra cui spicca la Torre di Manfria, torre di avvistamento sita in un contesto naturale di elevata bellezza.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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