Francavilla
di Sicilia è un comune della provincia di Messina
in Sicilia. È situata al centro della Valle
dell'Alcantara, a nord dell'Etna, sulla riva sinistra
del fiume Alcantara. Il suo territorio è solcato
dal fiume San Paolo e dal torrente Zavianni, ambedue
affluenti dell'Alcantara.
ETIMOLOGIA
Secondo leggenda di matrice castiglionese scritta
da Anton Giulio Filoteo degli Omodei, o dal figlio
di questi, dopo i moti messinesi del Vespro (1282)
il Delfino di Francia scese in Sicilia e fu ospitato
dal feudatario di Castiglione Ruggero di Lauria (il
feudo di Castiglione dista 5 km da Francavilla). Il
Delfino s'innamorò di Angelina, figlia del
feudatario, amore ricambiato dalla fanciulla. Si racconta
che il Delfino dovette subito ripartire in Francia
ma promise ad Angelina di tornare per poi fuggire
insieme. Il ritorno del Principe sarebbe stato annunciato
con dei segnali luminosi, dei fuochi,visibili dai
due castelli di Francavilla e Castiglione. Franca,
ancella di Angelina, doveva aiutare la sua padrona
ad aspettare il ritorno del Delfino ma amava addormentarsi,
sicché la castellana era costretta a sollecitarne
la veglia: "Franca, vigghia! pi mia Franca, vigghia"(cioè
"Franca, veglia, fallo per me Franca, veglia)
e più tardi, volendo ricordare la leggenda
di Angelina, fecero costruire un castello sul colle
dal quale arrivarono i segnali luminosi del Delfino
e battezzarono il nucleo delle residenze con il nome
di Francaveglia, italianizzato in" Francavilla".
Ma la storia è di ben altra natura. Con questa
leggenda si è voluto, da parte di alcuni cittadini
di Castiglione, riconfermare una presunta supremazia
storico-economica su Francavilla. Secondo la storia,
il nome deriva dalla dominazione francese, e precisamente
dal termine franc-ville, cioè Città
Franca, perché originariamente la cittadina
era esente dal pagamento di tasse. E se fu vero, come
tramandano Cristoforo de' Sordi e altri storici del
XVII secolo, che venne "resa franca" da
Carlo Magno in persona, il Gran Conte Ruggero non
fece altro che riconfermare questo suo status. Probabilmente
viene perpetuata una memoria storica. Ma questo aspetto
è oggetto di indagine storica più approfondita,
essendo in corso studi specifici sulla storia di Francavilla
e, più in generale sulla Valle dell'Alcantara,
dal Neolitico al Medioevo.
MANIFESTAZIONI
Carnevale della Valle dell'Alcantara
Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo
DA
VEDERE
Fontane a Francavilla di Sicilia
Parco fluviale dell'Alcantara;
Gurne dell'Alcantara, (16 piccoli laghi lungo il corso
del fiume);
Villaggi Schisina, (villaggi agricoli abbandonati
dell'ex Ente per la Riforma Agraria in Sicilia).
EDIFICI
STORICI
Palazzo Mortillaro
Palazzo Cagnone
Pallazzo Sgroi
Palazzo Moncada
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesetta di San Rocco
Chiesa di San Paolo
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa della Matrice di Maria SS. Assunta
Chiesa della Madonna delle Preci
Abbazia di San Salvatore della Placa
ORIGINI
E CENNI STORICI
Sito archeologico. Sito megalitico. L'antico abitato,
ancora anonimo, si rivela importante e assai consistente
e data anteriormente al VII sec. a.C., era in cui
forte fu l'impronta dell'espansionismo ellenistico.
Tuttavia una forte presenza di complessi megalitici
legati ai culti della fertilità, e soprattutto
a quelli della Dea Madre (culto fortemente rappresentato
dai reperti archeologici del VI sec. in poi- nella
vasta area Piano di Marco/Via don Nino Russotti- i
cui legami con Demetra e Kore sono inequivocabili,
secondo gli studiosi), e disposti secondo precisi
allineamenti, multiformi nell'aspetto e dalle forti
impronte antropozoomorfe (con molti riferimenti ai
rettili e alle divinità ctonie, al corredo
di animali propri della dea Afrodite, arieti in particolare),
rivelano essere sentinelle di peculiari percorsi che,
olisticamente parlando, tracciano le grandi vie di
comunicazione, sacre in quanto tali, di un'antichità
tanto lontana quanto ancora ignota, ma che riserva
quasi quotidianamente scoperte che destano tanta meraviglia
quanti sono gli interrogativi che pongono. Disposti
secondo mappe celesti che, spesso, le stesse pietre
riportano sottoforma di fori allineati secondo varie
figure e cerchi, rivelano la presenza di una civiltà
ignota ma sicuramente evoluta. Non è difficile-
ecco una traccia a nostro favore- collegarli con simili
complessi megalitici sparsi un po' in tutto il mondo,
ma possiamo forse datarli ad un'era anteriore alla
stessa Stonehenge e ai complessi megalitici del nord
Europa, per via delle loro forme e le gigantesche
dimensioni. L'argomento è oggetto di attenti
studi. L' antico nome di età greca fu presumibilmente
Camastra, da cui la denominazione di Motta col predicato
Camastra già in età medievale. Riporta
Vito Amico che fu distrutta da Camestrio, generale
di Gelone di Siracusa, ma possiamo affiancare a questa
interpretazione del nome Camastra una forte assonanza
con la Dea Madre-Amastris (Demetra, Demether per i
Greci) che fu la divinità principale anche
per i Fenici (Astarte). Un legame, ancorché
sottile, lega i culti della Dea Madre ad un toponimo
di probabile derivazione fenicia, presente tuttora
nel taorminese con una contrada, Mastrissa, che insiste
in un territorio caratterizzato da forte attinenza
con la dea Venere romana e con Santa Venera cristiana.
Mentre a Francavilla, sul monte Cucco/Orgala, prospiciente
l'abitato, una contrada viene ancor oggi denominata
" "a Matraria", che assona con "Demetra"
secondo la pronuncia dialettale, oltre alla contrada
'san Dimitri' (san Demetrio) nei pressi di Rocca Badia,
altro sito ad alta intensità megalitica, per
non parlare, inoltre, della contrada santa Venera,
disseminata di allineamenti litici visibili e ben
concentrati secondo precise convergenze dal fiume
s. Paolo alla vetta del colle omonimo. Francavilla
medievale sorge tra il 1000 ed 1100. I primi dati
storici non sono legati alla figura di San Cremete,
un eremita che, durante la dominazione araba, viveva
sulla piattaforma rocciosa nella zona chiamata Placa
(o "A Badiazza") e che si trova nei pressi
del bivio Novara - Mojo, come certa storiografia dei
secoli scorsi ha perpetuato, ma già dal IX
sec. si accenna all'abitato retto in campo religioso
da un protopapa di rito greco. Sull'Abbazia del san
Salvatore della Placa troviamo notizie in una pergamena
che fa del 1100, nella quale si accenna a Clemente
abate e non ancora santo all'epoca. La memoria popolare
riporta che quando il conte Ruggero d'Altavilla passò
in questa zona con il suo seguito, Cremete, o Clemente,
secondo la denominazione latina, gli chiese un aiuto
per costruire un Monastero sulla rocca dove egli conduceva
la sua vita solitaria. Il conte Ruggero acconsentì
e tra il 1090 ed il 1100 fu restaurato il già
all'epoca "antico" Monastero di S. Salvatore
di Placa dove si stabilirono i monaci dell'ordine
basiliano. Intorno ad esso si formeranno poi degli
agglomerati di case. In un primo momento si trattava
solo di insediamenti di gruppi di contadini che lavoravano
per i monaci in quanto, si racconta che Ruggero avesse
stabilito che fossero proprietà del Convento
tutte le terre che si vedevano dall'altura su cui
esso era posto. Vedi Privilegio di Ruggero del quale
esistono due versioni ufficiali e una locale corrotta
(certamente artatamente) nella traduzione latina.
Il castello è coevo al restauro o alla ricostruzione
dell'abbazia del San Salvatore della Placa e sorse
qualche decennio più tardi perché esistente
come possibile acropoli dell'ancora anonima importantissima
città sicula che fu Francavilla e come kastron
in epoca bizantina. Sorge ancora sotto forma di ruderi
su una collina distante 3 km in linea d'aria dalla
Placa ed è in posizione strategica. Costituisce
il centro della Valle dell'Alcantara ed è protetto
e difeso dai castelli di Castiglione di Sicilia, Motta
(la Mocta di la Placa), il forte della Placa (cioè
la stessa abbazia col suo presidio militare). Vero
è che restauri ed interventi siano stati effettuati
sotto Guglielmo I D'Altavilla "il Malo"
(1120 - 1166); per altri invece esso venne edificato
sotto il regno di Guglielmo II detto il "Buono"
(1153 - 1189), figlio del precedente. Il castello,
maestoso come doveva essere nelle sua integrità
ed imprendibile (forse difeso da una tripla cinta
muraria), pur essendo stato nei secoli teatro della
storia non solo locale ma dell'intera Sicilia non
è citato tra i castelli di Sicilia. Due chiese
ne presidiavano i versanti Est ed Ovest, la chiesa
di San Teodoro e la chiesa di San Giorgio. Oggi l'antico
Castello feudale è ridotto ad un cumulo di
macerie. Le pietre sono saldate con calce malfitana
molto usata dagli antichi e di cui esiste ancora una
cava nel territorio di Francavilla di Sicilia. Dal
lato Est, i ruderi sono rappresentati da grosse ed
alte mura, che svettano monumentali sul ciglione sovrastante
la ripida parete del colle. Resta inoltre la saldatura
muraria tra la linea del ciglione e l'alta muratura.
Tra i ruderi della divisione interna; in un cortile,
si trovano gli avanzi di una grande cisterna che doveva
essere di primaria utilità per i presidiatori
del luogo.