Collesano
è un comune di oltre 4.000 abitanti della provincia
di Palermo. Oltre ad ospitare nel suo territorio svariati
beni culturali ed ambientali, è sede del Museo
dedicato alla competizione automobilistica Targa Florio,
di cui costituiva uno dei passaggi principali. Fa
parte del Parco delle Madonie.
ORIGINI E CENNI STORICI
All'inizio del XII secolo l'abitato, che era sito
sul Monte d'Oro, viene trasferito in quella che sarà
l'attuale posizione. Alla sommità del Monte
d'Oro permangono i resti del centro arabo-normanno
Qal'at as-sirat (Rocca della strada) distrutto dal
re normanno Ruggero II. In alcune grotte del monte
sono stati recuperati frammenti fittili del VII secolo
AC. Nel periodo Normanno, Golisano (Collesano) diventa
centro feudale di quel territorio che va dalla Roccella
sino all'interno delle Madonie. Collesano è
divisa in quattro quartieri storici: Bavarino, San
Francesco, San Pietro e Santa Caterina. Idrisi scrive:"rocca
sopra un colle scosceso ed elevato poggio, abbonda
d'acque ed ha molte terre da seminare, alle quali
sovrasta un alto e superbo monte; una volta sorgeavi
un castello fortissimo e difendevolissimo [ne' cui
dintorni poteano pascolare] pecore e buoi; ma il ridottato
re Ruggiero ha fatto diroccare il castello e tramutar
l'abitato nel sito dove è oggi". Originariamente
concessa a Rainolfo, nipote del conte Ruggero, si
ribelló e venne distrutta e poi ricostruita
nel sito attuale. Fu concessa ad Adelicia. Nel Secolo
XIII fu concessa alla famiglia Siracusa, un'antica
famiglia feudataria spagnola venuta in Sicilia nel
1283 a seguito della guerra del Vespro. Dopo il matrimonio
di Bernardo Siracusa, signore di Collesano con Hilaria
Ventimiglia, figlia del primo conte di Geraci, Collesano
venne incorporata nel territorio della contea e divenne
centro del potere dei Ventimiglia sulle Madonie.Dopo
la ribellione dei Ventimiglia tornó per poco
tempo in potere della famiglia Siracusa, imparentata
coi Ventimiglia, a cui fu in seguito restituita. Vi
si avvicendarono per breve tempo anche i Palizzi per
poi passare a seguito della politica matrimoniale
alla famiglia Centelles.
EDIFICI
STORICI
Castello medievale
Il castello, d'impianto normanno, ha subito parecchie
significative trasformazioni. Esso è via via
appartenuto alla famiglia Siracusa e ai vari conti
di Collesano. I Cicala, i Ventimiglia, i Cardona,
i Centelles, gli Aragona, i Moncada e i Ferrantina
sono alcune delle grandi famiglie feudali che si sono
succedute nel suo possesso. Il castello, in seguito
al terremoto dell'11 gennaio 1693, è diventato
inagibile. Dei ruderi e delle pertinenze è
previsto il recupero per uso pubblico. Intorno ad
esso era sorto il primo quartiere di Collesano: Bavarino.
Palazzo
municipale
È stato convento domenicano fino al 1869. Edificato,
col concorso del comune, per iniziativa della contessa
Susanna Gonzaga, intorno alla metà del '500,
l'edificio si arricchisce di una seconda elevazione
nel 1769.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa
Matrice (Basilica di San Pietro)
Edificata tra la fine del '400 e gli inizi del '500,
è stata consacrata nel 1548. D'impianto basilicale
con la presenza di un'interessante scalinata d'accesso,
è stata modificata in modo profondo nel prospetto
all'inizio del '900. Conserva numerose tele e tavole
del '500 e del '600, uno splendido ciclo di affreschi
con storie dei Santi Pietro e Paolo dello Zoppo di
Ganci (1624) e un Crocifisso sostenuto, nella navata
centrale, da un apparato ligneo di rara suggestione
(1555). Di notevole rilievo ancora l'organo di Antonino
La Valle (1627), il coro ligneo cinquecentesco e un
grandioso tabernacolo della fine del Quattrocento
attribuito al Gagini.
Chiesa
del Collegio (o da san Sebastiano e Fabiano)
Conserva un Cristo morto nell'urna, la statua del
santo titolare e varie tele del '600 e del '700. (G.
Testa). In una di esse, quella denominata della "Sacra
Famiglia", è raffigurato l'abitato di
Collesano alla fine del '600.
Chiesa
di Santa Maria la Vecchia
Localizzata nel piano del castello, risale al 1140.
Dedicata all'Assunta, è stata Matrice di Collesano
fino al 1543. È stata profondamente modificata
nella struttura. Presenta un impianto a tre navate
con un presbiterio decorato da un ciclo di stucchi
e affreschi con storie della Vergine Assunta del pittore
collesanese Giacomo Lo Varchi, vissuto nel '600. La
chiesa custodisce, inoltre, una pregevole statua lignea
policroma dell'Assunta, di ignoto intagliatore madonita
della metà del '500, e una Madonna con Bambino
di Antonello Gagini.
Chiesa
di San Giacomo
Edificata alla fine del Quattrocento, dell'impianto
originario conserva il bel portale gotico-catalano.
Interessanti sono la statua lignea cinquecentesca
di San Giacomo Apostolo e gli affreschi di Giuseppe
Salerno (1614). In essa si riunivano i consulenti
civici per fissare le mete dei prodotti locali (frumento,
mosto, orzo e seta). La fontana "Due cannoli",
addossata alla chiesa, fu collocata nel 1877, più
in basso rispetto alla piazza.
Chiesa
di Santa Maria di Gesù
Edificata nel 1612 per volere del Consiglio Civico
e dei conti di Collesano, viene affidata ai Frati
Minori Riformati che ne hanno cura. Di semplice impianto,
ad una navata, con un bel chiostro nell'annesso ex-convento,
conserva un artistico Crocifisso ligneo del 1635,
opera documentata di Frate Umile da Petralia, varie
tele del Seicento e una Madonna in marmo di Carlo
aprile. Il Convento è stato adibito, in seguito
alla soppressione degli Ordini Religiosi, a vari usi,
quali caserma e carcere. Nel 1887 fu costruito un
nuovo Convento per l'impegno di P. Rosario Barbera.
Dal 2004 è Rettore della Chiesa il rev.do fra'
Romano B. Fina dell'Ordine dei Frati Minori.
MONTE
D'ORO
Monte D'oro (808 m s. l. m.) sorge nel territorio
del comune di Collesano in contrada Croce, a circa
un km dallodierno abitato. Sulla sommità
nord di questo rilievo, in una piattaforma a quota
703 m. s.l.m. scoscesa e inaccessibile, si estende
per circa un chilometro in linea daria un antico
abitato medievale, che è visibile ancora per
la presenza di numerose rovine (abitazioni, mura di
fortificazione, torri di vedetta e una struttura interpretabile
come un castello). In questo sito la presenza umana
è attestata fin dallantichità
classica, come dimostra il ritrovamento in situ di
alcuni reperti (soprattutto ceramici) riferibili ad
epoca greco-romana classica, ma un insediamento umano
stabile è datato soltanto in età medievale
sotto la dominazione musulmana della Sicilia, quando
il geografo arabo Al Muqaddasi cita il sito con il
nome di Qalat as-sirat (rocca sulla retta
via), e lo inserisce tra le città di
un certo rilievo nella Sicilia musulmana del X secolo.
Monte dOro e il sito di Qalat as-sirat
sono citati anche nel noto trattato geografico Libro
di re Ruggero del geografo arabo-siculo Edrisi,
che li descrive come alto e superbo monte
nel quale vi era un castello fortissimo e difendevolissimo,
ne cui dintorni potevano pascolare pecore e
buoi; ma re Ruggero ha fatto diroccare il castello
e tramutare labitato nel sito dovè
oggi. Nel XII secolo (1130-31) si ha dunque
la distruzione e labbandono della città
che, parzialmente abitata ancora nel XII secolo, verrà
del tutto abbandonata nel secolo seguente, e già
nel 1181 essa veniva già definita villa
vetus (città vecchia). In età
moderna (XVI-XVIII sec.) lantico sito abitato
sul Monte era conosciuto da alcuni storici siciliani
di quellepoca, che la identificarono erroneamente
con le città classiche di Paropo e di Alesa,
mentre nel 1972 il sito è stato oggetto di
una brevissima campagna di scavi archeologici condotta
dalla Soprintendenza ai beni Archeologici della Sicilia
occidentale che ha riportato alla luce una buona quantità
di reperti, tra i quali ricoprono particolare interesse
un denaro databile ad età sveva (XIII sec.),
una fibula altomedievale, una lucerna, nonché
copiosa ceramica grezza da mensa e da conserva, reperti
oggi tutti conservati presso il museo Salinas di Palermo.
Oltre alle emergenze architettoniche il sito esprime
particolari caratteristiche naturali: dal punto di
vista geologico Monte dOro è costituito
da rocce appartenenti alla Formazione Crisanti, costituita
da un alternanza di marne, argilliti silicee, radiolariti,
calciruditi, calcareniti e brecce calcaree risedimentate.
Strutturalmente il rilievo è caratterizzato
da un pacco di di strati inclinati verso Nord-Est
e da un sistema di faglie che lo smembrano in blocchi
mettendo in evidenza i corpi calcarei risedimentati
della Fm. Cristanti tra le rocce argillose del Flysch
Numidico. Il calcare mostra i tipici segni dei processi
carsici epigei quali doline, solchi, karren e strutture
ipogee quali grotte e cavità sotterranee. La
vegetazione che oggi resiste ai frequenti incendi
è distinguibile in tre categorie: macchie e
boschi molto degradati (Quercetalia ilicis); rupi
di alta e media quota; coltivi abbandonati (praterie,
garighe e arbusteti di media ed alta quota). La fauna
presente, oltre ad annoverare la maggior parte dei
vertebrati delle Madonie, si distingue per la presenza
di uccelli quali la Poiana, il Gheppio, il Grillaio,
la Coturnice Siciliana ed il raro Capovaccaio (ultime
osservazioni infatti, accertano la presenza di una
coppia di questo avvoltoio che stagionalmente frequenta
il monte).