Castell'Umberto
è un comune italiano della provincia di Messina
in Sicilia. Dista circa 80 km da Messina e 120 da
Palermo ed è situato sui Nebrodi settentrionali,
sulla dorsale nord-occidentale del monte Rocca di
Poggio, tra le fiumare di Naso e di Fitalia, estendendosi
per una superficie di 11,4 km² a 660 m di altitudine.
Castell'Umberto è fin da tempi antichi culla
di letterati e illustri intellettuali, tra cui il
poeta e latinista Rosario Scurria, autore fra le altre
cose della poesia in lingua siciliana "Sunettu
cu la cuda", il professore Vincenzo Sardo Infirri
con il suo "Vagando per il Valdemone", tale
Lionetto autore di un poema sulle frane di Tortorici,
e Cesarino Di Vincenzo, autore del libro "Le
pietre parlano". Da ricordare anche i romanzi
ispirati da questo paese e dalla sua storia, tra cui
"La fontana invisibile" di Roselina Salemi
e "Focu e Faiddi" di Michele Branchi. Celebre
la lavorazione della pietra castenese da parte degli
scalpellini locali. Da ricordare anche la produzione
di prodotti locali dall'inconfondibile sapore mediterraneo.
ETIMOLOGIA
Chiamato Castania fino al 1865. Il nome attuale onora
il principe Umberto di Savoia e la prima parte fa
riferimento alla presenza di un castellum o castrum
in zona.
DA
VEDERE
-la Chiesa madre Maria SS. Assunta, finita di costruire
nei primi del Novecento, conserva al suo interno due
statue di Antonio Gagini (1526-1532), nonché
antichi quadri quali "Il martirio di San Bartolomeo",
un dipinto raffigurante l'antica patrona e paesana
del paese, Santa Marina Pandarita e l' insigne simulacro
dell' attuale patrono San Vincenzo Ferreri
-la "Chiesa Maria S.S. Annunziata" della
c.da di Sfaranda.
-il Castello Normanno dei Sollima, di cui rimangono
il maschio e parte delle mura, che sovrasta il centro
storico del paese.
-la cinquecentesca Chiesa di S. Francesco, un tempo
archivio dei monaci francescani e oggi splendida per
i suoi affreschi e il suo antico organo d'oro.
-l'antica chiesa di Santa Barbara, in pieno centro
storico. Si distingue per il campanile a mosaico policromatico.
-il convento domenicano dedicato a San Vincenzo Ferreri,
patrono del paese, costruito intorno alla fine del
'400 e attiguo alla chiesa di Santa Barbara. Fu edificato
nel luogo in cui venne a finire una pietra lanciata
da un predicatore domenicano giunto in paese per portarvi
il culto di San Vincenzo e incitare gli abitanti a
edificare una chiesa in suo onore. Oggi ne resta solo
il campanile e parte delle pareti. Esso è stato
in parte ricostruito e trasformato in auditorium all'aperto
per l'organizzazione di eventi culturali.
-il santuario di Santa Croce. Sorge su una collinetta,
sulla cui sommità si trova una croce che si
dice fosse punto di riferimento per le navi nel tardo
medioevo.
-la Chiesa di San Giorgio, antichissima chiesetta
fuori paese da poco ricostruita.
-i ruderi dell'antichissima chiesa madre del paese,
la chiesa di San Nicola, nonché i ruderi del
convento basiliano di Santa Marina, adattato a frantoio
in epoche successive.
-ruderi dell'antica chiesetta rurale dell'Angelo custode.
-le fontana della villa comunale Pertini e quella
dedicata agli emigrati in Australia, di recente costruzione.
-le insegne di benvenuto che si trovano a contrada
Baracche e sulla Statale 113 Randazzo - Capo d'Orlando
all'altezza della Villa Comunale Lucio Piccolo
-il seminario estivo "Maria SS. del Tindari"
di proprietà del Seminario di Patti
-il convento delle suore salesiane, già abitazione
privata.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Anticamente chiamato Castanìa, il borgo sorgeva
più a valle, dominando il torrente del Fitalia.
Le origini sono incerte. Secondo una teoria del Professor
Rosario Scurria, illustre poeta e intellettuale castanese,
il nome sarebbe una corruzione di Castrum Aeneae[2],
ossia fortezza di Enea. Secondo questa teoria infatti
alcuni compagni di Enea avrebbero risalito il torrente
e fondato un grosso centro a valle, Salusapri, che
a seguito di un'alluvione si sarebbe scinto in tre
centri urbani: Castania (l'attuale Castell'Umberto
appunto, Tortorici e San Salvatore). L'ipotesi sarebbe
supportata dall'antico nome di una contrada, Scanio,
che sarebbe stata chiamata così in onore del
figlio di Enea, Ascanio appunto. In epoca bizantina
il borgo antico fu roccaforte contro le invasioni
saracene. A quel periodo infatti risale l'antica torre
che poi, nel XVI secolo, divenne castello della famiglia
nobiliare dei Sollima. Precedentemente era appartenuto
ad altri casati, fra cui quello dei Barresi. Una serie
di pericolose frane avvenute a cavallo fra XIX e il
XX secolo costrinsero i cittadini a evacuare. Iniziarono
quindi i lavori per la costruzione del nuovo centro,
rinominato in onore del principe ereditario Umberto
I. Il piano architettonico del nuovo borgo è
su modello dei paesini piemontesi che il cavalier
Di Vincenzo, allora sindaco del paese, poté
ammirare durante il suo viaggio sino alla corte del
Re, che dovette compiere per la richiesta di fondi
destinati alla ricostruzione del paese. Oggi il paese
si configura come uno dei più fortunati e accoglienti
della zona per una serie di ragioni. Esso gode innanzitutto
di un centro urbano sistemato secondo le regole della
"città-giardino", caratterizzato
dunque da un'armoniosa alternanza tra architettura
e spazi verdi. Dalla piazza centrale, sulla quale
si affacciano la chiesa matrice e il municipio, si
dirama dunque la zona nuova del paese, arricchita
da un parco comunale provvisto di piscina e campi
sportivi. Un altro elemento di attrattiva è
il panorama che si gode dal paese, e in particolare
dalla collinetta della chiesa di Santa Croce, per
via della sua posizione privilegiata. Oltre a tutti
i paesi intorno e alle splendide vallate, lo spettatore
può godere della vista delle isole Eolie da
un lato e dell'Etna dall'altro. A meno di un chilometro
dal centro si raggiunge il centro storico, l'antichissimo
borgo di Castanìa, in cui si può ammirare
il tessuto urbano tipicamente medioevale, le chiese
superstiti e la torre del castello. A nord del paese
vi è poi la suggestiva pineta, dal paesaggio
tipicamente nebroideo, con fauna e flora autoctone.