Acate

Acate è un comune di circa 8.000 abitanti della provincia di Ragusa. Fino al 1938 il suo nome era Biscari: il cambio fu proposto dallo studioso locale Carlo Addario. La città è conosciuta per un episodio accaduto durante la seconda guerra mondiale e passato alla storia come il massacro di Biscari. È gemellata con il comune francese di Chambly.
Acate si trova nella valle del fiume Dirillo a 34 chilometri da Ragusa. È il comune più occidentale della provincia.
Un tempo il fiume Dirillo veniva chiamato dai Romani Achates, per i ritrovamenti di pietre d'agata nel suo corso superiore.

ORIGINI E CENNI STORICI
Nell'acatese sono presenti tracce di vita preistorica con ritrovamento di reperti archeologici, come a Poggio Biddine relativi all'età del Bronzo.
Nella zona ci sono tracce di siculi, romani, saraceni e bizantini, affonda in quel periodo la nascita del centro di Odogrillo, probabilmente di origine saracena. La sua etimologia potrebbe provenire dall'arabo "Wayd-Ikrilu" ovvero fiume di Acrilla e trasformandosi lasciò il suo nome alla valle del Dirillo. Si è creduto per molto tempo che Odogrillo fosse l'antica Biscari. Si deve allo storico Gianni Morando l'individuazione esatta del sito di Odogrillo che si trovava sulla riva opposta del fiume Dirillo rispetto al centro abitato di Biscari.
Il paese entrò a far parte del feudo dei Chiaramonte con il nome di Biscari e fece parte della Contea di Modica. Biscari sarebbe stata fondata da Raimondo Castello nel 1478, ma si trattò certamente di una rifondazione, perché il paese esisteva da molto tempo. Lo storico Fazello lo descrive, intorno al 1555, come un piccolo centro fortificato.
Secondo lo storico Gianni Morando, Biscari nel 1308 aveva due chiese (S. Biagio e S. Nicola) e nel 1593 era solo un villaggio di 620 persone. Il quartiere più grande era Casi novi con 39 case, seguito da S. Antoni (30 case), Canalicchio (26 case), Castello (25 case), Piazza (15 case), S. Nicola (14 case) e poi Ruga grandi, Bucheria, Mandraza ed altri quartieri minori. Con il disastroso terremoto del 1693, Biscari fu distrutta completamente e risorse nell'attuale sito, poco distante da quello originario.
Nel suo territorio, a seguito dello sbarco in Sicilia, dopo la conquista del centro da parte delle forze armate statunitensi perpetrarono nel luglio 1943 il massacro di Biscari a danno di prigionieri di guerra italiani e tedeschi, che furono fucilati sommariamente dopo la loro resa.

ECONOMIA
L'economia si basa prevalentemente sull'agricoltura: vigne, olivi ed agrumi. La parte vicina al mare ospita serre specializzate in primizie.

MONUMENTI
Sono tre i monumenti che meritano una visita ad Acate: la Chiesa Madre, il Castello, e la Chiesa di San Vincenzo.
La Chiesa Madre San Nicola di Bari, fu distrutta e ricostruita in seguito ai due terremoti del 1693 e 1846. Ha solo resti dell'edificio originario, tra cui gli archi della volta del coro, parte dell'abside e del transetto.
Sulla sommità del colle, il Castello dei principi di Biscari, costruito nel 1494, ma giunto nel rifacimento del '700, si presenta in stato di parziale abbandono: degne di nota sono le robuste carceri con doppie grate.
La Chiesa di San Vincenzo martire, a tre navate e ricca di stucchi, conserva il reliquiario di San Vincenzo, patrono della città, e un organo di squisita fattura.
Altri monumenti sono: Chiesa S. Antonio Abate, Chiesa dei frati Minori Cappuccini, Chiesa del Carmine, Chiesa di S. Vincenzo.

MANIFESTAZIONI
In occasione della festa di San Giuseppe (19 marzo), che coincide la festa del papà, alcune famiglie preparano "u patriarca", ovvero un altare ricoperto da lenzuola bianche ricamate su cui vengono poste le portate. Il Pranzo Sacro viene offerto alla Sacra Famiglia, impersonata da tre persone bisognose del paese.

La festa di San Vincenzo, che dura quattro giorni fino alla terza domenica dopo Pasqua, continua un'antica tradizione cominciata nel 1722. Riveste un ruolo centrale nella festa il Palio di San Vincenzo, che si svolge in Corso Indipendenza, una delle vie principali del paese. A completare l'aspetto folcroristico della festa la presenza di sbandieratori, gruppi siciliani e il corteo storico, formato da giovani del paese in abiti del Settecento.

Il Venerdì Santo a mezzogiorno, in Corso Indipendenza, all'incrocio con Via Roma, la statua del Cristo con la croce sulle spalle incontra la Veronica, la quale deterge il suo viso con un fazzoletto; subito dopo, all'incrocio con Via XX Settembre, presso i quattru cantuneri (i "quattro canti", cioè il centro geografico del paese), avviene l'incontro tra la statua della Madonna in lutto per la perdita del figlio e la statua del Cristo che la saluta portando in alto il braccio.

Sempre il Venerdì Santo,dopo il tramonto, la compagnia teatrale "Hobby Club" mette ogni anno in scena "I setti parti", dramma sacro in atto unico che rievoca la crocifissione e morte di Cristo. Impressionante la puntuale partecipazione di tutta la popolazione acatese, che nella tanto attesa "sera delle parti" gremisce la Piazza Calvario.

Carnevale con carri allegorici e la festa del patrono con fiera di San Vincenzo.