Villasalto
è un comune della provincia del Sud Sardegna. Il
paese si trova nella regione denominata Gerrei (fino all'Ottocento
era anche usato l'antico nome di Galilla) ed è situato
ad un'altitudine di circa 500 metri sopra il livello del
mare. Il territorio di Villasalto si affaccia ad Nord-est
sul Flumendosa, fiume fondamentale perché rende l'area
fertile e adatta all'agricoltura, e si estende oltre il
corso d'acqua, verso il Salto di Quirra, nella zona chiamata
Barigau (il nome sta a indicare la sua posizione oltre il
fiume). Il territorio si allarga poi a Sud verso Monte Genis
(979 m, alle cui falde meridionali è situato il confine
comunale) luogo a sua volta compreso nel territorio del
comune e famoso per le sue sorgenti d'acqua pura e ottima
per qualsiasi consumo. Sulle cime del Monte Genis, inserito
nell'istituendo parco naturale del Monte dei Sette Fratelli,
si gode di un'ottima vista che permette di scorgere un ampio
panorama che va dai monti dell'Ogliastra e del Gennargentu
a Nord, fino ai monti del cagliaritano a Sud (Serpeddì,
i Sette Fratelli ecc.). Sempre sul monte, è presente
una imponente costruzione nuragica, formata da una torre
centrale e da diverse torri a corona, con muraglie imponenti
che le congiungono. In mezzo alla fitta boscaglia di lecci,
corbezzoli, ed alta macchia mediterranea, è possibile
scorgere delle bizzarre figure scolpite dal tempo, dall'acqua
e dal vento sulla roccia, come ad esempio l'aquila (vedi
foto sottostante) che si trova in prossimità della
cima del monte, subito dopo aver abbandonato il bosco. A
Est il territorio è delimitato dal Monte Lora, rinomato
per la caratteristica e suggestiva sfinge formata dai suoi
promontori calcarei, e che segna il confine col territorio
di San Vito. Dalla cittadina si possono scorgere le vette
del Gennargentu, da quella più vicina, vale a dire
il Monte Santa Vittoria di Esterzili, la Punta La Marmora,
le cime dell'Ogliastra (Sa Perda Liana di Gairo, i Tacchi
di Jerzu, i monti di Tertenia, Monte Cardiga di Perdasdefogu),
fino al mare della costa orientale della Sardegna, raggiungibile
in auto in pochi minuti. Nella zona sono presenti alcune
grotte, come "Sa Grutta Manna" o "Sa Grutta
'e Scusi" dove vive il Geotritone Sardo, una particolare
specie di anfibio (Ordine: caudati o urodeli; nome scientifico:
Hydromantes genei) ormai in via d'estinzione. La zona è
ricca di lecci, olivi, lentischio, corbezzolo, cisto, asparagi
e funghi. Numerosi sono gli animali che vengono preservati
dall'incolume territorio: cervi e mufloni nel territorio
di monte Genis, aquile reali, falchi, sparvieri, cinghiali,
martore, gatti selvatici. Il paese si divide principalmente
in due parti: La parte bassa e la più antica si sviluppa
intorno alla neoclassica Chiesa di San Michele Arcangelo,
mentre la nuova si sviluppa intorno alla prima Chiesa del
Paese, risalente al 1500, dedicata a Santa Barbara. I principali
rioni del paese sono così denominati dai cittadini:
Corea, Terrepedis, Concia, Su Cuccuru, Terrapieno, Bracuccia,
Funtana de josso, Forreddu, Su occili, Su Battumeo, Cott'
e ois, Ziu Antini. Percorrendo il lastricato in pietra che
attraversa il Centro Storico del paese, si trovano la Casa
Museo (che custodisce soprattutto antichi strumenti da lavoro
tipici del luogo) e numerose abitazioni costruite con la
tipica pietra del posto. Il paese, nonostante i suoi pochi
abitanti è dotato di tutti i servizi utili ai cittadini:
negozi di alimentari sparsi per tutta la cittadina, così
come negozi di edilizia, di abbigliamento, di articoli da
regalo e per la casa; accanto al Comune si trova l'edicola
e il distributore di benzina, e poco dopo le scuole elementari
e le medie, con accanto una grande Palestra e un campo da
calcetto denominato "Piazzetta Nera"; al centro
del paese si trovano anche un "bed & breakfast"
e un ristorante che offre piatti tipici tradizionali; poco
distante dal centro urbano si trova un eliporto perfettamente
funzionante e attrezzato per l'intervento di elicotteri
e Canadair CL-215/CL-415 in caso di incendi, molto frequenti
soprattutto nel periodo estivo.
ETIMOLOGIA
Il nome Villasalto deriva dal latino "saltus"
(campagna) e in Lingua Sarda il paese vien chiamato Biddesartu,
letteralmente "paese di campagna".
MANIFESTAZIONI
San
Michele Arcangelo - È il patrono del paese e si festeggia
il 29 settembre. La festa viene però celebrata solo
religiosamente e raramente vengono organizzate manifestazioni
a livello civile.
Santa
Barbara - La festa maggiore del paese è quella di
Santa Barbara, celebrata il primo lunedì del mese
di giugno. La festa si prolunga per almeno 4 giorni e in
questa occasione il paese si popola di pellegrini provenienti
dalla Barbagia, dal Sarrabus e da tutte le zone più
o meno vicine al paese.
La stessa festa, ma in maniera meno importante viene organizzata
la prima domenica di luglio per dare la possibilità
ai turisti e agli emigrati di partecipare. Le celebrazioni
vengono organizzate a livello religioso con processioni
che si snodano per tutta la cittadina, e a livello civile
con canti e balli.
San
Cristoforo - A pochi chilometri dal paese si trova la chiesa
dedicata a San Cristoforo. La sua festa, celebrata tra il
13 e il 14 agosto, prevede una processione che parte dalla
Chiesa patronale di San Michele Arcangelo e a piedi arriva
fino alla chiesetta campestre.
Il rientro del Santo alla Chiesa Patronale viene invece
accompagnato da una processione di automobili che si conclude
con la benedizione degli automobilisti.
Sant'Antonio
e San Sebastiano - La festa di questi due santi si tiene
rispettivamente il 17 gennaio e il 20 gennaio. Per entrambe
le celebrazioni vengono organizzati dei falò notturni
nella piazza del paese e vengono distribuite arance o pane
alla popolazione, a seconda del Santo festeggiato.
Is
Animeddas - Festa per grandi e piccini, la mattina del 31
ottobre i bambini si recano fin dall'antichità di
casa in casa a ricevere le cibarie (per lo più dolci
o frutta) che gli abitanti del paese donano ai bimbi in
onore delle anime dei morti.
Sinnadroxiu
- La festa si tiene nelle campagne che circondano il paese,
nel giorno dell'Ascensione. Su sinnu ("il segno"
e da qui il nome sinnadroxiu) è il marchio padronale
che viene apposto al bestiame per il riconoscimento ed è
proprio l'apposizione di questo marchio che viene festeggiata
in quest'occasione. Durante la manifestazione viene offerto
in un fazzoletto il formaggio cagliato fresco prodotto dai
pastori. Oltre alle varie degustazioni la Proloco offre
anche un pranzo a base di carne di pecora.
Durante
le varie festività il gruppo folk "San Cristoforo",
composto da alcuni Villasaltesi, si esibisce nel tipico
costume del luogo ballando il caratteristico Ballo Sardo.
ECONOMIA
Numerosi sono i Villasaltesi (così si chiamano gli
abitanti del luogo) che si dedicano alla pastorizia nei
territori che circondano il centro abitato, dedicandosi
in particolar modo all'allevamento di animali da fattoria
quali capre, pecore, mucche e buoi, maiali, cavalli, galline.
In alcuni casi, gli imprenditori che hanno deciso di dedicarsi
a questo settore hanno scelto di utlilizzare macchinari
in grado di alleggerire il proprio lavoro e di permettere
una maggior rendita e produzione in particolare del latte
vaccino e pecorino. L'Agricoltura, grazie al terreno fertile
(in particolare nei pressi del Flumendosa), è abbastanza
sviluppata e permette una discreta produzione di frutta,
verdura, legumi e cereali a utilizzo privato e alla vendita.
Grazie ad alcuni contributi dedicati all'imprenditoria giovanile,
il paese si è arricchito di punti vendita dedicati
agli alimentari, all'oggettistica e alla produzione di prodotti
locali. Seppur in quantità minore, una discreta parte
dei villasaltesi è impiegata nel settore terziario
e in lavori Statali.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La zone era già frequentata in età nuragica.
A darne testimonianza vi sono diversi nuraghi, come il monotorre
detto "Corrolia" o "Corrulia" ubicato
presso la valle del Flumendosa; il nuraghe "Serra Madau"
anche esso monotorre, aggrappato ad uno sperone di terra nella
confluenza dei fiumi Flumendosa e S'acqua Callenti'. A 700
metri sul Monte Genis vi è un complesso di circoli
di diverse dimensioni, chiamato Sa dom'e sa nì (nome
che significa "la casa della neve"), la cui funzione
non è ancora chiarita: si pensa che una di queste costruzioni
fosse legata al culto delle acque o che in generale questi
circoli fossero le cappanne di un villaggio nuragico. La zona
passò sotto il dominio Punico ovvero sotto il comando
Cartaginese, per poi passare ai Romani dal II al V secolo
d.C. Il paese è stato a lungo sotto il dominio Gallilense
(antica popolazione sarda stanziata nelle zona di Esterzili
), il cui popolo ha protetto il territorio da numerosi tentativi
di invasione, tra cui quelli romani che avevano insediato
coloni per sfruttarne il territorio. Resti di epoca romana
sono presenti presso la necropoli di Cea Romana a Monte Arrubiu.
Testimonianze di questi avvenimenti sono documentate dalla
Tavola di Esterzili. La zona fu quindi meta delle scorribande
vandaliche e bizantine. In seguito a questi avvenimenti si
formò il primo vero centro abitato in una zona protetta
e ricca d'acqua, per trovare rifugio dai banditi provenienti
dalla Barbagia. Nel Medioevo la zona passò sotto la
Giurisdizione di Cagliari fino a essere governata dalla Gallura.
Con la conquista della Sardegna da parte degli Aragonesi la
zona divenne dominio Spagnolo e nel 1681 il centro urbano
fu inserito nella "contea di Villasalto", un feudo
della nobile famiglia Cappai. Nel 1708 la zona passò
per un breve periodo in mano agli austriaci per poi arrivare
nel 1718 al Duca di Savoia. In tempi moderni, in particolare
durante la seconda guerra mondiale, il paese ha subito un
forte incremento della popolazione grazie alla presenza della
miniera di Su Suergiu dal quale veniva estratto e lavorato
l'antimonio. Con la fine della guerra anche le attività
della miniera sono andate scemando, fino alla chiusura, negli
anni ottanta, portando così un progressivo spopolamento
della cittadina.