Stintino
(in sardo Istintìnu) è un comune della provincia
di Sassari. È stato in passato una frazione di Sassari,
diventando comune autonomo l' 8 agosto 1988. Le prime elezioni
si sono svolte nel marzo del 1989, quando venne eletto Baingio
Benenati. L'attuale sindaco è Antonio Diana che,
a capo della lista Stintinofutura, ha raccolto il testimone
da Lorenzo Diana dopo 9 anni di mandato (il più duraturo
nella breve storia di autonomia). Altro importante centro
abitato del comune è la frazione di Pozzo San Nicola
mentre si ricordano le località di Ercoli, Pittiacca,
Nanni Doro, Nodigheddu, Unia, Ovile Nuovo, Nodigheddu, Fioreddu,
Preddu Nieddu, Country Village, Le Tonnare, Tamerici, Cala
Lupo, Tanca Manna, Cala Reale, Ovile del Mercante, Italo-Belga,
L' Ancora, Roccaruja, Capo Falcone e La Pelosa. Il comune
di Stintino insiste sulla omonima penisola, ultimo lembo
di terra sarda che dalla piana della Nurra si protende verso
l'isola dell'Asinara, situata a breve distanza. Quest'ultima
ospita il Parco Nazionale dell'Asinara, istituito nel 1997,
e del quale il paese rappresenta l'imbarco più prossimo.
La principale attrattiva turistica è la spiaggia
de La Pelosa, collocata nell'estremo lembo nord-occidentale
della Sardegna, ed affacciata sul Golfo dell'Asinara e sull'omonima
isola; è contraddistinta da una sabbia bianca finissima
e dal mare azzurro-turchese dal fondale molto basso. Immediatamente
prospiciente ad una seconda più piccola spiaggia
chiamata La Pelosetta si trova l'isolotto raggiungibile
a piedi della torre aragonese, costruita del 1578 e chiamata
sempre Torre de La Pelosa, e l'Isola Piana, appartenente
al comune di Porto Torres come l'isola maggiore, che ospita
una torre spagnola alta 18 metri chiamata Torre della Finanza,
edificata nel XVI secolo e restaurata nel 1931. L'Isola
Piana veniva utilizzata in passato come pascolo grazie alla
transumanza effettuata su barche da pesca; apparteneva alla
famiglia dei Berlinguer e venne ceduta allo stato alla condizione
che fosse conservata allo stato naturale. Altre spiagge
della costa orientale sono quelle de Le Saline, Il Gabbiano,
L'Ancora, Ezzi Mannu, Pazzona e Punta Negra. Il litorale
verso il Mar di Sardegna viene chiamato mare di fuori, ed
alterna scogliere e cale di sabbia e sassi al termine di
piccole valli, come Biggiu Marinu (ovvero Bue marino, nome
sardo della Foca monaca), conosciuta anche come Valle della
Luna, Coscia di Donna e Cala del Vapore. A circa 3km dall'abitato
si trova lo Stagno di Casaraccio, e a circa 15km nel territorio
di Sassari lo Stagno di Pilo; entrambi rappresentano importanti
riserve riproduttive per l'avifauna.
ORIGINI
E CENNI STORICI
L'origine del borgo di Stintino è dovuta alla decisione
del Governo italiano di istituire il 22 giugno 1885 sull'isola
dell'Asinara in località Cala Reale il primo lazzareto
ad uso sanitario, insieme una colonia penale in località
Cala d'Oliva. In quel momento si contavano sull'isola 45
famiglie per 411 persone; di questi i residenti a Cala d'Oliva
erano pescatori originari di Camogli, che si erano trasferiti
attratti delle maggiori possibilità economiche e
dalla presenza della Tonnara delle Saline, mentre gli abitanti
di Fornelli e Cala Reale erano pastori ed agricoltori sardi;
è possibile che entrambi i gruppi avessero già
adottato la lingua sassarese, andando ad accentuarne l'influenza
ligure presente fin dalle origini. Prima dello sfratto del
15 agosto dello stesso anno, due fratelli sassaresi, Salvatore
e Cristoforo Murtola, perorano la causa dei pescatori ottenendo
un indennizzo di 750 lire per ogni famiglia, e acquisendo
un terreno per far sorgere il nuovo borgo col nome di Cala
Savoia. Il piano regolatore divise ordinatamente una stretta
penisola fra due bracci di mare (ora Porto Vecchio e Porto
Nuovo/Porto Mannu), che prese il nome di isthintinu, dal
termine sassarese per budello, intestino, poi italianizzato
in Stintino. Il primo gennaio 1865, prima dell'abbandono
forzato dell'Asinara, venne fondata la Confraternita religiosa
della "Beata Vergine della Difesa", patrona del
paese, a cui sono iscritti tutti gli stintinesi che abbiano
compiuto 12 anni. La Confraternita elegge annualmente un
Priore per sovrintendere l'uscita della bandiera nelle funzioni
religiose dove sia prevista, accompagnato dal numero minimo
di confratelli; tutti indossano l'abito tradizionale, composto
da gonna lunga e camicia bianca, con mantellina e cordone
blu. Fra le manifestazioni religiose a maggio si svolge,
presso una piccola chiesa di campagna, la festa di SantIsidoro
in Ercoli, e l'8 settembre la Madonna della Difesa: il simulacro
della patrona del paese è trasportato dalla barche
dei pescatori della Confraternita in una processione a mare
a ricordo della fondazione del 1885. Per incentivare le
attività di pesca, il 10 dicembre 1904 68 soci, tutti
stintinesi, fondarono la "Società mutua cooperativa
fra i pescatori di Stintino. Questa e altre vicende
dell'industria locale sono esposte nel Museo della Tonnara,
collocato sulla banchina del porto. Proprio la pesca è
a fondamento della cucina locale, le cui principali specialità
sono ricci ed altri frutti di mare, crostacei e la bottarga
di tonno. Tra i piatti la Zuppa di patate e aragosta con
pescato locale, il Polpo in agliata, il Polpo alla stintinese
ovvero un'insalata di polpo con patate, aceto, prezzemolo
e a volte cipolla, e fra i dolci la Tumbarella. Il porto
di Stintino ospita ancora numerose barche a vela latina,
che dopo l'avvento delle imbarcazioni a motore hanno trovato
nuova linfa nel turismo diportivo e nelle regate veliche;
molte famiglie della borghesia sassarese, come i Berlinguer
o i Segni, hanno da sempre prediletto questo tipo di imbarcazione.
Nel 1983 viene organizzata la prima "Regata Vela Latina",
arrivata nel 2007 alla XXV edizione.