Quartu
Sant'Elena (in sardo Cuartu Sant'Alèni o Quattu
Sant'Alèni), è un comune della provincia
di Cagliari. Quartu Sant'Elena è uno dei Comuni
della Sardegna più estesi. Il suo paesaggio
è molto vario. Il litorale si estende per circa
26 km e possiamo trovare tratti con spiagge e sabbia
finissima e tratti alti e rocciosi. Sul lato opposto
troviamo il paesaggio montagnoso. Le montagne dei
Sette Fratelli, ricoperte di boschi, sono habitat
naturale di cervi, aquile reali e cinghiali. La cima
più alta è il monte Serpeddì,
che raggiunge i 1069 metri di altezza. Nella pianura
della città troviamo lo Stagno del Molentargius,
una delle zone umide più importanti d'Europa.
Qui nidificano tante specie volatili, tra cui i fenicotteri
rosa. Quartu Sant'Elena si sviluppa circolarmente
intorno al centro storico che ha la caratteristica
a fuso come in molti paesi medievali. Il centro storico
comprende le zone di Cepola e Funtan' e Ortus.
Le
altre zone della città si sono sviluppate intorno
al centro storico e solo dalla fine degli anni '70
si è costruito in zone all'epoca distanti dalla
città come Pitz'e Serra e nelle colline di
San Luca. Dagli anni 2000 lo sviluppo della città
si è avuto specialmente nei nuovi quartieri
di Quartello (nell'ultima parte della Via Fiume, verso
la S.P 17) e Sant'Anastasia (da Via Polonia a Via
Generale dalla Chiesa). Contrariamente a quello che
si é verificato a Cagliari passata nel giro
di 20 anni da 222.000 a 160.000 abitanti, Quartu (così
come gli altri comuni dell'Area metropolitana di Cagliari),
ha una costante crescita demografica soprattutto in
zone di grande di espansione urbanistica come: Pitz'e
Serra, Quartello e Sant'Anastasia infatti, secondo
recenti stime, si prevede che entro 10 anni la popolazione
di Quartu Sant'Elena passerà dagli odierni
71.000 abitanti,a circa 110.000 abitanti. Insomma
si potrebbe configurare lo stesso scenerio, attualmente
presente solo nell'Area metropolitana di Napoli con
Giugliano in Campania che ha già raggiunto
e superato i 110.000 abitanti, pur non essendo capoluogo
di provincia.
ETIMOLOGIA
Il nome del comune diviene dal latino Quarto ab urbe
lapide. La città sorgeva infatti lungo la strada
che collegava Cagliari a Palau (attuale SS 125) ed
esattamente al quarto miglio, ed era presente in città,
fino a qualche anno fa (esattamente fino a quando
venne costruito il primo mercato civico), la pietra
miliare di epoca romana, chiamata perda mulla dagli
abitanti della città. Erano vari i villaggi
della zona che fino all'anno 1327, anno in cui vennero
fusi in un unico paese, avevano il nome di Quarto.
Il 14 settembre del 1826 con regio decreto al nome
della città venne aggiunto quello della Santa
Patrona divenendo cosi Quarto Sant'Elena. Nel 1862
il nome della città passo da Quarto a Quartu
raggiungendo così l'attuale denominazione.
MUSEI
Museo Sa Dom'e farra
Il museo venne fondato da Giovanni Musiu nel 1978.
"Sa dom'e farra" letteralmente significa
"la casa della farina" e venne chiamata
così per indicare la più pregiata e
redditizia produzione quartese. Nella casa in cui
ha sede il museo sono presenti sia l'abitazione del
proprietario terriero che il centro operativo dell'azienda.
Il museo propone la propria storia e al suo interno
si trovano sia utensili usati per il lavoro nei campi
che oggetti di tutti i giorni, usati dai vecchi abitatori
della casa. Nella cosa erano presenti due cortili;
nel primo si affacciano le stalle dei cavalli e dei
buoi, i magazzini, la stanza della macina del grano,
cantine, corte dei carri e tutto ciò che riguardava
l'azienda; nel secondo invece si affacciano, camere
da letto, stanza per gli ospiti, sale di ricevimento,
magazzini del grano e della graminacee, stanza della
farina e stanza padronale, quindi tutto ciò
che riguardava la casa del proprietario terriero.
Nel 1982 venne aggiunta una porzione di cortile e
venne abbattuto il muro tra i due vecchi cortili.
Il museo che era passato nelle mani della regione
è stato acquistato con una cifra simbolica
di €50 dal comune che ha intenzione di restaurarlo
per poterlo riaprire nel giro di poco tempo, in quanto
è da tempo chiuso.
Museo
etnografico "Il ciclo della vita"
Il museo "Il ciclo della vita" venne aperto
nel 1998 a Quartu Sant'Elena da Giovanni Musiu, lo
stesso che fondò "Sa dom'e farra".
Il museo ha sede in un'antica casa campidanese del
1800. Dopo aver restaurato la casa al suo interno
venne allestito un museo che ospita circa 8000 oggetti
di uso quotidiano, legati alla tradizione sarda dal
XXVIII al XX secolo. All'interno del museo attraverso
i vari oggetti è rappresentato appunto il ciclo
della vita di una persone sarda vissutta tra quei
secoli.
EDIFICI
RELIGIOSI
La basilica di Sant'Elena è la chiesa principale
di Quartu ed è dedicata alla santa patrona
della città. Lantica struttura risale
al XVI secolo e al XVII secolo risalgono il primo
campanile e la prima sacrestia.
Dopo
l'incendio del 1775, che ne distrusse buona parte,
si decise di ampliarla e nel 1780 venne affidato il
progetto al militare piemontese Cochis. Il progetto
venne modificato nel 1804 da Raffaele Cappai e nel
1809 iniziarono i lavori. Nel 1818 terminarono i lavori
dopo tanti sacrifici e nel 1825 venne rifinita la
facciata. Nel 1828 infine la chiese venne solennemente
consacrata.
Nel
1996 è iniziato un nuovo restauro alla chiesa
e i lavori sono terminati nel 2000.
La
chiesa è completamente affrescata. La struttura
è a croce latina con tre navate di cui quella
centrale più larga e collegata alle altre da
archi
La
chiesa conserva ancora molti antichi reperti, tra
si ricordano il pulpito risalente al 1741, il fonte
battesimale del 1735, il coro in legno del 1747, il
paliotto dell'altare del 1775 e alcune sculture lignee
del XVI secolo.
Il
14 settembre 2007 alla chiesa è stato conferito
il titolo di Basilica minore.
Chiesa
del Sacro Cuore
Chiesa del 20° secolo dedicata al Sacro Cuore
di Gesù che si trova tra le vie Pellico ed
Iglesias, nota in città per le attività
ricreative dell'oratorio, vanta una luminosità
invidiabile al suo interno.
Chiesa
di Sant'Antonio da Padova
La chiesa sorge nell'omonima piazza, nell'area dove
era ubicata un tempo la chiesetta intitolata a San
Gregorio Magno.
La
costruzione della chiesa inizio nel 1898 dai frati
francescani "sfrattati dal loro convento di San
Francesco nella seconda metà dell'ottocento
in applicazione della legge Siccardi. I lavori procedettero
con grandi difficoltà economiche e vennero
spesso interrotti. La chiesa venne terminata nel 1904
con la costruzione del campanile e il 27 dicembre
dello stesso anno avvenne la consacrazione. Cinquant'anni
dopo la chiesa divenne la terza parrocchia di Quartu
Sant'Elena. La chiesa venne restaurata tra gli anni
sessanta e settanta.
La
facciata è tipica espressione dell'eclettismo
di fine Ottocento: nostalgie classiche sono infatti
unite a elementi gotici. La facciata è alta
e stretta e si conclude in un timpano triangolare.
Il campanile è di forma quadrata. L'interno
presenta una pianta cruciforme; l'incrocio dei bracci
è sovrastato da una cupola ottagonale. La copertura
dell'edificio è a botte. Il presbiterio è
a forma quadrangolare e concluso da un'abside semicircolare
Chiesa
di Santo Stefano Protomartire
La parrocchia di Santo Stefano venne istituita da
mons. Paolo Botto, arcivescovo di Cagliari, nel 1967,
per venire incontro alle esigenze spirituali di un
quartiere periferico in rapida crescita demografica.
L'intitolazione a santo Stefano, primo martire della
Cristianità, si deve al fatto che un luogo
di culto dedicato al santo esisteva già in
questa zona in tempi passati. Attualmente non rimangono
tracce di questa chiesa, se si eccettua il simulacro
ligneo del patrono, seicentesco, conservato nella
chiesa di Santa Maria di Cepola.
Il
31 ottobre 1967 la nuova comunità cristiana
si riunì per la prima volta attorno al vescovo
e al parroco, mons. Tonio Tagliaferri, in una casa
in costruzione che servi da prima chiesa provvisoria.
Negli anni '70 e parte degli anni '80 funse da chiesa
un capannone. Dalla fine degli anni '80 si cominciò
a utilizzare la nuova chiesa, non ancora ultimata,
progettata dall'architetto Francesco Berarducci. Il
31 ottobre 2000, finiti i lavori di sistemazione del
presbiterio con la collocazione dell'altare, dell'ambone
e della sede del presidente, con un rito solenne,
la chiesa viene consacrata dall'arcivescovo di Cagliari
S.E. mons. Ottorino Pietro Alberti alla presenza del
fondatore e attuale parroco mons. Tagliaferri, dei
viceparroci che si sono succeduti negli anni e di
tutta la comunità parrocchiale. Il 31 ottobre
2006 l'arcivescovo di Cagliari S.E. mons. Giuseppe
Mani benedice l'artistico tabernacolo e la comunità
di santo Stefano entra così nel suo 40°
anno dalla fondazione.
La
chiesa sita in Via Palestrina è realizzata
in cemento armato, si presenta a pianta circolare,
caratterizzata all'esterno da due torri cilindriche
che dominano sull'ampio belvedere sito sul tetto dell'edificio,
da cui si gode una vista panoramica sul vicino stagno
di Molentargius e su Cagliari, di cui si individua
il caratteristico profilo del quartiere storico di
Castello.
L'interno
invita al raccoglimento e la penombra favorisce la
preghiera. Lo spazio per l'assemblea è organizzato
ad anfiteatro intorno al presbiterio, circolare, che
si raggiunge scendendo i gradoni della cavea e che
risulta il centro di tutto l'edificio, da cui si innalzano
le due colonne-torri che caratterizzano anche l'esterno
della chiesa. Nello spazio ricavato all'interno della
colonna a destra è collocato il tabernacolo,
dalla singolare forma sferica, visibile dall'assemblea
attraverso un oculo scavato nel cemento della colonna-torre.
In corrispondenza della colonna sinistra è
collocato l'ambone, mentre al centro del presbiterio
e dell'intero edificio si trova l'altare, opera in
granito rosa. Degno di nota è il Crocifisso,
sempre nel presbiterio, opera di Franco D'Aspro.
DA
VEDERE INOLTRE
Croce gotica
Di fronte alla chiesa di Sant'Agata si trova la croce
giurisdizionale innalzata, con elementi di spoglio,
dai frati cappuccini per segnare i termini della loro
proprietà. È formata da una colonna
liscia sovrastata da un capitello romano del I secolo
e da una croce tardo gotica della fine del XV secolo
Venne tolta dal suo sito nel 1868 con lo scioglimento
dell'ordine e venne ritrovata nel 1892 durante dei
lavori nella chiesa di Sant'Agata. Venne quindi rimessa
al suo posto originario.
Torre
di Carcangiolas
La torre di Carcangiolas, è una torre costiera
edificata dagli aragonesi per la difesa dai pirati.
La torre è in pietra calcarea e granito ed
è a forma tronco conica. Durante la seconda
guerra mondiale venne adibita a fortino. Attualmente
è rovesciata nel mare e il comune ha finanziato
le operazioni per riportarla nell'arenile.
MANIFESTAZIONI
Quartu Sant'Elena ospita numerose manifestazioni e
feste famose in tutta la Sardegna. Una delle più
famose manifestazioni che si svolgono in città
è la Sciampitta, organizzata ogni anno nel
mese di luglio dal gruppo folkloristico Città
di Quarto, che dal 1985 porta in città gruppi
folk da tutte le parti del mondo. Nelle prime edizioni
la sciampitta si svolse nello Stadio di Is Arenas,
dopo qualche anno la manifestazione si è svolta
fino al 2006 in Piazza Mercato, nel 2007 Sciampitta
si è tenuta davanti alla Basilica di Sant'Elena,
mentre dal 2008 si è ritenuto nello stadio
Is Arenas. Altra manifestazione importante è
Monumenti Aperti che nel secondo sabato e nella seconda
domenica di Maggio permette di visitare i principali
monumenti della città. Simile manifestazione
è Monumenti all'aperto che permette di visitare
invece monumenti, siti archeologici e aree di interre
naturalistico posti fuori dal cento cittadino. Altro
appuntamento del genere è Aziende Aperte che
permette appunto di visitare alcune Aziende cittadine
e di vedere come vengono prodotti vari prodotti. Manifestazioni
musicali di buona fama sono il Jazz & World un
festival del Jazz che si tiene a Flumini nella piazza
Andrea Parodi e il Jazz & Wine che si tiene nel
Chiostro dell'ex convento dei frati francescani in
Via Brigata Sassari, in cui oltre a poter ascoltare
musica si degustano vari vini prodotti nelle cantine
sociali del comune di Quartu e di altre città.
Manifestazione non tanto conosciuta ma in crescita
è invece la Sagra delle patate che consiste
in una degustazione di patate, cucinate in vari modi,
prodotte nelle campagne della città. Tra le
feste religiose le più importanti sono la Festa
di Sant'Elena Imperatrice, la sagra di San Giovanni
Battista e la festa di Santa Maria di Cepola. La festa
di Sant'Elena imperatrice si svolge dal 12 al 16 settembre.
Durante la festa oltre alla processione religiosa
si svolgono serate di intrattenimento, la mostra e
la sagra dell'uva, un torneo di calcio e una gara
ciclistica. I festeggiamenti sono conclusi con i fuochi
d'artificio. La Sagra di San Giovanni Battista si
svolge l'ultimo sabato e l'ultima domenica di luglio.
I riti della Sagra sono molto antichi e la festa sembra
fondare le sue radici in un'antica festa punica. Anche
per questa festa vengono organizzati festeggiamenti
serali civili. La festa di Santa Maria di Cepola si
festeggia l'8 settembre e anche in questo caso prevede
oltre ad i festeggiamenti religiosi i festeggiamenti
civili. Tutte queste manifestazioni, feste e sagre
si tengono nel periodo compreso tra Maggio e Settembre
ovvero quando l'afflusso di turisti in città
è maggiore. Negli ultimi anni anche nelle feste
patronali meno importanti si stanno organizzando serate
di intrattenimento caratterizzate in genere da spettacoli
folkloristici.
ECONOMIA
Importante centro agricolo del Campidano, in passato
l'economia di Quartu era basata principalmente sull'agricoltura
e sulla pastorizia. Agli inizi del Novecento a Quartu
venne aperta la cantina sociale che attualmente non
produce più il vino in città ma nella
sede staccata in comune di Maracalagonis. I principali
vini prodotti sono la "Malvasia", ottimo
vino da dessert, e il "Villa di Quartu".
Quartu era famosa in tutto il circondario di Cagliari
per la produzione di dolci sardi fatti in casa e anche
la famiglia reale per i dolci si riforniva in città.
I principali dolci prodotti sono i pistocchedus, i
pistoccus de bentu, gli amaretus, i piricchitus, i
candelaus e i pabassinas. Meno diffusi erano il fattu
e cottu, il pan'e saba e il gattò prodotto
e consumato specialmente durante la Festa di San Giovanni
Battista. A Quartu negli ultimi decenni la tradizione
di produrre i dolci in casa non è più
diffusa ma sono ancora tante le pasticcerie che producono
dolci sardi. Per quasi un secolo, esattamente dal
1878 al 1985, a Quartu venivano prodotti laterizi
e tegole dalle fornaci Picci e Maxia. Fino agli anni
sessanta inoltre in città era praticata, nelle
zone di Pitz'e Serra e Is Ammostus, l'estrazione di
argilla bianca. A Quartu era ed è ancora diffusa
la lavorazione dell'oro con qui vengono prodotti gioielli
in filigrana. Dagli anni settanta in città
sono presenti aziende per la lavorazione del legno
e per la produzione di alimenti. Negli ultimi decenni
Quartu, specialmente il suo litorale, è divenuta
una meta turistica e ha conosciuto la costruzione
di vari hotel, villaggi turistici e campeggi.
ORIGINI
L'origine di Quartu è antichissima. Nel suo
territorio sono infatti stati trovati numerosi reperti
risalente al periodo nuragico. Anche i fenici probabilmente
si installarono a Quartu dato che molti studiosi sono
d'accordo sul ritenere i toponimi Cepola e Geremeas
di derivazione fenici. La presenza punica nel territorio
quartese sarebbe provata anche dai ritrovamenti ceramici
nella zona di Is Mortorius.
CENNI
STORICI
I romani installarono, invece, il loro insediamento
a poche centinaia di metri da Cepola, e ne insediarono
gli schiavi abbastanza vicini a Cagliari per essere
controllati e abbastanza lontani per non disturbare
la vita cittadina. Questi schiavi vennero fatti lavorare
nelle vaste campagne e negli stagni di Quartu e del
Molentargius, da cui iniziarono l'estrazione del sale.
Intorno a questi due centri nacquero tanti altri villaggi
che diedero origine alle attuali città di Quartu
Sant'Elena e Quartucciu. Altre notizie certe su Quartu
risalgono al 20d.C., quando 4000 ebrei vennero deportati
in questi villaggi. Come il resto della Sardegna,
Quartu fu oggetto di invasioni longobarde, vandaliche,
bizantine e pisane. Dopo la dominazione pisana, la
zona di Quartu fu nominata Baronia e concessa in feudo
dagli Aragonesi a Francesco Pes e alla sua discendenza.
Con un decreto del 1327 i villaggi di Cepola, Quarto
Domino e Quarto Josso vennero fusi insieme e chiamati
solamente Quarto. Fino al 1717 Quartu rimase in mano
agli Spagnoli. Nel 1718 il villaggio, come il resto
della Sardegna, passò in mano ai Savoia. Con
loro per Quartu iniziò la crescita economica,
anche se momentaneamente i Savoia riconfermarono la
Baronia in favore della famiglia Pes. Nel 1793 Quartu
venne attaccata dai Francesi che si installarono nell'attuale
parco Andrea Parodi (parco intorno alla chiesa di
Sant'Andrea). Dopo lunghe lotte i Quartesi riuscirono
a scacciare i Francesi dal loro territorio. Nel 1862
il comune raggiunge l'attuale denominazione. Tra la
fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento a Quartu
vennero costruite tante nuove strutture come la cantina
sociale, le fornaci di laterizi Picci, le fornaci
di laterizi Maxia, la stazione tranviaria, la caserma
dei carabinieri con annesse le carceri, il pastificio
Rosas, la cartiera Perra, la distilleria Cabras e
qualche cinema. Nel 1958 con decreto del presidente
della Repubblica Giovanni Gronchi Quartu fu nominata
città. Tra gli anni '80 e gli anni '90 Quartu
subì una grandissima crescita demografica,
grazie anche alla costruzione dei nuovi quartieri
Pitz'e Serra e San Luca, in cui vide i suoi abitanti
più che raddoppiati, soprattutto grazie alla
vicinanza di Cagliari nel cui agglomerato urbano è
ormai incorporata. Attualmente Quartu, con i suoi
circa 70000 abitanti, è la terza città
della Sardegna per popolazione dopo Cagliari e Sassari.