Portoscuso
(in sardo Portescùsi) è un comune di 5.392
abitanti della provincia di Carbonia-Iglesias, nella regione
del Sulcis-Iglesiente. Portoscuso si trova nella costa sudoccidentale,
di fronte allisola di San Pietro, proprio tra Iglesias
e Carbonia. Degne di nota sono le prime costruzioni di rilievo,
la Torre e l'Arsenale (detto Su Pranu), a fianco del quale
sorge la Chiesa di Santa Maria d'Itria. La Torre venne fatta
erigere dai conquistatori spagnoli nel 1594 come difesa
dai corsari barbareschi. È realizzata in tufo e trachite
della zona e sorge sulla cima di un piccolo promontorio.
Ha un unico portale d'ingresso a 3,5 metri dal suolo, raggiungibile
da una scala dalla cui cima si può vedere la chiesa
di Santa Maria d'Itria e la tonnara Su Pranu. Alla fine
degli anni '50, durante alcuni scavi, alla sua base furono
trovati resti umani e cannoni di epoca tardo-medievale,
attualmente custoditi a Cagliari. L'8 settembre 2000, l'affondamento
della nave Eurobulker IV ha causato il rilascio in mare
di un quantitativo di carburante che ha provocato un inquinamento
di una certa gravità. Nella tonnara de "su pranu"
(il pianoro) in centro paese attualmente in ristrutturazione,
furono ospitate le numerose famiglie di profughi da Tabarka
appena giunte in terra sarda prima che venisse fondata la
città di Carloforte dove si sarebbero potute trasferire.
I profughi furono mantenuti grazie ai contributi della curia
vescovile di Iglesias e della corona del Re di Sardegna.
EDIFICI
STORICI
Torre Spagnola
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di Santa Maria d'Itria
MANIFESTAZIONI
Le maggiori feste sono quelle di Madonna dItria, il
24 di maggio, di San Giovanni Battista, il 24 di giugno,
e la Festa del Mare: il 15/16/17 di agosto, Sagra di Sant'Antonio
e del Tonno (13 giugno).
ORIGINI
E STORIA
Il paese nasce come paese di pescatori provenienti da Gonnesa
(allora Conesa), in particolare interessati alla pesca del
tonno e alla raccolta dei coralli. A seguito della costruzione
di alcune tonnare nella zona, il piccolo borgo originario,
composto da baracche abitate durante le stagioni di pesca,
inizia a evolvere in paese. Il suo nome attuale viene dallo
spagnolo Puerto Escuso, cioè nascosto a chi, proveniente
dall'attuale strada di Seruci, non poteva vedere il paese
risultante molto a valle coperto da dune di sabbia e dunque
nascosto alla sua vista. Il paese fu assalito durante le
invasioni moresche, la piccola chiesa parrocchiale in piazza
d'Itria fu depredata e fu sfregiato un quadro sacro tutt'ora
custodito al suo interno. Inoltre alcuni suoi abitanti furono
resi schiavi e trasportati attraverso la zona attuale del
campo sportivo comunale presso i loro bastimenti in sosta
laddove oggi si calano le reti della tonnara di Porto Paglia
(dal sardo portu aliga de mari, tradotto in italiano con
paglia). Tale località oggi è nota col nome
di "Su campu dolorosu" cioè la strada,
la via del dolore. A ricordo di tale storico evento sono
poste sul luogo, da anni, una croce e una lapide, in memoria
di quegli sventurati. In paese trovasi anche la villa "Su
marchesu", che fu di un nobile sardo Pes di Villamarina
conte di Vallehermosa e marchese di Villamar, grande consigliere
alla corte di Torino del re di Sardegna, nobile che su incarico
del monarca sardo aveva cercato di contrattare col re di
Napoli la fine del suo regno a vantaggio di quello sardo.
Questo nobile aveva edificato tale villa ,tutt'ora esistente
all'ingresso del paese, per trascorrervi momenti di riposo.
Da questo nobile sembrano prendere nome anche le curve della
strada che proveniente da Gonnesa, porta all'ingresso ad
Iglesias, denominate infatti "curve di villamarina".