Muros
(in sardo Mùros) è un comune della provincia
di Sassari posto a 330 m. sul livello del mare. E' situato
alle falde di un picco denominato Canekervu, che lo separa
dal vicino paese di Ossi e confina con il piccolo centro
di Cargeghe, si affaccia ad est sulla pianura di Campomela.
Muros inizia ad apparire già dal tempo dei giudicati
e incluso nella Curatoria di Figulinas (Florinas) insieme
ad altri centri abitati. Tale Curatoria appartenne al Giudicato
di Torres a partire dall'anno 1.000 circa. Vicino al paese,
nella zona chiamata Santu Nenaldu, sono state rinvenute
tracce di un antica chiesa dove sorgeva un paese chiamato
Tatareddu. Nel territorio del comune sorgono altri siti
importanti quali il villaggio di Sa Terricola, le grotte
di Su Muzzigone e le grotte Dell'Inferno (o Del Diavolo).
Il territorio di Muros dista appena 15 km dal mare ed è
paesaggisticamente caratterizzato da interessanti presenze
vegetazionali che, assieme alle ripide pareti calcaree,
imprimono una forte "personalità" all'ambiente
naturale. Il paesaggio presenta forme dolci nel settore
a Est dell'abitato e diventa aspro in prossimità
del confine con il comune di Sassari dove il rio Mascari
si apre la strada verso il mare dando luogo ad una stretta
gola. Si tratta del passaggio obbligato verso Nord percorso
sia dalla linea ferroviaria Cagliari-Sassari, sia dalla
S.S. 131 Carlo Felice che divide il territorio di Muros
in due parti simmetriche. La vegetazione varia da quella
esile dei pratelli, prati, pascoli (la prateria ad asfodelo
o la steppa a piante spinose), a quella a "macchia"
composta dagli arbusti (lentisco e olivastro, mirto, corbezzolo,
euforbia arborea), oppure quella imponente dei boschi. La
lecceta è più estesa (Badde Olia e Canechervu),
rari le sugherete (Pentumas) e i querceti o boschi di roverella
(zona sud-occidentale). Importanti sono anche i boschi a
pioppi, olmi, tamerici, frassini meridionali e salici, specialmente
lungo le sponde del rio Mascari e dei suoi affluenti più
importanti. Da ricordare inoltre i monumenti vegetali, spettacolari
alberi pluricentenari, che punteggiano il territorio.
La
fauna autoctona, tra cui anche specie animali d'interesse
comunitario, annovera: il cinghiale, la volpe, la martora,
il coniglio, la lepre, la donnola, il riccio, il gatto selvatico,
il biacco e le natrici, la raganella, il rospo smeraldino,
il gongilo, le lucertole, i gechi e, tra il vasto campionario
degli uccelli, il gheppio, la poiana, il picchio rosso,
la ghiandaia, il gruccione, il corvo imperiale, la pernice,
la cornacchia grigia, lo storno nero e il merlo Nel Comune
di Muros non esistono testimonianze archeologiche particolarmente
monumentali o in perfetto stato di conservazione, ma comunque
alcuni siti hanno estrema importanza scientifica. Due le
principali motivazioni che hanno favorito l'occupazione
del territorio, entrambe determinate dalla presenza del
fiume Mascari: la prima è la fertilità dei
suoli, unita alle abbondanti risorse idriche, la seconda
la posizione strategica. Infatti la gola scavata dal fiume
tra il massiccio di Canechervu e il monte Venosu ha da sempre
costituito un passaggio obbligato dal mare verso l'interno
e viceversa. Lo stanziamento umano è documentato
già dalle età più antiche: dalla Grotta
dell'Inferno provengono testimonianze del neolitico antico,
medio e recente (6000-3000 a.C.); del neolitico medio l'idoletto
femminile rinvenuto in località Su Monte, una tra
le più antiche espressioni artistiche della Sardegna;
del neolitico recente le domus de janas di monte Terras
e Badde Ivos. Molto importante il sito di Sa Turrìcula,
che ha dato il nome alla primissima fase dell'età
nuragica; di età nuragica (1600-850 a.C.), oltre
a due nuraghi, vi sono due esempi di architettura funeraria,
la tomba di giganti di monte Simeone e l'ipogeo di Rocca
Ruja. Importanti le tracce della viabilità romana,
che seguiva il percorso poi ricalcato dalla Carlo Felice;
individuate alcune vie secondarie presso San Leonardo e
un santuario dedicato alla dea del grano all'interno del
nuraghe Sa Turricula, frequentato già in età
punica (535-238 a.C.) e soprattutto romana, in particolare
nel I secolo d.C. Per l'età medievale si citano i
villaggi di Muros, di Irbosa, di cui la chiesa di San Leonardo
costituiva il nucleo principale, e quello relativo alla
chiesa di San Giorgio, ora scomparsa. Gran parte dei siti
si trova su proprietà private e per l'accesso è
necessario disporre del permesso dei proprietari; spesso
i sentieri rurali sono difficilmente percorribili e l'accesso
ai monumenti è ostacolato dalla vegetazione e dal
cattivo stato di conservazione.