Mogoro
(in sardo Mòguru) è un comune della provincia
di Oristano, nella antica regione della Marmilla. Attualmente
è il sesto paese della provincia di Oristano in ordine
di grandezza dopo Oristano, Terralba, Cabras, Bosa e Marrubiu,
e il più grande della Marmilla, sebbene molti servizi
abbiano sede nel comune di Ales. Il comune è situato
nella regione collinare della Marmilla, ai piedi dei contrafforti
meridionali del Monte Arci, di origine vulcanica; per questo
nell'epoca prenuragica fu un importante centro di lavorazione
dell'ossidiana (che veniva trasportata nel villaggio di
Puisteris, nei pressi del bivio sulla SS 131). Il territorio
è percorso dalla ferrovia Cagliari-Golfo Aranci;
sebbene non vi siano fermate, la stazione situata nell'abitato
di Uras prende il nome di Uras-Mogoro. Il punto più
alto del territorio comunale è il Monte Cruccu (208
m), situato a metà strada tra Mogoro e Gonnostramatza.
Il paese si trova su un altopiano chiamato Strovina, delimitato
a nord dal Monte Arci e a sud dalla valle del Rio Mogoro
(circa 50 km di lunghezza, sfocia nello Stagno di S. Giovanni),
il cui corso è sbarrato da una diga costruita negli
anni '20, che però non da luogo a nessun lago, ma
ha lo scopo di prevenire le inondazioni nella pianura sottostante,
dove sono situati i paesi di Uras e Pabillonis. Nel territorio
di Mogoro sono presenti i resti dell'importante antico paese
di Bonorcili, sede dell'omonima curatoria del Giudicato
di Arborea; Mogoro faceva invece parte della curatoria di
Parte Montis. Nel suo territorio si contano 27 nuraghi,
di cui 13 monotorre e 14 complessi; soltanto il nuraghe
Cuccurada, visibile dalla SS 131, è attualmente oggetto
di scavi.
IL
NURAGHE CUCCURADA
Il nuraghe Cuccurada è un particolarissimo polilobato
che sconvolge i consueti canoni architettonici nuragici.
E' composto sicuramente da un nuraghe a corridoio, rivisto
e riadattato in una fase più tarda. Pur essendo ancora
in gran parte da scavare, mostra già in pianta e
in alzato una complessità architettonica di notevolissimo
interesse. E' dotato, infatti, di un ampio cortile correlato
di strutture addossate d'accesso al nuraghe stesso. La struttura
è dotata di sale voltate a tholos e di corridoi,
ma presenta sale senza rastremazione, sormontate da lastroni
di chiusura. Il polilobato,sicuramente il risultato dell'unione
di due nuraghi con stile architettonico differente, chiamati
cuccurada A e cuccurada B, consta in cinque torri delle
quali quella di sud-est presenta carenze strutturali, dovute
probabilmente ad un periodo di transazione architettonica.
Allo stato attuale mostra quattro livelli distinti di sopraelevazione
che lo rendono uno dei monumenti più belli dell'isola.
Il terzo livello di alzato mostra una sala voltata a tholos,
con annessa ad una nicchia una vasca basaltica. La sua struttura
unica nel suo genere (tra i monumenti scavati finora) lo
rende affascinante e al tempo stesso imponente, e lo scavo
ha reso reperti di notevole interesse storico, a partire
dal pre-nuragico fino al cristianesimo. E' stata riportata
alla luce infatti un'antichissima muraglia pre-nuragica,
e un deposito di monete del periodo punico/romano, situato
in una nicchia dell'ingresso all' ampio cortile, teste caprine
(propie di culti pagani), lucerne con il candelabro ebraico
a sette bracci, e lucerne paleocristiane con simbolo di
Cristo.
EDIFICI
RELIGIOSI
Nel territorio di Mogoro sono presenti cinque chiese, oltre
a numerose rovine nelle campagne:
- Chiesa di San Bernardino, la parrocchiale, recentemente
restaurata
- Chiesa di Sant'Antioco
- Chiesa della Madonna del Carmine, a cui è a
- Chiesa campestre di Santa Maria Carcaxia, nei pressi del
bivio sulla SS 131
- Chiesa di Sant'Ignazio, moderna, nella borgata di Morimenta.
ECONOMIA
L'economia si basa principalmente sull'agricoltura e l'artigianato.
Sono famosi i tappeti e gli arazzi di Mogoro, oggetto della
mostra che si tiene ogni anno nel mese di agosto e che prende
il nome di "Fiera del tappeto". Si producono inoltre
mobili di pregio, sia nello stile tradizionale sardo, sia
in stile moderno. Dalla fine degli anni '80 è stata
costruita all'ingresso del paese una zona artigianale, sede
delle botteghe prima situate nel centro abitato. L'agricoltura
si basa principalmente sulla coltivazione della vite, del
frumento e della barbabietola da zucchero, nella zona pianeggiante
a ovest della SS 131. Dagli anni '50 è attiva la
Cantina Sociale "Il Nuraghe", i cui edifici sono
situati nei pressi del bivio, che produce vini di fama nazionale,
come il Semidano di Mogoro. È rilevante anche il
settore edilizio, con numerose piccole imprese che negli
anni '70 si erano associate nell'esperienza della Cooperativa
Edile. Il Comune di Mogoro fa parte del Consorzio "Sa
Corona Arrubia".