Mamoiada
(in sardo Mamujada) è un comune della provincia di
Nuoro, situato a 644 metri sul livello del mare nella Barbagia
di Ollolai. Fa parte della IX Comunità Montana Nuorese.
Dista 17 km da Nuoro. L'abitato di Mamoiada si trova nel
cuore della Barbagia di Ollolai. Il territorio è
ricco di sorgenti naturali, corsi d'acqua, terreni a pascolo
e a colture. Mamoiada appartiene a una delle più
caratteristiche zone linguistiche della Sardegna, la Barbagia
di Ollolai, nella quale le parlate sono contraddistinte
da speciali fenomeni fonetici e lessicali. Ricorrono nel
mamoiadino le caratteristiche del dialetto barbaricino annotate
dal grande studioso della lingua sarda Max Leopold Wagner,
come il colpo di glottide in sostituzione del /k/ e l'"avversione
alla consonante f". Come in altri comuni della Barbagia,
l'economia locale è caratterizzata, dalla pastorizia
e dalla viticoltura, con prodotti di grande qualità.
A partire dagli ultimi anni del XX secolo sono cresciute
anche le attività legate al turismo, soprattutto
in connessione con il patrimonio culturale e gli eventi
della tradizione locale.
DA
VEDERE
Museo delle Maschere Mediterranee
Stele di Boeli, detta anche sa Perda Pintà
Domus de Janas Istevene
MANIFESTAZIONI
Festa dei Fuochi di Sant'Antonio Abate (Sant'Antoni 'e su
focu, 16-17 gennaio).
CARNEVALE
MAMOIADINO
Il misterioso carnevale mamoiadino - dalle origini ancestrali
- è fra le più antiche manifestazioni popolari
della Sardegna. I suoi protagonisti, i Mamuthones e gli
Issohadores, sono diventati da tempo il simbolo riconosciuto
del paese. I Mamuthones, curvi sotto il peso dei campanacci,
e con il volto coperto da una maschera lignea nera, si muovono
lentamente in modo cadenzato su due file parallele, dando
un colpo di spalla per scrollare tutta la sonagliera, con
un clangore particolarissimo. Gli Issohadores li scortano
con passi e balzi più agili,con maschera bianca,
corpetto rosso, e gettano il laccio (nel dialetto mamoiadino
soha) dimprovviso catturano le giovani donne in segno
di buon auspicio per una buona salute e fertilità,o
pure l'amico in segno di affetto scelto nella folla, per
poi rilasciarlo subito dopo,un tempo venivano catturati
i propietari terrieri,che per sdebitarsi dell'onore riservatogli
portavano tutto il gruppo a casa loro, e invitavano il vino
e i dolci. mentre il capo issohadore impartisce gli ordini
ai mamuthones e da il ritmo alla danza. Queste maschere
fanno la loro prima apparizione il 17 gennaio di ogni anno
in occasione della festa di Sant'Antonio abate. La festa
è detta di Sant'Antoni e su o'u ("Sant'Antonio
del Fuoco"), perché, come in tanti paesi sardi
e di altre regioni del Mediterraneo, vengono accesi numerosi
falò intorno ai quali si svolgono le misteriose danze
dei Mamuthones. Il rito pare avere un significato apotropaico
o propiziatorio. Il rumoroso ballo dei sonagli servirebbe
ad allontanare il male e favorire annate agrarie abbondanti.
Si ritrovano analoghi costumi in altri villaggi di vari
paesi europei. Assieme alle maschere di tanti paesi europei,
i Mamuthones si possono ammirare al Museo delle Maschere
Mediterranee, recentemente ampliato. Il Museo contende al
Museo Internazionale del Carnevale e della Maschera della
città belga di Binche la maggiore completezza di
testimonanze e reperti sul carnevale del bacino mediterraneo.
La struttura organizza frequenti scambi a livello internazionale
con musei, istituti culturali e associazioni che operano
in questo ambito.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La presenza di queste risorse ambientali ha attratto insediamenti
umani fin dal neolitico e pre-neolitico, con una varietà
di tracce archeologiche e antropologiche significative (dalla
pietra votiva, al nuraghe, fino al menhir). Colpisce Sa
Perda Pintà (ossia "la pietra dipinta",
nota anche come Stele di Boeli), una lastra alta 270 cm
istoriata con cerchi concentrici e coppelle, in tutto simile
ad analoghe lastre diffuse nell'area dei Celti (Scozia,
Irlanda, Galles e Bretagna). L'altitudine del territorio
del comune è compresa fra i 390 m e i 1.048 m sul
livello del mare. Data la sua posizione strategica in corrispondenza
dell'asse nord-sud della Sardegna, lungo la strada Ulbiam-Caralis,
l'abitato di Mamoiada fu interessato da una presenza militare
romana. Il rione Su 'astru ha un nome che ricalca quello
che i romani davano ai loro piccoli presìdi (Castrum).
La presenza romana è altresì testimoniata
dalla fontana di Su 'antaru vetzu (ossia "La vecchia
fonte"), al centro dell'omonimo rione. Altri lasciti
architettonici di epoche successive sono rappresentati soprattutto
dalle chiese. La Chiesa di Loreto, con una cupola ricca
di affreschi, fu costruita probabilmente intorno al 1600.
Il santuario dei SS.Cosma e Damiano, che ricalca una struttura
molto più antica, si trova a 5 km dal centro abitato
sull'altipiano di Marghine, a fianco della strada che porta
a Gavoi. Il santuario è circondato da una cinquantina
di casette per i pellegrini ('umbissìas). Attorno
al secolo XI Mamoiada era ricompresa nel Giudicato di Arborea
mentre poi fece parte della Curatoria della Barbagia di
Ollolai. Ai tempi della dominazione Aragonese-Spagnola (1324-1720),
il re Ferdinando V di Castiglia, assegnò Mamoiada
e altri villaggi barbaricini a Pietro Massa di Arborea,
mentre nel 1604 fu sottoposta al Ducato di Mandas.