Luras
(in sardo Lùras, in gallurese Lùrisi), è
un comune della provincia di Sassari nella regione storica
della Gallura. È situato a oltre 500 metri sul livello
del mare, nella zona della Gallura. Fa parte della III Comunità
Montana "Gallura". Dista 95 km da Sassari. Pur
essendo situato nel cuore della Gallura, ha conservato la
parlata logudorese, un tempo parlata in tutta la zona ma
da alcuni secoli sostituita da quella gallurese, di origine
corsa ed affine al dialetto di Sartene. Oggi l'economia
è basata sull'agricoltura, sull'allevamento, sulla
lavorazione del sughero e del granito e sulla viticoltura.
Nel territorio, infatti, si trovano le vigne più
estese e forse le meglio coltivate dell'alta Gallura, dalle
quali si producono vini apprezzati oltre i confini sardi
e nazionali: Vermentino, Moscato ed il famosissimo Nebiolo
di Luras. È attiva la Confraternita del Nebiolo,
che cura la promozione dei vini e dellenogastronomia
locali.
ETIMOLOGIA
Il toponimo Luras deriva dal latino lura, che significa
otre o sacco. La denominazione nasce dalla fantasia dei
locali che intravedevano nelle particolari rocce presenti
forme di "otri" o "sacchi".
MUSEI
Museo Etnografico Galluras
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa Parrocchiale della S.S. Vergine del Rosario
I
DOLMEN
Sepulturas de zigantes o de paladinos, così i luresi
solevano chiamare i Dolmen, importantissimi monumenti del
megalitismo funerario del periodo neolitico, che costituiscono
un esempio significativo di una delle maggiori concentrazioni
di tali sepolture in Sardegna. Nel territorio di Luras,
infatti, ve ne sono ben quattro: l'Allée couverte
di Ladas e i dolmen a struttura semplice di Alzoledda, di
Ciuledda e di Billella. Molto ben conservati nelle loro
strutture realizzate in granito locale, i dolmen di Luras
costituiscono, insieme all'allée di Ladas, la cui
copertura è costituita da due lastroni piatti, uno
dei quali risulta essere, per dimensioni, il secondo in
tutto il bacino del Mediterraneo, un'interessante sequenza
nell'evoluzione della tipologia costruttiva di questi monumenti
megalitici che, partendo dall'esperienza del dolmen semplice
dei periodi neolitici, porta alla realizzazione di tombe
a galleria, le allée couvertes, e quindi alle Tombe
dei giganti.
OLIVASTRI MILLENARI
Gli olivastri millenari di Santu Baltolu di Carana sono
inseriti in un incantevole contesto naturale, sulle sponde
del Lago Liscia, dove il contrasto tra la montagna granitica
e lo stesso Lago dà luogo a un'unità paesaggistica
di assoluto valore. Il più vecchio di questi olivastri,
s'ozzastru, come viene confidenzialmente ma rispettosamente
chiamato dai luresi, presenta a metri 1,3 da terra una circonferenza
di circa 12 metri per un'altezza di 8 metri e, secondo alcuni
studi, dovrebbe avere tra i 3.000 ed i 4.000 anni di età,
il che ne fa uno degli alberi più vecchi d'Europa.
Questo "patriarca della natura", dichiarato nel
1991 Monumento naturale ed ormai inserito con grande risalto
nelle più importanti guide naturalistiche, rientra
oggi nella lista dei "Venti alberi secolari",
uno per ogni Regione italiana, da tutelare e dichiarare
Monumento Nazionale con decreto ministeriale.
IL
DIALETTO
Per cercare una spiegazione al perché Luras, a differenza
degli altri centri della Gallura, abbia mantenuto l'originaria
parlata sarda bisogna ricondursi alle diverse ipotesi che
tentano di dare una spiegazione possibile e veritiera sulle
motivazioni. Intorno al 1200 la Gallura fu infestata da
una grave epidemia. Solo Luras rimase immune e potè
quindi difendersi dai Còrsi che intanto avevano occupato
la parte superiore dell'Isola conquistando i luoghi lasciati
deserti; questa tesi giustificherebbe la difesa della lingua
sarda sul dialetto gallurese, che ha chiare origini còrse.
Il mantenimento della parlata sarda potrebbe essere nato
anche dall'esigenza di dover comunicare con le popolazioni
dell'interno della Sardegna dovuto al dinamismo commerciale
dei luresi. L'originalità dei lurisincos, come etnicamente
vengono chiamati, esce allo scoperto proprio nel dialetto
il quale, oltre alla musicalità dell'accento, si
distingue dalle altre varianti logudoresi della sardegna
del centro - nord per altre sfumature.
IL
PRESEPE
Chi visita il paese durante le festività natalizie
può ammirare il tradizionale presepe di Santa Croce,
curato da Pier Paolo Cabras, Priore della omonima Confraternita,
che riproduce ogni anno con l'aiuto dei confratelli, in
un caratteristico angolo, la vita paesana di anni orsono.
Una costante è che la natività avviene sempre
in un ambiente che ha come sfondo il nostro paese, ricostruito
con puntigliosa fedeltà mostrando scorci di Luras.
La maestrìa, unita alla fantasia, fa sì che
il soggetto muti ogni Natale, pur nel rispetto delle più
rigorose tradizioni, tanto da divenire ormai un appuntamento
fisso per il nostro paese.
Il Bambinello, la Vergine e San Giuseppe, nonché
i pastori, indossano i tradizionali costumi locali.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Citato per la prima volta nella Carta Pisana del 1300, che
elencava tutte le Ville del Giudicato suddivise in Curatorie,
Luras era parte della Curatoria di Gemini Josso. Nel periodo
giudicale e catalano-aragonese nella zona di Luras sorgevano
paesi che furono poi abbandonati in epoche diverse a causa
di pestilenze, carestie e incursioni barbaresche; questi
erano Silonis, Canaili e Carana. Luras fece parte del Marchesato
di Gallura fino al 1839 ed è proprio in questo secolo
che raggiunge un certo benessere economico, dovuto allo
sviluppo dellattività commerciale che affiancò
quella agricola e che vide i luresi vendere in tutta lisola,
e non solo, i propri manufatti: "berrittas" (antichi
copricapi del costume maschile), lana, pelli, lavorati del
sughero, del ferro, stoffe, vini, acquavite, formaggi, granaglie.