Jerzu
(in sardo Iersu) è un comune della Sardegna orientale,
situato nella provincia di Nuoro. Da sempre legato alla
tradizione vitivinicola, il suo territorio si estende su
una superficie di 10.261 ettari. Il territorio comunale
di Jerzu si estende su una superficie prevalentemente collinare;
la parte meridionale è caratterizzata dalla presenza
dell'ampia valle del Rio Quirra, che origina in località
Genn'e Cresia, per poi dirigere verso sud. L'intera area
appare coltivata, specialmente a vigneti, nel fondovalle,
a cui si alternano uliveti, specialmente sul fianco destro.
Ad est della valle il territorio si fa più scosceso,
trovandosi le pendici del Monte Ferru, la cui punta, in
comune di Tertenia, supera gli 800 metri s.l.m. A nord di
questo massiccio si estende la vallata del Pelau, una ricca
campagna coltivata a vigneti e frutteti. Il fiume Pelau
qua segna il confine nord con il territorio comunale di
Gairo, mentre a monte, lo stesso fiume è noto come
Rio Pardu. Proprio nella profonda vallata del Rio Pardu,
a 450m di altezza, si trova il centro abitato, sormontato
dalle magnifiche formazioni dei tacchi dell'Ogliastra, in
ottima posizione panoramica. I tacchi che dominano il paese
sono chiamati Porcu 'e ludu (780 m) e Troiscu (849 m); segue
poi verso nord il tormentato profilo del Monte Tisiddu,
interamente in comune di Ulassai. La strada provinciale
Jerzu-Perdasdefogu attraversa il punto più panoramico
del territorio: la strada si snoda per alcuni Km fra le
formazioni dei tacchi, in un paesaggio stepposo e quasi
primordiale, fino a passare accanto alla Punta Corongiu,
che, con i suoi 1009 metri s.l.m., è la punta più
elevata del territorio di Jerzu. Fra i tacchi sorge la chiesa
campestre di Sant'Antonio, teatro dell'omonima sagra, una
delle feste più importanti del paese. Il comune di
Jerzu comprende pure una exclave, in territorio di Quirra,
al confine con la Provincia di Cagliari; la frazione occupa
parte dell'ampio fondovalle del Rio Quirra, coltivato a
vigneti, più una grande parte a monte, sul versante
destro, lungo la stretta e boscosa valle del Rio San Giorgio
(Santu Orgiu), che dall'altopiano di Quirra affluisce sul
Rio sopra citato. Jerzu è un importante centro culturale
e scolastico nel territorio ogliastrino:fornito di un'ampia
biblioteca comunale con internet point, oltre alle scuole
materne, elementari e medie, va segnalato il fatto che il
suo Liceo Scientifico fu il primo ad essere fondato nell'antica
provincia di Nuoro. Nel paese è presente pure l'Istituto
Tecnico Commerciale; entrambe le scuole intercettano la
quasi totalità del flusso studentesco dell'Ogliastra
del sud. Il paese, oltre ad ospitare un grande artista nel
campo della pittura come Gianni Esposito, si trova immediatamente
vicino alla Stazione dell'arte di Ulassai, dove sono custodite
ed esposte le opere di Maria Lai.
MANIFESTAZIONI
Jerzu, città del vino, città delle delizie,
città dei tacchi ma anche città del teatro
e del folklore. Le pricipali festività si svolgono
in periodo estivo:
Madonna
delle Grazie, seconda settimana di maggio: si svolge nella
località Pelau Mannu, nei pressi di un'antica chiesa
campestre;
Sant'Antonio, il 13 giugno: è la festa più
importante del paese, in cui il simulacro del santo viene
portato in processione dalla chiesa di S. Sebastiano, posta
nella parte alta del paese, fino alla chiesetta campestre
a lui dedicata, in un suggestivo pianoro circondato dai
tacchi;
San Giacomo e Sant'Anna, l'ultima settimana di luglio;
La Sagra del Vino,nel 2009 giunta alla sua trentesima edizione,
si terrà il 9 di Agosto: promossa e coordinata dall'amministrazione
comunale e organizzata dalla Pro Loco e dalla Cooperativa
Antichi Poderi, è una festa di recente istituzione.
Durante le festività, caratterizzata da un imponente
sfilata folkloristica, vengono invitati gruppi tradizionali
dai diversi paesi sardi, stati stranieri, e si procede alle
degustazioni delle varie qualità di vino Cannonau,e
dei prodotti tipici locali come i "culurgiones",
le "coccoi prenas", la "coccoi de tamata",
e i dolci, anche all'interno delle cantine di molti privati;
Calici di Stelle, il 10 agosto, connessa alla Sagra del
Vino, si sviluppa all'interno di un incantevole atmosfera
in giro per le antiche cantine del centro storico dove i
turisti possono degustare i vini più pregiati, distribuiti
nei calici di vetro, accompagnati dalla degustazione ddei
prodotti tipici locali. Il tutto accompagnato dalla musica
degli artisti di starda, i tenores, e il magico suono delle
launeddas.
Teatro Ogliastra, Festival dei Tacchi: durante la prima
settimana di Agosto si svolge l'importante festival teatrale
di valenza nazionale.
DINTORNI
Numerose sorgenti hanno favorito, tutt'intorno al centro
abitato, lo sviluppo di un gran numero di orti: in particolare,
vanno citate le sorgenti di Bau 'e munsa, nei pressi della
Cantina Sociale, tuttora tra le più ricche, la Madonnina,
a poca distanza dal cimitero, e il complesso di Funtanedda,
nella parte alta del paese. L'acqua di queste fonti è
potabile. Dove ora sorge l'hotel, in località Funtana
'e susu, vi era il "lavatoio"; adesso, l'acqua
è stata incanalata per far spazio ad una piazza,
e riprende a sgorgare sotto l'area di recente "urbanizzazione"
di Su Forreddu. Va citata inoltre la sorgente di Salemoni,
lungo la provinciale che collega Jerzu alla Statale 125.
Il paese si sviluppa in uno particolare abbraccio dei tacchi,
in un percorso attrezzato per la pratica sportiva del Free
Climbing. Alcuni percorsi possono rivelarsi interessanti
sotto l'aspetto naturalistico e geologico, E sono percorribili
anche grazie all'ausilio professionale di alcune cooperative
turistiche locali che offrono la possibilità di fare
delle indimenticabili escursioni a piedi, in mountain bike
e coi quad. Dal centro del paese, (località chiamata
Regaliu, forse da Riu de Arrialìa, il Torrente della
Discordia) una strada con fondo in cemento risale ripida
il costone della montagna, incrociando la circonvallazione
del paese; la strada prosegue entrando e uscendo da un bosco
di lecci ai quali, in epoca recente, sono stati affiancati
dei pini. A monte, la strada si ricollega con la provinciale
Jerzu-Perdasdefogu, la quale, giunta al valico sotto il
tacco di Porcu 'e ludu, prosegue sul fianco opposto al paese.
Qua inizia il tratto più suggestivo: a destra della
strada, i tacchi del complesso del Lumburau dominano la
vallata alta del Rio Flumineddu, mentre a sinistra, si succedono
i tacchi di Mamuttara; in lontatanza, verso nord, il tormentato
profilo dei tacchi di Tisiddu, Su Àccara e di Osini.
Durante i mesi piovosi la strada diventa uno dei punti più
interessanti per l'osservazione della cascata di Lequarci,
in territorio comunale di Ulassai. La flora lungo tutto
il percorso montano è caratterizzata dalla presenza
dei cisti, elicrisi e timi, che durante la primavera sprigionano
i loro profumi. Al termine di un grande rettilineo, una
deviazione a sinistra permette di raggiungere la località
campestre di Sant'Antonio, adagiata su un piccolo pianoro
ai piedi dell'omonimo tacco. L'intero percorso viene seguito
a piedi durante la festa di Sant'Antonio, quando dalla chiesa
di San Sebastiano a Cuccureddu, nella parte alta del paese,
il simulacro del santo viene portato in processione fino
alla chiesetta a Sant'Antonio. La strada provinciale Jerzu-Perdasdefogu
ha origine nei pressi della vecchia stazioncina ferroviaria,
al confine fra i comuni di Jerzu e Ulassai (più vicino
a quest'ultimo); i suoi primi chilometri si snodano ai piedi
dell'imponente mole del Monte Tisiddu, dal quale sembrano
quasi traboccare le cime ondulate ricoperte da una fitta
foresta di lecci. Un sentiero caratterizzato dalla presenza
di innumerevoli gradini risale lungo i crepacci del tacco,
arrivando fino alla cima del Bruncu Matzeu, in territorio
di Ulassai. Lasciato alle spalle il Tisiddu, la cresta della
montagna si abbassa, avvicinandosi notevolmente alla strada:
in questo valico, chiamato Bau Arena, una strada sterrata
permette di scollinare, regalando un'ampia visuale sulla
valle alta del Rio Flumineddu, fino ai grandi terrazzamenti
di Esterzili; questo passaggio è bruscamente interrotto
dalla massiccia mole del Monte Troiscu, il tacco che domina
più di tutti l'abitato di Jerzu, seguito dal grande
complesso del Lumburau, la cui punta più orientale,
nota come Porcu 'e ludu (letteralmente Maiale di fango)
si sporge col suo profilo arrotondato sulla valle del Pardu.
ECONOMIA
Attorno al XVI secolo, prosperarono le cosiddette "Vie
del vino", ossia le principali direttrici di esportazione
del più tipico dei prodotti locali: il Cannonau di
Jerzu. Tali vie erano la Via del Nuorese e la Via del Sarrabus;
quest'ultima faceva tappa nella località marittima
di Colostrai (in comune di Villaputzu), dove il vino veniva
poi imbarcato nei velieri che vi sostavano, diretti verso
il porto di Genova, da dove prendeva infine diverse vie
continentali, giungendo fin nelle terre tedesche. Sul finire
del XVIII secolo, si aprì un contenzioso tra il territorio
del Sarrabus e il comune di Jerzu, i cui commercianti si
sarebbero visti costretti a pagare una tassa di transito
in territorio sarrabese. Gli Jerzesi riuscirono ad evitare
la tassa appellandosi ad antichi codicilli. Gli anni successivi
videro gli Jerzesi costantemente impegnati nella promozione
di una via di comunicazione alternativa al Sarrabus, per
poter giungere a Cagliari attraverso il Sarcidano e la Trexenta.
Nel 1870 Nicolò Businco, Jerzese di nascita, lottò
per la creazione di una linea ferroviaria che collegasse
l'Ogliastra a Cagliari: nel 1893, dopo lunghi dibattiti
e controversie, nacque la tanto ambita linea ferroviaria
Cagliari-Arbatax, con una deviazione che da Gairo Taquisara
giungeva dritta alle porte di Jerzu. Fu un trionfo che segnò
un decollo economico di tutta la comunità (a titolo
d'esempio, basterebbe pensare che i commercianti di Jerzu,
abituati a raggiungere Cagliari in ben 10 giorni, si ritrovarono
improvvisamente il capoluogo sardo a sole 9 ore di viaggio).
A breve però, una gravissima epidemia di filossera
colpì l'intera Sardegna, e a pagarne le conseguenze
fu in particolare la comunità di Jerzu: la pregiatissima
varietà del Cannonau rischiò in quel periodo
la totale estinzione, ma fortunatamente si riuscì
a salvarne alcuni ceppi, innestandoli su dei portainnesti
americani, geneticamente resistenti alla filossera. La varietà
del Cannonau era salva, tuttavia, molti Jerzesi si videro
costretti ad emigrare, in particolare verso le Americhe.
Nei primi decenni del XX secolo nacque l'idea di una produzione
del vino a livello industriale e organizzato; quest'idea
portò alla realizzazione, negli anni 1950, della
comunità Antichi Poderi di Jerzu e alla fondazione
della Cantina Sociale, che raccoglie l'uva dei contadini
Jerzesi producendo un vino oggi apprezzato a livello internazionale.
ORIGINI
L'area dove sorge l'attuale centro abitato era frequentata
fin dal periodo nuragico: diverse testimonianze si ritrovano
soprattutto in località S'Omu 'e s'orcu, dove, sulle
pendici della montagna, in posizione difensiva e strategica,
sorge l'omonimo nuraghe. Testimonianze di insediamenti nuragici
si ritrovano inoltre sulla cima del Monte Corongiu, il tacco
più alto dell'attuale territorio di Jerzu. Si sa
per certo che l'area fu uno degli estremi avamposti dei
Romani, i quali da sempre ebbero serie difficoltà
ad assoggettare le tribù barbariensi dell'interno.
CENNI
STORICI
Il nome "Jerzu", nella sua forma più antica
di Jerzzu, compare per la prima volta in un atto notarile
del 1130, nel quale si afferma che un tale Arzocu De Lacon
dona alla chiesa di Santa Maria di Lotzorai tutti i beni
materiali del territorio di Jerzu, comprese le vigne e tutti
i suoi servi. Alcuni passi all'interno dell'atto hanno aperto
numerose questioni storiche e fatto avanzare, primo fra
tutti, il dubbio circa la reale posizione originaria del
paese: si afferma nel documento che Jerzu è compreso
nella trigonia di Barbaria, assieme a Girasole, Tortolì
e Bari Sardo; per il fatto che tutti questi centri sorgano
a pochi chilometri dal mare, alcuni studiosi hanno avanzato
l'ipotesi che l'insediamento originario di Jerzu non si
trovasse in posizione attuale, bensì anch'esso a
breve distanza dalla costa, molto probabilmente nei pressi
dell'attuale area di Pelau Mannu (che, per altro, è
sempre appartenuta al territorio di Jerzu), e che, successivamente,
a seguito delle scorrerie Pisane durante la lotta tra i
Giudicati, sia stato trasferito a monte. Questa ipotesi
potrebbe essere avallata dal fatto che in altri atti del
XIV secolo il paese venga citato col nome di Jerzu de montibus,
come se venisse contrapposto ad un altro Jerzu, situato
a valle. A sostegno della tesi opposta, ossia quella della
presenza del paese nella stessa sede fin dal principio,
vengono citati i nomi di altri paesi appellati storicamente
con la locuzione de montibus, in cui non vi possono essere
dubbi circa la loro posizione sempre arroccata fra le montagne.
Appare comunque evidente fin dal principio il forte legame
tra la comunità di Jerzu e la coltivazione della
vite, dal momento che all'interno dell'atto del 1130 si
parla di una donazione di vigne. Non vi sono documenti riguardo
le vicissitudini del paese attorno al XV secolo, ma si può
dedurre che a quel tempo l'aera si venne a trovare sotto
il dominio dei Carroz. Nel 1550, si evince attraverso i
dati anagrafici parrocchiali che Jerzu contava 110 nuclei
familiari, equivalenti a circa 450 abitanti. Successivamente,
il decorso demografico appare legato fortemente alla produzione
agricola e, in particolare, viticola: ad annate produttive
corrisponde un aumento di popolazione, ad annate poco fertili
un brusco arresto e decremento.