Fonni
(in sardo Onne o Fonne) è un comune italiano della
provincia di Nuoro nella antica regione della Barbagia di
Ollolai del quale rappresenta il centro più importante.
Adagiato sulle pendici settentrionali del Gennargentu a
1000 metri s.l.m. è il paese più alto della
Sardegna. È noto in tutta l'isola come centro di
turismo invernale essendo dotato degli unici impianti sciistici
di risalita sardi situati sul Bruncu Spina e ai piedi del
Monte Spada.
Il
comprensorio Bruncuspina rappresenta l'unica stazione sciistica
invernale della Sardegna. Situato sul versante Settentrionale
dell'omonima montagna fa parte del Monte Novu, in agro di
Villagrande Strisaili ma concesso in enfiteusi perpetua
al comune di Fonni. È dotato di 2 impianti di risalita,
una manovia della lunghezza di 200 metri per il campo scuola
e uno skilift di 926 metri della portata oraria di 720 persone
che arriva fino ai 1825 metri di quota. Le piste disponibili
sono invece 3 per una lunghezza complessiva di quasi 4 km.
Sono in dotazione al comprensorio un moderno battipista
Leitner LH420 e una motoslitta.
EDIFICI
RELIGIOSI
Santuario Nostra Signora dei Martiri - Frati Minori Francescani
Santuario di San Cristoforo
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
Basilica della Madonna dei Martiri
DA
VEDERE
Tombe dei Giganti Madau
Tomba dei Giganti Bidistili o Durane, del Periodo Nuragico
Evoluto
Santuario Nuragico Gremanu
Nuraghe Dronnoro
MANIFESTAZIONI
Palio (prima domenica di agosto)
Festa della Madonna dei Martiri (prima domenica di giugno)
ECONOMIA
A Sinnai sono molto diffuse le pratiche pastorali estensive,riguardanti
particolarmente l'allevamento ovino, conseguenti alla produttività
molto bassa del territorio prevalentemente montagnoso. Questo
carattere pastorale è legato anche alla grande estensione
del comune, che in passato rendeva possibile, in regime
comunitario delle terre, di condurre liberamente nei pascoli
comunali le pecore così come i maiali che si nutrivano
di ghiande di leccio nelle foreste dellinterno . Lallevamento
ovino, come nel resto della Sardegna, si basa sul modello
più che tradizionale della breve transumanza, che
consiste nel pascolamento dei greggi al di fuori dellovile,
e che in certi periodi dellanno si compie anche a
grande distanza, in quanto nel periodo estivo è conveniente
portare il bestiame in alta collina o in montagna, mentre
avviene il contrario in inverno. Tale sistema, se da un
lato assicura la produzione di formaggi tipici e latticini
di grande qualità, dallaltro però non
può assicurare un vasto mercato adatto alle possibilità
e alle potenzialità che il settore invece ha, anche
perché ogni singolo pastore tende a costituire un
minuscolo nucleo economico ristretto ad una famiglia. Il
peso della pastorizia nelleconomia sinnaese è
comunque andato progressivamente indebolendosi. A questo
proposito possiamo elencare una serie di dati che appaiono
estremamente rivelatori. Il numero di capi ovini nel giro
di ventanni si è pressoché dimezzato
passando dai 5651 capi presenti nel 1980 ai 2747 del 2001.
Le aziende operanti nel campo zootecnico sono in costante
diminuzione e dal 1990 il decremento è stato pari
al 74%, in quanto le aziende con capi dallevamento
sono passate da 216 a 56. Nonostante ciò, affiorano
timidamente nuove aziende ovine con una vocazione meno tradizionale
e più razionale, che adottano cioè i cosiddetti
sistemi di allevamento intensivi o a stabulazione permanente,
cioè allevamenti entro ricoveri appositamente costruiti,
ed intorno terreni con coltivazioni di vari tipi di foraggi,
in modo da assicurare unalimentazione più accurata
per una maggiore produzione. Queste aziende appaiono sempre
più competitive e simili alle più evolute
aziende zootecniche. Ma la parte più consistente
della pastorizia continua ad essere quella di sempre, anche
per le bassissime barriere di ingresso nel comparto: bastano
pochi milioni per costruire un gregge e le spese di produzione
sono ridottissime, a partire dal fattore produttivo primario,
il pascolo, che si riesce ancora a trovare nei bordi delle
strade provinciali o nei campi abbandonati e spesso incustoditi.
PINETA
In prossimità dellabitato è presente
ormai da più di un secolo la Foresta Campidano, meglio
nota come la Pineta di Sinnai ( in sardo sa Pimpinera),
un suggestivo polmone verde costituito da conifereti impiantati
artificialmente che si estende per 1600 ettari nel territorio
di quattro comuni (oltre Sinnai anche Settimo San Pietro,
Dolianova e Soleminis) intorno al rilievo collinare di Bruncu
Mògumu dove è stato scoperto ultimamente un
importante sito archeologico ( resti di un tempietto nuragico
di epoca protostorica e varie tracce di presenza fenicia
del VII sec. a.C.). La Pineta data la sua estrema vicinanza
con l'abitato, è da sempre un rinomato luogo di passeggiate,
di escursioni e di svago non solo per i cittadini sinnaesi
ma anche per tutti gli abitanti dellhinterland cagliaritano.
Il volume della Pineta si è però ultimamente
ridotto di molto a causa del grave incendio del 1997, che
bruciò oltre 600 ettari di bosco.