Calangianus
(in gallurese Caranghjani, in sardo Calanzanos), è
un comune della provincia di Sassari, nella regione storica
della Gallura. Sorge su l'altopiano granitico a 518 metri
s.l.m., ai piedi del Monte Limbara. Calangianus si dispone
in una conca protetta su tre lati da monti granitici in
parte boscosi: Monte Lu Casteddu, Gaspareddu, Casiddu e
Lu Colbu. Il centro storico si articola in una rete di strade,
le principali lastricate in granito, con case in pietra
che si dispongono attorno alla chiesa parrocchiale.
DA
VEDERE
Fonte di Li Paladini
Si supera il centro abitato di Calangianus e si continua
per la statale. Al bivio per Nuchis, si svolta a d. sulla
SP 9, in una strada a fondo naturale che attraversa la linea
ferroviaria. Si prosegue ancora per circa 600 m, quindi
si svolta a s. e, percorsi 200 m, si giunge ad uno stazzo
(sulla d.) accanto al quale sorge il nuraghe Agnu. La fonte
è situata ad una distanza di circa 200 m dal nuraghe.
Il contesto ambientale
La fonte è ubicata sul versante NE del Monte di Deu,
che domina la piana fra gli abitati di Nuchis e Calangi.
Descrizione
La piccola fonte di Li Paladini, edificata con blocchi squadrati
di granito, conserva oggi l'atrio e la celletta comunicanti
attraverso un'ingresso a luce trapezoidale (alt. m 1,25;
largh. cm 47/90). Il vestibolo, orientato a N, presenta
pianta e dimensioni irregolari (largh. m 2,60; alt. m 1,60)
dovute a lavori effettuati in anni recenti: il pavimento
e i banconi-sedile del vestibolo sono stati coperti da una
spessa colata di cemento.
La cella retrostante, che capta la vena sorgiva, ha pianta
sub-quadrata (lungh. cm 90; largh. cm 90; alt. m 1,15) e
pareti costruite con conci ben lavorati disposti su filari
in aggetto. La copertura del piccolo ambiente è formata
da due lastre disposte a piattabanda.
La soglia, costituita da tre lastre affiancate, presenta
al centro una canaletta incisa per il deflusso dell'acqua.
Tomba
di giganti di Pascareddha
La sepoltura si trova in un bosco di sughere, alle falde
settentrionali del Monte di Deu, nella Gallura interna,
nella Sardegna nord-orientale.
Descrizione
La tomba di giganti di Pascareddha è uno dei monumenti
più interessanti del territorio di Calangianus. Appartiene
alla tipologia delle sepolture a filari con stele centinata.
La sepoltura conserva in parte il corpo tombale, rettangolare
e absidato, costruito con blocchi di granito disposti su
filari regolari.
Il corridoio funerario, rettangolare (lunghezza m 12,5;
larghezza m 0,90; altezza m 0,90), ha le pareti costruite
alla base con lastre di granito infisse a coltello; su queste
poggiano filari di blocchi in leggero aggetto. Della copertura
a piattabanda residuano oggi 12 lastroni trasversali. Lemiciclo
dell'esedra (larghezza m 18,40) è costituito da ortostati
10 nell'ala s. e 6 in quella d. di altezza
decrescente dal centro verso i lati. Le lastre presentano
la superficie a vista ben rifinita. Al centro dellesedra
era collocata la stele bilitica della quale, oggi, si conserva
"in situ" soltanto la parte inferiore (altezza
m 2,10). Il lastrone presenta la consueta cornice in rilievo
e, al centro, il portello d'ingresso ricurvo. I frammenti
della parte superiore centinata sono oggi sparsi intorno
alla sepoltura.
La tomba è databile al Bronzo medio, Bronzo recente.
Museo
Diocesano Sacristia Santa Giusta
Informazioni
Indirizzo: Parrocchia di Santa Giusta, via Roma 4
07023 Calangianus (OT)
Telefono: 079 660218
Ente titolare: Parrocchia Diocesi di Tempio Ampurias
Orari: aperto su richiesta
Biglietto: ingresso gratuito
Sito Internet: www.diocesitempio-ampurias.it
Calangianus,
Museo Diocesano Sacristia Santa Giusta
Il museo
Il museo fa parte del Museo della Diocesi di Tempio-Ampurias,
che ha la caratteristica di essere dislocato sul territorio
in diverse sedi: Calangianus, Castelsardo, La Maddalena,
Martis, Nulvi e Perfugas.
È situato presso l'oratorio di Nostra Signora del
Rosario, già sede dellomonima confraternita,
adiacente alla chiesa parrocchiale.
Il museo, realizzato in un unico ambiente e restaurato di
recente, offre al visitatore una ricca collezione che vanta
pezzi del XVI-XVIII secolo.
Il tema principale è rappresentato dalla tradizione
liturgica parrocchiale: volumi darchivio del XVII
secolo, paramenti sacri, argenteria, statue di pregio lignee,
tabernacolo alla cappuccina del XVIII secolo.
Vengono inoltre presentate le biografie di alcune illustri
ecclesiastici calangianesi. Particolarmente intrigante il
cosiddetto "affaire di Damasco", un 'giallo' di
politica internazionale non ancora risolto. Protagonista
della storia fu Padre Tommaso da Calangianus, frate cappuccino
vissuto per trentadue anni in missione a Damasco, dove venne
ucciso il 5 febbraio 1840, nel ghetto ebraico. Interessante
anche la vicenda del Padre cappuccino Bonaventura Corda,
munifico mecenate che arricchì la comunità
con pregevoli opere d'arte, tra cui alcune tele di Giovanni
Marghinotti.
Il museo documenta anche l'azione profonda esercitata dal
convento dei Padri Cappuccini, ricco di storia e di figure
illustri. Completano la raccolta documenti del XVII secolo,
vesti liturgiche in seta e oro di bottega francese e ligure,
e la ricca e raffinata quadreria del XIX secolo.
ECONOMIA
Rappresenta il maggiore centro italiano per l'estrazione
e la lavorazione del sughero. Dal 1987 è entrato
a far parte dei 100 comuni della piccola grande Italia,
la classifica dei 100 comuni più industrializzati
della penisola. La sua economia, vivace e solida è
basata principalmente sul sughero ma è molto sviluppata
anche l'industria del legno, orientata principalmente alla
produzione di infissi e mobili.
MANIFESTAZIONI
Festa
della Madonna delle Grazie, 24 aprile
Festa di Santa Giusta, 14 maggio
Dedicata a Santa Giusta, protettrice del paese. La celebrazione
inizia il giorno prima con i vespri. La mattina del 14 si
svolge la processione con i cavalli e i carri accompagnati
dalla banda musicale per le vie del paese.
Festa
di San Giovanni Battista, 24 giugno
Feste
popolari di Sant'Isidoro, San Lorenzo e San Francesco, 17-18
settembre
Queste feste sono detti "popolari" per distinguerle
dalla festa patronale di Santa Giusta. Durano tre giorni
più i vespri e durante questo periodo si può
assistere a processioni con buoi e carri ornati, e sfilate
di cavalieri con cavalli bardati.
CENNI
STORICI
In epoca preistorica risulta abitato, come testimoniano
vari ritrovamenti archeologici, già nell'età
del rame ma il primo riferimento al toponimo si ha nel medioevo,
nel 1162 con la bolla di papa Allessandro III con cui si
cita la cappella Santi Jacobi de Calegnano. Notizie più
concrete su Calangianus si hanno però solo sotto
la dominazione Aragonese, quando su alcuni documenti notarili
si trova un trattato Pisano nel quale si cita la Villa Calanjanus
de Geminis Josso, probabilmente un piccolo villaggio di
poche decine di persone. Successivamente le carestie e le
pestilenze che flagellarono tutta la Gallura non risparmiarono
Calangianus ma al contrario di altri centri non venne abbandonato
completamente e lentamente, dal seicento in poi ritrovò
lo sviluppo demografico, diventando il secondo centro della
Gallura per numero di abitanti. Le numerose chiese che sorsero
nel paese e nelle campagne circostanti, specie nella seconda
metà del '700, sono la prova evidente del forte ripopolamento
di queste terre e la consacrazione della chiesa di Santa
Giusta dette l'ulteriore spinta propulsiva allo sviluppo
della piccola comunità calangianese. Le attività
produttive rimasero l'agricoltura e la pastorizia fino agli
inizi dell'800 quando, alcuni imprenditori francesi si stabilirono
in paese dedicandosi all'estrazione del sughero trasformando
le fitte sugherete dell'Alta Gallura in un'enorme fonte
di ricchezza sostenibile. L'attività divenne ben
presto redditizia e gran parte della popolazione si dedicò
lentamente all'estrazione e alla trasformazione del sughero.