Belvì
(in sardo Brevie) è un comune di 741 abitanti della
provincia di Nuoro, che da il nome alla regione della Barbagia
di Belvi. E' situato a 791 metri sul livello del mare nel
centro della Sardegna, un pò spostato ad oriente.
Si trova tra due tipi di montagne diverse per struttura
e natura: ad ovest si trova la fine del lungo braccio calcareo
dei tacchi, i cosiddetti "Tonneri" o "Meseddos";
ad est del paese si erge la catena Gennargentu, rocce composte
da scisti molto antichi, fino ad arrivare alla vetta di
punta Lamarmora con i suoi 1834 metri s.l.m. L'abitato si
trova nella costa del monte "Genna de Crobu".
Il territorio del Comune di Belvì, nella zona altitudinale
di montagna interna, si estende per circa 1810 ettari di
declivi montani che diversificano la flora a seconda dell'altitudine
e delle condizioni climatiche differenti. All'interno del
territorio possiamo distinguere folti boschi di ciliegi,
noccioli, noci, castagni, roveri, lecci e agrifogli. Nelle
aree rocciose e ventose e soleggiate è possibile
scorgere il ginepro, l'ulivo, il pero selvatico e i pomi.
Nelle cime sono diffuse il timo e altre erbe aromatiche
perenni. Molto diffusi sono il cisto, l'erica scoparia,
il corbezzolo e la ginestra. In fine, il castagno, insieme
ai pini predilige, le zone alte e nevose.
Ai
piedi del colle ove si erge il paese scorre un ruscello
che da "Iscala e jeressia" attraversa fino a valle
i ruderi degli antichi mulini che testimoniano una economia
passata. Numerose sono ancora le località appartenenti
all'agro di Belví dove si possono ammirare boschi
di leccio e roverella nonché castagneti e noccioleti;
ne sono un esempio la foresta di "Istiddi", le
località di "Nerca", "Lagosu",
"S'orroma", dove è possibile trovare diverse
sorgenti di acqua oligominerale che si mantiene fresca anche
in pieno periodo estivo. Tra le molte amenissime vallate
è degna di menzione speciale la detta "ISCA
DI BELVÌ", lunga oltre tre chilometri, la quale,
"per la varietà di fruttiferi, per le innumerevoli
specie di alberi e di erbe che coprono e vestono le pendici
ed il fondo, per la degradazione dei colori e la loro diversità
e per la meravigliosa forza che ha la vegetazione, e dal
suolo e dal cielo offresi all'occhio come la delizia d'una
bellissima pittoresca prospettiva", come la descrisse
Vittorio Angius nel 1834. La fauna di Belvì annovera
diverse specie che ancora si conservano grazie alla tutela
del territorio. Sono presenti in particolare: il cinghiale,
la donnola, il corvo reale, l'astore, la volpe, il picchio,
il verdone, la rondine, il colombaccio, la ghiandaia e tanti
piccoli mammiferi come la lepre e il gatto selvatico. Alcuni
di questi animali sono stati protetti perché in via
di estinzione; altri, come il cinghiale o il colombaccio,
si possono cacciare nei periodi consentiti.
MUSEO
DI SCIENZE NATURALI
Il Museo nasce inizialmente come risultato dei lavori d'investigazione
realizzati per il professor Friedrich Reichsgraf Von Hartig,
studioso di fama internazionale di entomologia ed ecologia,
che capitato per caso nel paese agli inizi degli anni settanta
e avendo trovato la zona de estremo interesse per le sue
ricerche, vi si trattenne per diversi anni. L'input dato
dal professore Hartig ha segnato l'avvio della raccolta
di reperti che, grazie anche alle donazioni da parte di
privati, che continua ancora oggi, ha consentito l'espansione
e l'arricchimento del patrimonio museale. Infatti, il 4
marzo 1980 si costituisce la "Associazione Amici del
Museo di Scienze Naturali". Nel mese di agosto successivo
venne ufficialmente inaugurato il Museo ed aperto al pubblico.
Gli scaffali e vetrine furono fornite gratuitamente dagli
artigiani di Belvì. Il museo è dotato di un
laboratorio di tassidermia, di classificazione e di una
biblioteca scientifica. Attualmente il suo percorso si articola
in cinque sale disposte come segue: mineralogia, paleontologia,
entomologia, ornitologia, mammologia, erpetologia e malacologia.
Il museo è visitabile per 365 giorni l'anno grazie
alla disponibilità di alcuni soci che gratuitamente
ne garantiscono la apertura continua.
EDIFICI
RELIGIOSI
La Chiesa Parrocchiale di San Agostino è situata
nel centro del paese. Non si conosce l'epoca esatta a cui
risalga la sua costruzione, ma, poiché è di
stile romanico, la sua data di nascita, almeno nelle forme
attuali, non dovrebbe essere anteriore al XVI secolo dopo
Cristo. In questa Chiesa bisogna segnalare due bellissimi
altari in legno, probabilmente costruiti nel 1815, dedicati
a S. Antonio Abate e alla Vergine del Rosario, rispettivamente.
L'Altare maggiore è in marmo (1910) e dietro sta
il coro in legno di noce massiccia (1862). Nella nicchia
dell'altare maggiore sta la vecchia statua di S. Agostino,
pregevole per fregi e dorature che li fanno simili a quelli
dell'altare maggiore della parrocchia di Desulo, che sono
forse del 1400. La croce d'argento parrocchiale è
pregevole lavoro del 1600-1620. La Chiesa di San Sebastiano,
situata alla periferia del paese, al confine con Aritzo,
affiancata all'omonimo cimitero ora in disuso, era un tempo
una chiesa campestre perché lontana dal centro abitato,
ma ora è inclusa nell'area urbana con l'espansione
edilizia. La chiesa, di costruzione relativamente semplice,
è tuttavia molto antica. Viene utilizzata ora poche
volte l'anno; in particolare nella Settimana Santa: la Domenica
delle palme avviene qui la benedizione e la consegna delle
palme. La Chiesa di Santa Margherita sorge sull'omonimo
colle circa un chilometro dal centro abitato. È una
piccola chiesa immersa nel verde delle valli belviesi ma
ha una storia molto antica e suggestiva. Infatti, secondo
una vecchia tradizione, il sito del paese in tempi remoti
era forse localizzato in mezzo alla vallata di Iscra e precisamente
intorno al vicino colle de S. Margherita e, quindi, la antica
chiesa sulla spiantata del colle sarebbe l'antica parrocchia
di Belvì in tempi remoti, tanto che è sconosciuta
la sua datazione. I belviesi hanno sempre dimostrato un
grande attaccamento sia al luogo particolare sia alla stessa
chiesetta. Ciò spiega perché questa sia stata
più volte restaurata, come la si può ammirare
tutt'oggi mentre ancora spicca nella sua semplicità
immersa in quella verde e soleggiata vallata.
MANIFESTAZIONI
Spiccano i Riti della Settimana Santa, colla "Lavanda
dei piedi", "s'Icravamentu" e "s'Incontru".
La Festa di Santa Margherita sul Colle si svolge nella prima
domenica di giugno; tutte le manifestazioni si svolgono
sull'omonimo colle dove ha siede la chiesetta intitolata
a la santa martire. La Sagra delle Ciliegie e delle Caschettes
richiama a Belvì molti visitatori e si svolge la
seconda domenica di giugno. Le "Caschettes" sono
un dolce tipico di Belvì che si distingue per la
sua originalità e particolarità. Ha origini
remote che risalgono agli inizi del 1600: veniva infatti
presentato nelle occasioni più importanti della vita
sociale della comunità come i matrimoni, dove il
dolce veniva offerto dallo sposo alla sposa per omaggiarla;
inoltre veniva presentato durante le feste religiose più
importanti. La Festa di San Agostino è la festa patronale
del paese e si festeggia il 28 agosto durante tre giorni.
Alla manifestazione religiosa si affianca quella civile
che si svolge con intrattenimenti folcloristici e musicali
e spettacoli pirotecnici.