Baratili
San Pietro (in sardo Boàtiri) è un comune
di 1.251 abitanti della provincia di Oristano, nella regione
del Campidano di Oristano.
LA
CHIESA DI SAN SALVATORE
Negli anni 50 la Chiesa Parrocchiale presenta la struttura
attuale dopo i lavori di completamento degli anni 1946 -1947
e il rifacimento della facciata. Le pareti dell'interno,
sono ancora tutte affrescate e il pavimento e di piastrellato
marmoreo. Nel 1957 il campanile pericolante, viene ristrutturato
e si procede alla nuova fusione delle due campane in cui
comparivano le date 1545 e 1662. Sopra il frontale della
chiesa viene innalzata la statua marmorea di SAN SALVATORE.
Negli anni 60 si e preceduto alla ritinteggiatura in bianco
delle pareti laterali, della volta e dell'abside mantenendo
solo gli affreschi, meglio conservati, delle cappelle laterali
dello Spirito Santo, di S.ANNA e del ROSARIO. Nel 1964,
nella cappella di CRISTO CROCIFISSO, viene costruito un
altare marmoreo, restaurato negli anni 90 dalla sovrintendenza.
Durante questo intervallo, al centro dell'abside è
stato costruito l'altare, è stata rifatta la pavimentazione
e sistemata la sacrestia.
IL
CARNEVALE TRADIZIONALE BARATILESE.
Il carnevale tradizionale baratilese coinvolge tutto il
paese, a partire dalla prima domenica dopo Natale fino a
Martedì Grasso. E' caratterizzato da balli sardi
"su ballu tundu" accompagnati dal fisarmonicista,
posto al centro della piazza, che acquistano particolare
intensità a partire dal Giovedì Grasso "sa
Zobia de perdaiou". Su questo giorno c'è un
detto "Sa Zobia de perdaiou femminasa bezzasa a su
crazou" in quanto era tradizione preparare e consumare
"Is Gabadiasa", cioè un piatto di cotiche
e piedi di maiale, in gelatina. "Su Mattisi Coau"
il Martedì grasso i balli iniziano la mattina per
le vie del paese e culminano "cun su ballu de sa Zappitta"
alla presenza dei "Zappittatorisi" che con andatura
saltellante, fanno la richiesta di offerte di denaro e battendo
il piede per terra e inchinandosi, approvano l'offerta fatta.
Questa tradizione è stata ripresa con particolare
interesse dall' anno 1974. Attualmente balli mascherati
e serate danzanti completano il Carnevale tradizionale.
LA
SAGRA DELLA VERNACCIA.
Dal 1986, la prima domenica di agosto è dedicata
alla sagra della vernaccia, momento di incontro, sfilate
e vendita di prodotti locali, nonché di degustazioni
della vernaccia. L'obbiettivo della sagra è fondamentalmente
quello di riporre e favorire la commercializzazione del
vino tipico Baratilese e, contemporaneamente costituisce
un momento di richiamo turistico per il paese, dove l'agriturismo
è ormai un settore di sviluppo economico.
ECONOMIA
Negli anni 50', dalle cantine venivano presi vini e botti,
lavati e riempiti d' acqua per potere contenere l' uva e
il mosto. Il trasporto dell'uva avveniva sul "carro"
con "is cobidiasa". Grande allegria in vigna,
dove veniva tagliata l' uva, che veniva trasportata, in
gran parte, nelle cantine private. L'uva veniva macinata
e lasciata a fermentare, e poi pressata con il torchio e
messa nelle botti. Questa fatica durava piu' settimane.
Negli ani 60' e 70' la produzione dell'uva aumento', e di
conseguenza una buona parte di essa veniva venduta alle
varie cantine di Baratili. Il tipo di vino predominante:
la vernaccia, era acquistata da molte persone ed esportata
in molti altri paesi. Baratili, infatti è il centro
della produzione e della vendita della vernaccia. Il nome
di Baratili rimane, ancora oggi, legato a questa attività
principale.
ORIGINI
E STORIA
Tutta la zona circostante lo stagno di Cabras costituì
un luogo ideale per l'insediamento dei primi gruppi umani,
che si dedicavano alla raccolta dei frutti di mare e di
stagno. Baratili S.P. e situato in una zona importante sotto
il profilo geologico - geografico, " SA PAUI DE BOATIRI",
oggi in parte prosciugata e in parte convogliate nel rio
"MARE FOGHE", che va a toccare Riola e da li sfocia
in "PISCHEREDDA".
Dal momento che recenti ricerche archeologiche hanno individuato
tracce di insediamento preistorici in tutto il territorio
al nord dello stagno di Cabras, una ricerca più attenta
potrebbe forse, individuare tracce di insediamenti anche
nel territorio di Baratili San Pietro.
Secondo alcuni storici il rio Marefoghe corrisponderebbe
al " rio Zenu " citato nel condaghe di S. Maria
di Bonarcado, proprietà dei monaci Camaldolensi,
che vennero chiamati dai giudici sardi intorno al 1100 -
1140. L'esistenza di Baratili è documentata fin dalla
metà del secolo XII, con il nome di "Oiratili".
Infatti, nell'atto redatto il 31 ottobre 1157, Barisone,
giudice di Arborea, da, a titolo di " antefatto"
e donazione per nozze, a favore della sua sposa, la nobil
donna catalana Agalbursa, le tre corti di San Teodoro, Bidoni
e Oiratili. Baratili, col nome di "Baratuli",
"Baracoli", figura nell' elenco dei paesi che
pagavano le "decime" e i censi nel 1341, 1342,
1350, 1357 e 1359.
In occasione del trattato di pace, stipulato il 31 agosto
1368 e trascritto il 24 gennaio 1388, tra Eleonora D'arborea
e Pietro IV d'Aragona, tra rappresentanti delle "ville"
presenti all'adesione di pace vi erano anche quelli di Baratili,
che a quel tempo aveva il nome di "Ville de Baratili".
Nel 1410 il giudicato di Arborea fu smembrato e ridotto
al Marchesato di Oristano. Baratili, in questo periodo,
è un villaggio rurale di modeste dimensioni, appartenente
al marchesato di Oristano; questo fu confiscato a Leonardo
d'Alagon il15 ottobre 1477 e incorporato nella Corona, sotto
la dominazione Spagnola sino al 1762 circa.
A Baratili si potevano leggere fino al 1957 nelle 2 campane
le date 1545 e 1662; attualmente si può leggere solo
l'anno 1545. Nel 1720 la Sardegna cadeva in mano ai piemontesi.
Baratili e altri paesi verso il 1767 erano stati incorporati
nel Marchesato di Arcais, feudo per i soli redditi civili
perché la giurisdizione era prerogativa riservata
alla Corona. Con il R. editto del 30 giugno 1937 fu accertato
il corrispettivo delle prestazioni feudali dovute da ogni
villaggio del feudo al Marchesato di Arcais. Baratili vi
contribuiva con le lire sarde 502,7,4. Tutto il feudo, comprendete
i tre campidani (Campidano Maggiore, di Milis e di Simaxis
) fu riscattato dal R. Patrimonio nel 1838 mediante la somma
di lire sarde 400.000, con la corresponsione di lire 20.000
annue a D. Francesco Floris Nurra, ultimo feudatario.Nel
1954 a ricordo del anno Mariano viene innalzato il monumento
alla Madonna e nel 1958 il monumento alla croce di via Oristano
è già restaurato.
In località "S' arzoa" vengono costruiti
gli edifici scolastici; il viale del Prauchi, che collega
Riola a Baratili, è privato dei suoi ombrosi alberi
e da zona di pianeggiante diventò zona industriale
e di insediamento abitativo.
Gli anni 70' e 80' vedono lo sviluppo di nuove zone abitative
e di nuovi edifici.
Nel 1981 viene eretto il monumento ai caduti, nel 1982 si
gioca a calcio nel nuovo impianto sportivo, nel 1983 viene
inaugurata la Biblioteca Comunale - nel 1990 si brinda con
"vernaccia" alla inaugurazione della "Cantineta"
(ex lavatoio).
Nel 1994 grande festa al Circolo ACL Roxy Pub.
Nel 1996 la parrocchia ha un nuovo salone Parrocchiale.
Nel 1997 l' edilizia popolare è una realtà,
accanto a nuove abitazioni "stile villetta".