Assèmini
(in sardo Assèmini) è un comune in provincia
di Cagliari. È classificato secondo gli standard
turistici "paese di antica tradizione della ceramica".
Ospita gli stabilimenti di produzione della celebre birra
Ichnusa. È sede di allenamento della squadra Cagliari
Calcio nei campi intitolati a Ercole Cellino. Il paese sorge
nella pianura del rio Cixerri, del Flumini Mannu e del rio
Sa Nuxedda appena a nord dello stagno di Santa Gilla. Fa
parte del territorio comunale l'isola amministrativa denominata
Gutturu Mannu, confinante con i Comuni di Uta, Siliqua,
Nuxis, Villa San Pietro, Sarroch, Capoterra, Santadi e Narcao.
Il
territorio comunale è abbastanza vasto in confronto
alla dimensione del centro abitato in quanto comprende un'isola
amministrativa distaccata. L'isola è principalmente
costituita da boschi incontaminati immersi in nella suggestiva
vallata di Gutturu Mannu (termine sardo per "grande
gola") a sua volta facente parte del Parco del Sulcis:
la zona è oggetto di interesse naturalistico in quanto
habitat naturale di specie quali il cervo sardo e l'aquila
reale e archeologico per il ritrovamento di numerosi reperti
di epoca romana che fanno supporre l'esistenza di un oppidum.
In seguito all'individuazione di una strada che costeggia
il Flumini Mannu tuttora visibile, si ipotizza inoltre che
l'antico centro abbia intrattenuto rapporti con il porto
punico di Nora.
ETIMOLOGIA
L'origine del nome del comune è tuttora dubbia ed
estremamente controversa. Secondo le ricerche più
recenti i possibili etimi di Assemini sono tre: il primo
è "shemen", termine fenicio per "olio"
o "unto", a testimoniare l'antica tradizione olivicola
della zona. Possibile anche un'ascendenza araba, dovuta
alla lunga dominazione moresca, che farebbe derivare il
nome da "atthaman" esatta traduzione dal latino
di "ad octavum" indicante le otto miglia romane
di distanza che separano Assemini da Cagliari. Prevale oggi
la tesi che si rifa alla Carta della Sardegna, realizzata
nel 1589 dal geografo e cartografo fiammingo Mercatore:
in essa è individuata una "Arx Muni", cioè
"villaggio fortificato"; l'indicazione si sarebbe
via via corrotta in "Arse Muni" e successivamente
in "Arsemini".
LA
CASA CAMPIDANESE
Assemini, come altri centri del Campidano, ha conservato
numerosi esemplari di case tipiche campidanesi frutto di
una architettura che alcuni specialisti definiscono minore.
Si tratta di ampie abitazioni, di cui si ha notizia già
nel periodo giudicale le cui tecniche di costruzione e caratteristiche
architettoniche hanno subito vari cambiamenti in seguito
alle lunghe e diverse dominazioni della Sardegna, risentendo
soprattutto di un'ancor evidente influenza spagnola i cui
effetti saltano subito all'occhio, per via delle analogie
estetiche (e non solo) tra le case campidanesi e le hacienda
diffuse nelle ex colonie ispaniche dell'America Latina.
Queste abitazioni sono costruite con l'impiego di particolari
mattoni crudi (in sardo làdiri dal latino later,
argilla), e sono riconoscibili per i caratteristici cortili
centrali in cui erano presenti pozzi, forni e mulini necessari
alla lavorazione del grano; in particolare nelle case campidanesi
di Assemini i cortili erano attrezzati ed utilizzati, già
dal periodo della dominazione spagnola, per la lavorazione
della ceramica: questa testimonianza fornisce un'ulteriore
elemento in comune con le haciendas, anch'esse non semplici
abitazioni di residenza, ma attrezzati luoghi di lavoro
e punti d'incontro di artigiani. Sui cortili si affacciano
(come anche nelle haciendas) grandi loggiati archeggiati
o architravati (in sardo lollas, singolare lolla) in cui
venivano anticamente svolte numerose attività quotidiane
tipiche della cultura agro-pastorale e, cosa ancor più
importante fungeva da corridoio d'accesso a tutte le camere
della casa; questo particolare elemento aveva un ruolo fondamentale
all'interno del contesto architettonico e veniva considerato
essenziale in un'abitazione tanto da identificare con lo
stesso termine lolla questa categoria di costruzioni abitative
in sardo. La maggior parte di queste costruzioni è
a due piani: il piano terra era (o è ancora) destinato
ad uso abitativo; il primo piano invece era originariamente
utilizzato per la conservazione dei raccolti e delle provviste
che dovevano essere preservate dall'umidità; vi si
accede tramite una botola dall'interno dell'abitazione principale.
All'esterno di ogni casa campidanese si trova un particolare
grande portale ad arco a tutto sesto, che ha funzione di
ingresso principale al cortile centrale e alla lolla. Le
case campidanesi sono considerate un patrimonio di grande
valore storico e per questo tutelate dalle autorità
competenti.
LA
CERAMICA
Assemini è considerato "paese di antica tradizione
della ceramica". I primi reperti, venuti alla luce
nella zona di Sant'Andrea, che testimoniano questo tipo
di pratica artigianale risalgono al periodo della dominazione
punica della Sardegna. I reperti di maggiore importanza
e in numero più consistente possono essere datati
tra la fine del V e l'inizio del III secolo a.C. È
molto probabile che la cospicua produzione di ceramiche
(prevalentemente casseruole, scodelle, tegami e brocche
nonché manufatti ornamentali) avvenisse in particolari
cortili detti (in sardo) "strexiaius" (strexiu
è un pluralia tantum che significa appunto stoviglie)
in cui si trovavano pozzi per l'estrazione dell'argilla
alcalina di cui il territorio è particolarmente ricco,
vasche per la decantazione e la levigazione, il tornio,
tettoie per essiccare i manufatti e forni a legna in mattoni
crudi di forma cilindrica (probabilmente di derivazione
orientale). Durante il Medioevo corporazioni apposite, dette
Gremii, disciplinarono le attività creativa e commerciale
degli strexiaius con statuti e regolamenti, onde imporre
l'obbligo di non variare le forme e di non modificare i
canoni fissati. Con l'avvento della dominazione spagnola
che durò sino al XVIII secolo, gli strexiaius furono
compresi negli ampi cortili delle case campidanesi di cui
ancora oggi rimangono ben conservate numerose testimonianze.
La tradizione della ceramica, così profondamente
radicata nel territorio e negli asseminesi, trova la sua
espressione anche nello stemma comunale che rappresenta,
tra l'altro, un'antica brocca. Attualmente ad Assemini si
producono stoviglie ornamentali, arricchite di motivi naturalistici
(spesso ispirati a modelli molto antichi) o geometrici,
in rilievo o a graffito. La destinazione d'uso di questi
prodotti artistici è diversificata in quanto una
parte di questi, per quanto raffinati, è destinata
all'uso quotidiano (soprattutto stoviglie). Sebbene la foggia
delle opere sia estremamente varia a seconda degli artisti,
è possibile riscontrare nell'intera produzione numerosi
elementi in comune che coinvolgono tanto i motivi decorativi
quanto le tecniche di realizzazione: ciò conferisce
alla produzione di ceramiche artistiche asseminesi uniformità
e originalità in rapporto ad altre tradizioni, rendendola
unica per i suoi tratti distintivi. Nel 1995 l'amministrazione
comunale ha dato vita alla Mostra-mercato permanente della
Ceramica Asseminese presso il "Centro Pilota per la
Ceramica", uno spazio espositivo di circa 500 metri
quadrati, nel quale possono essere ammirate molte opere
dei più importanti ceramisti asseminesi. Nell'estate
2007 l'amministrazione comunale, tramite il lavoro dell'Assessorato
alle Attività Produttive, ha inaugurato la Mostra
permanente della ceramica d'arte negli stabili attigui
al sopra citato Centro Pilota. La Mostra, che rappresenta
una novità assoluta nel panorama regionale sardo,
racchiude oltre 250 pezzi unici di valore inestimabile che,
nel corso di oltre 30 anni, il Comune di Assemini ha acquistato
al termine delle varie edizioni del Concorso Nazionale della
Ceramica tenutesi nella cittadina. Questi pezzi, plasmati
da artisti provenienti da tutta Italia, rappresentano la
vetta massima dell'espressione artistica dei maestri ceramisti
italiani. Iniziative di pari livello sono riscontrabili,
in ambito nazionale, in realtà come Faenza e Senigallia.
EDIFICI
RELIGIOSI
San Pietro - La chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo,
patrono del comune, sorge nel centro storico di Assemini.
La pianta è a navata unica con cappelle laterali
in stile gotico. L'edificio originario risale alla prima
metà del XI secolo. La struttura della chiesa subì
mutamenti importanti quando fu ricostruita nel XVI secolo
in stile gotico aragonese e nel XVIII secolo quando furono
aggiunti la facciata squadrata e merlata e la parte inferiore
del campanile, a base quadrata. L'ultima modifica significativa
fu apportata nel Settecento quando fu aggiunta la parte
superiore del campanile a base esagonale. A causa dell'incendio
avvenuto nell'ottobre del 1982 seguirono diversi lavori
di restauro che ripristinarono il tetto in legno, la pavimentazione,
le aperture laterali e il presbiterio. Nell'anno corrente
continuano i lavori di adeguamento liturgico e restauro
della chiesa
San Giovanni - La chiesa e l'oratorio di San Giovanni Battista
si trovano nel centro storico del comune. Si tratta di una
costruzione preromanica eretta tra il IX e il X secolo,
ha una pianta a croce inscritta in un quadrato con una cupola
che si erge al centro, mentre i bracci sono voltati a botte;
la facciata è realizzata in pietre calcaree. Questa
chiesa di piccole dimensioni è fonte di grande interesse
non solo per le sue caratteristiche strutturali, raramente
riscontrabili in altre chiese italiane, ma anche per due
iscrizioni greche risalenti al X-XI secolo (una riferita
all'arconte di Sardegna Torchitorio e alla moglie Getite,
e l'altra a Nispella, moglie di un secondo Torchitorio)
e per il ritrovamento di elementi islamici (brocche battesimali,
piatti decorati).
Sant'Andrea
Santa Lucia
San Cristoforo
Beata Vergine del Carmine
Carmine
GASTRONOMIA
Sa
panada
Nella lunga e varia tradizione culinaria sarda Assemini
si distingue per l'unicità e l'originalità
di alcuni piatti, primo tra tutti la panada apprezzata e
consumata, in alcune varianti, in tutta la Sardegna. Nella
maggior parte dei casi la produzione e il consumo avvengono
tuttora in ambito familiare e privato e le tecniche di preparazione
tradizionali, custodite dalla memoria popolare, sono rimaste
quasi invariate per secoli. La panada, chiamata in sardo
sa panada (plurale panadas), è un piatto unico costituito
da un contenitore di forma circolare di pasta non lievitata
ripieno chiuso da ricami a treccia (tradizionalmente realizzati
senza l'ausilio di utensili) e successivamente cotto al
forno. La tradizione vuole che il ripieno sia di carne (d'agnello
o di maiale) e patate condite da zafferano e olio d'oliva
o strutto. Un'importante variante prevede il ripieno d'anguilla
a testimonianza dell'antica e intensa attività di
pesca del comune ormai quasi scomparsa; in tempi più
recenti vengono preparate panadas anche con piselli e melanzane.
Il
pane
A differenza di quanto avviene nelle zone settentrionali
dell'isola in cui il pane carasau è il tipo di pane
più consumato in assoluto, ad Assemini, come nella
gran parte della Sardegna meridionale si producono maggiormente
altre varietà fra cui su maritzosu e su civraxiu.
Nel paese un ruolo di spicco è ricoperto da su coccoi,
una varietà di pane a pasta dura che viene preparato
per il consumo giornaliero o per particolari occasioni e
festività religiose in funzione di pani votivi: in
quest'ultimo caso vengono utilizzate speciali tecniche di
preparazione tradizionali che hanno raggiunto nel tempo
altissimi livelli di estetica e raffinatezza fino a divenire
vere e proprie forme d'arte, ammirate ed apprezzate in tutta
l'isola.
MANIFESTAZIONI
In
giugno, nell'ultima settimana dell'anno scolastico si tiene
la Festa della Musica, incontro con musicisti provenienti
da varie parti del mondo.
Domenica
tra il 13 e il 15 giugno (Sant'Isidoro) si tiene la Sagra
della Mietitura.
Domenica
tra il 23 e il 25 giugno (San Giovanni) si tiene la Sagra
della Pecora.
In
luglio, nell'ultima decade (San Cristoforo) ha luogo il
"Matrimonio Asseminese", manifestazione in cui
si celebrano matrimoni secondo i costumi locali e con la
rievocazione di riti secolari, in cui i partecipanti indossano
i costumi sardi tipici asseminesi e si esprimono interamente
in lingua sarda; all'evento è associata la sagra
de sa panada, con degustazioni di questo piatto tipico.
Sempre
in luglio, nell'ultima settimana a cavallo con agosto, si
tiene il Festival Internazionale del Folclore.
Ogni
due anni, inoltre, si svolge il Concorso Nazionale di Ceramica,
suddiviso in tre categorie (caramica tradizionale, settore
innovazione e scuole d'arte).