Arzachena
(in gallurese Alzachèna, in sardo Altzaghèna)
è un comune della provincia di Sassari, situato a
circa 83 metri sul livello del mare. È dopo Olbia
e Tempio Pausania il centro più popoloso della Gallura,
regione storica del Nord-Est Sardegna, ed è il capoluogo
amministrativo dell'intera Costa Smeralda. Situata a circa
25 km dai capoluoghi provinciali di Olbia, e a 45 km da
Tempio Pausania, ricopre una notevole importanza dal punto
di vista economico, essendo insieme ad Olbia una realtà
molto dinamica (la sua popolazione, dal '61 ad oggi è
quasi triplicata, e continua ad attrarre i sardi dell' interno
continuando infatti a crescere con un tasso del +16% ogni
decennio ), soprattutto dal punto di vista turistico e ricettivo.
Situato nella parte nord - orientale della Sardegna (Italia),
nella regione storica della Gallura, è facilmente
raggiungibile percorrendo l'ultimo tratto dell'Orientale
Sarda (S.S. 125), che congiunge Olbia a Palau. È
inoltre presente una circonvallazione lunga circa 7 km (raccordo
urbano di Arzachena) che permette di raggiungere la città
passando dall'esterno, che collega l'ingresso delle due
parti di Arzachena, una in direzione Olbia e l'altra in
direzione Palau, ovviando così il traffico molto
intenso soprattutto nel periodo estivo. Il territorio comunale
di Arzachena, con una superficie di circa 228 km²,
comprende ben 88 km di costa, ricca di baie, insenature
e spiagge di cui fa parte anche il famoso complesso della
Costa Smeralda, nato nel 1962 per opera del principe ismailita
Karim Aga Khan IV. La costa alterna zone basse e sabbiose
ad anfratti, scogli granitici di vari colori e zone umide
particolarmente interessanti da un punto di vista naturalistico
come gli stagni di Saloni, posti al termine del lungo fiordo
denominato Golfo di Arzachena.
PORTO
CERVO
Porto Cervo (gall: Monti di Mola) è una frazione
del comune: sebbene sia il principale centro della Costa
Smeralda, ha una popolazione residente inferiore ai 420
abitanti ma durante il periodo estivo la sua popolazione
cresce incredibilmente, quando decine di migliaia di vacanzieri
affollano le sue spiagge, le vie e le piazzette.
SITO
ARCHEOLOGICO
Nei pressi sono presenti numerosi monumenti del periodo
nuragico, chiara testimonianza di come fosse vitale in questa
zona tale Cultura. La Cultura dei circoli di Arzachena (fine
del IV - inizio del III millennio a.C.), tipica e originale
di questo luogo, si caratterizza rispetto alla contemporanea
Cultura di Ozieri per notevoli differenze architettoniche
osservabili nella costruzione delle necropoli. Sulla strada
statale 125 in direzione Olbia, alla periferia del centro
abitato, un cartello turistico indica la presenza del nuraghe
Albucciu. Il Nuraghe, edificato a ridosso di un massiccio
granitico, ha forma a tronco-conica ed in sommità
presenta un terrazzo, probabilmente una sorta di torre di
avvistamento. Poco distante dal nuraghe, è stata
recentemente portata alla luce una Tomba dei Giganti priva
della grande stele monolitica e al cui interno sono state
ritrovate monete ed incisioni puniche, prova evidente che
la tomba fu utilizzata anche in epoca successiva a quella
nuragica. Poco distante dal nuraghe Albucciu un altro importante
sito archeologico è rappresentato dal tempietto di
Malchittu. Databile tra il XVI e il XIV secolo a.C. (Bronzo
Medio), di struttura rettangolare presenta un'abside semicircolare
dove è ancora presente un bancone per i doni alle
divinità. Antistante l'ingresso si trova il temenos,
una sorta di sagrato sul quale i pellegrini sostavano nell'attesa
di entrare nel Tempio per assistere alle funzioni religiose.
Proseguendo da Arzachena sulla s.s. 427 per Calangianus,
dopo 3km, imboccata una strada sterrata si giunge in località
li Lolghi, dove in cima ad una collina domina l'omonima
Tomba dei Giganti, costruzione nuragica databile attorno
al 1800 a.C. e in ottimo stato di conservazione. La struttura
è costituita da l'esedra e la stele, quest'ultima
caratterizzata da due lastre di granito sovrapposte, un'architettura
ardita per i tempi. Poco distante si trova un altro importante
sito nuragico, la necropoli di Li Muri, importantissima
e testimonianza della Cultura dei Circoli di Arzachena.
L'architettura è molto semplice ma unica: i sepolcri,
di forma circolare, sono edificati uno accanto all'altro
e attorno, piccole casette in pietra raccoglievano probabilmente
le offerte dei parenti ai propri defunti. A giudicare dai
numerosi oggetti di pregio ritrovati nell'area i defunti
sepolti a Li Muri dovevano essere personaggi importanti
o appartenenti ad una classe di spicco, probabilmente dei
pastori-cavalieri, guerrieri di valore o marinai. La tomba
dei Giganti di Coddu Vecchju, situata nell'omonima località
nei pressi di Arzachena è il più grande del
suo genere e raggiunge col la sua stele granitica centellinata
un'altezza di 4,04 metri. La sua costruzione è avvenuta
in almeno due periodi distinti: la camera funeraria risalirebbe
al bronzo antico ( 1800-1600 a.C.) mentre l'esedra fu sistemata
in periodo più tardo, probabilmente nel bronzo medio
(1600-1300 a.C.). All'interno della Tomba e nella vicinanze
sono stati rinvenuti reperti di pregio quali collane, vasi,
ciotole, tegami e decorazioni varie, conservate e visibili
nel museo Sanna di Sassari.
EDIFICI
RELIGIOSI
Ad Arzachena sono presenti quattro chiese di cui due intitolate
a Santa Maria della Neve, una a Santa Lucia e una San Pietro.
La chiesa più antica, intitolata a Santa Maria della
Neve (Santa Maria Maggiore) sorge nel cuore del centro storico,
in Piazza Risorgimento e risale, almeno nella sua struttura
di base, al 1716. Nel 1774 e nel 1864 subì notevoli
trasformazioni e solo nel 1922 raggiunse l'aspetto odierno.
La sua architettura è quella classica delle chiese
urbane galluresi, il prospetto principale termina col profilo
del timpano ad arco ribassato, con campate definite da archi
a tutto sesto mentre sul lato destro si innalza la torre
campanaria a canna quadrata. Nel presbiterio è conservato
un raffinato altare ligneo ed un intaglio raffigurante la
Vergine col Bambino, riferibili all'epoca di ampliamento
della chiesa, nel 1776. L'altra chiesa di omonima intitolazione
sorge poco distante, di recente costruzione è stata
terminata nel 1993. Di dimensioni imponenti è realizzata
in cemento armato e rivestita con blocchi di granito a vista.
Vi si celebra la Festa la seconda domenica di settembre.
La chiesa intitolata a Santa Lucia risale anch'essa al XVIII
secolo e sorge inerpicata su di un colle che sovrasta la
città e da dove si gode un panorama stupendo. La
sua pianta a tre navate ha uno sviluppo di tipo basilicale,
un tipo di architettura diffusa nelle chiese rurali galluresi.
Vi si celebra la Festa il 13 dicembre. La chiesa intitolata
a San Pietro, che sorge nell'omonima e centrale via, fu
ricostruita dopo essere stata abbattuta del 1934 ma probabilmente
già nel '700 era una piccola chiesa campeste. È
stata riaperta al culto nel 1999 dopo un profondo restauro
e al suo interno è conservata una statua policroma
di San Pietro seduto in cattedra, del XVIII secolo. Nel
territorio di Arzachena sono presenti inoltre numerose chiese
campestri, caratterizzate da un'architettura spartana e
da una dignitosa povertà negli arredi, presentano
tipicamente una pianta rettangolare, con archi a tutto sesto,
sostenuti da contrafforti. Come da tradizione locale, l'intitolazione
di tali chiese porta il nome del Santo ma il cognome del
proprietario del terreno nel quale è costruita.
GASTRONOMIA
La cucina Arzachenese, come tutta quella gallurese è
caratterizzata da piatti molto semplici, legati essenzialmente
alla vita contadina, ultimamente riscoperti e ricercati.
La
suppa cuàta o più semplicemente suppa è
senz'altro il piatto più rappresentativo e noto anche
al di fuori della gallura. È tradizione prepararla
in occasioni importati quali nozze e festività e
si ottiene intingendo delle fette di pane nel brodo di carne,
integliando il tutto alternando il pane con strati di formaggio
ed erbe aromatiche e cuocendo al forno. Li chjiusòni,
gli gnocchi galluresi, si differenziano da quelli sardi
per dimensione e lavorazione: La tradizione vuole siano
rigorosamente lavorati a mano e che abbiano una dimensione
di circa 3 cm. È usanza preparare questo piatto per
il primo agosto. Altri piatti importanti sono i fasgioli
e taddarini, una zuppa di fagioli e tagliatelle e lu risu
cu' li pulpeddi ovvero del riso condito con tocchetti di
carne di maiale speziata e sugo di pomodoro.
Uno
dei più importanti secondi piatti e rappresentato
dalla rivea, coratella di agnello o capretto allo spiedo,
spesso preparata anche al tegame (la cògghjia). C'è
poi Lu casgiu furriatu ossia del formaggio, generalmente
vaccino, fuso e condito con miele o zucchero. Altro secondo
importante è La mazza frissa, un impasto di panna
e farina cotto a fuoco lento in tegame, con miele o zucchero.
Lu
pani e sabba, dolce tipico per Ognissanti è preparato
mescolando all'impasto di uova e farina del mosto d'uva
cotto. I dolci natalizi sono Li cucciuleddi, conditi con
miele o con sabba, li niuleddi e l'acciuleddi, questi ultimi
composti di pasta dolce fritta e ricoperta di miele. Il
dolce di Carnevale per eccellenza sono però le frittelle
(li frisgioli), fritte sovente nell'olio di lentischio detto
localmente listincu, il tutto accompagnato dal Vermentino
delle Vigne Surrau o di Capichera, il vino Arzachenese per
eccellenza, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
Vermentino
di Gallura
Arzachena è uno dei maggiori comuni produttori di
Vermentino di Gallura, un pregiato vino bianco caratteristico
del nord Sardegna, il cui vitigno, originario del Portogallo
fu introdotto dai liguri in Corsica, da dove si diffuse
poi in gallura. Il vino, di colore giallo paglierino con
leggeri riflessi verdognoli, ha un sapore delicato e leggermente
amarognolo e viene prodotto in due tipologie: bianco secco
e bianco superiore. Quest'ultima produzione, certamente
di qualità superiore raggiunge un grado alcolico
di circa il 14%. La produzione è ammessa solo nei
comuni della provincia di Olbia-Tempio e di Sassari.
ALTRE
FRAZIONI
Arzachena ha un territorio molto vasto che racchiude per
intero la famosa "Costa Smeralda". Sono numerose
quindi le frazioni che compongono il territorio comunale,
includendo nello stesso anche famose località turistiche
molto attrezzate dal punto di vista ricettivo. Basti pensare
che nel solo comune smeraldino, sono presenti cinque alberghi
a 5 stelle sup., e quttro porti turisrici dei quali tre
attrezzati: Porto Cervo, Poltu Quatu, Cannigione più
il piccolo molo di Cala Bitta (Baja Sardinia).
Abbiadori
Abbiadori (gall: L'Abbiadori) è una frazione del
comune di Arzachena. Conta circa 250 abitanti, sorge a 116
metri s.l.m., a due chilometri a sud di Porto Cervo, e a
poca distanza dalle bellissime spiagge della Costa Smeralda,
come la "Spiaggia del Principe" e "Capriccioili".
Nato attorno ad un vecchio stazzo, Abbiadori, si sta velocemente
sviluppando demograficamente e urbanisticamente, specie
dopo la concessione da parte del comune dello status di
zona urbana, che consente di evitare i vincoli paesaggistici,
altrimenti strettissimi in questo tratto di costa e nell'immediato
entroterra. Poco distante da Abbiadori, dal progetto dell'architetto
americano Robert Trent Jones, sorge uno dei migliori campi
da golf del mondo: il Pevero Golf Club. Costituito da 18
buche e 72 par è incluso nella lista Europe's Elite
selection della PGA (Professional Golfer's Association),
e membro dei Relais du Golf.
Baja
Sardinia
Baja Sardinia (gall: Cala Battistòni) è una
frazione di circa 150 abitanti, famosa località turistica
e balneare, sorge nell'estrema punta nord della penisola
della Costa Smeralda, a ovest di Porto Cervo, ma non è
inclusa in tale consorzio. La sua architettura si ispira
a quella della vicina Porto Cervo ma ha un'estensione inferiore
e non possiede un porto vero e proprio. Nelle vicinanze
sono presenti numerosi locali notturni e un famoso parco
giochi acquatico.
Cannigione
Cannigione (gall: Lu Cannisgiòni) è una frazione
di oltre 800 abitanti situata a circa 5 km dal capoluogo.
Nata agli inizi del '900 come un villaggio di pescatori
oggi è in grande sviluppo sia urbanistico che demografico,
principalmente grazie al turismo balneare promosso soprattutto
dalla vicina Costa Smeralda, mentre la pesca è divenuta
oggi un settore secondario. Contigue a Cannigione sorgono
le località di La Conia, Mannena e Barca bruciata
(gall:Balca brusgiata), questultima così chiamata
in seguito alla vendetta degli abitanti locali nei confronti
di un carbonaio toscano, colpevole di aver tagliato i boschi
in modo incontrollato e non gradito, al quale venne bruciata
la barca utilizzata per il trasporto. Cannigione possiede
un grazioso porto turistico, da dove partono, nel periodo
estivo, le imbarcazioni per il vicino arcipelago della Maddalena.
Poltu
Quatu
Anche Poltu Quatu è una graziosa frazione del comune
smeraldino, nata alla fine degli anni '80. Deve il suo nome
alla denominazione gallurese del luogo, che significa "porto
nascosto", non molto conosciuto si estende su un'insenatura
molto caratteristica, ma nascosta dallo sguardo dei meno
pratici grazie ad una vegetazione molto fitta che costeggia
la strada litoranea. Infatti il porto si è ottenuto
cementificando uno stupendo fiordo naturale. Si trova lungo
la strada che da Porto Cervo conduce a Baja Sardinia, la
sua popolazione residente è praticamente inesistente
ma, durante il periodo estivo diventa un centro molto attivo
soprattutto prima di cominciare il giro delle discoteche
della zona. È dotato di un grazioso porto turistico
che rimane affollato durante tutta la stagione.
STORIA
L'origine del toponimo Arzachena è probabilmente
di origine preromana e a favore di questa tesi ci sarebbe
una relazione tra alcuni toponimi sardi, quali Arzachena,
Ardali, Bargasola, Libisonis, Scandariu, Sindia, Siniscola,
Tiana e toponimi dell'Asia Minore, luogo dal quali si ipotizza
possano essere giunti, in epoche antichissime, genti in
cerca di nuove terre. Un'altra affascinante ipotesi dà
al toponimo Arseguen un'origine greca, visto che già
nell'Odissea viene citata la città di ??ta??a come
capoluogo del popolo dei lestrigoni i quali avrebbero abitato
questa porzione dell'Isola. In ogni caso, la più
antica documentazione del toponimo di Arzachena, nella forma
Arsaghene, risale al 1421 nella Carta d'infeudazione concessa
da Alfonso V di Spagna a Ramboldo de Corbaria. La zona,
in periodo romano, era nota col nome di Turibulum per via
della grande roccia a forma di fungo che sovrasta l'attuale
città e consisteva in due centri vicini, Turibulum
maior e Turibulum minor. Mantenne una rilevante importanza
per tutto il periodo giudicale, tant'è che col nome
di Arseguen costituiva il capoluogo della curatoria di Unale
ma dopo la caduta del Giudicato di Gallura e l'inizio della
dominazione spagnola andò lentamente spopolandosi,
a causa delle frequenti incursioni saracene e mortali pestilenze.
Nella seconda metà del '500 la zona era praticamente
disabitata. L'attuale cittadina, che poggia su di un colle
granitico fu edificata a partire dal 1716 per volontà
del re di Sardegna Carlo Emanuele III, il quale, vista l'incontrollabilità
della zona nonostante l'invio di forze militari, ritenne
che l'unica cosa da farsi fosse l'invio di sacerdoti, che
convivendo con i pastori li avrebbero moralizzati mediante
la pratica di una vita civile e cristiana. Fu così
che tra il 1774 e 1776 la piccola chiesa campestre intitolata
a Santa Maria d'Arzaghena venne notevolmente ampliata e
cambiò nome divenendo Santa Maria Maggiore e attorno
ad essa il paese si sviluppò notevolmente, tanto
che nel 1909, anno della formazione del comitato pro-autonomia,
contava già 853 abitanti. Nel 1922, dopo anni di
dure lotte, ottenne l'autonomia da Tempio Pausania e da
allora conobbe un continuo sviluppo urbanistico e demografico,
ulteriormente amplificato negli anni '60 dal boom turistico
della Costa Smeralda.