Arbus
(in sardo Àrbus) è un comune della provincia
del Sud Sardegna. Il territorio comunale si affaccia ad
ovest sul Mar di Sardegna, con una fascia costiera di circa
47 km di lunghezza, da Capo Frasca a nord, fino a Capo Pecora
a sud. A Torre dei Corsari e Pistis la costa è in
prevalenza bassa e sabbiosa. A Piscinas e a Scivu si trova
uno dei pochi deserti esistenti in Europa, con dune sabbiose
che raggiungono un'altezza di 60 m. A Capo Pecora la costa
è rocciosa, ricca di rocce granitiche.
L'entroterra
arburese è ricco di zone minerarie, antico ricordo
della principale attività economica del luogo: la
zona di Ingurtosu e Montevecchio è sempre stata conosciuta
come sito di estrazione mineraria, sfruttata già
dai Fenici e, diventata zona industriale, fu trasformata
in area di insediamento urbano per tutti coloro che lavoravano
nelle miniere.
Del
comune di Arbus fanno parte anche le frazioni di Bau (13,36
km), Funtanazza (17,57 km), Gennamari (11,99 km), Ingurtosu
(9,71 km), Marina di Arbus Funtanazza (17,74 km), Marina
di Gutturu Flumini (16,23 km), Montevecchio (4,58 km), Pistis
(25,05 km), Pitzinurri (9,36 km), Porto Palma (22,31 km),
Portu Maga (15,68 km), Sant`Antonio di Santadi (24,21 km),
Sa`Tanca (5,06 km), Torre dei Corsari (23,31 km), Torre
di Flumentorgiu (23,59 km).
ETIMOLOGIA
Il toponimo Arbus ha un'etimologia incerta: una prima congettura
fa risalire il nome ad albus ("bianco"), riferito
forse alla presenza di massicci granitici di colore chiaro;
una seconda ipotesi si rifà ad arburis, per l'abbondanza
di alberi che in passato avrebbe caratterizzato il territorio;
secondo un'ultima ipotesi il termine deriverebbe da arabus,
con riferimento alle orde saracene che un tempo avrebbero
invaso le coste.
MANIFESTAZIONI
La festa di Sant'Antonio da Padova si svolge ogni anno nel
mese di giugno e dura quattro giorni consecutivi (dal primo
sabato dopo il 13 giugno al martedì successivo).
Vi si svolge una processione che percorre circa 38 km, accompagnata
da gruppi in costume sardo, cavalieri, dalle tradizionali
traccas.
La
processione ha inizio ad Arbus il sabato mattina, attraversa
il centro abitato di Guspini e giunge fino alla frazione
di Sant'Antonio di Santadi, a 3 km dalla spiaggia di Pistis,
dove i festeggiamenti proseguono la domenica e il lunedì.
Il martedì il simulacro effettua il percorso inverso
e i festeggiamenti terminano la notte ad Arbus, con l'arrivo
del simulacro del santo, salutato con uno spettacolo pirotecnico.
19
gennaio: festa di San Sebastiano (patrono del paese) e accensione
dei falò nei vari rioni
Fine maggio: festa della Madonna d'Itria
Fine luglio: sagra della capra (ad Arbus)
Settimana successiva a Ferragosto: festa di San Lussorio
e mostra internazionale di minerali e fossili (ad Arbus)
CENNI
STORICI
La data di fondazione di Arbus non è nota: non risulta
inserito nell'elenco delle decime pontificie del 1341, comprendente
invece altri villaggi del territorio, ma già nel
1320 è menzionato come facente parte della giurisdizione
feudale del marchesato di Quirra. Il comune di Arbus viene
citato ancora nell'atto di allodiazione (cessione di proprietà
libera da vincoli e tributi feudali) fatto alla catalana
donna Violante Carroz l'8 novembre 1504 e, successivamente,
nella Storia documentata della popolazione di Sardegna,
in cui Corridore riporta gli atti del parlamento con la
statistica dei comuni per fuochi e popolazione dell'anno
1678. Il comune conservò la dipendenza dalla baronia
di Monreale, appartenente ancora al marchesato di Quirra,
fino al riscatto dei feudi (1836), quando la Sardegna venne
divisa in dieci province, e Arbus fu assegnata alla provincia
di Iglesias. Il paese, dedito inizialmente all'agricoltura
e alla pastorizia, ebbe uno sviluppo molto lento, tanto
che nel 1688 contava appena 989 abitanti e dieci anni dopo
ancora a 1282. Nel 1728 la popolazione saliva a 2126 abitanti
e nel 1821 sfiorava le 3000 unità[3]. In quegli anni
fiorì nel paese, grazie anche al vasto territorio
comunale, l'allevamento di ovini, caprini, bovini, suini
e cavalli che, nonostante l'assenza di strade, diede vita
ad un commercio intenso soprattutto con Cagliari e Oristano.
Altra attività di rilievo era quella dedicata alla
tessitura dell'orbace, praticata dalla quasi totalità
delle famiglie: su 670 case censite, 600 erano fornite di
telaio. In seguito all'ampliamento delle vicine miniere
di Montevecchio e Ingurtosu e alla manodopera richiamata
da diverse parti della Sardegna, nel 1901 Arbus con 6450
abitanti era uno dei paesi più grandi della diocesi
di Ales. L'ulteriore sviluppo delle attività estrattive
avvenuto nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale
portò la popolazione negli anni a metà del
novecento a superare i 10.000 abitanti, ridottisi poi drasticamente
in seguito alla crisi delle miniere e alla definitiva chiusura
degli impianti. Il XX secolo si è chiuso con nuove
prospettive offerte all'economia del paese dalla valorizzazione
delle coste che lambiscono ad ovest il territorio comunale.
Si pensa che possa costituire la risorsa primaria per la
nascita di una solida industria turistica in grado di risolvere
i gravi problemi occupazionali.