Torremaggiore
è un comune italiano di circa 17.000 abitanti della
provincia di Foggia, in Puglia. L'abitato sorge su un colle,a
169 metri sul livello del mare. La città è
nota soprattutto per la produzione olearia e vinicola.
ETIMOLOGIA
Deriva da Turris Maioris è un composto di torre e
maggiore, con allusione alle torri del monastero sorto in
loco. Secondo altri il nome si riferisce alle quattro torri
del castello del paese.
MANIFESTAZIONI
Festa di Maria Santissima della Fontana: si tiene il Martedì
in Albis e rappresenta per Torremaggiore occasione di richiamo
per i turisti locali. I festeggiamenti esterni, prolungati
di recente per diversi giorni dopo la Pasqua con due processioni
pubbliche, hanno assunto proporzioni molto rilevanti, tali
da essere trapiantati anche a Torino (ultima domenica di
maggio).
Festa patronale di san Sabino: si tiene la prima domenica
di giugno. Le è abbinato una grande fiera dal 1834.
Corteo Storico di Fiorentino e Federico II: si tiene la
domenica dopo Ferragosto. Rievoca gli eventi della fondazione
di Torremaggiore ad opera dei profughi provenienti da Fiorentino
nella seconda metà del sec. XIII.
"Gezzinvilla": si tiene alla fine di Luglio.
IL
CASTELLO
Di rilevante interesse storico è il castello dei
duchi di Sangro: ampliato a più riprese intorno a
un'originaria torre normanna, si è cristallizzato
in forma rinascimentale. È caratterizzato da sei
torri, quattro circolari e due quadrate. La solenne sala
del trono è circondata da un ricco fregio ad affresco
realizzato nel Seicento. Il piano ammezzato (ex Corpo di
Guardia) ospita la mostra archeologica dei reperti di Fiorentino.
Il castello ducale di Torremaggiore è monumento nazionale.
SANTUARIO
DI MARIA SS. DELLA FONTANA
Il santuario trae origine da una antica cappella rurale
con annessa fontana pubblica, edificate intorno al X secolo
dai benedettini di San Pietro. Originariamente dedicata
alla Madonna dell'Arco, fu ristrutturata nel XVI secolo
dal duca Giovan Francesco de Sangro e successivamente, a
spese dei fedeli, nel 1830 e 1894. Durante i lavori di ampliamento
eseguiti tra il 1916 e il 1920 assunse l'aspetto attuale,
neo-romanico, a firma dell'architetto Ettore Lanzinger.
Subì imponenti lavori di restauro negli anni 1973-1976,
che modificarono profondamente l'interno. Vi si venera un
affresco, probabilmente cinquecentesco, raffigurante la
Madonna coi santi Francesco d'Assisi e Antonio di Padova,
nonché il simulacro della Vergine, del 1897. All'espressivo
incremento cultuale, verificatosi a fine Ottocento, corrispose
non solo un considerevole afflusso di donativi, in particolare
doro e dargento, verso laltare della Vergine,
ma la costituzione di un patrimonio di tavolette votive
di notevole interesse per tipologia e per peculiarità,
tipico dei grandi santuari dellItalia meridionale.
Conserva, difatti, alcune tavolette uniche in Puglia relative
ai processi e al brigantaggio. Questi sono dettagli qualificanti
di un fenomeno socio-religioso, che legò profondamente
il popolo di Torremaggiore alla sacra Immagine tanto da
elevarne il culto pubblicamente al di sopra di ogni altro
professato dentro e fuori le mura della città. Le
successive tappe di crescita della venerazione non fanno
altro che testimoniare e suggellare la predilezione popolare
verso il culto della Beata Vergine della Fontana: lerezione
della chiesa a parrocchia nel 1944, a santuario diocesano
nel 1960, lIncoronazione della Madonna e del Bambino
nel 1983. Sulla piazza prospiciente il santuario, si erge
il monumento alla Madonna della Fontana inaugurato il 16
aprile 1990 dal cardinale Josef Tomko. Al suo posto sorgeva
la Fontana monumentale, costruita dai benedettini per sopperire
alle necessità idriche del monastero di San Pietro
e del casale Terrae Maioris. La fontana raccoglieva le acque
sorgive provenienti dal piano comunale che, grazie ad un
acquedotto sotterraneo dotato di spiracoli, trovavano sbocco
proprio dinanzi a santa Maria dell'Arco, quasi a voler affidare
l'elemento idrico alla protezione della Vergine. È
questo il periodo in cui l'antica cappella fu intitolata
a santa Maria della Fontana. Ristrutturata dal feudatario
Giovan Francesco de Sangro nel 1582, divenne proprietà
comunale nel 1808. La fontana aveva due vasche: la prima,
coperta da una volta a crociera alta m. 4,50, lunga 5 e
larga 2,50; la seconda, contigua e scoperta, lunga m. 10,50
e larga 2,20. A causa di profonde lesioni della volta e
degli alti costi di manutenzione, il Comune fece demolire
la fontana nel 1906. Questo provocò infiltrazioni
di acqua sia nei sotterranei delle abitazioni circostanti
sia nelle fondazioni della chiesa stessa, che ne resero
pericolante la struttura, successivamente consolidata. Da
ricordare e la festa che si svolge in onore della Vergine
Santa verso la seconda settimana di aprile. Una festa a
cui prendono parte le autorita civili e religiose e l'intera
cittadinanza. E inoltre richiamo turistico rilevante, anche
grazie alle batterie pirotecniche che accompagnano e sono
votate alla Madonna
ALTRI
EDIFICI RELIGIOSI
La Chiesa matrice di San Nicola è stata costruita
nel XIII secolo dai profughi di Fiorentino e Dragonara che
fondarono il Codacchio. Le fu annessa la cura delle anime
fin dalla sua origine. Distrutta dal terremoto del 1627,
fu ricostruita e riaperta al culto nel 1631. L'armonioso
interno, a tre navate, conserva un pregevole coro ligneo,
un'ancona intagliata del XVII secolo con al centro il simulacro
di san Nicola, cappelle laterali, tele di varie epoche e
lapidi funerarie. Il campanile è di stile romanico-pugliese.
La chiesa di Santa Maria della Strada è la seconda
parrocchia storica. Fondata dalla popolazione greco-albanese,
residente a Torremaggiore nel Cinquecento,è stata
eretta a parrocchia nel 1593. L'interno, a navata unica,
ha due cappelloni laterali, quello della Riconciliazione
e quello del Sacramento. Nel tempio si venera il simulacro
di San Sabino di Canosa, patrono principale della città,
e si conserva una fonte battesimale in pietra del 1604.
La chiesa di Sant'Anna (o del Rosario) fu eretta nel 1701
dal duca Paolo de Sangro quale sepolcreto di famiglia. Donata
da Raimondo di Sangro alla confraternita del Rosario nel
1756, fu danneggiata da un incendio nel 1926 e restaurata
dall'artista concittadino Vittorio Rotelli. Gli ultimi restauri
risalgono al 1998. L'unica navata, conclusa da uno scenografico
presbiterio sopraelevato, custodisce i simulacri della Vergine
del Rosario e del Cristo morto, quest'ultimo recato in processione
il Venerdì Santo. Dietro all'altare è conservato
il Cristo distrutto nell'incendio, ancora intatto, ma carbonizzato.
Da segnalare la cripta sepolcrale. La chiesa della Madonna
Addolorata (o del Carmine) è stata edificata nel
1730 su un locale donato dal duca Raimondo di Sangro. Era
affidata ai carmelitani, che alloggiavano nel convento adiacente,
qui trasferitisi dalla località Carmine Vecchio.
Nel 1836 la chiesa fu ceduta alla Confraternita della Morte.
La facciata, barocca, è adornata da quattro statue
allegoriche, rappresentanti le tre virtù teologali
e una cardinale. L'unica navata custodisce il simulacro
della Madonna Addolorata, patrona della città, e
un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna dell'Iconicella
dipinto dagli albanesi in località Pagliara Vecchia,
oltre ai dipinti del pittore locale Aurelio Saragnese. La
chiesa della Madonna di Loreto fu edificata nel XVI secolo
da immigrati albanesi. Distrutta dal sisma del 1627, fu
ricostruita nel 1711 a spese della famiglia Manuppelli;
il campanile è del 1939. All'interno si venera un'icona
bizantina della Vergine, opera del pittore Passeri, realizzata
a Civitate su commissione della famiglia Tosches nel 1571.
Il paliotto dell'altare maggiore è un bassorilievo
tardoromanico raffigurante l'Annunciazione, forse proveniente
dalla stessa Civitate. Questa chiesa fu visitata da san
Giuseppe Moscati.
La chiesa di Santa Maria degli Angeli è annessa all'ex
convento dei cappuccini. Edificata nel 1628, all'interno
conserva una grande tela raffigurante la Madonna col Bambino
tra angeli e santi, opera del 1636. La chiesa delle Sante
Croci (o di san Matteo) fu costruita nel XVIII secolo. Riedificata
tra il 1832 e il 1838, era preceduta da una teoria di 14
cappellette con croci, realizzate dal 1833 su invito di
sant'Alfonso Maria de' Liguori, che visitò Torremaggiore
durante una missione evangelizzatrice. Le cappellette furono
successivamente abbattute. Nel 1943 la chiesa fu affidata
ai frati minori, che costruirono il vicino convento del
Sacro Cuore. La chiesa di Gesù Divino Lavoratore
è sede della quarta parrocchia. Fondata in località
Torrevecchia (in vernacolo "a rupe Torrevecchij")
ed eretta canonicamente nel 1977, è situata in prossimità
del luogo dove sorgeva l'antica abbazia di San Pietro, come
ricorda una lapide apposta sul campanile nel 1998. La facciata
marmorea della chiesa, aperta al culto il 7 giugno 1980,
è stata realizzata nel 1985; notevole è il
mosaico di Filippo Pirro (raffigurante Gesù) che
decora la lunetta del portale. L'interno è decorato
da diciotto pannelli policromi raffiguranti l'Ultima cena,
i quattro evangelisti e l'agnello pasquale e notevolmente
ingentilito e abbellito da un'imponente copertura lignea
ad ampie volute a sigma inclinati. La chiesa dello Spirito
Santo, in cui è stata eretta la quinta parrocchia
della città nel 1998, è stata consacrata il
7 giugno 2003; l'ampia aula liturgica ospita opere dell'artista
Ernesto Lamagna. È sorta su territorio e con popolazione
della parrocchia di San Nicola, da cui si distaccò
per via dell'espansione urbanistica sulla direttrice viaria
per San Paolo di Civitate. Nel XX secolo sono state demolite
la chiesa di San Sabino, dedicata al patrono della città,
che sorgeva presso l'attuale Casa della Divina Provvidenza,
la chiesa di Santa Sofia sita nel III vico Codacchio di
cui rimane un occhiello in muratura su una parete, per il
quale passava la corda per la campana, la chiesa di Sant'Antonio
abate, sita nella via omonima, della quale resta solo l'arco
del portale). Quest'ultimo edificio fu eretto nel XVI secolo
e possedeva un altare e una statua del santo, opere rinascimentali
in legno indorato; vi officiava la confraternita omonima.
MONUMENTO
AI CADUTI
Fu realizzato da Giacomo Negri nel 1923 per commemorare
i caduti della prima guerra mondiale. In onore dello scultore,
presso il Castello Ducale è stato istituito un piccolo
museo nel quale sono esposte alcune tra le sue opere.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La storia della cittadina è legata a quella del borgo
medievale di Castel Fiorentino (o Fiorentino di Puglia),
i cui ruderi si trovano a 10 km dall'abitato presso la strada
provinciale San Severo-Castelnuovo della Daunia. Fiorentino,
borgo bizantino di frontiera, fu rifondato ad opera del
catapano Basilio Boioannes intorno al 1018. In seguito,
esso cadde sotto il controllo normanno, poi svevo, quindi
angioino. Fiorentino è passato alla storia perché
ha accolto l'imperatore Federico II, deceduto nella sua
domus il 13 dicembre 1250. Nel 1255 il borgo fu attaccato
dalle soldataglie di papa Alessandro IV, nemico degli Svevi.
Intanto agli abitanti di Dragonara, un altro borgo medievale
situato ad ovest di Torremaggiore, di cui resta solo un
castello adibito a usi agricoli, capitò la stessa
sorte, e tutti i suoi abitanti si rifugiarono nei pressi
del Castrum normanno-svevo di Torremaggiore, all'ombra dell'abbazia
benedettina di san Pietro insieme agli abitanti di Fiorentino.
Così, l'abate Leone permise loro di fondare un nuovo
borgo, denominato Codacchio. La fusione dei profughi di
Fiorentino e Dragonara con gli abitanti del casale abbaziale
di Terra Maggiore diede vita all'odierna cittadina di Torremaggiore.
Quest'ultima denominazione prende spunto, molto probabilmente,
dalla torre normanno-sveva che tutt'ora costituisce il nucleo
più antico del Castello Ducale. Per cinque diversi
secoli, la cittadina fu feudo della nobile famiglia de Sangro
(o di Sangro), principi di San Severo e duchi di Torremaggiore.
Il 30 luglio 1627 un devastante terremoto distrusse San
Severo e rase quasi completamente al suolo anche Torremaggiore.
Motivo di vanto per il centro pugliese fu la tranvia elettrica
che lo collegava con San Severo, prima tranvia del Meridione.
Entrò in servizio il 25 agosto 1925, anche se solo
due anni dopo fu completato il tratto con lo scalo ferroviario
sanseverese. Il tram era costituito di due motrici, due
rimorchi e un locomotore, con capolinea presso l'edificio
scolastico "San Giovanni Bosco". L'opera completa
fu inaugurata il 19 giugno 1927 da Augusto Turati. Il 31
marzo 1962, dopo 35 anni di servizio, fu sostituita da un
servizio di autobus. Torremaggiore è inserito nella
zona 2 della classificazione sismica dei comuni italiani.
Il 6 dicembre 1990 furono assassinati l'assessore comunale
Lucio Palma e Antonio Piacquaddio.