San
Pancrazio Salentino è un comune italiano di circa 10.000 abitanti
della provincia di Brindisi, situato nella pianura salentina. Fa parte
dell'Associazione Nazionale Città del Vino. San Pancrazio Salentino
è situato nella piana brindisina, al confine delle province di
Brindisi, Lecce e Taranto. Sorge a 30 km circa di distanza da Brindisi
e dalla costa adriatica, e a 33 km circa da Lecce; la costa ionica è
a circa 15 km di distanza. Il territorio ha un'estensione di 55,93 km2
e un profilo orografico pressoché uniforme: risulta compreso
tra i 40 e i 67 m s.l.m., con la casa comunale a 62 m s.l.m. e un'escursione
altimetrica complessiva pari a 27 metri. Confina con i comuni di San
Donaci, Mesagne, Torre Santa Susanna, Erchie, Avetrana, Salice e Guagnano.
Le coltivazioni agricole coprono un'area di 33,2 km2 circa; la principale
coltivazione, come numero di aziende impegnate e superficie utilizzata,
è quella dell'olivo, con la produzione dell'olio Terra d'Otranto
(DOP), seguita in ordine dalla vite, coltivata ad alberello pugliese
(produzione di Salice Salentino DOC, IGT Salento, vitigni Primitivo,
Negroamaro e Malvasia Nera) e dal frumento. L'allevamento, nel totale
di scarsa entità, è principalmente ovino. Scarsi anche
i terreni boschivi, che coprono un'area di appena 48 ettari, di cui
circa 37 costituiti dalla pineta di Sant'Antonio alla macchia in contrada
Caretta, un bosco artificiale di pinus halepensis che risale agli anni
1950, situato a circa 3 km dal paese. Sono presenti nel territorio comunale
diverse cave in disuso di calcarenite di Gravina, impropriamente detta
"tufo", alcune invase da vegetazione e utilizzate abusivamente
come discariche di rifiuti comuni e industriali. La superficie totale
delle abitazioni occupate da persone residenti è pari a 41,4
ettari, con una media di 117,13 m2 per abitazione. San Pancrazio Salentino
è uno dei luoghi meno piovosi d'Italia. Il comune ricade nella
zona climatica C, con 1160 gradi giorno. Il suolo presenta diverse manifestazioni
carsiche tipiche: pozzi carsici, doline e campi carreggiati. Unico corso
d'acqua è il Canale della Lamia, a carattere stagionale, punto
di scarico della rete di drenaggio urbana.
ORIGINI
E CENNI STORICI
I primi insediamenti nel territorio comunale risalgono all'epoca messapica,
come dimostrano i ritrovamenti archeologici nella zona di Muro Maurizio,
fra Mesagne e San Pancrazio, e in contrada Li Castelli, a 1,5 km a est
dal paese. In quest'ultima area sono stati ritrovati resti di un villaggio
di capanne risalente all'VIII - VII secolo a.C., sostituite alla fine
del VI secolo a.C. da abitazioni più complesse. Un forte processo
di sviluppo urbanistico, alla fine del IV secolo a.C., portò
alla nascita di un notevole centro fortificato. L'area venne abbandonata
verso la fine del I secolo d.C., e utilizzata, con l'arrivo dei Romani,
come campo di sosta e avamposto militare. Nel territorio sanpancraziese
sono presenti tracce concrete del passaggio dei monaci basiliani, in
fuga dall'Oriente. I Basiliani, per scampare alle persecuzioni bizantine,
furono costretti a nascondersi in luoghi solitari come grotte e foreste,
che divennero luogo d'alloggio e di preghiera. A volte, quando non potevano
adattare le grotte naturali, scavavano nella roccia più friabile,
dove creavano dei rifugi simili a pozzi. Ritroviamo in contrada Torrevecchia
la Grotta dell'Angelo, finemente affrescata con immagini di santi, raffigurati
secondo l'iconografia bizantina; altre grotte con altari, giacigli e
pozzi sono in contrada Caragnuli e in contrada Caretta. Il toponimo
San Pancrazio deriva dal nome del santo patrono del paese, San Pancrazio
martire. Un nuovo nucleo abitativo, un casale, sorse infatti fra il
X e l'XI secolo attorno a una chiesetta dedicata al martire, la "venerabilem
ecclesiam S. Pancratii" menzionata in un atto di donazione del
1063 all'Arcidiocesi di Brindisi[4] ed eretta probabilmente con l'aiuto
dei monaci basiliani. È credenza che il martire sia transitato
per queste terre nel viaggio verso Roma. L'attributo "Salentino"
è stato aggiunto solo in seguito, in base a una delibera del
Consiglio Comunale e con Regio Decreto del 21 settembre 1862, per distinguere
San Pancrazio dal comune di San Pancrazio Parmense (ora frazione di
Parma). Nell'XI-XII secolo il territorio sanpancraziese era possedimento
di Goffredo, conte di Conversano. Nel 1107 queste terre furono donate
dalla moglie Sichelgaita all'Arcidiocesi di Brindisi; gli arcivescovi
brindisini assunsero dunque il titolo di Baroni di San Pancrazio. Rimase
mensa brindisina fino al 1866, quando passò in mano allo Stato
in seguito alla soppressione dei beni ecclesiastici. Agli inizi del
XIII secolo la popolazione fu decimata da un'epidemia di peste. Nel
1221 l'arcivescovo Pellegrino ripopolò quindi il centro trasferendovi
cittadini provenienti da Brindisi, che per l'occasione furono esentati
dal pagamento delle decime; nei pressi della Chiesa Parrocchiale fece
costruire il Castello arcivescovile, o Palazzo baronale, utilizzato
come residenza estiva e come dimora nel corso delle visite pastorali
nel circondario. San Pancrazio fu razziato dai Turchi una prima volta
nel 1480, dopo l'occupazione di Otranto; secondo quanto racconta Antonello
Coniger ne Le cronache, il 5 settembre di quell'anno un drappello di
400 cavalieri turchi sbarcò a San Cataldo, devastando i paesi
e massacrando la popolazione dell'entroterra leccese. Un secondo attacco
avvenne nella notte del 1° gennaio 1547; cinque galeoni turchi sbarcarono
a Torre Colimena, nell'attuale territorio di Manduria, sulla costa jonica.
Girolamo Marciano di Severano, in Descrizione, origini, e successi della
provincia d'Otranto, riporta che un drappello di un centinaio di uomini,
guidati da un certo Chria (o Cria), un traditore di Avetrana, saccheggiò
e distrusse San Pancrazio, cogliendo il paese di sorpresa dopo il fallito
tentativo di assalto della cittadina tarantina; quasi tutti gli abitanti
furono rapiti e venduti in Turchia come schiavi. Tali avvenimenti sono
narrati anche nell'affresco che decora la parete sopra l'ingresso laterale
della Chiesa di Sant'Antonio da Padova. L'affresco mostra inoltre l'esecuzione
di Cria, catturato dai sopravvissuti alla strage, legato nudo a un palo
e finito a colpi di pietra e freccia. Nella prima metà del XVI
secolo, l'arcivescovo di Brindisi Girolamo Aleandro, spinto dalla qualità
dell'aria del paese, elesse San Pancrazio sua dimora estiva, soggiornando
presso il Castello arcivescovile. Il casale rimase frazione di Torre
Santa Susanna sino al 1° gennaio 1839, divenendo comune autonomo
della provincia di Terra d'Otranto (in seguito, Provincia di Lecce)
con il decreto regio del 17 dicembre 1838. Si racconta che il re, probabilmente
Federico II, concesse l'autonomia al paese dopo che, mentre vi transitava,
una bambina di nome Chiara Micelli gli offrì un mazzo di fiori.
Nel 1927, con altri 17 comuni della Provincia di Lecce e due comuni
della Provincia di Bari, entrò a far parte della nuova Provincia
di Brindisi.
EDIFICI
RELIGIOSI
La Chiesa Matrice (chiamata anche Chiesa Madre) è situata al
centro del paese di fronte al municipio, in Piazza Umberto I. La chiesa,
dedicata a San Pancrazio martire e a San Francesco d'Assisi, ha una
pianta a croce latina a navata unica, una facciata neoclassica e una
cupola con lucernario. I lavori di costruzione iniziarono nel luglio
del 1860 e terminarono nel 1872, anno in cui fu inaugurata.
* Chiesa di Sant'Antonio da Padova;
* Chiesa della Santissima Annunziata;
* Chiesa di San Giuseppe Lavoratore;
* Santuario di Sant'Antonio alla Macchia.
EDIFICI
STORICI
* Castello arcivescovile (o Palazzo baronale);
* Palazzo comunale;
* Municipio vecchio.
MASSERIE
* Masseria Angeli (XIII XIV secolo)
* Masseria Caragnuli (XIII XIV secolo)
* Masseria Caretta (XIII XIV secolo)
* Masseria Guarnacchia (XIII XIV secolo)
* Masseria La Fontana-Inverno (XIII XIV secolo)
* Masseria Leandro (XIII XIV secolo)
* Masseria Lo Farai (XIII XIV secolo)
* Masseria Lubelli (XIII XIV secolo)
* Masseria Marcianti (XIII XIV secolo)
* Masseria Mattarella (XIII XIV secolo)
* Masseria Montefusco (XIII XIV secolo)
* Masseria Morigine (XIII XIV secolo)
* Masseria Perrone (XIII XIV secolo)
* Masseria Pezza (XIII XIV secolo)
* Masseria SanBiasi (XIII XIV secolo)
* Masseria Sierri (XIII XIV secolo)
* Masseria TorreVecchia (XIII XIV secolo)
* Masseria Campone (XVI XVII secolo)
* Masseria Corte Finocchio (XVI XVII secolo)
* Masseria Iore (XVI XVII secolo)
* Masseria Lamia (XVI XVII secolo)
* Masseria Lo Bello (XVI XVII secolo)
* Masseria Maddaloni (XVI XVII secolo)