..




Ostuni
Puglia

Ostuni (nota anche come Città Bianca) è un comune di circa 33.000 abitanti in provincia di Brindisi. Ostuni sorge su tre colli ad una altezza di 218 metri. È situato a 8 km dalla costa adriatica nell'Altosalento. La Murgia, sulle cui propaggini meridionali si trova la città, è una zona carsica costituita essenzialmente da calcari cretacei. E’ perciò una zona piuttosto arida e priva di corsi d'acqua: al loro posto le cosiddette "lame", letti torrentizi a carattere stagionale, dai solchi poco profondi e dalle pareti ripide. Altra caratteristica dal punto di vista geologico sono le "gravine", dei burroni carsici. Ostuni è culturalmente e geograficamente il primo centro del Salento, tuttavia da un punto di vista strettamente dialettale l'ostunese rappresenta un idioma di transizione appulo-salentina con influenze salentine, ma con importanti contributi del dialetto tarantino e barese. Le attività economiche più importanti sono il turismo e l'agricoltura (soprattutto ulivi e viti). Importanti e numerose le presenze di strutture dette "masserie", ovvero antiche fattorie fortificate presenti sia nella selva ostunese che nella marina, dove si svolgeva l'attività agricola dei grossi proprietari terrieri. Dal secondo dopoguerra a oggi, accanto allo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione ad essa correlata (olio, mandorle, vino) , la città è diventata una rinomata meta turistica, riuscendo a valorizzare i suoi beni culturali, storici e architettonici. Numerosi villaggi turistici, come ad esempio Rosa Marina, sono sorti sul litorale, uno dei più puliti della costa pugliese. La caratteristica più peculiare del centro storico, che così tanto affascina i turisti, è l'imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L’uso, attestato sin dal medioevo, deriva, oltre che dalla facile reperibilità della calce come materia prima, dalla necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa. Come già detto, questo costume ha rivestito anche un ruolo importante storicamente nel XVII secolo, quando l’imbiancatura a calce fu l'unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne la distruzione. Questo uso fa sì che Ostuni sia denominata spesso Città Bianca o Città Presepe, ed è una caratteristica che la rende riconoscibile e indimenticabile ai visitatori.

ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio di Ostuni era già frequentato nel paleolitico medio (50.000-40.000 anni fa) da cacciatori neanderthaliani. La zona collinare, sede di numerose grotte, offriva dei perfetti rifugi naturali per le primitive comunità umane. Nel paleolitico superiore le tracce di presidi umani diventano più consistenti: gli scavi effettuati hanno permesso il rinvenimento di reperti ossei e ceramici. Tuttavia la testimonianza più eclatante rimane il ritrovamento di Delia, lo scheletro di una donna di circa 20 anni prossima al parto e del suo feto. Il corpo, deposto in una grande buca, è in posizione contratta, col capo ricoperto da una specie di cuffia composta da centinaia di piccole conchiglie. L'appartenenza della donna ad un gruppo di cacciatori è documentata dai resti del corredo, ossia selci e denti di cavallo e di bue primitivo. La sepoltura, denominata Ostuni 1°, è unica al mondo: risalente a circa 25.000 anni fa, è ubicata nella grotta di Santa Maria di Agnano, presso l'omonima masseria. Un calco di questa sepoltura può essere esaminato presso il "Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale", nell’ex convento delle Monacelle, nel centro storico di Ostuni. Al neolitico appartengono invece gli insediamenti di Lamaforca e San Biagio, mentre reperti dell'età del bronzo sono stati ritrovati negli scavi in zona Lama Morelli. Il primo nucleo cittadino fu fondato dai Messapi, un'antica popolazione italica che si stanziò nel Salento nel VII secolo a.C.; i Messapi erano un popolo abile costruttore di strade e città, e probabilmente trovarono l’ubicazione per la futura città, in cima a un colle dalle pareti molto ripide (murex in latino, da cui proviene per l’appunto il termine Murgia) molto interessante dal punto di vista logistico. Alcuni odierni scavi nei pressi del foro Boario (la zona prospiciente le mura medievali), col rinvenimento di tombe del IV – II secolo a.C., documentano l’ubicazione di un centro abitato la cui estensione andava dai fianchi della collina alla piana digradante verso il mare. Nel III secolo a.C. il Salento fu conquistato dai Romani, e con esso Ostuni: poco si sa del periodo romano, anche se probabili tracce rimangono in alcune masserie, sorte sulle fondamenta di antiche ville romane. Poco si sa anche riguardo all’etimologia della parola Ostuni: forse dal latino “Sturnium”, termine mediato dal messapico, o più probabilmente dal greco “Astu Neon” (“astu” cittadella fortificata, “neon” nuova).
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Ostuni (come il resto del Salento) fu invasa da Ostrogoti, Longobardi, Bizantini, Saraceni e infine Normanni. Sotto i bizantini, nell’876 diventò diocesi e rifugio dei monaci basiliani provenienti da Siria ed Egitto: minacciati dai Turchi e dall'iconoclastia, i monaci si rifugiarono nelle stesse grotte che avevano dato rifugio agli uomini primitivi. Intorno all'anno Mille ad Ostuni c’erano quattro porte (delle quali oggi si conservano solo Porta Nova e Porta San Demetrio) unite da una strada circolare che correva lungo le mura e i torrioni, per sfociare poi in piazza del Moro, il centro della vita commerciale e politica della città nel Medioevo. La particolarissima conurbazione del borgo medievale, con le case addossate le une alle altre e la presenza di domus palatiate a più piani, risale proprio a questo periodo storico e si spiega sia con esigenze difensive sia col voler sfruttare appieno in larghezza ed altezza tutto lo spazio disponibile all’interno delle mura. Fra l'XI e il XIII secolo Normanni e Svevi intensificarono la coltivazione dell'ulivo. Ostuni si aprì al commercio con gli Angioini, i quali fortificarono la città e rifondarono, sulle rovine dell’antica Petrolla, il porto di Villanova (la frazione costiera del paese): lo stesso porto venne usato anche per le Crociate. Nel XII secolo Goffredo III, conte di Lecce e funzionario del re Ruggero II, con giurisdizione militare sul territorio d'Otranto (le attuali province di Brindisi, Lecce e Taranto), ricevette l'ordine di costruire un castello (chiamato poi Castello Normanno) sulla cima della collina di Ostuni; oggi, purtroppo, di quella costruzione imponente e ben fortificata, rimangono solo una torretta e il giardino (chiamato ora Giardino Zurlo). Nel 1507 Ostuni passò al ducato di Bari di Isabella d'Aragona e della figlia Bona Sforza: sotto il dominio spagnolo cominciò così il periodo d’oro della città, sia dal punto di vista economico che culturale. I duchi concessero a Ostuni onori e privilegi, rafforzarono le fortificazioni delle mura cittadine e dotarono il litorale delle torri Pozzella (oggi diroccata e chiamata dagli ostunesi “Torre sgarrata”) e San Leonardo. Il periodo rinascimentale corrisponde anche al massimo sviluppo urbanistico della città: il numero di abitanti tocca ormai quota 17.000. All’impianto medievale del centro storico si aggiungono numerosi nuovi edifici riconoscibili dai portali con le caratteristiche cornici ad architrave (un esempio architettonico in tal senso è la chiesa dello Spirito Santo, eretta nel 1637). Ma nel XVII secolo cominciò una fase di declino: infatti nel 1639 Filippo IV d'Asburgo, a fronte dei debiti per la guerra dei trent'anni, vendette Ostuni agli Zevallos, una famiglia di mercanti che trattò la città alla stregua di feudo personale: anche la popolazione crollò al di sotto dei 10.000 abitanti. Fu durante questo periodo storico che la peste imperversò nella zona, pur risparmiando proprio Ostuni: questo perché era invalso l’uso di imbiancare le abitazioni con la calce, in quanto disinfettante naturale. Questa pratica non solo bloccò il contagio, ma, perpetratasi nel tempo, rende ancora oggi la Città Bianca così peculiare a distanza di secoli. Con i Borboni la città fiorì nuovamente. Ostuni si espanse in direzione dei vicini colli di Casale, Cappuccini, Sant'Antonio e Molino a Vento. Il centro della vita cittadina si spostò da piazza del Moro all’odierna piazza Libertà, dove si trova oggi il Municipio (e una volta sede del Convento dei Francescani). Fu proprio in questa piazza che Giuseppe Greco, nel 1771, innalzò la colonna in onore di Sant'Oronzo, il quale secondo la tradizione popolare aveva preservato la città dal contagio della peste. La pregevole colonna, alta 20 metri, ha in cima la statua del santo benedicente e, ai quattro angoli della balaustra a mezz'altezza, le statue dei santi Biagio, Gaetano, Irene e Lucia. Ai primi dell'Ottocento, sull'onda degli ideali dell’illuminismo, anche Ostuni venne attraversata da tumulti insurrezionali: vennero fondati un circolo della Giovine Italia e una rivendita carbonara. Durante questi moti Ostuni fu la prima città della Puglia a innalzare il tricolore.

MANIFESTAZIONI
Il 3 febbraio si festeggia san Biagio vescovo, martire, compatrono di Ostuni insieme al protettore sant'Oronzo, i cittadini si recano sempre numerosi sui colli ostunesi dove nella roccia c'è la cripta di san Biagio. Nella giornata del 3 febbraio, numerose funzioni liturgiche hanno lo scopo di rinnovare per i fedeli l'intercessione del santo protettore dei mali della gola, il sacerdote porgendo la reliquia del santo sulla gola del fedele lo libera dai mali della gola. Importante dire che la manifestazione offre la possibilità ai giovani e non solo di vivere un piena giornata tra il verde della "Selva Ostunese", lì dove la gente del posto vi si reca con la propria famiglia, non solo per venerare il Santo ma anche per approfittare degli ampi spazi di campi che offre la terra; attrattiva principale tra i giovanissimi è la scalata del monte sovrastante il santuario, a valle invece lungo le vie che conducono al protettore, si presentano chioschi e bancarelle di ogni genere per soddisfare le esigenze dei più golosi.

I festeggiamenti per il protettore sant'Oronzo durano tre giorni (dal 25 al 27 agosto). Di particolare interesse è la Cavalcata di sant'Oronzo, originariamente Cavalcata dei Devoti, una processione in onore del protettore aperta e guidata dal Gruppo Scout Ostuni 1° "Shalom", nella quale sfilano esponenti del clero e dell'amministrazione comunale, seguiti da cavalli e cavalieri, bardati con gualdrappe e divise rosse ricche di ricami e lustrini, che si svolge il 26. I festeggiamenti comprendono anche due fiere e uno spettacolo di fuochi pirotecnici.

A Ferragosto nel centro storico si tiene la "Sagra dei Vecchi Tempi" dove, oltre a gustare i piatti tipici della gastronomia locale, si possono ammirare gli artigiani che ripropongono mestieri ormai scomparsi.

Ogni seconda domenica del mese, nei pressi della Villa Comunale, si svolge un caratteristico e frequentatissimo mercatino dell'antiquariato denominato "Zacaredde".

Dal settembre 1998 si svolge il Festival di Marinando. Rassegna di teatro e video che ha come argomento il mare e la pesca, per scuole medie italiane e, dal 2005, anche straniere del bacino mediterraneo. Nel 2007, dal 9 al 16 settembre, scuole di Albania, Croazia, Egitto e Spagna. Il festival è promosso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

.