Orta
Nova è un comune italiano di circa 17.000 abitanti
della provincia di Foggia in Puglia. Orta Nova è
dotata di stazione ferroviaria sulla ferrovia Adriatica,
la quale è servita da treni regionali per Foggia
e Bari. I collegamenti stradali sono inoltre assicurati
dalla Strada Statale 16 Adriatica.
ETIMOLOGIA
Deriva dal tardo latino hortua, ossia giardino, orto. La
specifica risale al 1862 e lo distingue dagli omonimi.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il sito di Orta Nova è citato come punto di riferimento
geografico in atti notarili del 1142. Come casale, compare
in un documento del 1184 alle dipendenze dell'Abbazia di
Venosa. Si ha notizia di una residenza imperiale, fatta
erigere da Federico II, che ne affidava l'esecuzione all'architetto
Anseramo da Trani. Un frammento epigrafico - rinvenuto alla
fine del XVIII secolo e del quale permane solo una documentazione
fotografica realizzata dall'Haseloff agli inizi del '900
- fa cenno a tale residenza. Da questa sede Federico II
emise nella primavera del 1240 numerosi editti, raccolti
nei Registri della Cancelleria Angioina ricostruita da R.
Filangieri. Tra il 1259 ed il 1263 è documentata
la presenza di Manfredi che, da Orta, emanò il Datum
Orte, atto col quale aveva inizio la fondazione di Manfredonia.
Editti promulgati da Carlo D'Angiò tra il 1266 ed
il 1283 riguardano la ristrutturazione del Castello di Orta
e della Masseria Regia "custodita" dal nobile
Egidio de Ogale nel 1269. L'anno successivo troviamo contergius
- e dunque custode - castri Orte Pietro Galesio, mentre
nel 1271 il carpenterius Giovanni da Toul ripara il "palazzo".
Tra il 1272 ed il 1273, Orta veniva abbandonata dagli abitanti,
inducendo il Carlo D'Angiò ad ordinare di ritornare
nel "Casale", promettendo esenzioni dai tributi.
In questo periodo era custode del castello Roberto de Sancto
Arnulfo. Le ultime notizie di epoca angioina sono del biennio
1275 - 1277, con Paolino Normando custode del Palazzo, e
del 1294, quando Carlo II d'Angiò faceva dono a suo
figlio di questi territori. Con gli Aragonesi, nel 1418,
Orta da proprietà regia diventava feudo dei Caracciolo
insieme a Cerignola. Con una lettera del 1429 la regina
Giovanna II dà incarico di sovrintendere alle necessità
di chi conduceva le greggi al pascolo in Puglia e Capitanata,
istituendo così la "mena", regolata nel
1447 con nuove norme da Alfonso d'Aragona. A tali pascoli,
riuniti in comprensori, fu dato il nome di "locazioni"
e nel 1548 venne istituita la "locazione d'Orta".
Il 2 novembre 1611 il feudo veniva acquistato dai Gesuiti
che iniziarono la trasformazione della residenza imperiale;
nel 1615 è documentata una spesa di 800 ducati per
la costruzione di taverna e masseria; i Gesuiti in seguito
continuarono ad investire, spendendo, nel 1645, 1.500 ducati
per ampliare il palazzo e costruire la Chiesa, demolita
nel 1951 quando scomparve l'arco federiciano studiato dall'Haseloff.
Nel 1731 l'edificio veniva completato, assumendo la conformazione
ad "L", visibile ancora oggi. Attorno al convento
dei Gesuiti ed alla Chiesa sorgevano i primi nuclei abitativi
di Orta Nova. Espulsi i Gesuiti nel novembre del 1767, il
grande feudo ritornò alla corona. Nel 1773, per ordine
di re Ferdinando IV (poi I), furono istituite le colonie
di Orta, Ordona, Carapelle, Stornarella e Stornara: i "Cinque
Reali Siti". Ciascun colono ebbe in affitto renovandum
una partita (10 versure) di terreno sativo, due bovi, le
sementi, una casa con due versure di mezzana ad uso di pascolo.
Le famiglie che concorsero alla censuazione di Orta (105)
e dei villaggi annessi di Ordona (93) e di Carapelle (56)
vennero dalla Capitanata, dalla terra di Bari e dal Principato
Ultra. Le colonie furono poi vendute dal Borboni; e nel
1795, rescisso il contratto, vennero cedute al duca Nicola
de Sangro. In seguito, in un clima di rinnovamento politico
- sociale, il re Giuseppe Napoleone I affrancò gli
abitanti da ogni sospensione sopprimendo la Dogana delle
pecore, per dare migliore assetto ai cinque siti. Per la
legge sul Tavoliere, i coloni furono chiamati a rinnovare
il contratto che da affitto temporaneo divenne perpetuo.
Nel 1806 Orta, con altre colonie vicine, veniva riacquistata
dal Demanio e due anni dopo, con decreto di Giuseppe Napoleone
I, Orta fu eretta a comune autonomo. Il 26 ottobre 1863
ad Orta veniva aggiunto il suffisso Nova per distinguerla
da altre località italiane con lo stesso nome. Secondo
studi recenti la storia di Orta Nova avrebbe origine in
epoca romana per via di una villa romana ritrovata nelle
vicinanze della città.