Erchie
è un comune italiano di circa 9.000 abitanti della
provincia di Brindisi, in Puglia. La cittadina è
situata nel Salento centro-settentrionale. Erchie è
collocato su una pianura dell'entroterra brindisino, a 68
metri sul livello del mare.
ETIMOLOGIA
Potrebbe derivare da templum Herculis, ossia "tempio
di Ercole". L'ipotesi è avvalorata dalla rappresentazione
sullo stemma del paese di Ercole che spezza una colonna.
DA
VEDERE
Grotta del Presbitero o del Padreterno (monumento nazionale)
struttura megalitica di origine messapica.
Contrada Specchia Carcarone dove è stato trovato
materiale del neolitico e romano.
Grotta dell'Annunziata creata probabilmente dai monaci Basiliani,
vi sono tracce di affreschi bizantini.
Chiesa Madre costruita verso la fine del XVIII secolo, la
prima ad essere costruita.
Santuario di Santa Lucia fondato dai fedeli della santa,
ospita nel piano sotterraneo una fonte su cui si basa un
mito su dei monaci che stavano riportando il corpo della
santa a Siracusa.
Chiesa di San Nicola, accanto alla chiesa madre.
Chiesa del Santissimo Salvatore, costruita verso la meta
degli anni '70 del Novecento.
Colonne di Santa Irene e di Santa Lucia (XVIII secolo).
Monumento del Calvario.
Palazzo ducale di Erchie dei Laviano, costruito nella seconda
metà del 1700.
Monumento ai Caduti.
MANIFESTAZIONI
Festa di San Giuseppe (19 marzo): nel giorno di San Giuseppe
vengono allestiti, intorno alla piazza e lungo le strade
che conducono al "Santuario di Santa Lucia", che
conserva la statua del Santo, tavoli imbanditi con pietanze
locali (come le analoghe Tavole di San Giuseppe). Questa
consuetudine viene identificata con il termine dialettale
"Mattra" (nel dialetto locale, che indica una
cassa di legno di forma rettangolare dove si impastava la
farina per preparare il pane fatto in casa: nella festa
diviene simbolo di prosperità ed abbondanza). In
antichità il pranzo era offerto, per devozione al
Santo, dai nobili e dai benestanti del paese ai più
poveri; ancora oggi gli erchiolani mantegono viva questa
tradizione, ripercorrendo ogni anno quello che facevano
i loro avi. Nella Mattra, il piatto fondamentale era la
"Tria" (pasta tipo le tagliatelle); ma sul banco
vi erano anche fritture di pesce, cavolfiori, "lampasciuni"
(cipollette selvatiche) e baccalà. In sostituzione
dei dolci, troppo costosi per l'epoca, si serviva la pasta
col miele e per finire della frutta secca (noci, mandorle,
noccioline). A mezzogiorno, la statua di S. Giuseppe esce
in processione preceduta dal parroco che provvede, durante
il percorso, a benedire, le diverse mattre. Al termine della
processione, uno o più spari segnano linizio
del pranzo. Durante il giorno di San Giuseppe è consuetudine
tra gli abitanti del paese, modellare dei pezzi di pasta
non lievitata a forma di uccello, con due semi di pepe al
posto degli occhi e un filo rosso intorno al becco. Questi
uccelli venivano fatti benedire insieme alle mattre e regalati
poi ad amici e parenti. Questi uccelletti di San Giuseppe
venivano usati per scacciare un temporale, infatti l'usanza
diceva di spezzare l'uccelletto in quattro parti e lanciarli
verso i quattro punti cardinali o i quattro lati della casa
per calmare la tempesta che si stava avvicinando.
Festa di Santa Lucia (2° giovedi dopo Pasqua): oltre
al 13 dicembre, ad Erchie si è soliti celebrare la
festa civile della santa siracusana, il secondo giovedì
dopo Pasqua di ogni anno. Oggi questa ricorrenza è
accompagnata dalla fiera, denominata appunto "Fiera
di S. Lucia" che dura dai tre ai cinque giorni.
Festa di Santa Irene (5 giugno): il 5 giugno di ogni anno,
dal XVIII secolo, viene festegiata ad Erchie Santa Irene,
santa patrona del paese. La leggenda narra che nel 1897,
alle 3 del pomeriggio, arrivò su Oria un violento
ciclone che, oltre a devastare gran parte del paese, causò
circa 70 morti e 400 feriti. Alla stessa ora, un contadino
di Erchie mentre si recava in campagna, si accorse che il
cielo divenne minaccioso e il fortunale si stava avvicinando
sempre più pericolosamente ad Erchie. All'improvviso
il contadino vide nel cielo S. Irene che, circondata da
nuvole, con le braccia aperte fermava la tempesta come in
un abbraccio, ricacciandola lontanto da Erchie e impedendo
così un sicuro disastro.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Erchie, il cui territorio ha restituito reperti risalenti
al neolitico, potrebbe essere stata un centro messapico,
legato ad un luogo di culto del dio Ercole, dal quale avrebbe
ripreso il nome di Herculea (o Heraclea). Dopo la conquista
romana, perse d'importanza per la vicinanza di Mandurium
(Manduria) e soprattutto di Tarentum (Taranto). Nel I secolo
d.C. compare con il nome di Hercle. Verso il X secolo alcuni
monaci basiliani crearono il santuario di Santa Lucia su
un antico luogo di culto messapico sito in una grotta. Ai
monaci basiliani si deve inoltre l'introduzione del culto
di Santa Irene, oggi patrona della città. Tra il
XIII e il XIV secolo la sua popolazione continua a diminuire:
nel 1377 sono attestati una ventina di abitanti e più
che un centro abitato si può parlare di un casale
rurale. Il toponimo nel frattempo si è andato modificando
da Hercle a Herchie. Il ripopolamento del borgo iniziò
nel XVI secolo con l'arrivo di albanesi che fuggivano dai
turchi, ma solo dopo il Seicento il numero degli abitanti
crebbe in modo più consistente. Passò come
feudo dai Montefuscoli, che ricostruirono il centro dopo
le incursioni saracene, ai Mairo, ai Bonifacio, agli Albrizzi
e ai Laviano che nel XVIII secolo fecero costruire il palazzo
ducale. Nel 1754 la popolazione comprendeva 233 foresi (forestieri)
su una popolazione poco inferiore alle mille persone. Oggi
la popolazione è di circa 9000 abitanti.