Andria
è una città co-capoluogo della provincia
di Barletta-Andria-Trani. Andria occupa la 44esima
posizione tra i comuni italiani per numero di abitanti
e la 16esima per superficie. Andria è situata
a 10 km dal Mare Adriatico a 151 m s.l.m., sul pendio
inferiore delle Murge. Ha una superficie di 408 km²,
con una densità di 232 ab./km²; ciò
le permette di essere di gran lunga il centro abitato
con il territorio più esteso di tutta l'area
del nord barese. Ben 12.000 ettari di territorio nel
comune di Andria appartengono al Parco Nazionale dell'Alta
Murgia, istituito nel 2004. Il clima è mediterraneo,
con inverni quasi miti ed estati calde e secche; condizioni
che determinano l'alternarsi di due stagioni favorevoli
alla vegetazione, quali primavera ed autunno. La vegetazione
comprende numerosissime specie selvatiche (pseudo
steppe mediterranea) a cui si contrappongono interminabili
uliveti e vigneti.
DA
VEDERE
* Lo splendido Castel del Monte fatto realizzare nel
XIII secolo da Federico II di Svevia, appartenente
al patrimonio dell'umanità Unesco, è
simbolo della città e di tutta la Puglia;
* La Cattedrale (XII sec.) e la sua cripta (VII sec.);
* Il superbo Palazzo Ducale (residenza fortificata
rimaneggiata nel XVI sec.);
* La chiesa di San Domenico (XIV sec.);
* Porta S.Andrea (XI sec.);
* La chiesa di Sant'Agostino (XIII sec.): costruita
in origine dai Templari, la chiesa passò successivamente
ai Benedettini ed infine agli Agostiniani, che la
ricostruirono dopo gli assedi del 1350. Il portale
gotico, di grande pregio, risale al XIV sec.
* La chiesa di S.Nicola (XII sec.);
* La chiesa di S.Francesco e il suo chiostro (XII
sec.);
* Il Palazzo Comunale;
* Porta Castello (XI sec.);
* Il santuario di S.Maria dei Miracoli (XVI sec.)
e la sua icona bizantina (IX sec.);
* La chiesa di S.Croce (X sec.);
* La chiesa di S.Maria di Porta Santa (XIII sec.).
* La chiesa di Santa Maria Vetere (XIII sec.)
MANIFESTAZIONI
* Fiera d'aprile - Classica di primavera - Fine aprile
* Festival Internazionale "Castel dei mondi"
- 28 agosto/3 settembre
* Festival Suoni Dal Mediterraneo - 8/9/10 settembre
ORIGINI
Esistono diverse versioni delle origini della città
e del suo nome:
* fondazione del mitico Diomede, che le avrebbe dato
il nome di Andros;
* sorta in seguito all'evangelizzazione della zona
ad opera degli apostoli san Pietro e sant'Andrea,
prendendo il nome da quest'ultimo costretto a rimanervi
a lungo per una malattia;
* insediamento in epoca alto-medioevale di nuovi abitanti
negli "antri", che diedero il nome al nuovo
centro. Questi sarebbero stati costituiti dalle rovine
dell'abitato romano di Netium (dove si erano rifugiati
gli abitanti della città di Canne, distrutta
nel corso della seconda guerra punica), che avrebbe
cambiato nome in "Andri", in "Andra"
e infine in "Andria";
* insediamento di monaci basiliani, fuggiti dall'impero
bizantino tra il VII e il IX secolo: anche in questo
caso il nome deriverebbe dal vocabolo latino antrum,
o "grotta", in riferimento ai ripari (le
"Laure") che i religiosi avevano scavato
nella roccia tufacea.
La città comprendeva 12 casali, forse in origine
ville rustiche, e ancora abitati in epoca alto-medioevale,
quando ebbero in gran parte nomi di santi (Sant'Andrea,
San Martino, Santa Caterina, Casalino e San Ciriaco,
che si trovavano all'interno delle successive mura
cittadine, e San Candido, San Vittore, San Pietro,
San Valentino, San Lizio, San Lorenzo, Borghello,
Trimoggia e Cicaglia, che restarono all'esterno di
esse). In un documento del 915 viene ancora citato
come villaggio (locus) e risulta dipendente da Trani.
CENNI
STORICI
Nel 1046 fu sottratta al dominio bizantino da Pietro
il Normanno, insieme a Trani e al resto del suo territorio
e come altri centri (Barletta, Bisceglie e Corato)
divenne una città fortificata, con dodici torri,
tre porte e una rocca nel punto più alto. Al
figlio Pietro II venne riconosciuto il titolo di conte
nel 1073. Ancora nell'XI secolo fu fondata sulle vicine
alture delle Murge l'abbazia benedettina di Santa
Maria del Monte.
Sotto papa Adriano IV (1154-1159) Andria divenne sede
vescovile e venne edificata la cattedrale, al di sopra
di una più antica chiesa del Santissimo Salvatore
o di San Pietro, che ne divenne la cripta. L'ultimo
dei conti normanni discendenti di Pietro fu il conte
Ruggero, che combatté nel 1176 a Legnano con
Federico Barbarossa. Nel XIII secolo fu fedele al
dominio svevo e fu residenza del re Federico II, che
nei pressi fece costruire il celebre Castel del Monte,
sul sito della precedente abbazia benedettina normanna.
Sotto il dominio angioino fu data in dote a Beatrice,
figlia di Carlo II d'Angiò e sposa di Betrando
del Balzo, che risiedette nella città dal 1308
alla sua morte nel 1330. La città passò
in eredità alla figlia Maria, che nel 1345
la vendette al padre. Questi a sua volta la cedette
al figlio, Francesco I del Balzo, che ottenne il titolo
ducale, mentre la moglie Sveva Orsini fondò
il convento di San Domenico. Nel 1350 la città
fu assediata e saccheggiata dalle forze di Luigi I
d'Ungheria, in lotta con la regina Giovanna I. Nel
1431 il ducato passò al nipote di Francesco
I, Francesco II. Nel 1438 venne rinvenuto il corpo
del santo protettore della città, San Riccardo
d'Inghilterra, che era andato disperso durante il
precedente assedio: in memoria dell'episodio fu istituita
una festa ("Fiera d'Aprile") che si teneva
dal 23 al 30 di aprile. Francesco II, cognato del
re di Napoli Ferdinando I d'Aragona, ottenne il titolo
di Gran Connestabile del Regno. Alla morte di Francesco
II nel 1482 divenne duca il figlio Pirro, che partecipò
nel 1485 alla congiura dei baroni e venne messo a
morte. La figlia Isabella, moglie di Federico d'Aragona
portò il ducato alla casa reale e il marito
lo governò fino al 1496, quando divenne re
di Napoli. Dopo la conquista del regno di Napoli da
parte del re di Spagna Ferdinando il Cattolico nel
1504, Andria venne assegnata al "Gran Capitano"
Consalvo di Cordova e poi al nipote di questi Fernando
Consalvo II, Questi vendette la città nel 1552
a Fabrizio Carafa, conte di Ruvo e parente del papa
Paolo IV, che sistemò splendidamente il Palazzo
ducale. A questi succedette nel 1554 il figlio Antonio
Carafa; la madre e il fratello, Vincenzo Carafa, che
nel 1571 aveva partecipato alla battaglia di Lepanto
fecero edificare nel 1577 il convento dei Cappuccini.
Al successore, Fabrizio II Carafa si deve la costruzione
del convento dei Benedettini e della basilica di Santa
Maria dei Miracoli, in seguito alla scoperta nel 1576
di una icona miracolosa. Nel XVII secolo la città
fu sempre sotto il dominio dei Carafa, in continuo
conflitto con il vescovo e il capitolo della Cattedrale,
con il quale la famiglia divideva il possesso della
maggior parte delle terre. Nel 1656 un'epidemia di
peste ne decimò la popolazione e nel 1741 un'invasione
di cavallette. Nel 1797 la città ottenne di
poter eleggere il proprio sindaco e nel 1799, al momento
della Repubblica partenopea, fu assediata dall'esercito
francese, appoggiato dallo stesso conte Ettore Carafa,
che trovò la morte nei combattimenti. Nel 1806
gli eredi dei Carafa vendettero il Palazzo ducale
alla famiglia Spagnoletti Zeuli. Per la sua fedeltà
a Ferdinando IV ottenne il titolo di città
regia. Sotto il governo napoleonico e i regni di Giuseppe
Bonaparte e di Gioacchino Murat fu abolito il sistema
feudale e soppressi molti conventi, mentre vennero
allargati i diritti elettorali. Nel 1818 la diocesi
si allargava alle città di Canosa, Minervino
Murge e Montemilone, mentre la città viveva
un periodo di sviluppo demografico e si espandeva
al di fuori della cinta muraria. Durante il Risorgimento
vi ebbe sede la carbonara "Società degli
Spettri" e una sezione della Giovine Italia.
Circa 100 uomini di Andria, guidati da Federico Priorelli
e da Niccolò Montenegro, parteciparono spedizione
dei Mille di Giuseppe Garibaldi,. Dopo l'annessione
al Regno di Italia il territorio fu teatro di azioni
di brigantaggio: nel 1865 vi fu fucilato il capo-brigante
Riccardo Colasuonno ("il Ciucciariello").
L'abolizione del latifondo e la confisca dei beni
ecclesiastici diede impulso alla formazione di una
borghesia terriera, sviluppando le produzioni agricole
specializzate e un fiorente artigianato. Anche la
città si accrebbe, vi furono edificate dimore
signorili per i ceti emergenti e vi sorsero due piccole
banche locali e le sedi di diversi partiti politici.
Grazie allo sviluppo economico, Andria non fu particolarmente
toccata dal fenomeno dell'emigrazione. Durante il
regime fascista alcuni terreni (Montegrosso, Trojanelli)
vennero suddivisi tra i reduci della prima guerra
mondiale. Dopo l'armistizio del 1943 la città
subì devastazioni da parte dei tedeschi, fino
all'arrivo degli Alleati. Dopo la seconda guerra mondiale
, nel marzo del 1946, il rifiuto di una ditta locale
di assumere quattro reduci, scoppiò una rivolta
contadina, che vide il sequestro di alcuni proprietari
terrieri e l'erezione di barricate. Ci furono scontri
cruenti con le forze dell'ordine e sembrò che
fosse stato trovato un accordo: ma al momento del
discorso che doveva tenere il celebre sindacalista
Di Vittorio fu sparato un colpo d'arma da fuoco, facendo
rinascere i disordini: fu assaltato il palazzo di
una famiglia di proprietari terrieri (i Porro) e vennero
linciate due anziane sorelle (Carolina e Luisa Porro).
In seguito a tali fatti fu inviato l'esercito che
riuscì a sedare la rivolta con una dura repressione.
Si manifestò in quel periodo una crisi economica
in seguito alla quale diversi abitanti furono costretti
ad emigrare. A partire dagli anni Cinquanta si ebbe
una progressiva ripresa economica, favorita dall'inaugurazione
nel 1965 della linea ferroviaria che metteva in comunicazione
Bari con i comuni del nord della provincia.