LA STORIA
Nel secolo
XIII, a seguito del notevole impulso dei commerci marittimi dovuto
alle repubbliche marinare, si diffusero in Italia i "vini
greci", in particolare Moscato e Malvasia.
G.B. Croce nel famoso "Dell'eccellenza e delle diversità
dei vini", relativamente alla zona del torinese, cita la
malvasia "buona da mangiare e per fare un vino dolce che
conserva il sapore dell'uva".
Alla corte sabauda riscuotono successo i vini dolci e aromatici
che giungono al porto di Genova, tanto che nel 1594 Carlo Emanuele
I di Savoia emette una nuova gabella per le "malvasie, le
taggie e altri vini".
Per soddisfare la richiesta di questo vino, si impiantarono quindi
nel Monferrato vigneti con vitigni di Malvasia, che col tempo
rimasero solo nelle zone più ad essi vocate; ed è
per ciò che la zona di Casorzo è rimasta come prerogative
dell'eccellenza di questo vino.
L'UVA E IL
TERRITORIO
La sua zona
di produzione, è di circa 50 ettari distribuiti nel territorio
di Casorzo e di alcuni comuni limitrofi. Il vitigno "Malvasia
di Casorzo", specificato appositamente per tutelarne la sua
tipicità e unicità, ha una longevità piuttosto
lunga, ha una maturazione medio- tardiva ed offre produzioni abbondanti
e costanti, tanto che abitualmente i viticoltori operano un dirado
estivo dei grappoli, per aumentarne la qualità. Il grappolo
è medio-grande, di forma piramidale, piuttosto compatto:
questo, insieme alla robustezza dell'acino, rende l'uva malvasia
poco sensibile alle malattie fungine e agli agenti atmosferici.
Il raccolto è impiegato esclusivamente per la produzione
del vino rosso omonimo, con apposita tecnologia nella sua vinificazione.
LA VINIFICAZIONE
La vendemmia
avviene a fine Settembre. Le uve vengono diraspate, pigiate e
immesse in moderni vinificatori in acciaio inox con temperatura
controllata, dove inizia la fermentazione. Una parte del mosto
viene subito separato dalla massa con vinacce e gestito a parte,
al fine di salvaguardarne al massimo gli aromi primari e il tenore
zuccherino. La parte restante, allo scopo di facilitare l'estrazione
del colore e degli aromi sviluppatesi dalle bucce, si lascia fermentare
parzialmente, e quindi si blocca la fermentazione mediante refrigerazione,
una volta ottenuti circa 3 gradi alcolici. Il mosto riunito, separato
dalle parti solide, viene chiarificato e illimpidito. Quindi viene
mantenuto in appositi contenitori a 0°C in attesa dell'allestimento
per l'imbottigliamento. La lavorazione per l'ottenimento del tipo
spumante si distingue per alcune modifiche. Le uve, scelte tra
quelle con più alto contenuto zuccherino, diraspate e pigiate
si lasciano fermentare debolmente allo scopo di estrarre non troppo
colore dalle bucce. Raggiunta l'intensità desiderata, si
sottopone il mosto parzialmente fermentato a refrigerazione, chiarifica
e conservazione, prima delle operazioni di spumantizzazione.
IL VINO NELLE
DIVERSE TIPOLOGIE
Caratteristiche
comuni del Malvasia di Casorzo sono: Colore rosso rubino più
o meno marcato, alla degustazione si percepiscono descrittori
fruttati e floreali, in particolare: rosa, pesca, albicocca, miele
e lampone. Quasi tutti sono di origine primaria, ovvero già
contenuti nell'uva, Il basso contenuto di sostanze tanniche e
l'acidità moderata conferisce una tipica morbidezza.
Il Malvasia di Casorzo tappo raso viene ottenuto facendo
ripartire la fermentazione in apposite autoclavi, fino al raggiungimento
di circa 5 gradi alcolici e di una modesta pressione di 1,5 atmosfere,
per potere, dopo centrifugazione, refrigerazione e microfiltrazione
sterile, essere imbottigliato.
Il Malvasia di Casorzo spumante, dal colore più
tenue, viene anch'esso ottenuto tramite un'ultima fermentazione,
molto lenta, effettuata in autoclave, dove raggiunge una pressione
di 5 atmosfere ed una gradazione alcolica di circa 7 gradi e quindi
imbottigliato.
Il Malvasia di Casorzo passito prevede una resa massima
in vino di 30 ettolitri per ettaro. La tecnica di produzione usata
è l'appassimento in fruttaio: l'uva, raccolta a maturazione
avanzata, viene conservata su graticci in locali o porticati ed
esposti nelle belle giornate al sole, per un periodo che può
durare anche 4 o 5 mesi. Così si conservano intatti i quadri
aromatici.
CONSUMO E
ABBINAMENTI
Il Malvasia
di Casorzo, tappo raso e spumante, conservato a temperatura non
superiore a 16°C, mantiene la sua fragranza per 2 - 3 anni.
Va servito a 8° - 10°C abbinandolo a pasticceria secca,
come i krumiri di Casale, crostate di frutta, torte di nocciole.
Ottimo anche con le macedonie di frutta, e per cocktails dissetanti.
Il tipo passito, di eccellente evoluzione (6 - 8 anni), si abbina
anch'esso a pasticceria a base di mandorla (amaretti e cantuccini)
e si sposa bene pure con il cioccolato e con la crema gelato.
Il Malvasia
di Casorzo è quindi espressione di gradevolezza e di festa.
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