CANTINA SOCIALE
di CASORZO e ZONE LIMITROFE
Società Agricola Cooperativa


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MALVASIA DI CASORZO

Tra i vini autoctoni della provincia di Asti citiamo una piccola ma significativa DOC:
il Malvasia di Casorzo (o Casorzo), un vino dal profumo incantevole e dalla dolcezza raffinata.
Il riconoscimento a Denominazione d'Origine Controllata risale al lontano 1968, e ciò ha contribuito notevolmente all'affermazione sul mercato di questo vino, particolarmente apprezzato dai consumatori "soft", che lo possono trovare nelle sue diverse tipologie: tappo raso, spumante e passito.

LA STORIA

Nel secolo XIII, a seguito del notevole impulso dei commerci marittimi dovuto alle repubbliche marinare, si diffusero in Italia i "vini greci", in particolare Moscato e Malvasia.
G.B. Croce nel famoso "Dell'eccellenza e delle diversità dei vini", relativamente alla zona del torinese, cita la malvasia "buona da mangiare e per fare un vino dolce che conserva il sapore dell'uva".
Alla corte sabauda riscuotono successo i vini dolci e aromatici che giungono al porto di Genova, tanto che nel 1594 Carlo Emanuele I di Savoia emette una nuova gabella per le "malvasie, le taggie e altri vini".
Per soddisfare la richiesta di questo vino, si impiantarono quindi nel Monferrato vigneti con vitigni di Malvasia, che col tempo rimasero solo nelle zone più ad essi vocate; ed è per ciò che la zona di Casorzo è rimasta come prerogative dell'eccellenza di questo vino.

L'UVA E IL TERRITORIO

La sua zona di produzione, è di circa 50 ettari distribuiti nel territorio di Casorzo e di alcuni comuni limitrofi. Il vitigno "Malvasia di Casorzo", specificato appositamente per tutelarne la sua tipicità e unicità, ha una longevità piuttosto lunga, ha una maturazione medio- tardiva ed offre produzioni abbondanti e costanti, tanto che abitualmente i viticoltori operano un dirado estivo dei grappoli, per aumentarne la qualità. Il grappolo è medio-grande, di forma piramidale, piuttosto compatto: questo, insieme alla robustezza dell'acino, rende l'uva malvasia poco sensibile alle malattie fungine e agli agenti atmosferici. Il raccolto è impiegato esclusivamente per la produzione del vino rosso omonimo, con apposita tecnologia nella sua vinificazione.

LA VINIFICAZIONE

La vendemmia avviene a fine Settembre. Le uve vengono diraspate, pigiate e immesse in moderni vinificatori in acciaio inox con temperatura controllata, dove inizia la fermentazione. Una parte del mosto viene subito separato dalla massa con vinacce e gestito a parte, al fine di salvaguardarne al massimo gli aromi primari e il tenore zuccherino. La parte restante, allo scopo di facilitare l'estrazione del colore e degli aromi sviluppatesi dalle bucce, si lascia fermentare parzialmente, e quindi si blocca la fermentazione mediante refrigerazione, una volta ottenuti circa 3 gradi alcolici. Il mosto riunito, separato dalle parti solide, viene chiarificato e illimpidito. Quindi viene mantenuto in appositi contenitori a 0°C in attesa dell'allestimento per l'imbottigliamento. La lavorazione per l'ottenimento del tipo spumante si distingue per alcune modifiche. Le uve, scelte tra quelle con più alto contenuto zuccherino, diraspate e pigiate si lasciano fermentare debolmente allo scopo di estrarre non troppo colore dalle bucce. Raggiunta l'intensità desiderata, si sottopone il mosto parzialmente fermentato a refrigerazione, chiarifica e conservazione, prima delle operazioni di spumantizzazione.

IL VINO NELLE DIVERSE TIPOLOGIE

Caratteristiche comuni del Malvasia di Casorzo sono: Colore rosso rubino più o meno marcato, alla degustazione si percepiscono descrittori fruttati e floreali, in particolare: rosa, pesca, albicocca, miele e lampone. Quasi tutti sono di origine primaria, ovvero già contenuti nell'uva, Il basso contenuto di sostanze tanniche e l'acidità moderata conferisce una tipica morbidezza.

Il Malvasia di Casorzo tappo raso viene ottenuto facendo ripartire la fermentazione in apposite autoclavi, fino al raggiungimento di circa 5 gradi alcolici e di una modesta pressione di 1,5 atmosfere, per potere, dopo centrifugazione, refrigerazione e microfiltrazione sterile, essere imbottigliato.

Il Malvasia di Casorzo spumante, dal colore più tenue, viene anch'esso ottenuto tramite un'ultima fermentazione, molto lenta, effettuata in autoclave, dove raggiunge una pressione di 5 atmosfere ed una gradazione alcolica di circa 7 gradi e quindi imbottigliato.

Il Malvasia di Casorzo passito prevede una resa massima in vino di 30 ettolitri per ettaro. La tecnica di produzione usata è l'appassimento in fruttaio: l'uva, raccolta a maturazione avanzata, viene conservata su graticci in locali o porticati ed esposti nelle belle giornate al sole, per un periodo che può durare anche 4 o 5 mesi. Così si conservano intatti i quadri aromatici.

CONSUMO E ABBINAMENTI

Il Malvasia di Casorzo, tappo raso e spumante, conservato a temperatura non superiore a 16°C, mantiene la sua fragranza per 2 - 3 anni. Va servito a 8° - 10°C abbinandolo a pasticceria secca, come i krumiri di Casale, crostate di frutta, torte di nocciole. Ottimo anche con le macedonie di frutta, e per cocktails dissetanti. Il tipo passito, di eccellente evoluzione (6 - 8 anni), si abbina anch'esso a pasticceria a base di mandorla (amaretti e cantuccini) e si sposa bene pure con il cioccolato e con la crema gelato.

Il Malvasia di Casorzo è quindi espressione di gradevolezza e di festa.