Trecate
è un comune di quasi 20.000 abitanti (Trecatesi)
della provincia di Novara. È situato circa 9 km ad
est del capoluogo, ed il suo territorio comunale è
bagnato dal Ticino che ne segna il confine orientale con
la Lombardia. Rimarchevole la presenza di numerose industrie
di lavorazione petrolifera e chimica nell'area extraurbana,
nonché di industria farmaceutica nel centro abitato.
ETIMOLOGIA
Di etimo incerto, forse risale al latino tre casae (tre
capanne) oppure è un derivato dal nome latino di
persona di origine celtica Triccus, Tricus con il significato
di "podere di Trico".
DA
VEDERE
Villa
Cicogna
La villa si erge su un luogo particolarmente importante
per Trecate perché, in antico, sulla stessa area
si innalzava il castello di cui oggi non rimane traccia.
Il ricordo dell'antica fortezza rimane nel toponimo di "castello"
con cui si indica ancora Villa Cicogna. La villa riassume
le caratteristiche più significative degli edifici
nobiliari settecenteschi improntati alla funzionalità
ma, soprattutto, all'eleganza delle forme architettoniche
e delle decorazioni. Questa "casa da nobile" è
costituita da due ali che, unite al corpo centrale, formano
un edificio unico senza cortili interni. La facciata di
rigorosa semplicità è abbellita al piano terra
dalle tre porte a vetri centrali dove, nei momenti di maggiore
splendore, trovava posto il giardino d'inverno. I vasti
saloni interni sono completamente privi dell'arredamento
e dei preziosi stucchi e marmi che abbellivano pareti e
camini, i quali furono venduti dai conti Cicogna. Solo gli
affreschi del salone e poche decorazioni sui soffitti restano
a vestigia del passato. Le ultime testimonianze dell'ormai
perso splendore sono il bellissimo giardino inglese, da
poco risistemato, antistante la facciata principale della
villa, ed i tre cancelli in ferro battuto sormontati dal
monogramma dei Cicogna. L'ala sinistra della villa è
impiegata come sede dei volontari della Croce Rossa e da
numerosi associazioni culturali mentre il corpo centrale,
recentemente ristrutturato, ospita una nuova e moderna biblioteca
dotata anche di attrezzature multimediali.
Chiesa
e convento di San Francesco
Il complesso fu fondato dall'Ordine dei Frati Minori Frascescani
nel 1475. L'aspetto odierno è il risultato delle
profonde trasformazioni apportate nel corso del XVII secolo.
Del convento si conserva oggi una parte del primo chiostro,
affrescato nella seconda metà del XVII secolo con
episodi della vita di San Francesco mentre all'interno della
chiesa sono stati recentemente (1985) riportati alla luce
alcuni affreschi cinquecenteschi del Cerano.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Non vi sono testimonianze concrete di insediamenti sul territorio
di Trecate nel periodo preistorico. A partire dal secolo
IX a.C., lungo il corso superiore del Ticino, si sviluppò
la Cultura di Golasecca. Il nome deriva da un luogo situato
nel punto dove il fiume Ticino esce dal lago Maggiore, oggi
paese lombardo. Il fiume era certamente la via di comunicazione
preferita dai golasecchiani, sia verso l'attuale Svizzera
lungo il lago Maggiore, sia verso il Po. Quindi, probabilmente,
anche la sponda trecatese venne frequentata dagli antichi
abitanti, almeno in modo occasionale, non essendo state
trovate indicazioni relative a scali stabili, in grado di
mettere in comunicazione i transiti che avvenivano via fiume
con quelli della terraferma. Anche le invasioni celtiche
del IV secolo a.C. e le successive vicende non hanno lasciato
traccia sul territorio trecatese, sicuramente interessato
da insediamenti, come la è Lomellina o il paese limitrofo
di Romentino, luoghi in cui furono invece rinvenute abbondanti
testimonianze archeologiche. Oggetti risalenti a questo
periodo sono comunque visibili presso il Museo Archeologico
di Novara nella sezione dei Civici Musei che conserva ed
espone, in modo chiaro e semplice, ciò che è
stato trovato sull'intero territorio novarese. Più
numerose sono le testimonianze di età romana. La
colonizzazione si attuò con gradualità sul
territorio a nord del fiume Po a partire dal I secolo a.C.
Il primo legame ufficiale del territorio novarese con Roma
è individuabile nella legge dell'89 a.C. Con questa
legge alle province dei territori padani veniva, infatti,
riconosciuto il diritto latino, diritto che permetteva ai
centri celtici insediati su queste terre una certa autonomia
amministrativa. Ai centri più importanti venne inoltre
concesso un territorio circostante e a Novara si pensa fossero
assegnate le terre della valle del Ticino e del Sesia. Nel
42 d.C. Novara divenne un "municipium", cessando
perciò di essere considerata provincia, e si organizzò
come centro zona dotandosi di edifici pubblici e di una
precisa organizzazione urbanistica. Alla dissoluzione dell'Impero
Romano, Trecate come insediamento unitario e definito non
esisteva ancora. La prima citazione storica di Trecate si
ebbe nell' 840 quando il vescovo di Novara Adalgiso citò
il luogo di "Tercade" a proposito di alcuni diritti
di decima. L'organizzazione religiosa si era infatti diffusa
nel Novarese parallelamente a quella civile e militare.
Furono i Franchi a suddividere il territorio in unità
politico-amministrative, il cui controllo venne affidato
a comandanti militari investiti del titolo di "conte".
Le unità furono dette "comitati". I comitati
franchi in territorio novarese furono quelli dell'Ossola,
Lomello, Stazzona, Pombia e di Burgaria (collocato sulla
riva sinistra del Ticino), a cui appartenevano anche i territori
ora occupati da Trecate. L'appartenenza di Trecate al Contado
di Burgaria è documentata nel testamento dell'imperatrice
Anghelberga, vedova di Ludovico II. Nell' 877 Anghelberga
donava infatti ad un convento di Piacenza la corte di Trecate,
posta nel Contado di Burgaria. Nell' 840, dunque, Trecate
era un villaggio ormai costituito. Quando si formò
questo villaggio e dove fosse situato non può essere
stabilito con precisione. Alcuni indicano il primitivo nucleo
collocato nei pressi della chiesa di Sant' Ambrogio, ora
scomparsa, eretta nella seconda metà del V secolo
o nella prima metà del VI. Altri, invece, sostengono
che il primo borgo di Trecate fosse sito attorno alla chiesa
di San Cassiano, costruita in un'area cimiteriale, come
attestano le necropoli di età romana rinvenute in
territorio adiacente, datate al Il e IV secolo d.C. Anche
questa chiesa è oggi scomparsa, come quella dedicata
a San Michele, santo a cui erano particolarmente devoti
i Longobardi. La chiesa di San Michele era ubicata nell'
area dell' attuale villa Cicogna, verso via Galileo Ferraris:
qui doveva forse essersi stabilito un gruppo di famiglie
longobarde, detto "fara". La "fara"
era probabilmente stata posta a guardia del porto sul Ticino,
in prossimità della consolare Novara-Milano. Nel
1154 Trecate era un villaggio munito di castello posto sotto
la giurisdizione di Milano: era però ancora più
simile ad un agglomerato di fabbricati rurali che non ad
un paese. La posizione geografica del villaggio, in prossimità
di importanti vie di comunicazione e del transito sul Ticino,
determinò nel corso dei secoli, il suo continuo passaggio
dall'una all'altra area di influenza dei Comuni più
potenti, in queste terre rappresentati dal Comune di Novara
- già documentato come autonomo nel 1116 - e da quello
di Milano. Trecate fu continuamente oggetto di contese e
teatro di guerre: forse proprio questo impedì una
sua rapida crescita e un maggiore sviluppo economico. A
questi motivi particolari se ne aggiungono altri, di ordine
più generale. Nel corso del X secolo e ancor più
dell'XI, infatti, le necessità della difesa contro
le incursioni degli Ungari e degli Arabi determinarono il
fenomeno dell'incastellamento. Mentre i feudatari si chiusero
nei castelli, le città ricostruirono le loro mura
e molti abitanti della campagna si rifugiarono in esse.
L'addensamento degli abitanti nelle città determinò
lo sviluppo dell'economia cittadina, mettendo in moto un
meccanismo di crescita sempre più rapida e richiamando
all'interno un numero sempre maggiore di persone. La vita
cittadina ebbe il centro nel mercato, a cui convergevano
prodotti di regioni differenti e i prodotti dell'artigianato
urbano. Il nuovo modo di vivere che si organizzò
dentro le città portò alla nascita del Comune,
con ordinamenti e leggi che tutti dovevano rispettare. I
Comuni furono spesso in guerra fra loro e, proprio nel XII
secolo, anche contro l'autorità imperiale rappresentata
nel 1152 da Federico Barbarossa. Violento fu soprattutto
lo scontro fra l'imperatore e il Comune di Milano, a cui
Trecate era vincolata, scontro che si concluse, con vicende
alterne, nel 1183 con la pace di Costanza, in base alla
quale Trecate passò sotto il dominio del Comune di
Novara. L'antica appartenenza del borgo al Comune di Milano,
rese difficili i rapporti con i nuovi alleati, i Novaresi,
per cui la "villa" di Trecate non ottenne mai
dal comune di Novara il privilegio di trasformarsi in "borgo"
e poter costruire delle mura di difesa. Gli affronti che
i Trecatesi dovettero subire dai Novaresi furono probabilmente
all' origine della devastazione e del saccheggio che essi
operarono ai danni del palazzo comunale di Novara nel 1356,
durante le guerre condotte da Novara - alleata di Milano
- contro il Marchese del Monferrato che proprio in quell'
anno aveva invaso il territorio del comune e parte della
diocesi. Il cronista Pietro Azario dice che: "... da
Galliate e da Trecate erano entrati [in Novara] molti villani.
..così Novara fu riempita di ladroni e mascalzoni
che meditavano di far saccheggio..." Più che
di far saccheggio, Galliatesi e Trecatesi avevano forse
il desiderio di vendicare l'op-pressione che Novara esercitava
su di loro. Infatti la loro ira ebbe, come oggetto, non
i beni dei cittadini novaresi ma le carte del Comune: distrussero
i banchi dei notai, buttarono nel pozzo del Broletto i registri
nei quali erano conservati i diplomi di privilegio della
città, cioè quei documenti che avevano fatto
da supporto all'arroganza dei Novaresi. L'anarchia durò
poco. Nel 1358 Trecate ritornò sotto il dominio di
Novara, al termine della guerra con il Marchese del Monferrato
che dovette restituire Novara e il Novarese ai Visconti.
Il casato si estinse alla morte di Filippo Maria Visconti
nel 1447. Egli, nel 1437, aveva venduto la terra e il luogo
di Trecate a Oldrado Lampugnano, che ne era così
diventato il feudatario. Con la fine dei Visconti e nel
periodo di confusione politica che ne seguì, nel
1447, Trecate riuscì a staccarsi da Novara, e a sottrarsi
al feudatario Lampugnano ponendosi sotto la protezione della
Repubblica Ambrosiana, prima che quest'ultima fosse costretta
a capitolare sotto le armi dello Sforza. Trecate divenne
così libero Comune, con propri Statuti e poté
godere di nuovi privilegi. Fra questi grande importanza
ebbero la concessione del mercato settimanale, da tenersi
in ciascun sabato, i diritti di proprietà e di uso
delle acque della Roggia di Trecate derivata dall' Agogna
e dal Terdoppio, i diritti sul porto di San Martino. Soprattutto,
ai Trecatesi, venne riconosciuta la libertà amministrativa
e giuridica nelle cause civili e criminali. La caduta della
Repubblica Ambrosiana e la salita al potere di Francesco
Sforza nel 1450, determinò un nuovo assetto del borgo
di Trecate che, con Galliate e Cerano, fu uno dei primi
centri ad arrendersi alla sua potenza e a cui consegnò
il castello. In premio ricevette dallo Sforza la riconferma
degli Statuti e la conferma dell'indipendenza dalla città
di Novara ma dovette accettare il ritorno della famiglia
feudataria dei Lampugnano che impose a Trecate il pagamento
di un pesante tributo in denaro. Da questo momento la storia
del borgo si confuse con quella degli altri centri del Ducato
e, a partire dalla fine del secolo XV, con le vicende che
interessarono l'intera Europa. Nel 1499 anche Trecate subì
la dominazione dei Francesi e alla morte del sovrano Francesco
I, avvenuta nel 1535, il borgo con il Novarese e tutto il
Ducato di Milano passò sotto il dominio degli Spagnoli.
La dominazione spagnola si protrasse fino al 1706 e in questo
periodo Trecate continuò ad essere feudo dei Lampugnano.
Con i trattati di pace di Utrecht e Rastadt il novarese
- e quindi anche Trecate - passò dagli Spagnoli agli
Austriaci e, durante questo periodo, nel borgo si assistette
anche all'arrivo di un nuovo feudatario. Infatti nel 1700
era morto il Conte Carlo Francesco Maria Lampugnano lasciando
in eredità la signoria di Trecate all'Ospedale Maggiore
di Milano. L'Ospedale, nel 1732, pose in vendita la signoria,
che venne acquistata dal marchese Giorgio Clerici per 175.000
ducati. In occasione dell'ingresso del nuovo feudatario
nel borgo vennero organizzate feste grandiose che durarono
cinque giorni. Il marchese Clerici trasformò il castello
di Trecate in una "casa da nobile", dove trascorreva
le vacanze e soggiornava durante le battute di caccia, organizzate
nei suoi vasti possedimenti al Ticino. Alla sua morte Trecate
e i suoi territori passarono in eredità al pronipote
Antonio Giorgio, generale dell'esercito austriaco. Dopo
la pace di Vienna il novarese fu annesso al Piemonte e il
generale dovette chiedere al governo sabaudo la convalida
del suo feudo. Il Duca di Savoia Carlo Emanuele III accolse
la richiesta e, con una patente del 1756, concesse al generale
l'investitura del feudo, con l'obbligo di versare 8.000
lire. Il feudo passò poi alla figlia Claudia Caterina,
sposa del Conte Biglia di Milano. La contessa aveva infatti
ottenuto, nel 1778, dal Duca di Savoia Vittorio Amedeo,
l'investitura della signoria di Trecate e la corona baronale
di Sozzago. Con la rivoluzione francese e la successiva
calata di Napoleone in Italia venne a cessare la signoria
di Claudia Caterina: pressata dalle gravose tasse, imposte
dalle nuove autorità, vendette il feudo al conte
Annoni per 40.000 lire in oro. Il conte lasciò il
castello e i terreni ai nipoti conti Cicogna. Il castello
è attualmente proprietà del Comune, che lo
ricevette in donazione nel 1975. Nei primi anni dell'Ottocento,
Trecate - come gli altri paesi del Novarese - rientrò
nella nuova organizzazione imposta da Napoleone, che aveva
riordinato a livello pratico ed amministrativo i suoi possedimenti.
La Repubblica Italiana venne divisa in dipartimenti ciascuno
dei quali era a sua volta ripartito in distretti. La provincia
di Novara venne denominata Dipartimento di Agogna e fu suddivisa
in diciannove distretti. Trecate faceva parte di questo
dipartimento e del distretto di Novara. I primi anni dell'Ottocento
non furono facili per la popolazione trecatese poiché,
a causa della calata delle truppe francesi, era costretta
ad alloggiare i soldati e ad ospitare gli ufficiali in abitazioni
private. Per le truppe la comunità doveva provvedere
al vitto, al mantenimento dei cavalli e al trasporto delle
merci al porto sul Ticino. Ad aggravare la situazione bande
armate percorrevano le campagne commettendo ruberie di ogni
genere. A partire dal 1814, con il ritorno dei Savoia, il
paese fu coinvolto nelle vicende del Risorgimento. Con l'armistizio
di Villafranca e la pace di Zurigo la Lombardia entrò
nell'orbita sabauda accanto alla Toscana e all'Emilia che,
con un plebiscito, votarono l'annessione al Piemonte. L'unione
della Lombardia con il Piemonte fu causa di mutamenti profondi
nella vita del paese di Trecate: dal momento che non era
più una località di confine il posto di dogana
fu abolito; la linea ferroviaria che negli anni precedenti
terminava a Trecate fu collegata con il tratto costruito
dagli Austriaci in Lombardia; il nuovo collegamento fece
gradualmente scomparire il servizio di diligenze e la mancanza
di viaggiatori costrinse alla chiusura molti alberghi della
zona. Anche lo stesso paesaggio mutò aspetto: la
brughiera incolta ed abbandonata presso la zona di confine
venne lottizzata e trasformata in zona agricola. In questo
secolo si conclusero i processi storici e sociali iniziati
nella seconda metà del secolo precedente e caratterizzato,
da un punto di vista storico, dalle guerre d'indipendenza
e, da un punto di vista economico, da una nuova organizzazione
votata all'agricoltura. Fondamentale fu, infatti, per il
territorio novarese, l'apertura dei grandi canali d'irrigazione
quali il Cavour nel 1864 e il Quintino Sella nel 1874 a
cui si affiancò, nel 1954, il Regina Elena. L'assetto
moderno del territorio venne anche impresso dalle nuove
arterie di comunicazione ferroviaria, che furono aperte
fra il 1854 e il 1859, i cui effetti in Trecate sono già
stati sottolineati nelle pagine precedenti. Più tardo,
del 1888, fu invece il collegamento con Domodossola e il
Sempione. Trecate, perciò, come tutto il territorio
novarese vicino al fiume Ticino, seguì il modello
di sviluppo più diffuso, che vedeva nell'industrializzazione
nuove possibilità economiche. Dapprima legata alla
tessitura, l'economia trecatese trovò, intorno al
1950, nuovi elementi di attività nell'area chimica,
anche grazie alla costruzione di un oleodotto proveniente
da Novi Ligure.