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Santena
(pron. Sàntena) è un comune della provincia
di Torino in Piemonte. Santena è un comune di
pianura situato a sud-est di Torino, alla destra del
fiume Po. È attraversato dal torrente Banna che
divide in due la città. La rivoluzione industriale
del XIX secolo non ha prodotto mutamenti dell'economia
di questa città che ancora a fine Ottocento fondava
la sua ricchezza sulla produzione agricola. Oggi i santenesi
coltivano soprattutto pesche e asparagi, rinomati in
tutta Italia per la loro elevata qualità. Nel
corso del XIX secolo si è registrato un notevole
incremento della popolazione. Nella prima metà
del Novecento la crescita demografica ha subito una
battuta di arresto, mentre si è assistito ad
un vero e proprio boom demografico a partire dagli anni
Sessanta. Un aumento così grande del numero degli
abitanti è stato determinato dalla crescente
offerta di lavoro da parte della vicina area industriale
torinese: nel 1960 a Santena, su 4.388 abitanti, ben
1.500 risultavano essere operai.
ETIMOLOGIA
Il nome del comune ha origini latine: la maggior parte
degli studiosi sostiene che derivi dal latino Santula.
Il toponimo è conosciuto dal 1176 e trova riscontro
in una variante ritrovata nel 1182 con Santana.
DA
VEDERE
Il cuore dell'abitato sorge lungo le sponde del torrente
Banna. L'urbanistica è caratterizzata da due
piazze principali: la prima, simmetrica ed elegante
si trova di fronte al castello che fungeva da dimora
estiva dei marchesi Benso di Cavour. La seconda situata
di fronte alla chiesa di Santi Apostoli è dedicata
alla memoria del marchese Compans di Brichanteau.
I dintorni di Santena sono luoghi ricchi, oltre che
di bellezze naturali, anche di opere architettoniche
di grande valore artistico. Verso levante, lungo la
strada che porta a Poirino sorge l'antico Castello
di San Salvà . Il nome dell'edificio deriva
da quello dei canonici del Santo Salvatore di Torino,
i quali ebbero il dominio su Santena tra il 1029 ed
il 1191. Il castello a pianta quadrata si eleva su
un'altura ed è adornato da tre piccole torri
e da una più grande porta a nord-est incoronata
a bertesca, con ballatoio e merli. Su di esso è
incastonato un orologio. Un grande scalone all'interno
porta agli appartamenti con una galleria degli antenati
di famiglia e con una preziosa biblioteca. Lungo la
strada statale che da Torino porta ad Asti, poco oltre
gli svincoli autostradali in direzione Fontaneto,
sorgono i resti del Castello di Ponticelli: si tratta
in pratica di una piccola torre a pianta circolare
oggi inglobata in una cascina. La tradizione indica
tale castello come dimora estiva del ramo cadetto
dei marchesi Benso, divenuti in seguito conti di Cavour.
In esso fecero testamento Manfrino Benso nel 1351
e Manfredo nel 1362. L'antica chiesa di Ponticelli
viene nominata in una bolla di papa Alessandro III
del 1176. Verso Villastellone sorge invece la frazione
della Trinità. Il nome della località
deriverebbe da quello di una graziosa cappella dedicata
alla Santissima Trinità e costruita nel XVII
secolo.
IL
CASTELLO
La dimora dei Cavour a Santena è uno dei castelli
più importanti del Piemonte soprattutto per
perché costituisce un unicum straordinario,
ricco di memorie storiche, arredi, biblioteca e archivi.
Fu costruito per volontà di Carlo Ottavio Benso
di Santena tra il 1712 e il 1720 su progetto dell'architetto
Francesco Gallo. Estinta la linea maschile dei Benso
di Santena, con la morte di Gianfrancesco Filiberto
nel 1746, nel 1760 il castello passò ai Benso
di Cavour che ne fecero la loro dimora. Fu in tali
anni oggetto di restauri. Un secolo più tardi
per volontà del marchese Ainardo il castello
fu ampliato e completamente ristrutturato. Fu l'architetto
Melchiorre Pulciano a dirigere i lavori. Alla morte
di Ainardo figlio del marchese Gustavo di Cavour e
della marchesa Lascaris di Ventimiglia, il castello
passò in eredità al cugino conte Roussy
di Sales. La sorella, marchesa Giuseppina Alfieri
ultima discendente della famiglia Benso di Cavour,
nel 1876 riacquistò il castello e tante memorie
cavouriane. Successivamente fu ereditato dalla figlia
Luisa Alfieri, sposa del marchese Emilio Visconti
Venosta. Nel 1947 il marchese Giovanni Visconti Venosta
lasciò in eredità il complesso alla
città di Torino. Nel Castello sono custoditi
numerosi ricordi delle famiglie che vi abitarono,
tra questi una coppa in porcellana di Sèvres,
donata da Napoleone III al conte Camillo Benso di
Cavour, dopo il Congresso di Parigi del 1856. La Sala
del Consiglio è congiunta al Castello da un
terrazzo, misura m. 20 x 9 ed è adorna di bassorilievi
e stucchi: qui il conte Camillo radunava i colleghi
del Ministero per conferenze politiche. Vicino alla
Sala del Consiglio sorge il Castellazzo, un torrione
merlato, unico avanzo del primitivo castello. Al primo
piano si trova la Sala delle Corone con le corone
che cento città italiane portarono in omaggio
a Cavour nel venticinquesimo anniversario della sua
morte. Al terzo piano si trova la camera di Cavour,
trasportata qui da Torino, con i ricordi del nipote
Augusto (compreso il proiettile fatale che lo uccise),
morto nella battaglia di Goito nel 1848.
Sul lato sinistro della Chiesa sorge la Cappella del
Castello, costruita nel 1715 dal conte Carlo Ottavio
Benso: qui riposano le spoglie del Conte Camillo Benso
di Cavour. La facciata della cappella è di
ordine dorico; le pareti interne sono rivestite in
marmo; l'altare in fondo alla cappella è in
bronzo.
Accanto al Castello si estende un grande parco di
23 ettari voluto all'inizio del secolo XIX dal marchese
Michele Benso di Cavour e progettato dall'Abate d'Arvillars.
Si tratta di un tipico giardino all'inglese, con collinette
e sentieri curvi, utili per fornire ad ogni passo
una diversa visione prospettica del parco. Il parco,
delimitato a sud dall'argine del torrente Banna, è
ricco di piante secolari autoctone, tra cui faggi,
olmi, roveri, abeti e platani di altezza importante
(fino a 35 m).
LA
PARROCCHIALE
L'attuale Parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e
Paolo fu costruita in stile neobarocco, nel 1921 dall'impresa
edile di Matteo Cavaglià su progetto dell'architetto
Giuseppe Gallo.[2] poi completata dal figlio Bartolomeo
nel settembre 1927. Sostituì la vecchia chiesa
del XVIII secolo, troppo piccola per poter ospitare
un grande numero di fedeli durante le funzioni religiose.
Lungo complessivamente 45 metri, largo 27, alto fino
a 40, si possono ammirare le statue di San Pietro,
San Paolo e San Lorenzo, patrono del comune. Il campanile
è alto 63 metri. Dodici colonne di marmo sorreggono
internamente la struttura dell'edificio, mentre l'abside
appartiene ancora a quella della vecchia chiesa (ampliata
nel biennio 1853-1854 dall'architetto Giuseppe Leoni),
poiché la vicinanza della cappella al castello
non rese possibile la sua demolizione. L'altare maggiore
è sormontato da un grande baldacchino, tipico
delle basiliche romane: la ricchezza dei marmi gli
dona un aspetto imponente. La Chiesa fu aperta al
culto nel 1930 e ufficialmente consacrata dal Cardinale
Maurilio Fossati il 3 febbraio 1940: alla benedizione
seguirono 8 giorni di festeggiamenti, conclusi da
un Congresso Eucaristico Parrocchiale. I dipinti sulle
pareti sono opera del pittore Luigi Morgari. Si distinguono
per la vivacità dei colori e per la snellezza
delle figure. Sulle parete laterali sono raffigurate
scene tratte dal Vangelo, dall' Assunzione di Maria
in cielo', fino all' Annunciazione. Sull'arcata prospiciente
il presbiterio è raffigurato Cristo re e i
popoli di ogni razza che lo adorano. Nell'altare maggiore
furono rinchiuse le reliquie di due santi martiri:
San Fortunato e San Clemente. Il Battistero fu costruito
nel 1943: la vasca battesimale ha la forma di un tronco
di cono, è un unico blocco di marmo scuro e
pesa 27 quintali.
Sotto la Chiesa, con ingresso dalla piazza, vi è
la grotta della Madonna di Lourdes, molto amata dai
santenesi: la statua fu acquistata a Lourdes dal Priore
Pietro Amateis. Di fianco un altare è dedicato
ai Caduti delle ultime guerre, l'altro altare è
dedicato alla Madonna Consolata.
ORIGINI
E CENNI STORICI
L'origine del comune è molto antica. In questo
luogo vennero recuperate alcune suppellettili funerarie
e alcune monete di rame appartenenti al periodo di
Antonino Pio dimostrando che il territorio santenese
era abitato fin dai primi secoli dell'era cristiana.
La nascita dei primi gruppi rurali risale all'Alto
Medioevo. Durante il periodo carolingio e post-carolingio
il villaggio era considerato parte integrante della
corte o curtis chierese. Il primo documento storico
in cui troviamo menzionato il paese risale al 1029
ed è l'atto con cui il marchese e conte di
Torino Olderico Manfredi II e suo fratello vescovo
di Asti, Alrico, fanno donazione del villaggio, piccolo
e povero ai canonici di Salvatore di Torino. Tale
atto fu riconosciuto come valido sia dall'imperatore
Enrico III nel 1047, sia da Federico Barbarossa nel
1159. Tuttavia i chieresi mal tollerarono che un loro
territorio passasse in mani altrui. Da qui derivò
una lunga e grave disputa giuridica che costrinse
i canonici ad appellarsi al Vescovo di Torino, il
quale nel 1184 stabilì che Chieri dovesse rispettare
i diritti acquisiti dai canonici. Questo responso
non fu certo sufficiente ai chieresi che ottennero
comunque un nuovo processo ma la cui sentenza fu ancora
una volta a favore dei canonici. Tuttavia benché
avessero vinto furono costretti a vendere Santena
ad un gruppo di facoltosi chieresi. Così nel
1191 Pietro Gribaldi, Guido di Mercadillo e i figli
di Oberto Merlo, Guido Grasso e Guglielmo Benso diventarono
condomini di Santena. In pratica significava che il
paese tornava ad essere parte della corte chierese
benché fosse formalmente riconosciuta dal vescovo
di Torino. Solamente agli inizi del XIV secolo Chieri
riuscì ad affermare la sua autorità
politica su Santena. Negli statuti del 1311 Santena
risulta come terra chierese. Quando però nel
1351, Chieri passò sotto la dominazione del
conte di Savoia, pur riconoscendo i nuovi signori,
riaffermarono la loro dipendenza feudale dal vescovo.Nella
seconda metà del XIV secolo la storia di Santena
fu segnata da eventi drammatici a causa delle disastrose
conseguenze della guerra che a lungo contrappose il
Principe d'Acaia al Marchese del Monferrato. A partire
dai primi anni del secolo XV la città poté
godere di un lungo periodo di pace e prosperità,
che caratterizzo quasi tutto il secolo. Il secolo
XVI invece fu caratterizzato da numerose guerre, cui
si accompagnarono continue epidemie di peste, inondazioni,
carestie, in particolare per Santena quelle del 1517
e del 1521. Durante il conflitto che contrappose l'imperatore
Carlo V a Francesco I re di Francia, la zona di Santena
e di Chieri subirono lunghi periodi di assedio e violenti
saccheggi, il più grave dei quali fu effettuato
dall'esercito francese nel 1536. La volontà
di ampliare i confini del nuovo regno, costituito
da Emanuele Filiberto costrinse suo figlio, Carlo
Emanuele I, ad una guerra contro i francesi per il
possesso del Monferrato (1627). Nonostante l'appoggio
degli spagnoli quando il duca Carlo Emanuele morì
nel 1630 il suolo piemontese venne occupato completamente
da truppe nemiche. Molte altre invasioni caratterizzarono
il corso del XVII secolo e Santena come gli altri
paesi vicini e subì effetti rovinosi. Chieri
cercò inoltre di recuperare quella parte di
territorio che nella prima metà del Quattrocento
Santena aveva sottratto al suo dominio. Nel 1728 una
sentenza della dei conti accolse le rivendicazioni
dei chieresi. Da allora in poi Santena si trovò
"chiusa" in un territorio altrui e perse
il pratica tutta la sua autonomia. Nel 1809 durante
l'occupazione napoleonica Santena subì ingenti
danni a causa di una drammatica inondazione, che determinò
lo studio di un piano regolatore per le opere di arginamento
del torrente Banna e di ampliamento dei suoi alvei.
Restaurata la monarchia dei Savoia, i santenesi tentarono
di erigere Santena a comune autonomo. Tuttavia le
loro legittime aspirazioni andarono più volte
deluse fino al 1878, quando, grazie all'opera del
marchese Compans di Brichanteau, Santena fu eretto
in comune.
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Popolazione
10.740 (M 5.285, F 5.455)
Densità per Kmq: 662,6
Superficie: 16,21 Kmq
CAP
10026
Prefisso Telefonico 011
Codice Istat 001257
Codice Catastale I327
Denominazione
Abitanti santenesi
Santo Patrono San Lorenzo
Festa Patronale 10 agosto
Il
Comune di Santena fa parte di:
Rete dei Comuni Solidali: Comuni della Terra per
il Mondo (Recosol)
Località
e Frazioni di Santena
Broglietta, Cappellette, Carolina, Cascina Alberassa,
Cascina Mazzetta, Cascina Termine, Cascina Vignasso,
Case Nuove, Fabaro, Gamenario, Guetto, Luserna,
Ponticelli, Quaglia, San Salvà, Taggia,
Tetti Agostino, Tetti Avatanei, Tetti Barbieri,
Tetti Busso, Tetti Giro, Tetti Nuovi, Trinità
Comuni
Confinanti
Cambiano, Chieri, Poirino, Villastellone.
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