Ovada
è un comune di 12.000 abitanti della provincia
di Alessandria situato nell'Alto Monferrato. La
città si trova alla confluenza dello Stura
di Ovada nell'Orba, posizione strategica per i commerci.
Il nucleo storico si trova infatti su un'altura
che si insinua in questo biforcamento. Qui hanno
sede le attività artigiane e turistiche.
Tutt'attorno si trovano le zone industriali, distribuite
lungo le assi di collegamento con i vicini comuni
di Rocca Grimalda, Molare e Belforte Monferrato.
Il clima di Ovada è tipico del Monferrato
e del basso Piemonte in generale: inverni pittosto
rigidi con abbondanti nevicate, estati fresche e
mai torride. Ovada è zona di produzione dell'omonimo
dolcetto, vino DOC locale.
ETIMOLOGIA
Trae il toponimo dal latino Vadum, che in latino
significa "guado", ad indicare la probabile
esistenza in epoca romana di un luogo di transito
in prossimità della confluenza poco profonda
dei due torrenti. Già nelle lettere di Decimo
Bruto a Cicerone veniva nominata una località
chiamata "Vada", in una posizione strategica
per i commerci tra la Liguria e la pianura.
DA
VEDERE
Il centro storico della città mantiene la
tipica struttura ligure con stretti carrugi e case
dipinte. L'antica chiesa di Santa Maria delle Grazie,
la cui facciata risale al XVIII secolo, è
un edificio cristiano dalle origini remote, probabilmente
un battistero, come ne farebbe supporre la forma
circolare. Di fronte sorge il palazzo Spinola (seconda
metà del XVII secolo).
Ad Ovada nacque Paolo Daneo, proclamato santo e
noto come San Paolo della Croce. La casa natale
di San Paolo della Croce fu dichiarata monumento
nazionale nel 1918.
La chiesa della Confraternita della SS. Annunziata
(XIV secolo) contiene tele di Luca Cambiaso, del
Brea e dello Schiena, nonché un gruppo ligneo
della Madonna del Carmine e uno dell'Annunciazione
opera del Maragliano.
L'antica parrocchiale possiede un'abside romanica
con successivi ampliamenti; ad essa è collegata
la torre civica del 1300. Dopo il trasferimento
della parrocchia, due navate furono trasformate
nella Loggia di S. Sebastiano, mentre la terza navata
fu utilizzata per accedere all'Oratorio di San Giovanni
Battista e della SS. Trinità.
L'oratorio contiene affreschi del Canepa da Voltri
e il gruppo ligneo della Decollazione di S. Giovanni
Battista, ancora del Maragliano.
La chiesa dell'Assunta, seicentesca, domina l'intera
città con i due alti campanili e la cupola.
Al suo interno si può ammirare l'altare maggiore
in marmo, realizzato su disegno dell'Antonelli,
e il grande organo.
Fuori del centro storico sorgono il bel parco di
Villa Gabrieli, il Castello di Lercaro e l'ex Ospedale
Civile, costruito su progetto dell'Antonelli. Di
rilievo è anche il castello di Grillano:
frutto dell'accorpamento di diverse strutture originarie
del XVIII secolo, è stato massicciamente
ristrutturato a fine Ottocento; ospita un'azienda
vinicola attiva dagli anni 1930 ed è inserito
nel circuito dei "Castelli Aperti" del
Basso Piemonte.
Il
santuario di San Paolo della Croce
E' stato edificato nel luogo dove per molti decenni
si ergeva una piccola chiesa prefabbricata, dedicata
a San Paolo della Croce e voluta dalla comunità
di una nuova zona della città che si era
andata nel tempo espandendo con la costruzione di
nuove abitazioni.
Grazie alla donazione di alcuni terreni da parte
di famiglie della zona, nel 1984 è stata
posta la prima pietra e la costruzione è
stata terminata quattro anni dopo. Il progetto architettonico
è del Padre Passionista Ottaviano D'Egidio,
che ha voluto simboleggiare nella pianta semicircolare
e nell'ardita copertura a vela, sostenuta da una
struttura lignea lamellare, l'elevazione dello spirito
umano verso la Divinità. La struttura muraria
è, invece, in cemento armato a vista.
La chiesa, come quella prefabbricata precedente,
è stata dedicata a San Paolo della Croce
e ne è divenuta il Santuario. La sua costruzione
è stata possibile grazie al lavoro di moltissimi
ovadesi, che hanno prestato la loro opera volontaria,
alle donazioni degli istituti bancari cittadini
e all'opera pastorale del parroco don Giovanni Valorio.
ENOGASTRONOMIA
La cucina del territorio, abbinata al prodotto più
importante di queste zone, il vino Dolcetto d'Ovada,
offre pietanze già presenti sia nel territorio
appenninico che quello collinare-monferrino.
La cucina tipica di Ovada presenta una marcata impronta
ligure ed i suoi prodotti principali sono:
gli andarini, un tipo di pasta simile a delle piccole
trofie, che viene accompagnato al brodo di carne
i biscotti della salute, simili ai biscotti del
Lagaccio
i splinsugni d'uò
A testimoniare che Ovada è, anche in campo
culinario, crocevia della cultura piemontese e ligure,
di notevole diffusione sono i "sabaudi"
agnolotti e la "mediterranea" farinata.
MANIFESTAZIONI
Processione di San Giovanni il 24 giugno di ogni
anno. Spettacolare avvenimento religioso (con alcune
punte di paganesimo) con portatori di "casse"
(pesantissimi gruppi lignei antichi)e "cristi"(crocifissi
enormi) che si cimentano in ardite evoluzioni per
le vie del centro storico.
Incontro dell'Amicizia, meeting internazionale di
atletica. Prima edizione nel 1994.
Week-End alla Croce Verde. Porte aperte con sagra
gastronomica.
Paesi e sapori terzo week-end di maggio specialità
gastronomiche dell'ovadese.
MUSEI
Museo Paleontologico Giulio Maini.
RIEPILOGO
EDIFICI RELIGIOSI
Oratorio di San Giovanni Battista
Oratorio dell'Assunta
Nuova Parrocchiale dell'Assunta
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa di Cristo Re (in località Gnocchetto)
Chiesa della Madonna della Neve (in località
Costa d'Ovada)
Chiesa della Concezione
Antica Parrocchiale di San Sebastiano.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Menzionata per la prima volta nel 967 quando Ottone
I dona al Marchese Aleramo una villa in territorio
di Ovada, che era sottoposto al Monastero di S.
Quintino di Spigno Monferrato.
Ovada fece quindi parte della marca aleramica, passando
poi sotto il dominio dei marchesi di Gavi, dei marchesi
del Bosco e infine dei Malaspina, che in varie riprese
(1272-1277) la cedettero a Genova. Occupata dai
duchi di Milano e attribuita alla famiglia Trotti,
fu infeudata agli Adorno, che la tennero fino al
1499, quando il re di Francia Luigi XII la restituì
ai Trotti. Intanto la città si era ingrandita
e possedeva ormai una grande chiesa parrocchiale,
un castello e delle mura, anche se l'agricoltura
era ancora molto poco praticata e la principale
fonte di alimentazione erano le castagne dei boschi
circostanti il borgo. Principale motore dell'economia
del luogo erano invece l'artigianato, grazie allo
stazionamento delle guarnigioni del castello, ed
il commercio, anche se le piccole e pericolose strade
presenti erano poco adatte agli spostamenti.
Nel 1528, in seguito all'ascesa di Andrea Doria
e al passaggio della Repubblica di Genova sotto
la protezione dell'Impero, Ovada, che nel frattempo
si era ribellata ai suoi feudatari, fu conquistata
in questo momento di debolezza dalle truppe di Bartolomeo
Spinola, poiché la Repubblica di Genova da
molto bramava il controllo sulla città, mentre
nel 1594 San Giacinto ne venne proclamato Santo
patrono.
Colpita da una grave carestia nel 1625 e poi dalla
peste del 1630, Ovada perse i 4/5 della popolazione.
Usciti dal contagio in pochi mesi, i cittadini decisero
di erigere la chiesa della Beata Vergine della Concezione,
e nel 1694 nacque San Paolo della Croce. Ancora
sotto il dominio genovese, nel 1746, durante la
guerra di successione austriaca, fu occupata dalle
truppe austro-piemontesi, che la tennero per tre
anni. Dopo questi avvenimenti Ovada trascorre qualche
decennio di stabilità politica, e fiorisce
l'allevamento del baco da seta. La città
divena quindi un centro di produzione tessile a
livello europeo. Nel frattempo inizia a diffondersi
l'agricoltura nelle zone disboscate e l'economia
è in crescita. Nel 1771 viene iniziata la
costruzione della nuova chiesa parrocchiale.
Occupata dai francesi durante le Campagne d'Italia,
entrò a far parte dell'impero napoleonico.
Ovada non soffre molto di particolari razzie e perdite,
ma, anzi, diventa sempre più florida: vengono
realizzate grandi opere pubbliche, redatto un catasto
di tutti gli edifici sul suolo cittadino e viene,
per la prima volta nella storia ovadese, avanzata
l'idea di una strada che collegasse direttamente
a Genova. Nel frattempo gli ordini ecclesiastici
e monastici (Domenicani e Cappuccini) vennero soppressi:
il convento domenicano venne riutilizzato dalla
Germandermeria Francese. Nonostante questa situazione
anticlericale, nel 1801 venne consacrata la nuova
chiesa parrocchiale dedicata all'Assunta.
Alla caduta di Napoleone (1814), passò al
Regno di Sardegna (1815). Entrando dunque nel Regno
d'Italia, attraversa nuovamente un periodo di crescita
economica: intensificate le coltivazioni collinari,
si moltiplicano le attività artigiane e nascono
le prime industrie, inizia la produzione del Dolcetto
e viene realizzata finalmente la strada di comunicazione
con Genova. La città si espande e diventa
principalmente industriale e artigianale. Con l'arrivo
della ferrovia Ovada raggiunge il culmine dello
sviluppo, fulcro di un sistema viario capillare
che favorisce gli scambi commerciali.
La Prima Guerra Mondiale colpisce pesantemente la
popolazione. Comunque, con la fine del conflitto,
le attività industriali tornano a consolidarsi
e ad aumentare. Nel 1935 la chiesa della Beata Vergine
della Concezione (che era stata edificata nel Seicento
come voto per la fine della peste) viene distrutta
da un incendio (sarà poi ricostruita). La
città viene colpita dapprima nel 1935 dal
crollo della diga di Ortiglieto (disastro di Molare),
poi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dopo la guerra Ovada torna ancora una volta in produzione,
nel 1977 viene aperto il casello autostradale sull'A26,
mentre oggi punta sull'artigianato, sull'industria
e sul turismo, che si è andato sempre più
a consolidare negli ultimi anni.
La
ORMIG costruisce autogru gommate dal 1949. Lazienda
fu fondata da Guido Testore il quale intuì
in quel primo dopoguerra che lItalia necessitava
di mezzi per la ricostruzione e lautogru
sarebbe potuta divenire un veicolo di grande
diffusione. Sessanta anni sono passati e la
continua evoluzione del prodotto ha reso questa
Società una tra le più affidabili
aziende nel settore del sollevamento e movimentazione,
atta a produrre mezzi di alta qualità
e tecnologicamente avanzati, esportati in tutto
il mondo. Un piccolo gruppo di tecnici specializzati
riuscì a trasformare una forza lavoro
prettamente dedita allagricoltura, in
operai metalmeccanici ad alta professionalità,
in grado di costruire un prodotto che costituisce
un vanto per lindustria italiana. La Ormig,
come la maggior parte delle industrie italiane
del dopoguerra, è nata dalla fantasia
e dal coraggio di un uomo geniale, ed è
cresciuta per l'impegno ed il lavoro di tanti
uomini che hanno creduto alla rinascita del
loro paese dopo il grande conflitto ed hanno
contribuito a creare quello che viene universalmente
chiamato il miracolo italiano. La Ormig è
tuttora condotta dalla famiglia del fondatore. |
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Il
Biscottificio TreRossi si fonda sulla tradizione
dolciaria regionale e sulla genuinità
delle ricette locali tramandate di generazione
in generazione. Importanti e ricercati sono
il caratteristico biscotto Salute e la pasticceria;
ricercati dopo il primo assaggio i prodotti
da ricorrenza, Panettoni e Colombe che, con
l'utilizzo di ingredienti di prima qualità,
la lievitazione naturale, utilizzata anche per
i biscotti e tutti i lievitati di nostra produzione,
e il metodo artigianale della lavorazione, diventano
il momento più dolce delle nostre festività. |
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Vezzani
è un'azienda metalmeccanica specializzata
in progettazione, costruzione e installazione
di macchinari per l'industria pesante, metallurgica
in particolare. La produzione prevalente consiste
in macchine ed impianti integrati per la valorizzazione
ed il riutilizzo del rottame metallico e non
metallico, dove Vezzani ha assunto una posizione
di leader mondiale. |