Oleggio
è un comune di 13.222 abitanti della provincia di
Novara. Sesto comune della provincia per numero di abitanti,
si trova 14 km a nord di Novara, circa a metà strada
tra la città ed il lago Maggiore. Si trova inoltre
a 10 km dall'Aeroporto di Milano-Malpensa. Il centro dell'abitato
sorge su un modesto rilevo collinare dominante la piana
circostante; sul versante orientale, dove il pendio è
particolarmente ripido, sono ancora visibili i resti dei
bastioni di epoca medioevale. È un comune principalmente
agricolo dedito alla produzione di mais e cereali oltre
che di vino; è infatti incluso nel territorio della
DOC Colline Novaresi. Oleggio rappresenta inoltre la più
importante realtà provinciale nel campo dell'allevamento
bovino e nella produzione di latte contribuendo al 24% di
tutta la produzione provinciale. Il 30 aprile 2010 è
stata ufficializzata la nomina a "Città del
latte". La città dal 1951 è sede di un
importante carnevale.
ETIMOLOGIA
Le ipotesi sull'origine del nome Oleggio sono varie. Secondo
Rusconi Oleggio deriverebbe da Olesin, che significa collina
sul Ticino (ol = collina, esin = il fiume). Altri ipotizzano
che il nome derivi da V Legio (in latino Quinta Legione),
che nel dialetto sarebbe diventato Vlegio e poi Oleggio.
Studi recenti indicano come origine la parola ulivetum,
oliveto: nella zona infatti allepoca erano presenti
molti ulivi. Si tratta tuttavia di ipotesi che non hanno
ancora trovato alcuna prova definitiva. Il secondo nome
con cui la città è talvolta indicata, Scarulfo,
viene da alcuni fatto risalire al fatto che la città
fu sede, in età longobarda, di uno scario (un funzionario
reale), anche se molto probabilmente deriva dal nome proprio
di un duca longobardo.
DA
VEDERE
Pieve di San Michele, già citata nel 973, nel 1133
assunse dignità di chiesa pievana e nel 1347 è
ricordata come chiesa parrocchiale, finché nel XVI
secolo venne abbandonata in favore della Chiesa di San Pietro.
Si trova all'interno del cimitero comunale. È un
edificio in stile romanico a tre navate, quella centrale
di dimensioni maggiori, terminanti con tre absidi semicircolari.
La facciata è a salienti, scandita da lesene e rivolta
ad ovest. Il presbiterio è sopraelevato di nove gradini
e sotto di esso si trova la cripta che si presenta a tre
navate, ciascuna con quattro piccole campate. Di grande
pregio sono i cicli pittorici presenti nell'interno, in
particolare sulla controfacciata e l'abside, tra i pochi
esempi di pittura romanica tuttora esistenti nel nord Italia.
Santuario
della Beata Vergine Assunta in località Loreto, eretto
tra XVI e XVII secolo a seguito di un evento miracolo avvenuto
nel 1550. Qui sorgeva una cappella, inglobata poi nella
chiesa, su cui era affrescata limmagine della Madonna
di Loreto per merito della quale un uomo muto avrebbe riacquistato
la parola. L'affresco funge oggi da pala dell'altare maggiore
del santuario.
Chiesa
di Santa Maria Annunciata, risalente al 1660, sorge vicino
alla chiesa parrocchiale ed è sede della Confraternita
dell'Annunciata. Fu eretta dove sorgeva l'antica chiesa
di Santa Maria del Castello, situata all'interno nel recinto
incastellato del borgo (L'affresco trecentesco, detto di
"Santa Maria del castello", con rilievi e fondi
doro che fungeva da pala daltare dell'antica
chiesa è oggi conservato presso il Museo religioso).
All'interno sono presenti cinque altari, il maggiore dei
quali decorato con una pala attribuita al pittore seicentesco
Carlo Francesco Nuvolone che raffigura l'"Annunciazione
a Maria". La chiesa era dotata di un'abside che venne
demolito nel XVIII secolo durante la costruzione della nuova
parrocchiale.
Chiesa
parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo Apostoli, progettata
in stile neoclassico da Alessandro Antonelli e costruita
tra il 1853 e il 1858 sulla precedente chiesa del XVI secolo,
si trova nel punto più elevato dell'abitato, a ridosso
del pendio collinare orientale. L'edificio è a pianta
basilicale, con tre navate concluse da grandi absidi semicircolari.
L'ingresso è preceduto da un grandioso pronao con
quattro colonne munite di capitelli corinzi. All'interno
si segnala la tela sovrastante il battistero, raffigurante
l'Immacolata Concezione, opera del pittore lombardo Pier
Francesco Mazzucchelli, detto "il Morazzone",
e la pala d'altare del pittore Bernardino Lanino, raffigurante
la Madonna col Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Giovanni
Evangelista, situata su un altare della navata meridionale.
Oratorio di Santa Maria in Galnago, sorge a circa un chilometro
a nord del paese, in località Galnago. La piccola
chiesa è a navata unica terminante con un'abside
semicircolare: la zona absidale è la più antica
e risale alla seconda metà del XIII secolo, mentre
il resto dell'edificio è frutto di un rimaneggiamento
eseguito nei secoli XIV e XV; all'interno le pareti sono
decorate da un ciclo di affreschi risalenti ai secoli XV
e XVI.
La
città conserva altri numerosi oratori tra i quali:
I
seicenteschi oratori di Santa Croce e del SS. Nome di Gesù,
situati sul piazzale della parrocchiale, sedi delle omonime
confraternite fino agli anni 70 del novecento.
L'oratorio della natività di Santa Maria in Gaggiolo,
situato presso l'omonima frazione, è una costruzione
di epoca romanica con interessanti affreschi all'interno.
Gli oratori di San Donato e di San Cristoforo, nel territorio
del Parco del Ticino.
EDIFICI
STORICI
Palazzo Bellini, edificio in stile neoclassico risultato
di un intervento di ristrutturazione compiuto da Stefano
Ignazio Melchioni alla fine del XVIII secolo. Si trova sul
lato meridionale di Piazza Martiri. Conserva pregevoli decorazioni
a stucco e dipinti realizzati tra il XVIII e il XIX secolo.
Torre Campanaria o Torre dei Bagliotti, era anticamente
parte del Castello Bagliotti, esistente durante il dominio
Visconteo. Alta 45 metri fu innalzata in epoche diverse:
la base, costruita con ciottoli disposti a spina di pesce,
era forse forse parte di una torre di avvistamento romana;
il corpo centrale è in stile romanico, riconoscibile
da un triplice ordine di archetti pensili; la cella campanaria,
infine, è realizzata in granito e risale al 1840.
La
cerchia muraria del borgo, si conserva in parte ai lati
meridionale e orientale del centro storico. Le mura, in
laterizi e ancora oggi in parte sormontate da beccatelli
che reggevano la parte sommitale merlata, risalgono alla
seconda metà del XV secolo e sono il frutto di un'opera
di fortificazione del borgo di Oleggio eseguita al tempo
degli Sforza. Attorno alle mura si trovava un ampio fossato,
di cui rimane parziale traccia nella cosiddetta Guandra.
Nella cerchia muraria si aprivano sei porte: Porta Pozzolo
verso sud, Porta Compietra verso sud-ovest, Porta Sempione
verso nord-ovest, Porta Nuova, detta anche Portetta, verso
nord, Porta Mazzeri verso sud-est. Solo le porte Pozzolo
e Mazzeri si sono conservate fino a oggi.
MUSEI
Museo d'arte religiosa "Padre Augusto Mozzetti"
Museo Civico Archeologico Etnografico "C.G.Fanchini"
Museo delle Botti
BIBLIOTECHE
Biblioteca civica "Julitta"
ORIGINI
E CENNI STORICI
Dopo essere stato territorio abitato da tribù di
origine ligure e poi celtica, Oleggio fu parte della Gallia
Transpadana. La forma della città deriva dalla limitatio
romana, con la particolarità che il reticolo di base
è inclinato per rendere il cardo parallelo al corso
del fiume Ticino ed adattarsi meglio alle caratteristiche
del territorio. Dopo il periodo di presenza romano, attestato
da vari ritrovamenti archeologici, seguì una dominazione
longobarda (anchessa testimoniata da ritrovamenti
archeologici). Al periodo delle razzie di Ungari e Saraceni
nellItalia settentrionale si fa risalire la costruzione
in Oleggio di un castello la cui presenza è menzionata
in un documento dellaprile del 982, conservato a Novara
e che recita: «in loco et fundo Olegio pecia terre
prope vico et vinea nominantur subtus monte et prope castro».
Dopo essere stata parte del Sacro Romano Impero, la città
conobbe la dominazione dei Conti di Biandrate e quindi quella
di Novara. Durante il XIII secolo a Oleggio venne conferita
la dignità di burgum e secondo gli Statuti del 1272
la città, dotata di mura, doveva tenere continuamente
aggiornati i confini della propria giurisdizione. Nel 1301
Oleggio fu occupata per conto di Galeazzo Visconti e in
questo periodo furono costruite le mura viscontee, che seguivano
il tracciato dell'antico vallo romano. Dopo la dominazione
viscontea, la città si affrancò da Novara
e divenne comune autonomo, pur nella sfera del dominio degli
Sforza. Già alla metà del XV secolo Oleggio
era ritenuto il borgo più popoloso e ricco
del medio novarese; dal 1456 venne infeudato e dal
1477 venne assegnato al conte Giovanni Attendolo Bolognino,
castellano della rocca di Pavia. La sua famiglia mantenne
tale potere fino allOttocento, mentre al comune rimanevano
la proprietà del porto sul Ticino e i diritti di
mercato. Le complesse vicende internazionali del Quattrocento
e del Cinquecento toccarono direttamente Oleggio quando
nel 1513 gli Svizzeri si accamparono in città per
andare a combattere lesercito francese in località
Ariotta. Dal 1527 il Ducato di Milano fu occupato dagli
Spagnoli e con esso il Novarese. Durante la presenza spagnola
Oleggio subì continui prelievi fiscali, imposti sia
alla città sia al contado che essa amministrava.
Durante la Guerra dei trent'anni e la cosiddetta Seconda
guerra per il Monferrato, ovvero la contesa per la
successione del Ducato di Mantova e del Monferrato che si
svolse tra 1627 e 1631, il territorio di Oleggio e il novarese
in generale furono un importante obiettivo strategico in
quanto rappresentavano significativi punti di passaggio
per i valichi alpini. Per questo Oleggio fu una delle zone
di maggiore asprezza del conflitto. Nonostante le continue
incursioni di truppe sabaude, tuttavia, la città
vide un rilevante sviluppo frutto della felice posizione
geografica (snodo del traffico di merci da e per Milano
grazie al suo porto permanente sul Ticino) e allo svolgersi
del mercato del lunedì, che attirava compratori anche
da zone lontane ed era fondamentale punto di incontro commerciale,
soprattutto nel campo del bestiame. Contribuirono inoltre
la presenza di un gran numero di mulini, le vaste aree boschive
e lefficace sistema di irrigazione. In seguito agli
accordi del Trattato di Aquisgrana Novara e il suo contado,
ivi compreso Oleggio, passarono ai Savoia. La nascita della
Repubblica Cisalpina vide la creazione del Dipartimento
dellAgogna: dei diciannove distretti che lo componevano,
quello di Novara comprendeva anche Oleggio. Con la Restaurazione,
nel 1814, il Novarese e Oleggio tornarono ai Savoia. Nel
1858 circa fu inaugurato il tratto ferroviario che congiungeva
Novara ad Arona, passando per Oleggio: questo segnò
positivamente lo sviluppo della città e facilitò
ulteriormente gli scambi commerciali.