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Costigliole d'Asti
Piemonte

Costigliole d'Asti è un comune della provincia di Asti, nel sud del Piemonte. Si estende per circa 35 kmq al confine tra Monferrato e Langhe.

ETIMOLOGIA
Il toponimo deriva da Corte Costeliolae e poi Costigliolis ma, non essendoci scritti precisi, si presume debba il nome alla sua posizione (su una costa) e ad un'essenza arborea diffusa nella zona, il tiglio.

MANIFESTAZIONI
Barbera, il gusto del territorio, quattro giorni di degustazione, incontri e fiera del tartufo. Novembre
Sagra del raviolo al plin (chiusura a pizzicotto). A cura del Comune e della Pro loco. A metà agosto.
Sagra delle sagre (o Festival delle sagre). Seconda domenica di settembre ad Asti.

GASTRONOMIA
Costigliole è rinomata per i suoi vini.

Dal vitigno Barbera si ottengono tre vini rossi :

Piemonte Barbera doc, di colore rosso.Gradazione minima: gradi 11
Barbera d'Asti doc, di colore rosso rubino, tendente al granato, asciutto, di gusto corposo. Gradazione minima: gradi 12
Barbera del Monferrato doc, di colore rosso rubino, asciutto, vivace o frizzante. Gradazione minima: gradi 11,5
Inoltre si producono:

Monferrato Dolcetto doc, di colore rosso rubino. Gradazione minima: gradi 11
Grignolino d'Asti doc, di colore rosso rubino tenue. Gradazione minima: gradi 11
Freisa d'Asti doc , di colore rosso granato. Gradazione minima: gradi 10,5
Piemonte Brachetto, di colore rosso rubino, dolce, vivace. Gradazione minima: gradi 11

Vini bianchi
Piemonte Cortese, di colore giallo paglierino, secco. Gradazione minima: gradi 10
Piemonte Chardonnay, di colore giallo paglierino, secco. Gradazione minima: gradi 10,5
Dal vitigno Moscato si producono:

Moscato d'Asti docg, di colore paglierino, dolce, vivace o spumante. Gradazione complessiva: gradi 11 (alcol 4,5 cfo)
Asti Spumante docg, di colore paglierino, dolce, vivace o spumante. Gradazione complessiva: gradi 11 (alcol 7 cfo)
Piemonte Moscato passito, di colore giallo ambrato, dolce. Gradazione complessiva: gradi 15,5 di cui almeno 11 svolti.

Piatti e prodotti tipici
Tartufi bianchi, vitello tonnato, insalata di carne cruda battuta al coltello, peperoni in bagna càuda (in salsa calda), arrosti o farciti, salumi e cotechini, fritto misto alla piemontese, finanziera, ravioli con il plin (pizzicotto), tajarin (tagliatelle), bolliti con bagnet (salsa verde), brasati e arrosti, bunet al cioccolato (dolce al cioccolato), zabaglione al moscato, torte di frutta, tirà, turcet (torcetti).

ORIGINI E STORIA
Secondo un'errata interpretazione dei cronisti Guglielmo Ventura ed Antonio Astesano, "Casteglolis" nacque in seguito alla distruzione della località di Loreto ad opera degli astigiani nel (1255). Esistono, invece, notizie della località già nell'elenco dei dominii del vescovo di Asti nel 1041. È indubbio che, in seguito alla distruzione di Loreto, la località accrebbe la propria popolazione. Durante le guerre civili tra le famiglie astigiane, Costigliole passò più volte in mano ai guelfi Solaro ed ai ghibellini De Castello, fino a che questi ultimi la vendettero alla famiglia Asinari nel (1315). Nel 1382, Antonio Asinari, rimanendo unico proprietario della località, astutamente fece atto di sottomissione ad Amedeo VI di Savoia, sciogliendosi definitivamente dalla dipendenza del comune di Asti. Da quel momento in poi Costigliole venne sempre amministrata secondo le leggi sabaude, anche quando Asti, perdendo la propria indipendenza, passò prima sotto il dominio visconteo, poi monferrino ed infine orleanese.

EDIFICI STORICI
Il feudo di Costigliole comprendeva (e in parte ancora comprende) alcuni castelli e luoghi di interesse storico: il castello di Burio, posto in località Burio, a pochi chilometri da Costigliole in direzione sud. Fa parte del sistema dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. La Motta o Mota Tanagri, a nord di Costigliole, sulla strada per San Damiano d'Asti. In questa località, tuttora presente, vi era un antico castello (ormai scomparso). La Motta nel 1387 divenne feudo dei Lajolo, poi passò agli Ottina, che la vendettero agli Asinari nel 1435. Bionzo (Villa Blonearum), sulla strada verso Calosso. La zona fu teatro di distruzioni da parte dei milanesi nel 1230. Delle antiche vestigia rimane solamente la chiesa parrocchiale di San Siro.
Cavorro (Caburro); della località non rimangono che pochi resti. Sulla collina, ora denominata di San Martino a ricordo della chiesa di San Martino de Caburro, citata nelle cronache del XV secolo come una delle quattro parrocchie di Costigliole. A ricordo di questo, un tempo le abitazioni nella zona sud di Costigliole facevano parte del borgo Cavorro, poi diventato di Villavecchia, e la porta verso il Tanaro era detta Porta Cavorro. Lù (Monte Leucio), poggio tra Agliano e Montegrosso d'Asti. Il castello, distrutto totalmente nel XVI secolo, era di proprietà degli Asinari di San Marzano. Nel diploma di Arrigo III del 1041 è già presente come Mons Leducii.

DA VEDERE INOLTRE
Castello di Costigliole d'Asti dei conti Verasis-Asinari. Anteriore al Mille, di pianta quadrangolare di 60 metri di lato, con un'altezza di 25 metri e con le quattro torri che arrivano a 28 metri, è uno dei castelli più imponenti dell'Astigiano. Di particolare pregio, è lo scalone a ponente opera di Filippo Juvara, che varia a seconda del piano a cui si accede. Nel 1775, si festeggiò il re Vittorio Amedeo III che visitò il castello e nel 1821 ospitò il marchese Carlo Asinari ed altri liberali, prima dell'esilio dovuto ai moti costituzionali. Nel mese di luglio 1854 vi giunse, sposa di Francesco Verasis, la contessa di Castiglione.
Parrocchiale di Nostra Signora di Loreto (1816), con opere di Lorenzo Peretti e Michelangelo Pittatore.
Chiesa della Confraternita di S.Gerolamo, detta anche dei Battuti Bianchi; all'interno è allestito il Museo di Arte Sacra.

LORETO
Loreto (Laureti) è una località situata tra Costigliole ed il torrente Tinella, in direzione sud. Il luogo, carico di storia, è sempre stato al centro di racconti leggendari, a testimonianza delle sue antiche origini. Le prime leggendarie attestazioni di Loreto la fanno addirittura risalire ad una delle prime località abitate dai figli di Noè dopo il diluvio universale. Secondo Quintino Sella, Loreto apparteneva già nel 967 alla Marca Aleramica. Dopo la morte di Aleramo i suoi feudi passarono ai discendenti ed il feudo di Loreto, nome probabilmente derivante da una selva di lauri, toccò infine al famosissimo marchese Bonifacio del Vasto, pronipote di Aleramo, che lo lasciò al figlio Oddone. Rimasto questi senza figli, il comitato di Loreto fu diviso fra i nipoti, fra cui in particolare Manfredi Lancia, figlio cadetto del capostipite dei marchesi di Busca. Manfredi si era guadagnato il soprannome "Lancia" prestando il servizio di lancifero dell'imperatore Federico Barbarossa. Nel 1231, durante una visita nell'Italia settentrionale, Federico II s'innamorò di Bianca Lancia e da quest'unione nacque Manfredi, ricordato anche da Dante nella Divina Commedia. Le dispute durarono fino al 1255, quando, alla morte di Federico II, gli astigiani recuperarono il castello e lo distrussero interamente, trasportandone gli abitanti nella vicina località di Costigliole. Loreto è ora una piccola borgata composta da una quarantina di abitazioni rurali, distribuite attorno alla chiesetta dedicata alla Madonna Lauretana. La distruzione non lasciò traccia alcuna, tranne che due piccole lastre di marmo celeste conservate nella chiesa sulle quali sono scolpiti una croce romana e un monaco benedettino.

DATI RIEPILOGATIVI

in aggiornamento

 
CASCINA CIUCHE' - COSTIGLIOLE D'ASTI (AT)