Carmagnola
è una città di 27.567 abitanti della
provincia di Torino e situata a 25 Km a sud del capoluogo
piemontese. Carmagnola si trova sulla destra del Po,
in un tratto pianeggiante prima che il fiume devi
verso nord per superare la stretta costituita dalla
collina di Superga. La natura del terreno ha determinato
nel tempo l'accumulo di sabbie del fiume che in quel
tratto rilascia i sedimenti strappati nel corso montano.
DA
VEDERE
Castello di Carmagnola. Edificato nel XIII secolo,
fu più volte distrutto e ricostruito. Attualmente
ospita il palazzo del comune.
Abbazia santa Maria di Casanova
Chiesa Colleggiata dei SS. Pietro e Paolo. È
stata costruita tra il 1492 ed il 1514. Di particolare
pregio è la cappella dedicata all'Immacolata
Concezione.
Chiesa della Confraternita di san Rocco
Chiesa di san Filippo
Chiesa di sant'Agostino
Sinagoga. Era presente in Carmagnola il ghetto ebraico;
di questo resta solo la sinagoga. La sinagoga conserva
il suo carattere originario del XVIII secolo.
Casa Cavassa
Museo Civico di Storia Naturale; uno dei più
interessanti e attivi nel campo della ricerca naturalistica
di tutta la regione Piemonte. E' sito nel parco comunale
della cacina Vigna.
MANIFESTAZIONI
Sagra del peperone. Si svolge annualmente tra l'ultima
settimana di agosto e la prima di settembre; è
una manifestazione eno-gastronomica della durata di
dieci giorni e dedicata al prodotto tipico di Carmagnola.
Ogni anno attira più di 250.000 visitatori.
Mercantico. Si svolge la seconda domenica di ogni
mese (eccetto agosto). È un mercato del piccolo
antiquariato, anticaglie, robivecchi, ed ospita oltre
400 bancarelle presenti lungo il centro storico cittadino.
Ortoflora e natura. Manifestazione annuale che si
tiene nei primi giorni di aprile (weekend) nel parco
comunale Cascina Vigna. La manifestazione è
dedicata al giardinaggio e all'orticoltura.
Fiera di primavera. Si svolge annualmente, nel mese
di marzo, ed è una fiera dedicata al commercio
agricolo e non, ricca di bancarelle e manifestazioni
collaterali.
Festa nazionale del Nonno. Si svolge annualmente nella
metà del mese di settembre. Ha avuto la sua
prima edizione nel settembre del 2003.
Tra le altre manifestazioni si ricordano "Carmagnola
Jazz Festival", "Carmagnola Città
d'Arte e Cultura", "Concorso ornitologico
nazionale", "Fiera regionale del bovino
da carne".
ECONOMIA
Il carattere sabbioso del suolo rendeva la piana di
Carmagnola poco adatta alla coltivazione del frumento,
ma molto adatta ad una coltivazione che costituì
la ricchezza della località: la canapa. Nei
secoli scorsi e fino all'affermarsi delle tecnofibre
la canapa era indispensabile per la marina, per le
vele e soprattutto le gomene. Carmagnola diventò
il centro non solo della coltivazione, ma anche delle
fasi di lavorazione e commercio verso la Liguria e
la Francia, soprattutto Marsiglia. L'economia della
città è attualmente legata ai settori
della grande industria e della produzione intensiva
di ortaggi e prodotti cerealicoli. Riguardo l'industria
vi è stato una grande crescita a partire dagli
anni 60, quando la FIAT aprì un importante
stabilimento (fonderia) alle porte della città,
attirando migliaia di immigrati dal Sud Italia. In
seguito all'affermarsi della FIAT è costantemente
seguito uno sviluppo sempre più crescente dell'indotto
stesso, nonché di altre realtà economiche,
sempre più diversificate. Le attività
industriali ad oggi prevalenti sono la metallurgia,
l'elettronica, l'ottica, la chimica, e l'alimentare.
La vicinanza della città al fiume Po favorisce
inoltre la presenza di numerose cave estrattive di
sabbia e di ghiaia. Ben sviluppato è pure il
settore terziario, soprattutto nei settori bancario,
finanziario, assicurativo e servizi in genere. Lo
sviluppo agricolo di Carmagnola nei secoli scorsi
è legato alla cultura della canapa, con produzione
di tele e cordami destinati soprattutto all'esportazione.
La caduta della produzione e del commercio della canapa
fu dettata da una pluralità di ragioni, comprese
le norme più restrittive per l'affinità
tra la canapa per uso tessile e quella con effetti
stupefacenti. Lo sviluppo delle tecnofibre tolse poi
gran parte del mercato. I terreni sabbiosi prima destinati
alla cultura della canapa si mostrarono adatti per
la produzione di ortaggi. Il ministero delle politiche
agricole, d'intesa con la regione Piemonte, ha riconosciuto
per la zona di Carmagnola lo status di prodotti agroalimentari
tradizionali a tre ecotipi molto apprezzati:
i
peperoni di Carmagnola;
il porro dolce lungo di Carmagnola;
il coniglio grigio di Carmagnola. Quest'ultimo, anch'esso
legato alla piccola realtà agricola locale,
è influenzato dall'uso del pelo di coniglio
per la fabbricazione tradizionale del cappello di
pregio, fatto soprattutto nella non lontana Alessandria.
STORIA
Il borgo venne fondato attorno al XI secolo: a quel
periodo risalgono le prime attestazioni nei documenti
ufficiali. Il territorio apparteneva agli Arduinici
signori della marca di Torino. Passò poi sotto
il dominio dei marchesi di Saluzzo, della famiglia
Del Vasto di discendenza Aleramica. In quell'epoca
fu costruito il castello e le mura che circondavano
l'intera cittadina. Il marchesato di Saluzzo si avviò
presto a una rapida decadenza fino alla battaglia
di Ceresole (1544), vinta dai francesi sugli spagnoli,
che comportò un dominio francese durato 40
anni. Nel 1588 Carmagnola passò nelle mani
dei Savoia, quando Carlo Emanuele I l'assediò
e la tolse ai francesi, che se ne impadronirono nuovamente
nel corso del Seicento, durante la guerra civile tra
Madamisti e Principisti. Fu in questo periodo (1637-1642),
quando ancora non si erano sopiti gli effetti nefasti
della peste del 1630, che vennero atterrati i tre
grossi borghi originari posti a ridosso delle mura
cittadine poiché in posizione tale da pregiudicare
l'efficacia delle strutture difensive; immediatamente
furono riedificati ad un miglio circa di distanza
dal centro fortificato, dove si trovano ora. Nel 1690
la città fu occupata dal generale Catinat e
il suo territorio devastato, ma nel 1691 Vittorio
Amedeo II la riportò definitivamente entro
l'orbita sabauda. Mentre le sue fortificazioni venivano
demolite e con esse progressivamente scemava il ruolo
strategico-militare, Carmagnola poté dedicarsi
a sviluppare la sua vocazione agricola e commerciale,
che le valse una notevole rinomanza in campo economico,
legata principalmente alla coltura e alla commercializzazione
della canapa e dei manufatti di tela e cordami, esportati
in grande quantità verso la Liguria e il sud
della Francia. Questa caratteristica di grosso borgo
agricolo e commerciale si è mantenuta anche
negli ultimi secoli, fino a che il processo di industrializzazione
del secondo dopoguerra ha generato una profonda trasformazione
in senso strutturale e sociale, in virtù della
massiccia immigrazione e della rapida espansione urbanistica.
LA
CARMAGNOLE
I sanculotti francesi adottarono come loro vestito
una giacchina chiamata appunto carmagnola (o Carmagnole
alla francese). La diffusione del termine prima della
rivoluzione è sostenuta da molti autori, resta
incerto se il nome deriva dalla sorta di tuta da lavoro
degli operai del trattamento della canapa o dal nome
della varietà di canapa usata per confezionarli.
Carmagnola divenne anche l'inno dei sanculotti e una
danza simbolo degli elementi più estremisti
della rivoluzione stessa.