Barbaresco
è un comune della provincia di Cuneo. Barbaresco
è un Comune delle Langhe con circa 650 abitanti,
che si trova a 274 metri sul livello del mare. Fa
parte del territorio collinare denominato Langhe,
noto in tutto il mondo per la produzione di prestigiosi
vini e le specialità gastronomiche come il
tartufo bianco d'Alba. Dal punto di vista amministrativo
fa parte della Regione Piemonte, della Provincia di
Cuneo e dell'Unione dei Comuni "Sei in Langa",
che comprende anche Treiso, Neive, Neviglie, Mango,
Camo e Castiglione Tinella. Si trova a 8 chilometri
da Alba e si raggiunge per la "via dei Bricchi",
percorrendo antichi tratti della strada romana o della
valle del Tanaro. Oggi il visitatore può ammirare
oltre alla bellezza del sito dal punto di vista architettonico
(con in testa la torre medievale, vero e proprio simbolo
del Comune) la grande estensione di vigneti che abbraccia
lo sguardo intorno a Barbaresco. L'economia è
essenzialmente agricola e turistica. Oggi gli abitanti
godono di diffuso benessere grazie soprattutto alla
produzione dell'omonimo vino, che nasce dal vitigno
Nebbiolo invecchiato di tre anni. Noto in tutto il
mondo, il Barbaresco è, anche indirettamente,
la voce principale dell'economia locale. Infatti anche
il settore turistico si è fortemente sviluppato
grazie al prestigioso vino: visitatori da tutto il
mondo si recano nel piccolo comune per gustare sul
posto le specialità enologiche e non solo.
Si possono trovare inoltre numerosi locali di ristorazione
di riconosciuta fama, in virtù dell'assegnazione
della "Stella Michelin". Dagli anni '30
ai '60 si è verificato l'allora comune spopolamento
della campagne che vide decine di barbareschesi lasciare
la propria terra per dirigersi in prevalenza a Torino
e nella riviera ligure. Successivamente all'immigrazione
dall'Italia meridionale (contenuta) negli ultimi anni
Barbaresco ospita circa una sessantina di extracomunitari
provenienti dall'Europa Orientale che lavorano come
manodopera nelle aziende agricole.
DA
VEDERE
La
Torre
Rappresenta il simbolo vero e proprio di Barbaresco
e dalla sua sommità è possibile scorgere
tutti i paese circostanti, il corso del fiume Tanaro,
Alba, fino a Cherasco da un lato, la lontana Asti
dallaltra il tutto racchiuso da un magnifico
anfiteatro naturale costituito dalla catena montuosa
delle Alpi. Costruita alla fine dell'XI non si conosce,
in base agli studi attuali, la storia precisa relativa
alla sua edificazione. faceva parte di un complesso
sistema di fortificazioni e di un castello più
antico dellattuale, tracce di tali opere si
possono ammirare in una scultura presente allinterno
del coro ligneo allinterno della cattedrale
di Alba. Probabilmente l'edificio appartiene a un
sistema di torri di avvistamento che si sono sviluppate
lungo il fiume Tanaro sul territorio delle città
fra Asti e Alba, patrimonio bellico del Ducato del
Monferrato. A base quadrata è realizzata in
opera di laterizio, sorge su un basamento di pietra
arenaria e arrivo fino all'altezza di 30 metri. In
cima persistono ancora resti dei merli che formavano
al tempo della realizzazione una corona. È
probabile che non sia stata realizzata solo da operai
e tecnici locali, in virtù della regolarità
e perfezione dell'edificio, che fa pensare all'alta
professionalità dei realizzatori. La parte
inferiore fino a poco meno di due metri rappresenta
una specie di pozzo centrale, con pareti piuttosto
spesse. Più in alto si trovano due vani successivi
coperti da una volta a botte, che sono già
stati restaurati in passato. La torre è ripiena
di terra fino a metà e si raggiunge l'entrata
attraverso una scala a pioli dalla parte del fiume
Tanaro. Dal 1985 è di proprietà del
Comune e ha subito diverse opere di restauro.
Il
Castello
La sua costruzione risale al secolo XVIII ad opera
dei conti Galeoni; ledificio caratterizzato
dalla sua mole imponente ha subito nel corso degli
anni numerosi rifacimenti. Dotato originariamente
di bellissimi giardini e di un ampio parco, di ampi
saloni, di porticati e soprattutto di cantine sotterranee
di grande valore, è stato la sede della Cantina
Sociale del Barbaresco voluta e realizzata dal Professor
Domizio Cavazza, considerato il padre del vino Barbaresco.
In seguito l'edificio è stato utilizzato come
opificio per la produzione di grappe, ora il maniero
ed in particolare laltrettanto nobile parte
interrata, è venuto in possesso della prestigiosa
azienda vitivinicola Gaja, e dopo una radicale ristrutturazione,
è tornato alla destinazione originaria.
Il
Porto
Per le giovani generazioni è soltanto un ricordo
del passato, ma prima della costruzione del ponte
sul Tanaro nel territorio di Neive, si poteva attraversare
il fiume unicamente con un traghetto. Era la via più
breve per poter raggiungere laltra sponda e
con poche lire il portnè (traghettatore)
trasportava persone, animali ed automezzi dalla una
sponda allaltra; va precisato che quando a Barbaresco
la coltura della vite non era ancora così sviluppata
i terreni migliori per la semina e per lorto
con sistema intensivo erano i terreni pianeggianti
al di là del fiume, che ogni famiglia del posto
possedeva, questo sicuramente contribuisce a giustificare
limportanza del traghetto.
Enoteca
del Barbaresco
Linaugurazione dell'Enoteca regionale del Barbaresco
nella chiesa di San Donato, vera e propria cattedrale
del vino è stata nel 1986, ora è
un punto di riferimento per i numerosi turisti che
qui possono trovare oltre alle bottiglie, rigorosamente
di Barbaresco, di circa un centinaio di produttori
i consigli e le informazioni di cui hanno bisogno
per scoprire il patrimonio enologico del territorio.
Sono rappresentate oltre 120 etichette che costituiscono
il 90% dell'intera produzione vinicola locale. L'Enoteca
è nata da un'iniziativa della Regione Piemonte
per soddisfare due esigenze: da un lato il recupero
di edifici storici e preziosi dl territorio, dall'altro
l'esigenza di diffondere la cultura del vino e valorizzare
al massimo le donominazioni doc e docg esistenti.
L'enoteca ha trovato casa nella piccola chiesa di
San Donato, che si affaccia sulla piazza principale
del paese, che venne acquistata dalla curia, in quanto
allora già in disuso. L'Enoteca rappresenta
un importante punto di collegamento fra i turisti
e le cantine aderenti. Infatti spesso si tratta di
aziende agricole di piccole dimensioni che non hanno
la possibilità di spendere troppo tempo nella
promozione e nella visibilità. A questo scopo
l'Enoteca organizza ogni anno eventi promozionale
di grande prestigio dedicati agli appassionati del
Barbaresco, come le cene in primavera denominate:
Barbaresco a tavola, oppure la grande
manifestazione nata per la prima volta nell'autunno
del 2007 Piacere Barbaresco. Attualmente
il presidente della struttura è il Dottor.
Giancarlo MONTALDO che dopo due legislature come sindaco
del Comune è tornato nuovamente a questa carica
sostituendo il Dottor. Aldo VACCA.
La
meridiana
A partire dal giugno del 1999 Barbaresco dispone di
una grande meridiana ben visibile nella piazza centrale.
È stata realizzata dallo gnomista Lucio Maria
Morra. La decorazione muraria celebra la coltivazione
della vite e la produzione vinicola attraverso dodici
illustrazioni tratte dall'incunabolo Ruralia
Commoda di Pietro de' Crescenzi, un antico trattato
di agricoltura. Su di essa campeggia un'iscrizione
latina che recita Da laborem dabo fructus
(Dà il lavoro, darò i frutti). Nel quadrante
in basso si può ammirare lo stemma del Comune.
Si tratta di una meridiana completa e complessa, che
ogni visitatore può ammirare nel dettaglio
viste le grandi dimensioni. Sono indicate tre funzioni
gnomistiche: il calendario stagionale, l'orologio
a ore vere del fuso e la meridiana universale. Sovrapposti
alla raggiera delle linee che indicano le ore si possono
trovare quaranta nomi di città che corrispondono
ad altrettanti meridiani celesti. Si va da Lhasa,
capitale del Tibet a Lima, in Cile, Barbaresco è
al centro. Quando l'ombra dello stilo passa sul nome
di una città significa che in quel momento
il quel luogo è mezzogiorno. A Barbaresco questo
si verifica all'incirca alle 12.30.
Chiesa
parrocchiale San Giovanni Battista
Prima dellanno mille esisteva già nellabitato
di Barbaresco una chiesa situata pressappoco sul sito
retrostante il castello, a testimonianza esistono
tracce su un diploma del 1014; lattuale edificio,
su disegno delling. Castelli, sorse nel 1728
e fu aperto al culto nellanno 1730. Di stile
barocco e di solida costruzione, è stata ulteriormente
abbellita nel corso degli anni; successivamente nel
1756 fu dotata del campanile ed in seguito dellicona
di San Giovanni Battista con una cornice in marmo
(1780). Allinterno della chiesa si possono trovare
laltare maggiore realizzato con marmi di qualità
su disegno del conte Rangone di Montelupo dietro al
quale si può notare un affresco dedicato a
San Giovanni Battista (patrono del Comune di Barbaresco),
sulla sinistra si trova la cappella della Madonna
del Rosario dedicata alla statua in legno corollata
da quadretti che illustrano i misteri del rosario,
a destra la cappella di San Giuseppe dove si può
ammirare un quadro che rappresenta il transito dello
sposo della Vergine. Completano larredamento
della chiesa il coro costruito dalla ditta Vittino
di Centallo (1850), il coro in legno di noce intarsiato
(1796), la fonte battesimale in marmo policromo con
scultura in legno ad opera dello scultore locale Francesco
Vacca ed infine la scultura di Ambone dello stesso
scultore (1992). Linterno della chiesa è
stato recentemente arricchito con affreschi voluti
dalla cittadinanza e dallo spirito nobile del parroco
Don Paolo Doglio che ne ha commesso la realizzazione
allartista locale Cavazza.
La
chiesa di San Donato
Lattuale edificio dedicato a San Donato fu ultimato
nel 1833 utilizzando i materiali ricavati dalla demolizione
della più antica chiesa omonima di cui si può
trovare menzione in un documento del Registrum Comunis
Albae (1219). Costruzione fine ed elegante decorata
dal pittore Viglino Giuseppe (1833), negli anni settanta
venne ceduta al Comune che, dopo un appropriato restauro
conservativo decise di destinarla ad accogliere lEnoteca
Regionale del Barbaresco. Sono quattro gli ambienti
in cui è suddiviso l'edificio che ospita l'enoteca:
la navata centrale, dedicata alla didattica del Barbaresco,
con alcuni tabelloni che forniscono informazioni sul
territorio a tutti i visitatori; il locale a destra
che accoglie al piano terra l'esposizione dei vini
e, al primo piano, la segreteria dell'ente. A sinistra
invece c'è lo spazio per il banco d'assaggio,
in cui i buongustai possono degustare i preziosi vini
dell'Enoteca. Lo spazio dell'abside è occupato
da un grande allestimento che ospita bottiglie prestigiose.
Cappelle
campestri
Nelle immediate vicinanze della frazione Asili si
può ammirare la cappella dedicata a San Teobaldo,
compatrono della città di Alba, per indicare
i legami da sempre intercorsi fra Barbaresco e la
capitale delle Langhe. La chiesetta aveva in origine
dimensioni maggiori ma negli anni cinquanta è
stata ridimensionata ed i mattoni ricavati sono stati
utilizzati per costruire la chiesa della frazione
Tre Stelle che ne era sprovvista, allesterno
si possono scorgere due piccoli giardini attrezzati
con panchine che servono per il riposo dei numerosi
visitatori che da qui possono ammirare un suggestivo
scorcio del paese di Barbaresco.
Si
possono altresì citare i piloni votivi presenti
nelle frazioni Ovello e Rabajà e le numerose
edicole mariane collocate recentemente in tutte le
borgate del paese e che testimoniano la devozione
della popolazione di Barbaresco alla Madre di Dio.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio di Barbaresco venne abitato fin dall'epoca
preistorica. In quel periodo le belle e fertili colline
del nostro Comune erano coperte da fitti boschi con
qualche raro spazio verde lungo le sponde del fiume
Tanaro e vi dimoravano le popolazioni barbare del
Liguri Stazielli. Si trattava di popolazioni, rudi
e forti, i Liguri avevano una foresta sacra che avevano
dedicato ad una divinità denominata in celtico
Martiningen che rappresentava la forza.
Con l'arrivo dei Romani quest'area è stata
dedicata al dio della guerra Marte. Vi crescevano
querce gigantesche, simbolo di forza e resistenza,
circondate da sorgenti di acqua salata oggi ancora
esistenti. I primi nuclei organizzati della zona sono
probabilmente dei Liguri che all'interno di zone boschive
si rifugiavano per sfuggire alla colonizzazione romana
che ebbe grande slancio sotto l'impero di Augusto.
Il nome Barbaresco, deriva infatti dal termine Barbarica
silva. Il primo insediamento romano è
denominato Villa Martis, che può
essere ritenuta il primo nucleo abitato di questa
zona, al cui interno era presente una taberna
ovvero una fornace di laterizi. Non a caso a inizio
del XX secolo, durante lo scavo di fossi per le viti
furono ritrovate alcuni tegoloni romani. È
molto probabile che la presenza di questa taberna
e la realizzazione della strada romana attraverso
la Valle della Martinenga, che sviluppò i traffici
con la vicinissima Alba Pompeia segnarono la fine
della Barbarica sylva. Ben presto la foresta fece
posto alle colture collinari. Oggi in alcuni termini
dialettali come bric, che indica un'altura
collinare, si possono trovare tracce dell'antica lingua
celtica. Con la caduta dell'Impero romano le Langhe
divennero terra di conquista prima per i Longobardi
e successivamente per i Franchi. Ci sono testimonianze
che attestano che la Langa meridionale, fra la fine
del IX e il X secolo venne sconvolta ripetutamente
dalle razzie dei Saraceni che sbarcavano in Liguria.
La diocesi di Alba venne talmente impoverita da essere
assimilata dal 985 al 992, per ordine del Papa Giovanni
XIII a quella di Asti. Al tempo il territorio era
sotto il controllo politico di Roggero, che doveva
affrontare gli avversari Arduino, Aleramo e Oberto.
Il paese fortificato, come lo conosciamo adesso è
originario del medioevo, periodo in cui venne realizzata
la torre e il castello. Barbaresco era un borgo fortificato
e a quell'epoca risale il motto che campeggia nello
stemma comunale De Barbarisco turris et Arx.
Si sviluppò quello che viene definito ricetto
piemontese ovvero un'area fortificata all'interno
della quale si rifugiava la popolazione in occasione
di pericoli esterni. Nel periodo medievale il territorio
di Barbaresco venne conteso fra le città rivali
Asti e Alba. Nel corso dei secoli Barbaresco è
stata, come tutto il territorio langarolo contesa
fra vari signori, nell'ambito delle guerre che hanno
portato i territori piemontesi sotto diversi potentati,
fino all'affermazione definitiva dei Savoia. Anche
il paese langarolo alla fine del XVIII secolo venne
scosso dai venti della rivoluzione francese e il 31
dicembre del 1798 venne creata la Municipalità
di Barbaresco. La vita del paese è stata presto
influenzata notevolmente dalla coltura della vite,
la produzione di vino è sempre stata importante
per Barbaresco. L'economia fra il XIX e il XX secolo
è stata prettamente agricola, conoscendo un
grande sviluppo negli ultimi decenni del '900. Infatti
nel secondo dopoguerra il territorio di Barbaresco
e delle Langhe non godeva di grande ricchezza. Nel
1957 attraverso un referendum, gli abitanti di Treiso,
allora frazione, votarono l'indipendenza da Barbaresco
e la costituzione di un Comune indipendente.