Senigallia
Marche

Senigallia (detta Sinigaglia fino agli inizi del XX secolo) è una città italiana di 44.693 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche; è il secondo comune della provincia per popolazione, dopo il capoluogo. È una delle principali località turistiche delle Marche, richiamante visitatori da ogni parte d'Italia e d'Europa, anche grazie alla famosa spiaggia detta "di velluto". Dal 1997 Senigallia si fregia ininterrottamente della Bandiera Blu, il riconoscimento che la FEE (Foundation for Environmental Education) rilascia alle località che garantiscono qualità delle acque di balneazione, attenzione alla gestione ambientale, informazione all'utente, servizi e sicurezza in spiaggia. La zona di Senigallia è il confine linguistico fra i dialetti gallo-italici e quelli italiani propriamente detti. Sorge sulla costa medio-adriatica alla foce del fiume Misa a circa 24 km da Ancona verso nord proseguendo sulla costa. Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante ma circondato da colline degradanti verso il mare, il centro storico ricalca l'impostazione urbanistica della città romana che fu fondata su una collina a Sud del fiume Misa.

ETIMOLOGIA
Deriva da Sena Gallica, composto dal gallico Sena (la vecchia) e dall'aggettivo gallica dai Galli Senoni che abitarono la zona.

IL PORTO
Il porto di Senigallia è costituito dalla foce del Fiume Misa prolungata da due moli: la diga di ponente e la diga di levante. Sulla sponda ovest del canale, lungo 595 m e largo 24 m, a circa 350 m dall’imboccatura, si trova l’entrata a tre darsene collegate tra loro da canalette: la prima larga 15 m e lunga 67 m; la seconda larga 16 m e lunga 55 m, e la terza lunga 54 m e larga 12 m. Attualmente il porto è in stato avanzato di ristrutturazione. Caratteristica anche la "Penelope", statua realizzata dallo scultore Gianni Guerra nel 2004. Per qualche tempo c'è stata la consuetudine per i giovani innamorati di mettere un lucchetto sulla Penelope e gettare le chiavi in mare. Penelope è destinata a diventare il simbolo della città e di tutti coloro che la amano veramente.

MANIFESTAZIONI
Il Summer Jamboree, il festival internazionale della musica e della cultura anni cinquanta, si svolge ogni anno ad agosto.
Dal 27 al 30 aprile 2009 V edizione di "Azzurro come il mare", manifestazione di promozione del pesce azzurro dell'Adriatico, con 2 laboratori di cucina all'Istituto alberghiero "A. Panzini" tenuti dagli chef Docenti Vittorio Serritelli e Massimo Bomprezzidi e con un work shop alla Rotonda a Mare con gli chef Mauro Uliassi e Moreno Cedroni. La partecipazione ai "Laboratori del pesce azzurro" è gratuita, è obbligatoria la prenotazione.
Dal giugno 2006 Senigallia ospita il CaterRaduno, l'annuale incontro degli ascoltatori di Caterpillar, la popolarissima trasmissione radiofonica di Radio 2 RAI condotta da Massimo Cirri e Filippo Solibello. Una settimana di dirette radiofoniche dalla "Spiaggia di velluto" con numerosi appuntamenti musicali e teatrali. L'ultimo CaterRaduno si è svolto a Senigallia dall'8 al 14 giugno 2009.
Il trentaduesimo Festival Giovanile Internazionale si è svolto a Senigallia dal 19 marzo al 25 marzo 2008.
Nell'agosto 2006 e in quello 2007 si è svolta al C.S.O.A. Mezza Canaja la "Plage Sauvage": un campeggio a due passi dal mare con eventi musicali, dibattiti, iniziative culturali e azioni politiche.
Destate la festa, festa organizzata dai giovani dei vari gruppi cattolici della città. Da oltre 20 anni anima il ferragosto (generalmente 11-15 agosto) in città (piazza del duca e giardini della Rocca) con serate di musica, sport, animazione e riflessione.
Pane Nostrum, festa internazionale del pane, si svolge ogni anno a settembre.
SAGRA PAESANA. sagra organizzata dal Centro sociale Sant'Angelo, si svolge tutti gli anni nella II settimana di agosto, buona cucina con piatti tipici locali. Servizio al tavolo.
Nel 1973 Senigallia fu sede di una puntata di Giochi senza frontiere.

ORIGINI E CENNI STORICI
Senigallia venne probabilmente fondata attorno al IV secolo a.C. dalla tribù gallica dei Senoni che si erano stanziati nel nord delle Marche fino alla valle del fiume Esino, nell'attuale provincia di Ancona: probabilmente la scelta fu dettata dalla presenza di una bassa collina fronteggiante il mare e dominante il guado esistente. Da qui, definita la "capitale" dei Galli in Italia, alla guida del loro capo Brenno si mossero contro Roma vincendone gli eserciti e ritirandosi solo dopo il pagamento di un pesante tributo. Celebre la leggenda del conquistatore Brenno che, dopo aver sconfitto e spinto i Romani ad asserragliarsi sul Campidoglio, negoziò di levarne l'assedio dietro pagamento d'un riscatto. I romani contestarono sfacciatamente l'esagerato contrappeso delle bilance, suscitando l'ira del capo gallico. Questi li redarguì minacciosamente con la sua spada e, aggiungendola al piatto dei contrappesi, aggravò il prezzo del riscatto. L'episodio, leggendario, è passato alla storia nella sintetica formulazione latina di Vae victis! ovvero: Guai ai vinti!. Roma si prese la rivincita alla fine della battaglia di Sentino (295 a.C. circa), dopo la quale i Romani ebbero il definitivo controllo sulla Campania, l'Etruria, l'Umbria e appunto il territorio tra il fiume Esino e Ariminum, Rimini popolato dai Galli Senoni che fu denominato da quel momento Ager Gallicus, e dedussero nel 284 a.C. la colonia di Sena Gallica al posto di quella che era la "capitale" dei galli in Italia, per distinguerla dalla colonia Sena, situata in Etruria, nell'attuale Toscana (quella Sena che oggigiorno è conosciuta come Siena). Nel 207 a.C. la città fu sede delle truppe romane che poi infersero un duro colpo ai cartaginesi sconfiggendo in battaglia Asdrubale Barca, fratello di Annibale, a cui stava accorrendo in aiuto, sulle rive del fiume Metauro (alcuni dicono[senza fonte] trattarsi del fiume Cesano, posto a poca distanza dalla città, verso nord). Non si segnalano ulteriori fatti particolari durante l'epoca repubblicana ed imperiale per la città. Successivamente, all'epoca dell'invasione longobarda in Italia, rimase sotto dominio bizantino al diretto controllo dell'Esarcato di Ravenna, costituendo assieme con Ancona (Ancona), Fanum Fortunae (Fano), Pisaurum (Pesaro) e Ariminum (Rimini) la cosiddetta Pentapoli bizantina, seguendone tutte le vicende storiche fino alla donazione della Pentapoli al dominio del papa di Roma. Istituiti già da tempo la diocesi e il vescovado, la città conobbe un interessante sviluppo, anche economico (è di questo periodo, circa il XIII secolo, anche l'istituzione della Fiera della Maddalena) scontrandosi però con gli interessi delle città vicine, in particolare Fano, Jesi ed Ancona: a causa delle lotte tra fazioni guelfe e ghibelline in Italia, la città venne distrutta dalle truppe di Manfredi da Napoli, che ne fece abbattere le mura. peggiorare la situazione contribuì la presenza a sud della città di una vecchia salina che, abbandonata a se stessa, divenne una malsana e insalubre palude salmastra, e a seguito di tutto ciò la città si ridusse a poco più di un borgo, arroccato attorno ad un vecchio fortilizio edificato sui resti di un'antica torre romana. Queste furono le vicende storiche di Senigallia (al tempo nota come Sinigaglia o Sinigallia), fino a che papa Gregorio XI decise durante il suo papato (1370-1378) di riportare la sede da Avignone (dove nel frattempo era stata trasferita) a Roma, delegando al cardinale Egidio Albornoz l'incarico di restaurare l'autorità pontificia nel territorio dello Stato Ecclesiastico. Questi visitò pure la città e decise una serie di lavori da realizzare, principalmente l'inizio della bonifica della palude salmastra sorta al posto delle antiche saline ed il rinforzo del fortilizio che divenne torre d'avvistamento sul mare. Nella prima metà del Quattrocento la città, che si stava lentamente riprendendo, divenne dominio della famiglia riminese dei Malatesta: questi presero a cuore la sorte di Senigallia, in particolare Sigismondo Pandolfo Malatesta, che viene di fatto considerato il vero rifondatore della città. Infatti egli decise la ricostruzione della cinta muraria e dei bastioni difensivi, seguendo in parte il vecchio tracciato delle mura abbattute e realizzando di fatto una città fortificata dalla forma rettangolare, seguendo un progetto che aveva come base il cardine e il decumano della città duecentesca, inglobando nelle nuove difese il fortilizio fatto realizzare dall'Albornoz, che da questo momento divenne il nucleo su cui successivamente verrà edificata la Rocca Roveresca. Oltre a rinnovare la città era necessario ripopolarla e darLe di che svilupparsi, e per questo rivitalizzò la vecchia Fiera della Maddalena, invitò quante più persone possibili da tutta Italia a stabilirsi nella "nuova città", richiamati dalle agevolazioni fiscali che egli prometteva: tra questi il nucleo della successiva comunità ebraica che aiutò a dare nuovo impulso ai commerci della città. La ricostruzione era così costosa da costringere Malatesta a contrarre debiti con il papa Sisto IV, che per questo gli tolse il possesso della città (arrivando a scomunicarlo dopo un tentativo fallito di restaurare il proprio potere), per passarlo nel 1474 al nipote Giovanni della Rovere, che divenne il nuovo signore di Senigallia con il titolo di Duca. Di questo rimane ancora segno nelle scritte IO DVX IO PRE [Giovanni, duca (di Senigallia) e prefetto (di Sora)] incise nelle pietre all'interno della Rocca detta appunto "roveresca". Negli anni successivi Giovanni della Rovere sposerà la figlia del Duca di Montefeltro, antica famiglia che aveva autorità sulla città di Urbino e tutto il nord delle attuali Marche: il loro figlio, Francesco Maria I della Rovere verrà adottato dall'ultimo duca del Montefeltro, Guidobaldo, e unirà i domini delle due famiglie. A cavallo tra Quattrocento e Cinquecento Senigallia cadde brevemente sotto il dominio di Cesare Borgia, passato alla storia come il duca Valentino, descritto come esempio di homo novus ne Il Principe di Machiavelli: egli in pochi anni, assecondato da suo padre papa Alessandro VI, riuscì a creare un dominio personale che andava dall'attuale Romagna fino a parte del nord delle Marche, diventando di fatto una potenza locale. Celebre, in questa situazione, un incontro offerto dal duca Valentino ai suoi avversari della zona per arrivare ad un accomodamento, che invece si concluse con la nota Strage di Senigallia (o Cena di Senigallia), in cui fece arrestare e quindi uccidere i suoi ospiti. L'esperienza del Valentino si concluse tragicamente nel 1503 per una semplice malattia, che gli impedì di partecipare agli intrighi per l'elezione del nuovo papa, successore del suo defunto padre. Al soglio di Pietro salì papa Giulio II della Rovere, il quale gli tolse i domini fin qui ottenuti per restituirli ai propri parenti. Da questo momento i Della Rovere governarono il ducato di Urbino, e Senigallia, fino alla morte dell'ultimo discendente maschio della dinastia, avvenuta nel 1626, poi il ducato fu reintegrato nei domini diretti del papa. Sotto la famiglia Della Rovere la città assunse i suoi connotati storici principali con la Rocca (realizzata sul preesistente fortilizio malatestiano ad opera di Baccio Pontelli con l'intervento dell'architetto ducale Laurana e in parte di Francesco di Giorgio Martini), il Palazzo ducale, la cinta muraria pentagonale con l'inclusione di parte della riva sinistra del fiume Misa, il quartiere del porto. Inoltre la Fiera della Maddalena, poi divenuta Fiera franca (in quanto non si pagavano dazi doganali), si impose come una delle fiere più importanti del paese, con scambi di merci provenienti da ogni angolo del Mediterraneo. Nel '700 la Fiera aveva preso così il sopravvento nelle attività commerciali cittadine che si dovette provvedere ad un primo ampliamento della città, abbattendo il tratto delle mura che costeggiavano la riva destra del fiume Misa, per realizzare i primi portici, poi dedicati al Cardinale Ercolani che seguì i lavori. A questo primo ampliamento, ritenuto non sufficiente, sempre nel '700 ne seguì uno successivo che comportò l'edificazione dell'ultima parte dell'attuale centro storico, da via Pisacane al fiume dietro le caserme e dai portici costeggianti il fiume (che vennero proseguiti fino al ponte del Duomo) fino all'attuale V.le Leopardi: un progetto non concluso in quanto prevedeva la realizzazione di un porticato anche nel quartiere Porto e l'allungamento delle mura fino ad includere parte dell'ex Consorzio Agrario ed arrivare fino all'attuale ponte del Duomo. La parte in ampliamento comportò la realizzazione del teatro cittadino al di sopra di uno dei bastioni, poi divenuto famoso come teatro "La Fenice", omonimo del più famoso teatro veneziano. C'è da segnalare che in un primo tempo si valutò l'ipotesi di estendere la città allungandola verso Ancona: l'idea, poi scartata, avrà comunque una "realizzazione" dopo il terremoto del 1930 e la creazione dell'area detta "Piano Regolatore", vale a dire la scacchiera di isolati che si estendono da V.le 4 novembre fino alla Chiesa del Portone. Gli anni tra '700 e '800 videro il dominio napoleonico in Italia e la successiva restaurazione del potere papale, ma videro pure la nascita del rampollo della famiglia Mastai Ferretti, il giovane Giovanni Maria, passato alla storia come papa Pio IX, l'ultimo papa-re, salito al soglio pontificio nel 1846 e destinato a concludere il pontificato più lungo della storia dopo quello che tradizionalmente viene riconosciuto all'apostolo Pietro, ben 32 anni. Una figura forte, ma che incarnava quelle che sembravano essere contraddizioni: fu il papa che alla sua elezione liberò tutti i detenuti politici, che per la sua liberalità diede ancora ispirazione e linfa a quei movimenti unitari del paese che vedevano nel papa l'unica figura capace di unire il paese, ma fu pure il papa che si ritirò dalla lotta di liberazione contro l'Impero Austro-Ungarico durante la prima guerra di indipendenza, il papa del Syllabus e del non expedit, il papa che più di ogni altro vide i cambiamenti della società e mise in guardia sui rischi, il papa che dovette accettare la fine del potere temporale e vedere Roma capitale del nuovo stato unitario dopo 1300 anni, il papa che si ritirò prigioniero volontario nel Vaticano e che segnò la frattura tra la società italiana e la comunità ecclesiastica, ricostituita solo nell'accordo del 1929 con Mussolini. Proprio negli anni tra Settecento e Ottocento ha inizio la crisi della "Fiera franca", causata da molteplici fattori: lo spostamento sempre maggiore dei principali commerci nell'Atlantico, con conseguente notevole calo dell'interscambio (fu anche operante il blocco continentale economico istituito da Napoleone per "sconfiggere" economicamente il Regno Unito di Gran Bretagna), il passaggio di epidemie ed il continuo progressivo interramento dell'alveo fluviale. Per rendersi conto di quanto quest'ultimo incidesse, basti pensare che al tempo il molo era vicino al Foro Annonario, che venne realizzato proprio in quegli anni: cioè circa 250 metri dalla punta del molo attuale. La battaglia di Castelfidardo portò al ricongiungimento della Marca anconetana con il neoformato Regno d'Italia, ma per Senigallia l'unità nazionale comportò la perdita della Fiera Franca (ufficialmente nel 1869, ma come detto già in declino da molti anni), pur fornendo una nuova attività economicamente rilevante: il turismo. L'importanza della fiera per Senigallia, e per i senigalliesi, è dimostrata dalla stagione teatrale di quel tempo, che veniva fatta coincidere con il periodo fieristico per promuoverlo e "incoraggiarlo". La stagione del teatro "La Fenice" era molto nota e molti illustri artisti hanno presentato altrettanto note opere. A dire il vero anche il turismo è nato a sostegno della fiera, finché non ha incominciato a vivere di vita propria. Senigallia fu tra le prime città a promuoversi a livello nazionale ed internazionale come luogo di svago e di riposo, approfittando della spiaggia che di lì a pochi anni verrà soprannominata Spiaggia di velluto, e che tutt'ora è il simbolo turistico per eccellenza della zona. Nel 1853 venne realizzato il primo stabilimento balneare che, di fatto, dette l'avvio alla storia turistica della città di Senigallia.
DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 41.550 (M 19.900, F 21.650)
Densità per Kmq: 358,9

CAP 60019
Prefisso Telefonico 071
Codice Istat 042045
Codice Catastale I608

Denominazione Abitanti senigalliesi
Santo Patrono San Paolino
Festa Patronale 4 maggio

Numero Famiglie (2001) 16.161
Numero Abitazioni (2001) 20.925

Il Comune di Senigallia è:
Località balneare segnalata con due vele nella Guida Blu di Legambiente
Bandiera Blu delle Spiagge 2007

Il Comune di Senigallia fa parte di:
Associazione Città del Pane
Associazione Nazionale Città dell'Olio

Località e Frazioni di Senigallia
Bettolelle, Borgo Bicchia, Brugnetto, Cannella, Castellaro, Cesanella, Cesano, Cesano Bruciata, Ciarnin, Gabriella, Mandriola, Marzocca, Montignano, Roncitelli, Sant'Angelo, San Silvestro, Vallone

Comuni Confinanti
Belvedere Ostrense, Castel Colonna, Mondolfo (PU), Monte San Vito, Montemarciano, Morro d'Alba, Ostra, Ripe

Musei nel Comune di Senigallia
Pinacoteca Diocesana di Arte Sacra
Museo di Storia della Mezzadria
Museo di Arte Moderna e dell'Informazione
Area archeologica e Museo La Fenice
Collezione Ducati "Fratelli Saltarelli"

Castelli e Fortificazioni
Rocca Roveresca (1480)

Ville e Palazzi
Palazzo del Duca (XVI secolo)
Palazzo Baviera (quattrocentesco)

Fontane a Senigallia
Fontana dei Leoni (1596)

Chiese e altri edifici religiosi senigalliesi
Chiesa della Croce (XVI-XVII secolo)

Il comune è gemellato con
Chester (Regno Unito)
Lorrach (Germania)
Sens (Borgogna, Francia)
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LA TERRA E IL CIELO - AGRICOLTURA BIOLOGICA DAL 1980 - Arcevia (AN)
TRASFORM CARNI - Offagna (AN)
ISTITUTO COMPRENSIVO PARITARIO MAESTRE PIE VENERINI - FANO (PU)
VIVIGAS - MARCHE
NONNO FIORDO - AZIENDA AGRARIA BIOLOGICA - MONTE SANTA MARIA TIBERINA (PG)