San Benedetto del Tronto
Marche

San Benedetto del Tronto, chiamata anche Riviera delle Palme, è una città della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, la seconda per popolazione dopo il capoluogo ma la prima se si considera il solo centro urbano principale senza le frazioni. È il comune litoraneo più meridionale delle Marche. I confini naturali a sud (fiume Tronto) e ad est (mare Adriatico) sono ben definiti mentre a nord e ad ovest non sono altrettanto identificabili. L'elevata espansione urbana nel territorio stretto tra mare e collina non permette una lettura facile dei limiti dell'abitato. La città presenta un nucleo antico (il "Paese alto" o "su dèntre" in sambenedettese) su un modesto rilievo a poca distanza dal mare, ai piedi del quale si sviluppa l'abitato originario della parte più recente, la "Marina". Questa è attraversata dal corso del torrente Albula e si è sviluppata con gli anni fino al fiume Tronto, a meridione, inglobando la località di Porto d'Ascoli, mentre a nord si salda con il quartiere Ischia di Grottammare, con la quale costituisce un unico agglomerato urbano che giunge fin quasi al fiume Tesino.

ETIMOLOGIA
La prima parte del nome onora il santo patrono, la specifica si riferisce alla vicinanza al fiume Tronto.

IL LUNGOMARE
Nel 1931 su progetto dell'ingegner Luigi Onorati fu realizzato il lungomare che ancor oggi, oltre ad essere una via di comunicazione essenziale, è il centro pulsante della San Benedetto turistica ed è anche divenuto il luogo col quale si identifica l'immagine cittadina, in Italia e anche all'estero. Considerato spropositato all'epoca della costruzione, ha una sede stradale larga complessivamente 30 metri e parte dalla famosa e suggestiva rotonda Giorgini (la rotonda), al termine del centralissimo viale Secondo Moretti, e, nella sua parte più settentrionale, per il ritiro del mare conseguente al continuo ingrandimento del porto, risulta molto arretrato rispetto alla riva del mare. Conclude nella rotonda Salvo D'Acquisto a Porto d'Ascoli per una lunghezza complessiva di circa 6 km. È costeggiato da lussureggianti giardini, una pineta, campi da tennis, una pista di pattinaggio e un edificio, la "Palazzina Azzurra", storico locale della città, sulla foce del torrente Albula che determina la fine del primo tratto, a sud del quale parte la zona più propriamente turistica, con stabilimenti balneari sulla spiaggia da un lato e ville ed alberghi dall'altro lato della strada. Caratteristica peculiare del lungomare è l'abbondante presenza di palme (in prevalenza Phoenix canariensis e sylvestris) che sono diventate un po' il simbolo cittadino (oggi, tra giardini pubblici e privati e lungo i viali cittadini, si contano un totale di circa 8.000 palme di varie specie) in senso turistico, avendo preso la stessa azienda di promozione turistica il nome di Riviera delle Palme. Nel 2001 è stata completata la pista ciclabile che costituisce un'unica passeggiata fino a Cupra Marittima, anche se, nel collegamento tra San Benedetto e Grottammare, nell'attraversamento della zona portuale, tra il molo sud e il vecchio stadio "F.lli Ballarin", restano alcuni tratti promiscui e quindi meno fruibili. La parte sud del lungomare, che arriva fino a Porto d'Ascoli, è stata oggetto di interventi in tempi diversi. Nel 2004 si è dato il via ad un rifacimento radicale che ha visto l'ammodernamento della prima parte del lungomare sud: sono state ampliate sia la zona pedonale che la pista ciclabile. Poi nel 2007 è stato inaugurato il 2° tratto. Oltre all'area pedonale ed alla pista ciclabile, sono presenti dei "giardini tematici", le "oasi": giardino arido, giardino umido, giardino delle palme, giardino delle rose, giardino della macchia mediterranea. I materiali scelti sono compatibili con la nuova vocazione del lungomare in modo da far apparire tali tratti veri e propri spazi naturali sul mare, ove sostare per ammirare il panorama, o per l'accesso diretto alla spiaggia. Sul sito ufficiale del Comune è possibile ammirare le foto del nuovo lungomare ed effettuare anche un giro virtuale. È previsto l'ammodernamento dell'ultimo tratto (lungomare Nord) nei prossimi anni.

IL CORSO
Lo storico viale Secondo Moretti, costruito agli inizi degli anni '30 del secolo scorso dall'ingegner Luigi Onorati nell'ambito del progetto che portò alla realizzazione del lungomare, situato nel centro città, perpendicolare all'inizio del lungomare nord, è ormai da decenni, il luogo d'incontro della popolazione sambenedettese e dei dintorni. Zona pedonale, recentemente ristrutturato, sede di locali storici della città e di numerose attività commerciali, da alcuni anni è arricchito da una collezione di opere di arte moderna, in particolare sculture, di artisti del calibro di Ugo Nespolo, Enrico Baj, Mark Kostabi, Salvo, Paolo Consorti, Marco Lodola. Punto nevralgico del corso, indiscusso punto riferimento e luogo di ritrovo della cittadina è la suggestiva piazza Giorgini (o rotonda Giorgini), dedicata a Carlo Giorgini, uno dei più amati sindaci della città, famosa come la rotonda, situata all'incrocio tra la fine di viale Secondo Moretti e l'inizio nord del lungomare. La caratteristica fontana situata al centro della piazza, è ormai diventata uno dei simboli e delle immagini più note della città.

SENTINA
Situata a nord della foce del fiume Tronto, è un'area di 200 ettari nella quale sono presenti solo pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica integrali effettuati nel passato, presenta una zona umida di grandissima importanza a livello biologico e aviofaunistico. È indicata come una delle ultime zone umide per la migrazione dell'avifauna, presente tra la foce del Po e il Gargano ed è uno dei rarissimi tratti di spiaggia sabbiosa con retroterra non edificato di tutto l'Adriatico. È ricca di specie vegetali e animali a rischio o sempre più rare sul suolo italiano, e la sua importanza in ottica ambientalista è sempre crescente data la continua antropizzazione di tutte le zone costiere sia delle Marche che del confinante Abruzzo.

MUSEI
Museo ittico
È tra i musei più importanti del territorio piceno. Intitolato all'insigne scienziato sambenedettese Augusto Capriotti, inaugurato nel 1956 comprende oggi oltre 9.000 esemplari suddivisi in: pesci, crostacei, molluschi, cetacei, echinodermi, celenterati e fossili. Interessante anche la biblioteca contenente più di 1.000 volumi comprendente anche testi rari e di valore storico e scientifico.

Museo delle anfore
Ospitato nei pressi del porto, rappresenta una singolare collezione di anfore di disparate epoche (cananee, fenicie, puniche, greche, romane e bizantine) raccolte in tutto il Mediterraneo dai pescherecci sambenedettesi che praticavano la pesca a strascico, tecnica già da anni non più consentita, che ha permesso di recuperare questi reperti perduti di civiltà passate. Il Museo delle anfore è il primo passo per il costituendo "Museo del Mare" che si dovrà comporre anche dell'Antiquarium Truentino e del Museo della Pesca e della Civiltà Marinara integrando anche il Museo Ittico e Paleontologico.

Museo di arte sacra
Fa parte del circuito dei musei sistini della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto delle Marche, si trova all'interno del Paese alto, accanto all'episcopio, ed ospita una notevole collezione di arte sacra comprendente sculture lignee di pregio.

Palazzo Piacentini
All'interno del Paese Alto, già dimora della poetessa Bice Picentini, ora di proprietà del comune, ospita il Centro di esposizione di Arte Contemporanea, l'Archivio storico del comune di San Benedetto (con tutto il materiale documentario prodotto dal comune dal 1700 al 1970, e un documento del 1570 lo "Statuto dei Fermani", raccolta di leggi e regolamenti del dipartimento dello Stato Pontificio). Dal 4 aprile 2009 è inoltre sede della "Pinacoteca del Mare", dove sono esposte oltre 180 opere del patrimonio comunale, con dipinti di Alfred Joseph Chatelain, Adolfo De Carolis, Angelo Landi e Armando Marchegiani, oltre ad una sezione dedicata alle fotografie storiche della città proveniente dagli archivi privati dei fotografi locali Sgattoni e Traini.

MANIFESTAZIONI
San Benedetto martire: festa del patrono della città, per molti anni è stata organizzata ogni ultimo sabato di maggio, ma dal 2008 si è tornati a celebrarla nella data di origine, il 13 ottobre, giorno esatto a cui si fa risalire nell'anno 304, il martirio del soldato romano.
Madonna della Marina: uno degli eventi principali dell'estate sambenedettese, si svolge l'ultima domenica di luglio e consiste in una processione in mare con i pescherecci, in cui i pescatori rendono omaggio alla Madonna della Marina, l'imbarcazione principale, che precede il corteo di imbarcazioni, ospita il ritratto della Madonna proveniente dalla cattedrale. Dopo la benedizione da parte del vescovo e il ricordo delle vittime del mare, avviene il lancio in mare della corona di fiori. Segue poi una processione a terra fino alla cattedrale. Per il porto ed il centro cittadino ci sono stand gastronomici ovviamente a base di pesce. La festa si conclude in tarda serata con un grande spettacolo pirotecnico in mare a cui le persone assistono dal porto e dalla spiaggia.

TORRE DEI GUALTIERI
Più propriamente denominato "Mastio della Roccia" e più popolarmente noto come "Torrione" (lu Turriò o lu Campanò) è forse l'elemento più rappresentativo della città, spiccando dall'altura del Paese Alto a dominare l'intero abitato. Eseguita nell'ultimo ventennio del XV secolo a seguito di una ristrutturazione della cinta muraria dopo uno dei tanti conflitti tra Ascoli e Fermo presumibilmente dalla famiglia Gualtieri, la quale, verso l'anno 1145 iniziò la riedificazione del castello (sopra le rovine dell'antica pieve caduta in rovina per mano dei pirati turchi che depredavano le coste o per le invasioni barbariche) terminata circa ben tre secoli dopo con la costruzione di questa insolita torre dalla foggia così singolare. Di altezza relativamente modesta (20 m), a pianta esagonale schiacciata, è interamente in laterizio, presenta un orologio sulla faccia rivolta verso mare e una merlatura superiore eseguita nel restauro del 1901 su progetto dell'architetto Giuseppe Sacconi. L'interno è suddiviso in quattro livelli forniti di copertura a volta (a botte cuspidata per i primi due livelli).

Torre guelfa
Si trova all'interno di una villa privata ma si può scorgere dalla S.S. 16 in località Porto d'Ascoli. Si tratta di una torre di difesa a base quadrata del XIV secolo con opera a sporgere costituita da beccatelli e piombatoi. Costituita in muratura a sacco con paramenti esterni ed interni in laterizio, faceva parte del forte ricostruito dalla città di Ascoli dopo il 1348, distrutta poi da Gentile da Mogliano, signore di Fermo.

Chiesa di San Benedetto martire
Il primo insediamento risale all'XI secolo dove sorgeva l'antica pieve di San Benedetto sorta sul sepolcro di San Benedetto martire attorno alla quale, dopo il 1140, venne costrita la cinta muraria. Poco rimane dell'antico sepolcro e del vecchio edificio poiché la chiesa fu modificata ed ampliata alla fine del XVIII secolo su disegno dell'architetto Pietro Augustoni. Interamente in laterizio con facciata con cornici e paraste e timpano in pietra, nella chiesa sono conservate, oltre a reperti, epigrafi e lapidi, diverse altre opere: una pala del 1707 del pittore fermano Ubaldo Ricci relativa all’ultima cena, una pala della Madonna del Rosario di anonimo del XVI secolo e un’altra della Madonna del Carmelo, sempre di anonimo, del XVIII secolo; inoltre il simulacro dell’Immacolata Concezione realizzata nel 1856, un Cristo Morto della seconda metà dell’800 e soprattutto l’altare di San Benedetto martire con reliquie del Santo.

Cattedrale "Santa Maria della Marina"
Sorta nel 1615, è stata la prima costruzione fuori le mura del borgo antico. Costruita sul litorale deserto lungo la Via Litoranea che dalla Porta Sud conduceva alla spiaggia, fu uno stimolo per la popolazione a scendere in marina. Infatti, nel giro di pochi anni, cominciarono a sorgere dei magazzini rudimentali e casupole in cui i pescatori depositavano gli attrezzi da pesca. Parzialmente distrutta nell'inondazione del torrente Albula del 6 luglio 1898, per i danneggiamenti subiti, fu chiusa al culto e demolita l'anno seguente. Dopo molte vicessitudini la chiesa fu ricostruita e inaugurata nel 1908 (nel frattempo la sede parrocchiale è stata eretta, con breve pontificio del 27 novembre 1820, presso una chiesetta che era situata nell'attuale piazza Battisti). Primo parroco fu padre Gioacchino Pizzi, dei Chierici Regolari. Nel 1847 fu benedetta la prima pietra dell'attuale chiesa cattedrale. I lavori furono lentissimi: Mons. Boschi benedisse la chiesa il 4 aprile 1908, essendo parroco don Francesco Sciocchetti. Ingrandita e completata negli anni settanta è stata consacrata da mons. Radicioni l'11 febbraio 1973 (la solennità liturgica della consacrazione è spostata al 13 per la concomitanza della festa della Madonna di Lourdes). Con la stessa data dell'11 febbraio 1973 un decreto della Sacra Congregazione dei Vescovi elevava la chiesa della Marina a "concattedrale" e dieci anni dopo, con decreto pontificio del 30 settembre 1983 la chiesa diventava la nuova Cattedrale della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. È stata insignita nel 2001 del titolo di "Basilica Minore".

Caserma pontificia
Si trova lungo la S.S. 16 in prossimità dell'incrocio con via Mare, la via principale di Porto d'Ascoli. Edificio fortificato a pianta quadrangolare con corpi d'angolo a "puntone" e chiostro interno a doppio ordine con archi a tutto sesto, la scarpatura di base è bloccata a metà altezza con un cornicione a sezione semicircolare. Portale d'ingresso in pietra con sovrastante stemma in pietra della città di Ascoli. La copertura è con capriate in legno e sovrastante manto di coppi. Chiamata anche "Caserma Guelfa", è popolarmente definita come la "Dogana" per il ruolo che assunse per secoli di ultimo avamposto pontificio prima del Regno delle Due Sicilie; parte di tale struttura, in epoca recente, è stata adattata a luogo di ristorazione.

Chiesa di Santa Lucia
Piccola e suggestiva chiesetta rurale, tanto cara agli abitanti di San Benedetto. L'attuale e modesto edificio è stato costruito nel 1785 da Bernardino Voltattorni. Il precedente, probabilmente molto antico, doveva trovarsi nelle vicinanze, e presumibilmente costruito sulle rovine di un antico tempio romano del locale forum o conciliabulum. La chiesetta di Santa Lucia, situata lungo la strada Panoramica, gode di una vista stupenda sulla città. Nel passato era mèta, nel giorno di Pasqua, di pellegrinaggio da parte dei devoti sambenedettesi i quali erano soliti fare un pic-nic nei suoi dintorni.

Monumento al Pescatore
Questa statua è collocata nel punto in cui il lungomare si innesta con il molo sud del bacino portuale e riproduce la tenuta dei pescatori durante le tempeste, quando, per richiamare l'attenzione sul pericolo derivante dalla nebbia incombente sul mare, si servivano della tromba. È opera di Cleto Capponi, artista grottammarese.

Monumento al gabbiano Jonathan
Realizzato dall'artista Mario Lupo nel 1986, il monumento a il gabbiano Jonathan Livingston, protagonista del libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata del molo sud, quella che è stata ribattezzata "The Jonathan's way". L'opera, proiettata per 10 metri, racchiude in un cerchio azzurro la vita dei gabbiani e delle acque. È il simbolo della operosità generosa e della tenacia tipiche della gente di mare, gente abituata ad affrontare e superare silenziosamente ostacoli e difficoltà.

ORIGINI E CENNI STORICI
Del nucleo abitativo di San Benedetto, definito come Plebs Sancti Benedicti in Albula, dal nome del santo protettore e titolare della chiesa omonima, nonché del torrente che tuttora l’attraversa, si hanno tracce dall’anno 998 in un atto relativo all'investitura del beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio in territorio di Acquaviva Picena, da parte di Uberto, vescovo di Fermo. Sull'origine non si hanno certezze anche se è accreditata l'ipotesi di un nucleo sorto attorno ad una chiesa che avrebbe ospitato le spoglie di San Benedetto martire, soldato romano martirizzato nell'antica Cupra (attuale Cupra Marittima). In passato era stata ritenuta sorgere sul sito dell'antica città di Truentum, poi Castrum Truentinum, oggi identificata con il sito archeologico scavato alla foce del Tronto nel comune di Martinsicuro. Gli storici sostengono, comunque, che alcuni ritrovamenti archeologici testimonierebbero le origini romane, legate all'antica città di Alba Picena, sulla sponda destra dell'Albula. Il primo significativo mutamento insediativo si ha nel 1145 quando i signori Azzo e Berardo di Gualtiero ottengono l’autorizzazione dal vescovo Liberto di Fermo a realizzare un “castrum” sul colle ove sorge la pieve, pur nel rispetto delle pertinenze di questa. Nel XIV e XV secolo San Benedetto fu contesa tra Ascoli e Fermo. Nel 1478 un'epidemia di peste, pare portata da turchi, devastò il territorio di San Benedetto decimando la popolazione a tal punto che nel 1491, essendo il paese rimasto pressoché disabitato, su iniziativa del municipio di Fermo che all'epoca ne deteneva la giurisdizione, venne deciso di dare facoltà ad alcuni profughi imolesi di stabilirvisi, concedendo loro terreni in enfiteusi. Oggetto della rivalità tra le città di Ascoli e Fermo, fu per secoli aspramente contesa delle due rivali. Nel 1463 Fermo dette incarico al frate Giacomo della Marca (San Giacomo della Marca) di pronunciarsi quale arbitro nella questione e risolvere le secolari controversie fra Fermo ed Ascoli. Frate Giacomo della Marca il 3 luglio 1463 emise il suo giudizio assegnando la parte bassa di S. Benedetto, oggi corrispondente al territorio a sud del torrente Ragnola, a Monteprandone, garantendo quello sbocco a mare strategico per gli ascolani e annettendo alla giurisdizione di Monteprandone quel Montecretaccio sotto il quale si sarebbe dovuto costruire, ma che poi non fu mai realizzato, il porto suddetto (Porto d'Ascoli). Saccheggi e devastazioni a varie riprese caratterizzano anche il XVI secolo per cui il paese, seppure di importanza strategica, non riuscì a svilupparsi se non dopo aver riacquistato un po' di tranquillità. È del 1615 la testimonianza di una prima espansione fuori dalle mura, verso il mare, con la costruzione di una chiesetta dedicata alla Madonna della Marina in corrispondenza del luogo dove oggi è situata Piazza Cesare Battisti in prossimità del vecchio Palazzo Municipale. Costruita sul litorale deserto lungo la Via Litoranea che dalla Porta Sud conduceva alla spiaggia, fuori delle mura del borgo antico, fu stimolo per la popolazione a scendere in marina. Nel giro di pochi anni cominciarono a sorgere dei magazzini rudimentali e casupole in cui i pescatori depositavano gli attrezzi da pesca. Parzialmente distrutta dall'inondazione del torrente Albula del 6 luglio 1898, per i danneggiamenti subiti fu chiusa al culto e demolita l'anno seguente, ma non si spense nel popolo sambenedettese la devozione alla Madonna del Mare e una nuova chiesa venne costruita, quella attuale. Nel cortile interno dei locali adiacenti ad essa è tuttora conservata un'epigrafe in latino del 1615, a memoria della fondazione dell'antica chiesetta. Lo sviluppo demografico del Castro Sancti Benedicti indi di San Benedetto e, successivamente al 1860 del comune di San Benedetto del Tronto, non può che rassomigliare a quello di tanti altri centri rivieraschi dell’Adriatico, ove svolgono un ruolo determinante le immigrazioni, rese necessarie per il ripopolamento sul finire del XV secolo e proseguite fino ai giorni nostri in modo significativo, le incursioni e le catture barbaresche, i rapporti con le popolazioni transadriatiche, le epidemie, le successive e massicce emigrazioni in altri luoghi dell’Italia ed all’estero, talune con caratteristiche specifiche legate ai mestieri del mare. San Benedetto, attraverso questi fenomeni, appare come una vera e propria “testa di ponte” ove si approdava con le barche o si giungeva dai paesi dell’interno e ci si stanziava, magari per ripartire per altri lidi, ma sempre lasciando tracce di quegli apporti demografici. Ciò è particolarmente significativo dal XVIII secolo, quando la pesca fa da motivo di attrazione e la viabilità costiera, resa più agevole e sicura, ne fa uno snodo tra lo Stato Pontificio ed il Regno di Napoli. Il XVIII è il secolo nel quale la popolazione sambenedettese inizia ad uscire dal sovraffollato quartiere castello dopo aver invaso con le nuove costruzioni lo spazio di rispetto delle mura fortificate e talvolta scavalcate queste verso i giardini sottostanti, accompagnato dall’espansione lungo e al di sotto della strada “Lauretana” (l’attuale statale 16) indi dei "paiarà" (toponimo del primo insediamento sviluppatosi sulle terre sottratte al mare, che deve il proprio significato da quelle case costruite con paglia impastate con argilla). Il restante territorio della marina è ancora inabitabile a causa degli acquitrini che vi si sono formati con il ritirarsi della costa e la campagna vede solo rare case coloniche. In proseguo di tempo, con la relativa conquista e bonifiche delle terre alla marina, buona parte delle circa 6000 anime che costituivano la popolazione sambenedettese nel 1850, abitavano già nella loro maggioranza nel quartiere Marina che arricchiva la nomenclatura delle contrade portandola da nove a dodici. Sono soprattutto i pescatori, i calafati, gli sciabicotti, i pescivendoli ed i facchini di marina che per una maggiore comodità professionale si insediano al di sotto della Strada detta Lauretana. Il centro sociale, civile e di conseguenza economico non è più individuabile all’interno delle mura del Castello, ove la maggior parte dei residenti ora sono pochi artigiani con le loro botteghe, i benestanti, ed alcuni possidenti agricoli. Qualche marinaio abita ancora nel quartiere Castello ma ciò rappresenta un’eccezione rispetto alla maggioranza che occupa lo spazio sotto le mura orientali. Nel 1793 ci fu il primo intervento urbanistico organizzato, nel 1851 la cittadina contava appena 5.351 abitanti (censimento dello Stato Pontificio). Nel 1860 i Cacciatori della Alpi liberano la città dal dominio della Chiesa. Nel 1863 la costruzione della linea ferroviaria adriatica costituì un passaggio storico per tutto il territorio. Negli stessi anni aprivano i primi stabilimenti balneari e l'amministrazione del sindaco Secondo Moretti delineò la vocazione turistica della cittadina. Risale al 1896 il Regio Decreto che concede a San Benedetto l'attributo del Tronto. Nel 1907 comincia la costruzione del porto peschereccio, il cui ultimo ampliamento è del 2000. Nel 1912 avviene il varo del primo peschereccio a motore in Italia, il "San Marco" , su concezione del monsignor Francesco Sciocchetti. Nel 1935 un decreto regio annette, dopo molti tentativi avvenuti negli anni precedenti, la frazione Porto d'Ascoli (frazione fino al 1961, anno in cui viene ufficialmente incorporata al comune) staccandola dal piccolo comune di Monteprandone, per motivi di convenienza territoriale in quanto San Benedetto è in piena espansione e necessita di spazio. Il 18 giugno 1944 dopo 144 bombardamenti aerei e 6 cannoneggiamenti navali che hanno devastato la città nella Seconda guerra mondiale, San Benedetto viene liberata.

DATI RIEPILOGATIVI

Abitanti: 45.054 (M 21.550, F 23.504)
Densità per Kmq: 1.780,1

CAP 63039
Prefisso Telefonico 0735
Codice Istat 044066
Codice Catastale H769

Denominazione Abitanti sambenedettesi
Santo Patrono San Benedetto
Festa Patronale ultimo sabato di marzo

Numero Famiglie 16.660
Numero Abitazioni 22.911

Il Comune di San Benedetto del Tronto è:
Località balneare segnalata con tre vele nella Guida Blu di Legambiente
Bandiera Blu delle Spiagge 2007
Bandiera Blu Approdi Turistici 2007 (Porto Turistico)

Il Comune di San Benedetto del Tronto fa parte di:
Associazione Nazionale per l'Incremento Turistico (ANIT)
Associazione Italiana Città Ciclabili

Comuni Confinanti
A nord: Grottammare; a ovest: Acquaviva Picena, Monteprandone, Ripatransone

Stadi di Calcio
Stadio Comunale Riviera delle Palme

Il comune è gemellato con
Mar del Plata (Argentina), dal giugno del 1998
Chicago Heights (Illinois, USA), dal 1977
Sebenico (Croazia)
Steyr (Austria), dal 1995
Trinidad de Cuba (Repubblica Cubana), dal 1994
Viareggio (Lucca, Toscana), dal 1993
Alfortville (Ile-de-France, Francia)

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