San
Benedetto del Tronto, chiamata anche Riviera delle
Palme, è una città della provincia di
Ascoli Piceno nelle Marche, la seconda per popolazione
dopo il capoluogo ma la prima se si considera il solo
centro urbano principale senza le frazioni. È
il comune litoraneo più meridionale delle Marche.
I confini naturali a sud (fiume Tronto) e ad est (mare
Adriatico) sono ben definiti mentre a nord e ad ovest
non sono altrettanto identificabili. L'elevata espansione
urbana nel territorio stretto tra mare e collina non
permette una lettura facile dei limiti dell'abitato.
La città presenta un nucleo antico (il "Paese
alto" o "su dèntre" in sambenedettese)
su un modesto rilievo a poca distanza dal mare, ai
piedi del quale si sviluppa l'abitato originario della
parte più recente, la "Marina". Questa
è attraversata dal corso del torrente Albula
e si è sviluppata con gli anni fino al fiume
Tronto, a meridione, inglobando la località
di Porto d'Ascoli, mentre a nord si salda con il quartiere
Ischia di Grottammare, con la quale costituisce un
unico agglomerato urbano che giunge fin quasi al fiume
Tesino.
ETIMOLOGIA
La prima parte del nome onora il santo patrono, la
specifica si riferisce alla vicinanza al fiume Tronto.
IL
LUNGOMARE
Nel 1931 su progetto dell'ingegner Luigi Onorati fu
realizzato il lungomare che ancor oggi, oltre ad essere
una via di comunicazione essenziale, è il centro
pulsante della San Benedetto turistica ed è
anche divenuto il luogo col quale si identifica l'immagine
cittadina, in Italia e anche all'estero. Considerato
spropositato all'epoca della costruzione, ha una sede
stradale larga complessivamente 30 metri e parte dalla
famosa e suggestiva rotonda Giorgini (la rotonda),
al termine del centralissimo viale Secondo Moretti,
e, nella sua parte più settentrionale, per
il ritiro del mare conseguente al continuo ingrandimento
del porto, risulta molto arretrato rispetto alla riva
del mare. Conclude nella rotonda Salvo D'Acquisto
a Porto d'Ascoli per una lunghezza complessiva di
circa 6 km. È costeggiato da lussureggianti
giardini, una pineta, campi da tennis, una pista di
pattinaggio e un edificio, la "Palazzina Azzurra",
storico locale della città, sulla foce del
torrente Albula che determina la fine del primo tratto,
a sud del quale parte la zona più propriamente
turistica, con stabilimenti balneari sulla spiaggia
da un lato e ville ed alberghi dall'altro lato della
strada. Caratteristica peculiare del lungomare è
l'abbondante presenza di palme (in prevalenza Phoenix
canariensis e sylvestris) che sono diventate un po'
il simbolo cittadino (oggi, tra giardini pubblici
e privati e lungo i viali cittadini, si contano un
totale di circa 8.000 palme di varie specie) in senso
turistico, avendo preso la stessa azienda di promozione
turistica il nome di Riviera delle Palme. Nel 2001
è stata completata la pista ciclabile che costituisce
un'unica passeggiata fino a Cupra Marittima, anche
se, nel collegamento tra San Benedetto e Grottammare,
nell'attraversamento della zona portuale, tra il molo
sud e il vecchio stadio "F.lli Ballarin",
restano alcuni tratti promiscui e quindi meno fruibili.
La parte sud del lungomare, che arriva fino a Porto
d'Ascoli, è stata oggetto di interventi in
tempi diversi. Nel 2004 si è dato il via ad
un rifacimento radicale che ha visto l'ammodernamento
della prima parte del lungomare sud: sono state ampliate
sia la zona pedonale che la pista ciclabile. Poi nel
2007 è stato inaugurato il 2° tratto. Oltre
all'area pedonale ed alla pista ciclabile, sono presenti
dei "giardini tematici", le "oasi":
giardino arido, giardino umido, giardino delle palme,
giardino delle rose, giardino della macchia mediterranea.
I materiali scelti sono compatibili con la nuova vocazione
del lungomare in modo da far apparire tali tratti
veri e propri spazi naturali sul mare, ove sostare
per ammirare il panorama, o per l'accesso diretto
alla spiaggia. Sul sito ufficiale del Comune è
possibile ammirare le foto del nuovo lungomare ed
effettuare anche un giro virtuale. È previsto
l'ammodernamento dell'ultimo tratto (lungomare Nord)
nei prossimi anni.
IL
CORSO
Lo storico viale Secondo Moretti, costruito agli inizi
degli anni '30 del secolo scorso dall'ingegner Luigi
Onorati nell'ambito del progetto che portò
alla realizzazione del lungomare, situato nel centro
città, perpendicolare all'inizio del lungomare
nord, è ormai da decenni, il luogo d'incontro
della popolazione sambenedettese e dei dintorni. Zona
pedonale, recentemente ristrutturato, sede di locali
storici della città e di numerose attività
commerciali, da alcuni anni è arricchito da
una collezione di opere di arte moderna, in particolare
sculture, di artisti del calibro di Ugo Nespolo, Enrico
Baj, Mark Kostabi, Salvo, Paolo Consorti, Marco Lodola.
Punto nevralgico del corso, indiscusso punto riferimento
e luogo di ritrovo della cittadina è la suggestiva
piazza Giorgini (o rotonda Giorgini), dedicata a Carlo
Giorgini, uno dei più amati sindaci della città,
famosa come la rotonda, situata all'incrocio tra la
fine di viale Secondo Moretti e l'inizio nord del
lungomare. La caratteristica fontana situata al centro
della piazza, è ormai diventata uno dei simboli
e delle immagini più note della città.
SENTINA
Situata a nord della foce del fiume Tronto, è
un'area di 200 ettari nella quale sono presenti solo
pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche
zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica
integrali effettuati nel passato, presenta una zona
umida di grandissima importanza a livello biologico
e aviofaunistico. È indicata come una delle
ultime zone umide per la migrazione dell'avifauna,
presente tra la foce del Po e il Gargano ed è
uno dei rarissimi tratti di spiaggia sabbiosa con
retroterra non edificato di tutto l'Adriatico. È
ricca di specie vegetali e animali a rischio o sempre
più rare sul suolo italiano, e la sua importanza
in ottica ambientalista è sempre crescente
data la continua antropizzazione di tutte le zone
costiere sia delle Marche che del confinante Abruzzo.
MUSEI
Museo ittico
È tra i musei più importanti del territorio
piceno. Intitolato all'insigne scienziato sambenedettese
Augusto Capriotti, inaugurato nel 1956 comprende oggi
oltre 9.000 esemplari suddivisi in: pesci, crostacei,
molluschi, cetacei, echinodermi, celenterati e fossili.
Interessante anche la biblioteca contenente più
di 1.000 volumi comprendente anche testi rari e di
valore storico e scientifico.
Museo
delle anfore
Ospitato nei pressi del porto, rappresenta una singolare
collezione di anfore di disparate epoche (cananee,
fenicie, puniche, greche, romane e bizantine) raccolte
in tutto il Mediterraneo dai pescherecci sambenedettesi
che praticavano la pesca a strascico, tecnica già
da anni non più consentita, che ha permesso
di recuperare questi reperti perduti di civiltà
passate. Il Museo delle anfore è il primo passo
per il costituendo "Museo del Mare" che
si dovrà comporre anche dell'Antiquarium Truentino
e del Museo della Pesca e della Civiltà Marinara
integrando anche il Museo Ittico e Paleontologico.
Museo
di arte sacra
Fa parte del circuito dei musei sistini della Diocesi
di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto
delle Marche, si trova all'interno del Paese alto,
accanto all'episcopio, ed ospita una notevole collezione
di arte sacra comprendente sculture lignee di pregio.
Palazzo
Piacentini
All'interno del Paese Alto, già dimora della
poetessa Bice Picentini, ora di proprietà del
comune, ospita il Centro di esposizione di Arte Contemporanea,
l'Archivio storico del comune di San Benedetto (con
tutto il materiale documentario prodotto dal comune
dal 1700 al 1970, e un documento del 1570 lo "Statuto
dei Fermani", raccolta di leggi e regolamenti
del dipartimento dello Stato Pontificio). Dal 4 aprile
2009 è inoltre sede della "Pinacoteca
del Mare", dove sono esposte oltre 180 opere
del patrimonio comunale, con dipinti di Alfred Joseph
Chatelain, Adolfo De Carolis, Angelo Landi e Armando
Marchegiani, oltre ad una sezione dedicata alle fotografie
storiche della città proveniente dagli archivi
privati dei fotografi locali Sgattoni e Traini.
MANIFESTAZIONI
San Benedetto martire: festa del patrono della città,
per molti anni è stata organizzata ogni ultimo
sabato di maggio, ma dal 2008 si è tornati
a celebrarla nella data di origine, il 13 ottobre,
giorno esatto a cui si fa risalire nell'anno 304,
il martirio del soldato romano.
Madonna della Marina: uno degli eventi principali
dell'estate sambenedettese, si svolge l'ultima domenica
di luglio e consiste in una processione in mare con
i pescherecci, in cui i pescatori rendono omaggio
alla Madonna della Marina, l'imbarcazione principale,
che precede il corteo di imbarcazioni, ospita il ritratto
della Madonna proveniente dalla cattedrale. Dopo la
benedizione da parte del vescovo e il ricordo delle
vittime del mare, avviene il lancio in mare della
corona di fiori. Segue poi una processione a terra
fino alla cattedrale. Per il porto ed il centro cittadino
ci sono stand gastronomici ovviamente a base di pesce.
La festa si conclude in tarda serata con un grande
spettacolo pirotecnico in mare a cui le persone assistono
dal porto e dalla spiaggia.
TORRE
DEI GUALTIERI
Più propriamente denominato "Mastio della
Roccia" e più popolarmente noto come "Torrione"
(lu Turriò o lu Campanò) è forse
l'elemento più rappresentativo della città,
spiccando dall'altura del Paese Alto a dominare l'intero
abitato. Eseguita nell'ultimo ventennio del XV secolo
a seguito di una ristrutturazione della cinta muraria
dopo uno dei tanti conflitti tra Ascoli e Fermo presumibilmente
dalla famiglia Gualtieri, la quale, verso l'anno 1145
iniziò la riedificazione del castello (sopra
le rovine dell'antica pieve caduta in rovina per mano
dei pirati turchi che depredavano le coste o per le
invasioni barbariche) terminata circa ben tre secoli
dopo con la costruzione di questa insolita torre dalla
foggia così singolare. Di altezza relativamente
modesta (20 m), a pianta esagonale schiacciata, è
interamente in laterizio, presenta un orologio sulla
faccia rivolta verso mare e una merlatura superiore
eseguita nel restauro del 1901 su progetto dell'architetto
Giuseppe Sacconi. L'interno è suddiviso in
quattro livelli forniti di copertura a volta (a botte
cuspidata per i primi due livelli).
Torre
guelfa
Si trova all'interno di una villa privata ma si può
scorgere dalla S.S. 16 in località Porto d'Ascoli.
Si tratta di una torre di difesa a base quadrata del
XIV secolo con opera a sporgere costituita da beccatelli
e piombatoi. Costituita in muratura a sacco con paramenti
esterni ed interni in laterizio, faceva parte del
forte ricostruito dalla città di Ascoli dopo
il 1348, distrutta poi da Gentile da Mogliano, signore
di Fermo.
Chiesa
di San Benedetto martire
Il primo insediamento risale all'XI secolo dove sorgeva
l'antica pieve di San Benedetto sorta sul sepolcro
di San Benedetto martire attorno alla quale, dopo
il 1140, venne costrita la cinta muraria. Poco rimane
dell'antico sepolcro e del vecchio edificio poiché
la chiesa fu modificata ed ampliata alla fine del
XVIII secolo su disegno dell'architetto Pietro Augustoni.
Interamente in laterizio con facciata con cornici
e paraste e timpano in pietra, nella chiesa sono conservate,
oltre a reperti, epigrafi e lapidi, diverse altre
opere: una pala del 1707 del pittore fermano Ubaldo
Ricci relativa allultima cena, una pala della
Madonna del Rosario di anonimo del XVI secolo e unaltra
della Madonna del Carmelo, sempre di anonimo, del
XVIII secolo; inoltre il simulacro dellImmacolata
Concezione realizzata nel 1856, un Cristo Morto della
seconda metà dell800 e soprattutto laltare
di San Benedetto martire con reliquie del Santo.
Cattedrale
"Santa Maria della Marina"
Sorta nel 1615, è stata la prima costruzione
fuori le mura del borgo antico. Costruita sul litorale
deserto lungo la Via Litoranea che dalla Porta Sud
conduceva alla spiaggia, fu uno stimolo per la popolazione
a scendere in marina. Infatti, nel giro di pochi anni,
cominciarono a sorgere dei magazzini rudimentali e
casupole in cui i pescatori depositavano gli attrezzi
da pesca. Parzialmente distrutta nell'inondazione
del torrente Albula del 6 luglio 1898, per i danneggiamenti
subiti, fu chiusa al culto e demolita l'anno seguente.
Dopo molte vicessitudini la chiesa fu ricostruita
e inaugurata nel 1908 (nel frattempo la sede parrocchiale
è stata eretta, con breve pontificio del 27
novembre 1820, presso una chiesetta che era situata
nell'attuale piazza Battisti). Primo parroco fu padre
Gioacchino Pizzi, dei Chierici Regolari. Nel 1847
fu benedetta la prima pietra dell'attuale chiesa cattedrale.
I lavori furono lentissimi: Mons. Boschi benedisse
la chiesa il 4 aprile 1908, essendo parroco don Francesco
Sciocchetti. Ingrandita e completata negli anni settanta
è stata consacrata da mons. Radicioni l'11
febbraio 1973 (la solennità liturgica della
consacrazione è spostata al 13 per la concomitanza
della festa della Madonna di Lourdes). Con la stessa
data dell'11 febbraio 1973 un decreto della Sacra
Congregazione dei Vescovi elevava la chiesa della
Marina a "concattedrale" e dieci anni dopo,
con decreto pontificio del 30 settembre 1983 la chiesa
diventava la nuova Cattedrale della Diocesi di San
Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. È
stata insignita nel 2001 del titolo di "Basilica
Minore".
Caserma
pontificia
Si trova lungo la S.S. 16 in prossimità dell'incrocio
con via Mare, la via principale di Porto d'Ascoli.
Edificio fortificato a pianta quadrangolare con corpi
d'angolo a "puntone" e chiostro interno
a doppio ordine con archi a tutto sesto, la scarpatura
di base è bloccata a metà altezza con
un cornicione a sezione semicircolare. Portale d'ingresso
in pietra con sovrastante stemma in pietra della città
di Ascoli. La copertura è con capriate in legno
e sovrastante manto di coppi. Chiamata anche "Caserma
Guelfa", è popolarmente definita come
la "Dogana" per il ruolo che assunse per
secoli di ultimo avamposto pontificio prima del Regno
delle Due Sicilie; parte di tale struttura, in epoca
recente, è stata adattata a luogo di ristorazione.
Chiesa
di Santa Lucia
Piccola e suggestiva chiesetta rurale, tanto cara
agli abitanti di San Benedetto. L'attuale e modesto
edificio è stato costruito nel 1785 da Bernardino
Voltattorni. Il precedente, probabilmente molto antico,
doveva trovarsi nelle vicinanze, e presumibilmente
costruito sulle rovine di un antico tempio romano
del locale forum o conciliabulum. La chiesetta di
Santa Lucia, situata lungo la strada Panoramica, gode
di una vista stupenda sulla città. Nel passato
era mèta, nel giorno di Pasqua, di pellegrinaggio
da parte dei devoti sambenedettesi i quali erano soliti
fare un pic-nic nei suoi dintorni.
Monumento
al Pescatore
Questa statua è collocata nel punto in cui
il lungomare si innesta con il molo sud del bacino
portuale e riproduce la tenuta dei pescatori durante
le tempeste, quando, per richiamare l'attenzione sul
pericolo derivante dalla nebbia incombente sul mare,
si servivano della tromba. È opera di Cleto
Capponi, artista grottammarese.
Monumento
al gabbiano Jonathan
Realizzato dall'artista Mario Lupo nel 1986, il monumento
a il gabbiano Jonathan Livingston, protagonista del
libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata
del molo sud, quella che è stata ribattezzata
"The Jonathan's way". L'opera, proiettata
per 10 metri, racchiude in un cerchio azzurro la vita
dei gabbiani e delle acque. È il simbolo della
operosità generosa e della tenacia tipiche
della gente di mare, gente abituata ad affrontare
e superare silenziosamente ostacoli e difficoltà.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Del nucleo abitativo di San Benedetto, definito come
Plebs Sancti Benedicti in Albula, dal nome del santo
protettore e titolare della chiesa omonima, nonché
del torrente che tuttora lattraversa, si hanno
tracce dallanno 998 in un atto relativo all'investitura
del beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio in territorio
di Acquaviva Picena, da parte di Uberto, vescovo di
Fermo. Sull'origine non si hanno certezze anche se
è accreditata l'ipotesi di un nucleo sorto
attorno ad una chiesa che avrebbe ospitato le spoglie
di San Benedetto martire, soldato romano martirizzato
nell'antica Cupra (attuale Cupra Marittima). In passato
era stata ritenuta sorgere sul sito dell'antica città
di Truentum, poi Castrum Truentinum, oggi identificata
con il sito archeologico scavato alla foce del Tronto
nel comune di Martinsicuro. Gli storici sostengono,
comunque, che alcuni ritrovamenti archeologici testimonierebbero
le origini romane, legate all'antica città
di Alba Picena, sulla sponda destra dell'Albula. Il
primo significativo mutamento insediativo si ha nel
1145 quando i signori Azzo e Berardo di Gualtiero
ottengono lautorizzazione dal vescovo Liberto
di Fermo a realizzare un castrum sul colle
ove sorge la pieve, pur nel rispetto delle pertinenze
di questa. Nel XIV e XV secolo San Benedetto fu contesa
tra Ascoli e Fermo. Nel 1478 un'epidemia di peste,
pare portata da turchi, devastò il territorio
di San Benedetto decimando la popolazione a tal punto
che nel 1491, essendo il paese rimasto pressoché
disabitato, su iniziativa del municipio di Fermo che
all'epoca ne deteneva la giurisdizione, venne deciso
di dare facoltà ad alcuni profughi imolesi
di stabilirvisi, concedendo loro terreni in enfiteusi.
Oggetto della rivalità tra le città
di Ascoli e Fermo, fu per secoli aspramente contesa
delle due rivali. Nel 1463 Fermo dette incarico al
frate Giacomo della Marca (San Giacomo della Marca)
di pronunciarsi quale arbitro nella questione e risolvere
le secolari controversie fra Fermo ed Ascoli. Frate
Giacomo della Marca il 3 luglio 1463 emise il suo
giudizio assegnando la parte bassa di S. Benedetto,
oggi corrispondente al territorio a sud del torrente
Ragnola, a Monteprandone, garantendo quello sbocco
a mare strategico per gli ascolani e annettendo alla
giurisdizione di Monteprandone quel Montecretaccio
sotto il quale si sarebbe dovuto costruire, ma che
poi non fu mai realizzato, il porto suddetto (Porto
d'Ascoli). Saccheggi e devastazioni a varie riprese
caratterizzano anche il XVI secolo per cui il paese,
seppure di importanza strategica, non riuscì
a svilupparsi se non dopo aver riacquistato un po'
di tranquillità. È del 1615 la testimonianza
di una prima espansione fuori dalle mura, verso il
mare, con la costruzione di una chiesetta dedicata
alla Madonna della Marina in corrispondenza del luogo
dove oggi è situata Piazza Cesare Battisti
in prossimità del vecchio Palazzo Municipale.
Costruita sul litorale deserto lungo la Via Litoranea
che dalla Porta Sud conduceva alla spiaggia, fuori
delle mura del borgo antico, fu stimolo per la popolazione
a scendere in marina. Nel giro di pochi anni cominciarono
a sorgere dei magazzini rudimentali e casupole in
cui i pescatori depositavano gli attrezzi da pesca.
Parzialmente distrutta dall'inondazione del torrente
Albula del 6 luglio 1898, per i danneggiamenti subiti
fu chiusa al culto e demolita l'anno seguente, ma
non si spense nel popolo sambenedettese la devozione
alla Madonna del Mare e una nuova chiesa venne costruita,
quella attuale. Nel cortile interno dei locali adiacenti
ad essa è tuttora conservata un'epigrafe in
latino del 1615, a memoria della fondazione dell'antica
chiesetta. Lo sviluppo demografico del Castro Sancti
Benedicti indi di San Benedetto e, successivamente
al 1860 del comune di San Benedetto del Tronto, non
può che rassomigliare a quello di tanti altri
centri rivieraschi dellAdriatico, ove svolgono
un ruolo determinante le immigrazioni, rese necessarie
per il ripopolamento sul finire del XV secolo e proseguite
fino ai giorni nostri in modo significativo, le incursioni
e le catture barbaresche, i rapporti con le popolazioni
transadriatiche, le epidemie, le successive e massicce
emigrazioni in altri luoghi dellItalia ed allestero,
talune con caratteristiche specifiche legate ai mestieri
del mare. San Benedetto, attraverso questi fenomeni,
appare come una vera e propria testa di ponte
ove si approdava con le barche o si giungeva dai paesi
dellinterno e ci si stanziava, magari per ripartire
per altri lidi, ma sempre lasciando tracce di quegli
apporti demografici. Ciò è particolarmente
significativo dal XVIII secolo, quando la pesca fa
da motivo di attrazione e la viabilità costiera,
resa più agevole e sicura, ne fa uno snodo
tra lo Stato Pontificio ed il Regno di Napoli. Il
XVIII è il secolo nel quale la popolazione
sambenedettese inizia ad uscire dal sovraffollato
quartiere castello dopo aver invaso con le nuove costruzioni
lo spazio di rispetto delle mura fortificate e talvolta
scavalcate queste verso i giardini sottostanti, accompagnato
dallespansione lungo e al di sotto della strada
Lauretana (lattuale statale 16)
indi dei "paiarà" (toponimo del primo
insediamento sviluppatosi sulle terre sottratte al
mare, che deve il proprio significato da quelle case
costruite con paglia impastate con argilla). Il restante
territorio della marina è ancora inabitabile
a causa degli acquitrini che vi si sono formati con
il ritirarsi della costa e la campagna vede solo rare
case coloniche. In proseguo di tempo, con la relativa
conquista e bonifiche delle terre alla marina, buona
parte delle circa 6000 anime che costituivano la popolazione
sambenedettese nel 1850, abitavano già nella
loro maggioranza nel quartiere Marina che arricchiva
la nomenclatura delle contrade portandola da nove
a dodici. Sono soprattutto i pescatori, i calafati,
gli sciabicotti, i pescivendoli ed i facchini di marina
che per una maggiore comodità professionale
si insediano al di sotto della Strada detta Lauretana.
Il centro sociale, civile e di conseguenza economico
non è più individuabile allinterno
delle mura del Castello, ove la maggior parte dei
residenti ora sono pochi artigiani con le loro botteghe,
i benestanti, ed alcuni possidenti agricoli. Qualche
marinaio abita ancora nel quartiere Castello ma ciò
rappresenta uneccezione rispetto alla maggioranza
che occupa lo spazio sotto le mura orientali. Nel
1793 ci fu il primo intervento urbanistico organizzato,
nel 1851 la cittadina contava appena 5.351 abitanti
(censimento dello Stato Pontificio). Nel 1860 i Cacciatori
della Alpi liberano la città dal dominio della
Chiesa. Nel 1863 la costruzione della linea ferroviaria
adriatica costituì un passaggio storico per
tutto il territorio. Negli stessi anni aprivano i
primi stabilimenti balneari e l'amministrazione del
sindaco Secondo Moretti delineò la vocazione
turistica della cittadina. Risale al 1896 il Regio
Decreto che concede a San Benedetto l'attributo del
Tronto. Nel 1907 comincia la costruzione del porto
peschereccio, il cui ultimo ampliamento è del
2000. Nel 1912 avviene il varo del primo peschereccio
a motore in Italia, il "San Marco" , su
concezione del monsignor Francesco Sciocchetti. Nel
1935 un decreto regio annette, dopo molti tentativi
avvenuti negli anni precedenti, la frazione Porto
d'Ascoli (frazione fino al 1961, anno in cui viene
ufficialmente incorporata al comune) staccandola dal
piccolo comune di Monteprandone, per motivi di convenienza
territoriale in quanto San Benedetto è in piena
espansione e necessita di spazio. Il 18 giugno 1944
dopo 144 bombardamenti aerei e 6 cannoneggiamenti
navali che hanno devastato la città nella Seconda
guerra mondiale, San Benedetto viene liberata.