Monteprandone
è un comune di 12.017 abitanti della provincia
di Ascoli Piceno nelle Marche. Centro del subappennino
marchigiano, posto nell'immediato entroterra di San
Benedetto del Tronto, a soli 5 km dal mare Adriatico,
sulla cresta di una breve dorsale che divide la valle
del torrente Ragnola (a nord) da quella del fiume
Tronto (a sud). L'unica frazione del comune, Centobuchi,
si trova sulla via Salaria ed è oggetto di
una grande espansione demografica legata alla vicinanza
con le grandi vie di comunicazione e con l'urbanizzazione
di tutto l'asse che dalla periferia di San Benedetto
del Tronto porta a quella del capoluogo di provincia
Ascoli Piceno, che dista 20 km circa. La tradizionale
economia agricola con i tipici prodotti di questa
terra come olio e vino, oggi è una voce secondaria
di fronte alla presenza di numerose attività
industriali anche di grandi proporzioni site a Centobuchi
e sviluppatesi negli ultimi 30 anni. Tra le altre
si evidenziano la produzione di elicotteri, quella
di mobili per bagno e la trasformazione dei prodotti
ortofrutticoli. Di notevole interesse economico sono
anche le svariate attività, sia al dettaglio
che all'ingrosso, tra queste, negli ultimi anni, si
è sviluppato il commercio di consumabili per
la codifica dei prodotti.
ETIMOLOGIA
La leggenda vuole che il castello sia stato eretto
nel IX secolo da un cavaliere franco a seguito di
Carlo Magno. Il suo nome sarebbe stato Brandone o
Prandone, da cui il nome del castello e del paese.
DA
VEDERE
È ancora intatta parte della cinta muraria
dei secoli XIV-XV.
Chiesa
di San Nicola di Bari
Di origine molto antica, subì molti rimaneggiamenti
fin quando nel 1808 non si dette inizio ad una ricostruzione
completa in stile neoclassico, su disegno dell'architetto
Pietro Maggi. Al suo interno si conserva un crocifisso
ligneo trecentesco.
Chiesa
di Santa Maria delle Grazie
Si trova ad 1,5 km dal centro abitato e fa parte del
complesso del convento francescano che fu eretto nel
1449 proprio grazie a San Giacomo della Marca, il
più illustre cittadino figlio di questa terra,
le cui spoglie sono conservate in questa chiesa. Vi
è un trittico del XIV secolo e poi opere di
Vincenzo Pagani e Cola d'Amatrice. Da segnalare anche
il chiostro cinquecentesco del convento (detto anche
convento di San Giacomo).
Museo
dei codici
Della biblioteca istituita da San Giacomo della Marca
e arricchitasi anche dopo la sua morte fino a raggiungere
più di 700 pezzi, rimane solo una minima parte.
Ma la presenza di un codice del IX-X secolo e di 54
codici del XIV-XV secolo è sufficiente per
parlare di un autentico tesoro di inestimabile valore
artistico e culturale. Una volta conservati nel convento
di Santa Maria delle Grazie, oggi questi codici, di
proprietà comunale, insieme ad altri libri
di importanza storica per Monteprandone e il suo territorio,
sono conservati sotto le volte a crociera del piano
terra del Palazzo Comunale.
MANIFESTAZIONI
I primi di agosto si tiene la sagra delle olive fritte
all'ascolana.
Il patrono San Giacomo si festeggia il 28 novembre.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il primo documento storico riguardante Monteprandone
risale al 1039 quando un certo Longino insieme a un
tale Guido Massaro fecero dono del borgo e della chiesa
di San Nicola di Bari al Monastero di Santa Maria
di Farfa nella Sabina, che lo tenne fino al 1292 quando,
spontaneamente, la popolazione per motivi di sicurezza
decise di passare sotto la protezione di Ascoli. Il
legame con Ascoli si fece ancora più saldo
grazie a papa Giovanni XXII che con la bolla del 13
maggio 1323 concesse in feudo perpetuo ad Ascoli "per
la fedeltà e i servizi resi e in ritorsione
alla ribelle Fermo" il tratto di territorio tra
il Tronto e il Ragnola, garantendo quello sbocco a
mare strategico per gli ascolani e annettendo alla
giurisdizione di Monteprandone quel Montecretaccio
sotto il quale si sarebbe dovuto costruire il porto
suddetto (Porto d'Ascoli). Tra il XIV e il XV secolo
vennero annessi altri tre colli: Montetinello, Monterone
e Monticelli, arrivando così ai cinque colli
che vediamo oggi rappresentati nello stemma comunale.
Nel 1935 un decreto regio annette, dopo molti tentativi
avvenuti negli anni precedenti, la frazione Porto
D'Ascoli, staccandola dal comune di Monteprandone,
per motivi di convenienza territoriale in quanto San
Benedetto è in piena espansione e necessita
di spazio, e su richiesta dei cittadini stessi.