Fabriano
è un comune italiano di 31.781 abitanti della
provincia di Ancona nelle Marche. Il territorio cittadino
è posto a 325 m s.l.m., in una vallata costellata
da dolci colline e circondata da monti dell'Appennino
umbro-marchigiano centrale e della dorsale marchigiana
su cui svettano a nord-nord ovest: il monte Nebbiano
(790 m), il monte Strega (1276 m), il monte Catria
(1701 m); ad ovest troviamo: il monte Cucco (1566
m); mentre ad est: il monte San Vicino (1479 m); infine
a sud-sud ovest: il monte Nero (1424 m) ed il monte
Maggio (1361 m). Da quest'ultimo ha origine il torrente
Giano che attraversa la città di Fabriano e
si unisce poi al fiume Esino all'altezza della frazione
di Borgo Tufico. Fabriano è famosa nel mondo
per la produzione cartiera fin dal XIII secolo. Non
si hanno documenti precisi sull'origine della lavorazione
della carta, ma è del tutto probabile che già
dalla fine del XII secolo in città si producesse
la carta "bambagina", ottenuta con le fibre
dei cenci di lino. Fabriano fu una delle più
antiche città italiane produttrici di carta:
i fabrianesi inventarono la pila idraulica a magli,
la filigrana e la collatura con gelatina animale.
Grazie a queste innovazioni l'industria ebbe grande
sviluppo nei secoli XIV e XV, quando si contavano
almeno 40 botteghe. Nella seconda metà del
1300 le industrie locali producevano un milione di
fogli l'anno, che prendevano la via di Venezia, Firenze
e di altre città, anche d'oltremare, del mondo
allora conosciuto. Dopo un periodo di progressivo
decadimento dal 1780, grazie a Pietro Miliani, che
diede un nuovo impulso a questa attività, Fabriano
tornò ad essere la città della carta,
specializzandosi nelle carte valori, che ancora oggi
sono le più ricercate. Oltre che per la produzione
della carta, fin dal basso medioevo Fabriano eccelleva
in numerose altre attività artigianali. Oggi
la città ha un carattere prevalentemente industriale
con imprese in ogni campo, tra cui però primeggiano
alcune di fama internazionale: le storiche Cartiere
Miliani, le industrie di elettrodomestici Merloni
(Indesit, MTS, Antonio Merloni) e le industrie produttrici
di cappe aspiranti per cucine (Faber, Elica, Best).
Notevole anche la lavorazione dei salumi: rinomato
il salame di Fabriano, tipico salame coi lardelli
marchigiano, da sempre sulle tavole dei buongustai
oggi in fase di rilancio grazie al Consorzio di Produzione
e Tutela da poco costituito.
ETIMOLOGIA
Alcuni affermano che il vocabolo "Fabriano"
trae origine da "Faberius", proprietario
del fondo su cui si eresse la città stessa.
Faberius divenne nel medioevo "Fabriano",
anche perché era molto sviluppata in città
l'attività dei fabbri. Anche lo stemma cittadino,
infatti, sin dal XIII secolo, ha come emblema un fabbro
che batte il ferro su di un'incudine. Ma fu anche
una città sommersa vicino al monte Fabriano.
MANIFESTAZIONI
Palio di San Giovanni Battista. Nel 1995 nasce il
Palio di San Giovanni Battista, che si svolge ogni
anno intorno alla metà del mese di giugno per
concludersi il giorno della festa del Patrono di Fabriano,
San Giovanni Battista, appunto, il 24 giugno, con
la Sfida del Maglio, dove 4 fabbri (uno per ogni quartiere
che porta il nome delle quattro Porte cittadine (Porta
del Piano, colore azzurro, Porta del Borgo, colore
giallo, Porta Cervara, colore rosso, e Porta Pisana,
colore verde) si sfidano nel forgiare una chiave,
la quale dovrà far scattare un meccanismo che
faccia innalzare il gonfalone della Porta nel minor
tempo possibile. Oltre alla Sfida del Maglio, ci sono
altre rievocazioni storiche nel corso della manifestazione,
come i Borghi Medievali, che rappresentano scene di
vita medievale, il Corteo Storico, i Giochi Popolari
che comprendono gare di tiro alla fune, corsa con
i trampoli, corsa con le brocche, gioco del bracciale,
e corsa coi "carioli". Troviamo poi il Torneo
degli Arcieri, mostre, spettacoli, cerimonie religiose,
e la realizzazione di stupende infiorate, che solitamente
vengono realizzate all'interno di chiese o di chiostri.
Inoltre, dal 1999 è stato introdotto anche
il Palio dei Monelli, che si svolge la penultima sera,
il 23 giugno e vede sfidarsi bambini al di sotto dei
14 anni.
DA
VEDERE
Palazzo
del Podestà
Il Palazzo del Podestà è uno splendido
edificio pubblico ed ha una sua peculiarità
tipologica "a ponte", in ricordo della colmata
dell'antico fiume cittadino, che scorreva sotto di
esso, e dell'unificazione dei quattro quartieri cittadini.
Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana,
modificato più volte, è costituito di
tre corpi di fabbrica dei quali, quello centrale,
presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso
della strada e le eleganti trifore. Al di sotto dell'arcone
restano interessanti affreschi (XIII-XIV secolo) che
rappresentano scene di guerrieri in battaglia e una
enigmatica ruota della fortuna mossa da una figura
femminile.
Fontana
Sturinalto
La fontana Sturinalto fu commissionata a Jacopo di
Grondolo nel 1285, l'architetto che aveva progettato
la fontana maggiore di Perugia. Non a caso la fontana
fabrianese, cosiddetta "Sturinalto", è
una copia di minori dimensioni ma di grande eleganza,
della straordinaria fontana umbra decorata da Nicola
e Giovanni Pisano.
Palazzo
comunale
Palazzo del Comune (1350 ca., ricostruito nel 1690)
Antica dimora dei Chiavelli, signori della città
fino al 1435, conserva l'androne voltato a crociera
nel XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi
e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium
(Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato).
Ex
ospedale di S.Maria del Buon Gesù (1456) Fondato
da San Giacomo della Marca nel 1456 per riunirvi gli
ospedali cittadini, è un elegante esempio di
architettura tardogotica. Nella chiesa annessa è
venerato il pregevole stendardo della Madonna del
Buon Gesù, dipinto intorno al 1460 dal Maestro
di Staffolo. Allo stesso pittore si debbono gli affreschi
visibili sotto il portico. All'interno la chiesa conserva
affreschi del fiorentino Andrea Boscoli, realizzati
agli inizi del XVII secolo.
Cattedrale
di San Venanzio
Cattedrale di San Venanzio (XIV e XVII secolo) Chiesa
matrice di Fabriano, ampliata nella seconda metà
del XIV secolo, fu ricostruita dall'architetto urbinate
Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale
la pregevole decorazione interna con stucchi del ticinese
Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca, invece,
la Cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro
e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto
di Nuzio (1360 ca.).
Museo
della Carta e della Filigrana
Il museo ha la sua sede all'interno di uno dei più
bei complessi monumentali della città di Fabriano,
l'antico convento di San Domenico. Qui è stata
ricostruita fedelmente una cartiera medievale dove
mastri cartai illustrano le antiche tecniche di produzione
della preziosa carta filigranata a mano. Un viaggio
affascinante nel mondo della carta, nella Città
che ne è stata e resta la sua capitale (olim
cartam undique fudit). All'interno del Museo si può
partecipare ad attività didattiche, anche residenziali,
relative alla lavorazione di carte a mano filigranate.
La visita al Museo della Carta e della Filigrana,
della durata di 1 ora circa, include una dimostrazione
dal vivo della produzione della carta a mano, la visione
di forme e filigrane antiche, e un audiovisivo sulla
storia della carta a Fabriano.
Complesso
San Domenico (sec. XIV-XV)
La chiesa di Santa Lucia Novella, ricostruita dopo
il terremoto del 1741, della fabbrica gotica (1365
ca.) conserva l'architettura esterna, caratterizzata
anche da una elegante abside poligonale, dove si scorge
in rilievo lo stemma della famiglia signorile dei
Chiavelli. Le cappelle gotiche e la sacrestia, vantano
una ricca e importante decorazione ad affresco di
Allegretto Nuzi e della sua scuola (seconda metà
del XIV secolo). Nel convento di San Domenico (Museo
della Carta) si possono ammirare i due pregevoli chiostri
quattrocenteschi e, nell'interno, l'importante decorazione
della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio
da Fabriano, per la cui iconografia il pittore si
è ispirato alla decorazione del convento domenicano
di San Marco a Firenze realizzata da Beato Angelico.
Chiesa
del Sacro Cuore (1710, ricostruita nel 1741)
Piacevole esempio di decorazione rococò, a
pianta centrale con lanterna, disegno del trapanese
Francesco Nicoletti, già sede dei Gesuiti con
l'annesso ex collegio.. Restaurata all'inizio del
secolo XX con ridipinture a finto marmo e riaperta
al culto dopo aver subito un'opera di ristrutturazione
dovuta ai gravi danni subiti a causa del sisma del
1997.
Chiesa
di S.Filippo (1313, ricostruita nel 1628 e nel 1741)
Anticamente dedicata ai SS.Giuseppe e Francesco, dal
1628 Oratorio di S.Filippo Neri, si presenta nell'attuale
veste concepita da Pietro Maria Loni da Lugano. Conserva
all'interno tele di Sebastiano Conca (1676-1764 ),
Giovanni Loreti (1686-1760), di Giovanni Marchesi
(1699-1771). Nella sagrestia affreschi del fabrianese
Giuseppe Malatesta e figli (1650-1719).
Loggiato
San Francesco (1450 circa)
Edificato nella metà del 400 su progetto
del celebre architetto rinascimentale Bernardo Rossellino,
giunto a Fabriano nel 1450 insieme a papa Niccolò
V ed alla sua corte, che si rifugiò a Fabriano
per sfuggire alla peste, il loggiato fu pensato per
collegare l'imponente chiesa di San Francesco (edificata
nel 1292 e demolita nel 1864) alla scenografica piazza
del Comune. Fu prolungato alla fine del 1600, con
l'aggiunta di sette arcate alle primitive dodici.
Nel 1790 fu collegato al contiguo Palazzo Comunale.
Fu aperto al pubblico godimento dal 1818.
Oratorio
della Carità (1587-97)
L'oratorio fu decorato alla fine del XVI secolo con
un prezioso ciclo affrescato, raffiguranti le opere
di Misericordia Spirituale e Corporale, realizzati
dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. Il
portale gotico in pietra proviene dall'ex monastero
di SantAntonio fuori le mura. Il suo interno
venne restaurato e riaperto al pubblico dopo il restauro
da sisma del 1997, previa liberazione dalle scaffalature
dei documenti e libri dell'Archivio Comunale che ne
occupavano tutto lo spazio interno.
Chiesa
dei Santi Biagio e Romualdo (sec. XIII, ricostruita
nel XVIII secolo)
Chiesa abbaziale benedettina, fu ampliata nel 1481
e quasi completamente ricostruita dopo il 1741 su
progetto di Paolo Soratini da Lonato. All'interno,
pregevole esempio di stile tardo barocco, sono conservati
gli stalli lignei del coro (1642) e interessanti dipinti
opera di Pasqualino Rossi e l'organo di Gaetano Callido
(1790). Nella cripta è conservato il sarcofago
marmoreo con le reliquie di S.Romualdo, fondatore
dell'Ordine Camaldolese. Interessante il chiostro,
di elegante stile rinascimentale, realizzato nel sec.
XVI. Riaperta al culto dopo i restauri dovuti al sisma
del 1997.
Chiesa
di SantOnofrio o Scala Santa (1407, ricostruita
nel 1727)
Vi si possono ammirare pregevoli opere lignee, un
Crocifisso di fine 300 di scuola tedesca, una
"Ecce Homo" quattrocentesco ed un affresco
del sec. XV attribuito al Maestro di Staffolo. Molto
cara alla devozione perché vi si conservano
frammenti della Scala Santa di Roma.
GLI
ARTISTI
È stato uno dei maggiori esponenti del gotico
internazionale. La sua formazione avvenne probabilmente
nel clima del gotico presente in area marchigiana
tra Fabriano, Camerino e San Severino, ma ben presto
abbandonò le Marche, lavorando nei maggiori
centri dellItalia centro-settentrionale: Firenze,
Siena, Roma, Orvieto, Perugia, Venezia. Questo girovagare
lo portò a conoscere ed assimilare diverse
influenze dellarte del suo tempo: nella sua
pittura si riscontano elementi di cultura francese,
fiamminga e tedesca, nonché, non ultimi, anche
elementi della tradizione giottesca. Gentile non fu
un innovatore o uno sperimentatore, ma la sua arte
fu lo specchio fedele del gusto del tempo, che chiedeva
opere di preziosa fattura non necessariamente di razionale
costruzione. La prima opera nota è la Madonna
e santi, realizzata a Perugia ma oggi conservata a
Berlino. Sono andati perduti quasi tutti gli affreschi
da lui realizzati, in particolare nella basilica di
San Marco a Venezia e Brescia, sopravvivono diverse
tavole che ci danno comunque una conoscenza sufficiente
del suo linguaggio pittorico: tra questi il polittico
di Valle Romita conservato a Brera, e il Polittico
Quaratesi, oggi smembrato tra gli Uffizi (Firenze)
e National Gallery (Londra). La sua opera più
celebre è la tavola realizzata nel 1423 per
la cappella di Palla Strozzi in Santa Trinita di Firenze,
oggi conservata agli Uffizi: lAdorazione dei
Magi. In questa celebre tavola Gentile compone quasi
un'antologia delle sue diverse componenti stilistiche,
armonizzate in unopera di grande suggestione.
Concluse la sua attività a Roma dove, al servizio
di papa Martino V, realizzò diverse opere,
tra cui un ciclo di affreschi in San Giovanni in Laterano.
Questo ciclo, oggi perduto, fu completato da Pisanello
a causa della morte di Gentile. La pittura di Gentile
ebbe una influenza notevole su molti pittori italiani
del Quattrocento, tra cui il veneziano Jacopo Bellini
o il ferrarese Cosmè Tura, innestando i suoi
elementi stilistici tardogotici anche nella formazione
dei primi artisti rinascimentali.
Antonio
da Fabriano
Attivo nella seconda metà del XV secolo, è
uno dei maggiori pittori del 400 marchigiano.
Documentato a Genova nel 1448, dove si formò
a contatto con Donato De Bardi e le opere dei
maestri fiamminghi come Van Eyck, il capolavoro di
Antonio è il San Girolamo nello studio (1451)
oggi nel Museo Walters di Baltimora. A Fabriano sono
visibili opere di Antonio, nell'atrio di Palazzo Baravelli
(p.zza G.B. Miliani), e in Pinacoteca.
Edgardo
Mannucci (1904-1986)
Uno dei più grandi scultori del 900 italiano.
Trasferitosi a Roma nel 1927, frequenta lo studio
dello scultore Quirino Ruggeri. Frequenta poi Cagli,
Afro, Burri, Capogrossi e Colla. Con questi ultimi
due artisti aderisce nel 1952 al Gruppo origine. Dopo
la seconda guerra mondiale, la sua attività
artistica segna il passaggio dal figurativo all'astratto,
interessato ad esplorale il dialogo tra la materia
e l'energia. Visse gli ultimi anni di vita ad Arcevia.
Le sue opere, mescolano metallo, pietre, vetri, traendone
sculture dominate da una straordinaria energia dinamica.
Quirino
Ruggeri(Fabriano, 1883 - Roma, 1955)
Emigrato in Usa come sarto, rientra a Roma intorno
al 1920 e completa la sua formazione artistica da
autodidatta. Fra i protagonisti della storica mostra
"Valori Plastici" (Roma, 1927), fu uno tra
i più apprezzati esponenti della scultura figurativa
e monumentale italiana. Nella produzione pittorica
si interessò del linguaggio figurativo astratto.
'Guelfo
Bianchini (Fabriano, 1937- Roma, 1997)
Uno dei più apprezzati interpreti del surrealismo
italiano. Tra le sue opere più originali visitabili
in città, vanno menzionate le vetrate realizzate
per la chiesa di S.Giuseppe Lavoratore.
Engles
Profili (- Fabriano, 22 aprile 1944)
Medico patriota distintosi per azioni antifasciste.
Trucidato dai repubblichini.
Giuseppe
Uncini (Fabriano, 1929)
Per approfondire, vedi la voce Giuseppe Uncini.
Allievo
di Mannucci ed uno fra i più noti scultori
italiani viventi, nelle sue opere sperimenta l'utilizzo
dei materiali più vari, come cemento, mattoni,
ferri.
Roberto
Stelluti (Fabriano, 1951)
Uno dei più importanti incisori italiani, mantiene
ancora il suo laboratorio a Fabriano nell'ex convento
di S.Onofrio (via Gentile, 44).
Aurelio
Ceccarelli (Fabriano, 1924)
Attivo lungamente all'estero, Ceccarelli è
un interprete molto noto della grande tradizione dei
muralisti sudamericani.
Franco
Giuli (Cerreto d'Esi, 1934)
Fabrianese di adozione, è l'esponente più
noto della pittura italiana Madì.
Reginaldo
Sentinelli (Fabriano, 1854)
Reginaldo Sentinelli nasce a Fabriano l11 gennaio
1854. Il suo nome è noto in tutte le Marche,
in Italia ed anche nel mondo grazie al suo impegno
come imprenditore alimentare rendendo Fabriano famosa
nel mondo oltre che per l'arte cartaria anche per
il suo straordinario salume. La nobile tradizione
locale del Salame di Fabriano, che accomuna
leggende, storia e segreti, sollecita gli interessi
del giovane imprenditore che già premiato mastro
salsamentario nel 1875, avvia unintensa
produzione artigianale ed il commercio allingrosso
di generi alimentari. Cinque anni dopo nasce il marchio
Reginaldo Sentinelli - salsamentario - Fabriano
- corso Vittorio Emanuele con il sottotitolo
premiato per lavorazione salami con medaglia
dargento. Riesce poi ad inserirsi nel
commercio alimentare collegato alle aree portuali
nazionali dove è più vivo il fenomeno
della grande emigrazione del popolo italiano verso
le Americhe e lOceania. Per circa ventanni
(1890-1913), oltre ai salumi, fornisce derrate alimentari
alle migliaia di militari che prestano il servizio
di leva nelle caserme dipendenti dal Distretto Militare
di Ancona. Sul finire del secolo definisce rapporti
commerciali con varie società estere per attività
import via mare: al porto di Trieste riceve droghe
e spezie dalla Turchia, in quello di Livorno arriva
dallIndia il pregiato pepe nero ed al porto
di Genova, provenienti dai lontani mari del nord,
sbarcano enormi quantitativi di pesce conservato.
Agli inizi del nuovo secolo nellAzienda Reginaldo
Sentinelli, che ha volume daffari inferiore
solo a quello della società Cartiere
Pietro Miliani, squilla il telefono interurbano
n°2. Distribuisce lattività commerciale
cittadina tra 8 botteghe e 2 beccaarìe
e, nel 1904, avvia la costruzione di un grande fabbricato
ad uso commerciale e stoccaggio merci con area pertinenziale
di oltre 6.000 mq.; linterporto fabrianese,
collegato direttamente alla rete ferroviaria, rappresenta
un centro del mercato alimentare di ampio interesse
regionale. Stimato Consigliere della Camera di Commercio
di Ancona per oltre un decennio ed ancora in piena
attività, neppure sessantenne, muore a Fabriano
il 28 gennaio 1913; riferisce, tra laltro, la
stampa dellepoca: ...la sua scomparsa
non è il lutto di una casa ma di una cittadinanza.
ORIGINI E CENNI STORICI
II territorio di Fabriano si trova a cavallo dell'Appennino
umbro-marchigiano e per la sua felice posizione favorì
fin dalla preistoria l'insediamento di comunità
stabili. Numerose infatti le testimonianze di tale
antropizzazione risalenti sin dal paleolitico. Nell'età
del ferro si diffusero ampiamente, la civiltà
picena e quella umbra, autoctone, mentre nel corso
del IV secolo a.C. vi si attestarono i galli senoni,
di origine celtica. Dopo la conquista romana si svilupparono
Attidium (Attiggio), già umbra, e Tuficum (Albacina),
che raggiunsero la massima floridezza nel II-III secolo
d.C. Le invasioni barbariche dei secoli seguenti (V-VI)
causarono il lento abbandono dei due municipi. Fu
durante i secoli V-IX d.C. che gli Attidiati, secondo
la tradizione, si rifugiarono in parte a sud-est verso
il futuro castello di Collamato e, per la maggior
parte, nella futura valle di Fabriano dove, con l'apporto
di un altro popolo proveniente da Tuficum per lo stesso
motivo, dettero vita al primo nucleo della città
di Fabriano e ad alcune ville (oggi chiamate frazioni).
Il primo nucleo della futura Fabriano, il castello
di Castelvecchio, forse fu addirittura fondato nel
411 d.C. subito dopo le invasioni barbariche. Da qui
l'appellativo "Attidium mater Fabriani".
La popolazione di Tuficum, inoltre, originò
vari villaggi: Castelletta, Albacina e Moscano, oggi
frazioni di Fabriano. Fabriano fece parte del Ducato
di Spoleto, dal 571 fino alla sconfitta dei longobardi
ad opera di Carlo Magno nel 773, e sorsero numerosi
castelli dei piccoli feudatari locali e altrettanto
numerosi monasteri benedettini che acquisirono gradualmente
notevole importanza spirituale ed economica, risultando
determinanti per lo sviluppo e la storia del territorio
fabrianese. Le prime menzioni storiche del castellum
Fabriani sono del 1040-1041. Circa un secolo dopo
sono ricordati entrambi i "castra Fabriani"
(1160), i quali ancora più tardi, nel secolo
XIII, si distinguevano con i nomi di Castrum vetus
e Castrum novum (o Podium) ciascuno formato da un
nucleo centrale fortificato, detto castellare, difeso
da fossati, da mura e circondato da borghi murati.
Dalla fusione di questi due castelli posti sulla riva
destra del fiume Giano, in posizione dominante: Castelvecchio
e Poggio, ha avuto origine la città il cui
sviluppo fu assai rapido. Dal VIII secolo Fabriano
è sottoposta ad un governo feudale. Nel 1234
Fabriano diviene libero comune, elesse le sue magistrature
ed acquistò gradatamente un nuovo volto; si
svilupparono nel centro storico cantieri architettonici
e pittorici di fondamentale importanza per la nascita
di quella scuola artistica che, nel secolo successivo,
raggiungerà il suo apice con Allegretto Nuzi
e Gentile da Fabriano. Si tratta di un governo aristocratico
di consoli, affiancato però da apposito Consiglio
che in pratica ne limitava l'indipendenza. Nel 1300
il comune, ormai forte ed affermato, prese parte attiva
alla politica medievale partecipando alla lotta tra
Guelfi e Ghibellini, finché a partire dal 1378,
la potente famiglia ghibellina dei Chiavelli riuscì
ad imporre la propria signoria a Fabriano; nonostante
l'instabilità politica, poté godere
di notevole prosperità economica. Dopo l'eccidio
dei Chiavelli (1435) e un breve periodo di sottomissione
a Francesco Sforza (1435-1444), la città venne
annessa allo Stato Pontificio. Nel 1515 la città
venne saccheggiata dagli Spagnoli per dissensi tra
i fabrianesi e papa Leone X. In questo periodo emerge
la figura del capitano Giovanbattista Zobicco. Si
adoperò, addestrando alle armi i giovani, ad
organizzare una difesa, affinché la città
avesse una valida protezione in caso di necessità.
Nel 1519 mons. Pietro Paolo Venanzi, promosse la spedizione
armata contro la ribelle Fabriano. Nonostante il successo
militare esterno di Fabriano, incerta rimase la situazione
all'interno della città a causa di tumulti,
uccisioni e dimissioni. Papa Leone X, temendo che
Fabriano diventasse troppo potente, inviò nel
fabrianese un commissario speciale per sedare i disordini
e preparare la pacificazione delle fazioni diverse.
Chiamò poi a Roma Zobicco, pare con promessa
di perdono. Forse per un ulteriore comportamento ostile
dello Zobicco, questo venne imprigionato e dopo strazianti
torture venne decapitato. Dopo altre lotte interne,
si ebbe a Fabriano, il governo del cardinale Giulio
de' Medici e nel 1527 si può dire che le discordie
fossero terminate. Fu promossa la pace generale e
così Fabriano poté di nuovo ritornare
a godere di una certa prosperità economica.
I secoli che seguirono (XVII - XVIII) sono da molti
definiti di decadenza. Nel 1728, Fabriano, posta sotto
un governatore prelato, fu elevata da papa Benedetto
XIII a diocesi con Camerino e a città. Nel
1785 fu da papa Pio VI riconfermata diocesi in unione
alla sola Matelica a parità di diritti. Nel
1798 fu proclamata la Repubblica Romana dal generale
Berthier e la città di Fabriano svincolatosi
dalla dipendenza papale, ne fece parte, ma per un
breve periodo dato che nel 1800, ritornerà
sotto il governo restaurato della Chiesa. Ma fu per
pochi anni ancora, perché nel 1808 la città
fu annessa al Regno italico, assumendo il nome di
Capoluogo del IV Distretto sotto il Dipartimento di
Macerata. Dopo la parentesi napoleonica periodo nel
quale furono soppressi molti ordini religiosi e conventi,
la città passò nel 1813 sotto il governo
provvisorio di Napoli, guidato da Gioacchino Murat,
per poi cadere nel 1814 sotto il tirannico dispotismo
austriaco. Nel 1815 ritornò alle dipendenze
della Chiesa, che inviò in città un
suo governatore civile. Nel 1847 hanno inizio i lavori
(ultimati nel 1852) per la costruzione di un teatro,
che prenderà il nome di "Camurio".
Il 29 aprile 1866 viene inaugurata la linea ferroviaria
Ancona - Foligno prima, e Fabriano - Urbino poi. Intuibile
l'influenza che avranno sullo sviluppo delle industrie
e il commercio locale. Durante l'ultima guerra mondiale,
la linea Fabriano - Urbino fu riattivata fino a Pergola.
Il 14 settembre 1860 entrando per la Porta del Borgo
le truppe sabaude, al comando del generale Cialdini,
liberarono la città, riunendola (dopo il solenne
plebiscito del 4 novembre successivo che registrò
2354 voti favorevoli contro 2 contrari) al Regno d'Italia
sotto Vittorio Emanuele II. Nel 1863 si incendia il
teatro Camurio, ma nel 1870 si inizierà la
costruzione dell'attuale teatro Gentile, terminato
nel 1884 ed inaugurato con l'opera "L'Aida".
Il 1874 è la data che segna l'insediamento
definitivo dell'Ospedale Civile di Fabriano nell'attuale
sito. Durante l'estate del 1878 il campo già
dei Camaldolesi ed Agostinani viene adattato a giardino
pubblico. Nel 1885 si inaugura il tratto ferroviario
Albacina - Macerata. Nel 1930 Aristide Merloni inizia,
ad Albacina, con una modesta fabbrica di bilance,
un'attività che gradualmente si svilupperà
fino a diventare un complesso industriale di fama
mondiale. Il 1944, durante la seconda guerra mondiale,
fu un anno tragico per la città di Fabriano.
Su essa piovvero ben 55 bombardamenti causando centinaia
di morti, altrettanti feriti e gravissimi danni materiali.
Nella notte tra il 12 e 13 luglio 1944 i tedeschi
abbandonarono la città, ma non completamente
il territorio. Alle 10,30 del mattino le strade cittadine
sono già attraversate, tra la acclamazione
della gente festante, da autoblinde anglo-americane.
Sul balcone del Comune vennero issate le bandiere
inglese, americana, russa e italiana, a significare
l'avvenuta presa di possesso della città. Il
15 luglio 1944 si costituì la prima Giunta
Comunale con il sindaco Luigi Bennani (PSI). Il 26
settembre 1997 due terribili scosse di terremoto (7-8
grado della scala Mercalli il primo e 8-9 grado il
secondo) si abbattono sulle Marche e sull'Umbria.
Segue per lunghissimi mesi uno sciame di scosse sismiche,
anche forti. Gravissime le conseguenze. Per limitarci
alla zona di Fabriano, oltre al panico e caos più
che motivati, si registra una vittima. Nel 2007 i
danni sono stati quasi completamente riparati con
il risultato che la città ed il suo centro
storico medievale sono tornati a brillare di particolare
splendore.