Ancona
Marche

Ancona è una città dell'Italia centrale, posta sul Mare Adriatico e capoluogo dell'omonima provincia e della regione Marche. Primario fulcro economico e portuale della regione, è inoltre il suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione. La sua area metropolitana (che comprende la conurbazione dei comuni di Falconara Marittima, Osimo, Chiaravalle, Sirolo, Numana, Polverigi, Agugliano, Offagna, Camerano e Camerata Picena) raggiunge circa 200.000 abitanti. Protesa verso il mare, la città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. Il nome stesso della città ricorda la sua posizione geografica: "ankon" in greco significa gomito, e così la chiamarono i Siracusani, che fondarono la città nel 387 a.C. L'origine greca di Ancona è ricordata dall'epiteto con la quale è conosciuta: la "città dorica". Ancona è caratterizzata dalla posizione a picco sul mare, dal centro ricco di storia e di monumenti, dai parchi semi-urbani ben conservati e dai meravigliosi dintorni. I rioni storici, arrampicati su varie colline, si affacciano sull'arco del porto come intorno al palcoscenico di un teatro. Dal suo porto partono ogni anno circa un milione di viaggiatori diretti soprattutto in Grecia e Croazia, ma anche in Albania, Turchia e Montenegro; è infatti il primo porto adriatico per numero di imbarchi, e uno dei primi per le merci e per la pesca. La città di Ancona sorge nella costa dell'Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali di monte Conero o Monte d'Ancona (572 m s.l.m.). Questo promontorio dà origine ad un golfo, il Golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. Il luogo dove sorge Ancona rientra nella zona a sismicità medio-alta, è classificata di livello 2 dalla Protezione civile. Ad Ancona si vede sorgere il sole dal mare, come in tutta la costa adriatica, ma è l'unica città in cui si può vedere sul mare anche il tramonto, visto che, grazie alla forma a 'gomito' della sua costa, è bagnata dal mare sia ad Est che ad Ovest. La città possiede varie spiagge; la più centrale è quella del Passetto, tipica spiaggia di costa alta, ricca di scogli, tra i quali la Seggiola del Papa (uno dei simboli della città), lo scoglio del Quadrato, molto apprezzato per la possibilità di tuffarsi nell'acqua profonda. A Nord del porto la costa è bassa. In questa zona da ricordare è la spiaggia di Palombina, sabbiosa, di carattere urbano e con un'aria vivacemente popolare, in vista del golfo dorico e bordata dalla linea ferroviaria. Il territorio cittadino è caratterizzato da un'alternanza di fasce collinari e di vallate. La fascia di colline più settentrionale, affacciata direttamente sul mare, comprende il Colle Guasco sul quale svetta il Duomo, il Colle dei Cappuccini con il Faro, Monte Cardeto con le sue fortificazioni immerse nel verde del parco omonimo. Più a Sud si trova la vallata un tempo detta Piana degli Orti, oggi attraversata dai tre corsi principali e dal Viale della Vittoria. A Sud di questa vallata c'è poi la seconda fascia collinare, con il colle Astagno, sul quale sorge la Cittadella, un grande polmone verde all'interno della città, il colle di Santo Stefano, con il parco del Pincio, Monte Pulito, con la sede dell'Ammiragliato, Monte Pelago, con il piccolo osservatorio astronomico, ed infine il Monte Santa Margherita, a picco sul mare, occupato nelle sue pendici Nord dal parco del Passetto. La vallata che si trova ancora a Sud è costituita da Valle Miano e dal Piano San Lazzaro, occupato dal quartiere omonimo, il solo pianeggiante della città. Ancora a Sud si estende la fascia di colline periferiche e infine la vallata dei Piani della Baraccola. Ancona è ben servita dalle vie di comunicazione terrestri, marittime ed aeree.

ETIMOLOGIA
Deriva dal greco agkon, gomito, in riferimento alla forma ricurva dalla costa.

ARTE
L'arte picena e quella greca sono testimoniate dai reperti, anche di eccezionale qualità, ritrovati nelle antiche necropoli ed esposti al museo archeologico e al museo della città. L'arte greca ha un interessante esempio nei resti del tempio dorico dedicato ad Afrodite, visibili sotto il Duomo, oltre ad un lacerto murario a blocchi regolari nei pressi del lungomare Vanvitelli.
L'arte romana è ben rappresentata dall'Arco di Traiano, di proporzioni slanciate, su un molo anch'esso di epoca traianea. L'anfiteatro, il cui scavo non è ancora completato, è comunque notevole per la porta pompae, detta Arco Bonarelli, e per l'annessa palestra gladiatoria. Il busto dell'imperatore Augusto in veste di pontefice massimo, ritrovato nell'area dell'antico foro, è di pregevole fattura.
L'arte paleocristiana e bizantina trova testimonianza soprattutto nella pianta del Duomo a croce greca, nella basilica inferiore di Santa Maria della Piazza, nei sarcofagi del museo diocesano.
Ad Ancona l'arte ebbe un notevole sviluppo durante i secoli della Repubblica marinara. Per ciò che riguarda l'architettura romanica si ricorda soprattutto il grande cantiere della cattedrale di San Ciriaco, una delle più importanti chiese romaniche d'Italia, pregevole anche per le sculture dell'interno e del portale, tra cui i leoni stilofori, tra i simboli della città. Chiese note a livello nazionale sono anche Santa Maria della Piazza (con le interessantissime sculture della facciata) e la chiesa di Santa Maria di Portonovo. L'architettura gotica è rappresentata dal Palazzo degli Anziani al quale lavorò Margaritone d'Arezzo. Giorgio Orsini da Sebenico fu artista di transizione tra Gotico e Rinascimento e lasciò in città le facciate della Loggia dei Mercanti, di San Francesco alle Scale e di San Agostino, ricche di sue sculture. Per l'architettura rinascimentale va segnalato il Palazzo del Governo, alla cui realizzazione partecipò anche Francesco di Giorgio Martini. Da ricordare anche la Cittadella, uno dei più interessanti esempi europei di fortificazione alla moderna, opera di Antonio da Sangallo il Giovane. La scultura del Quattrocento è ben rappresentata da Giovanni Dalmata. Una scuola di pittura era attiva in città tra Trecento e Quattrocento, e Olivuccio di Ciccarello ne era il maestro. Il pieno Quattrocento in pittura è segnato dall'anconitano Nicola di Mastro Antonio. Pittori rinascimentali di altre regioni che lavorarono ad Ancona furono Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Melozzo da Forlì e Lorenzo Lotto, mentre Tiziano inviò in città due grandi pale d'altare. Nel periodo manierista si distinguono i nomi di Pellegrino Tibaldi e dell'anconitano Andrea Lilli, che lavorò molto in tutta Italia. Tra le chiese andate distrutte c'è anche la chiesa greca di Sant'Anna in origine intitolata a Santa Maria in Porta Cipriana. Fu edificata nel XIII secolo, sulle fondamenta delle antiche mura greche di Ancona, poco prima dell'ampliamento delle nuove mura delle città nel 1221. Venne distrutta da un bombardamento aereo nell'aprile 1944. Si conservano dell'originario arredo alcune icone tardo-bizantine dell'iconostasi, oggi custodite dal museo diocesano della città.
L'arte del XVIII secolo è contraddistinta dall'importante figura di Luigi Vanvitelli. Come ricordato nel paragrafo dedicato alla storia, egli progettò il nuovo Lazzaretto su di un'isola artificiale di forma pentagonale. Inoltre prolungò il molo realizzato secoli prima dall'imperatore Traiano e vi edificò l'Arco Clementino. Queste opere, al di là dei pregevoli aspetti formali anticipanti il neoclassicismo, sono notevoli per il perfetto inserimento nell'ambiente naturale e per gli aspetti tecnici e costruttivi. In città il Vanvitelli realizzò anche la chiesa del Gesù, con la facciata concava che domina il porto dall'alto, seguendone la naturale curvatura. Dopo l'istituzione del porto franco e la ripresa dei traffici, in città ci fu un periodo di fioritura artistica, testimoniato ancor oggi dalle chiese del Santissimo Sacramento di Francesco Maria Ciaraffoni (con le statue di Gioacchino Varlè) e di San Domenico (di Carlo Marchionni), dai tanti palazzi nobiliari affrescati e rinnovati nelle facciate, da Porta Pia (il nuovo ingresso monumentale della città), dalle statue dei continenti all'interno della Loggia dei Mercanti, segno delle nuove correnti di traffico marittimo.
Testimonianze del periodo napoleonico sono soprattutto alcune fortificazioni: la Lunetta di Santo Stefano, Forte Cardeto e il fortino di Portonovo.
Nell'Ottocento spicca la figura del pittore Francesco Podesti, che tra accademismo, pittura storica e romanticismo raggiunse la fama internazionale. Fu uno dei ultimi grandi maestri dell'affresco, e con tale tecnica dipinse in Vaticano la sala dell'Immacolata Concezione. Uno dei suoi capolavori, il Giuramento degli Anconitani, è uno dei simboli della città ed è esposto nella sala consiliare del Comune. Il Teatro delle Muse di Pietro Ghinelli ben rappresenta l'architettura neoclassica del primo Ottocento.
Nel periodo post-unitario la città si ingrandì e si rinnovò completamente; interessante dal punto di vista artistico ed urbanistico è tutta la zona della spina dei Corsi, ma sono notevoli anche le tante fortificazioni risalenti al periodo in cui la città era piazzaforte di prima classe.
Durante il ventennio fascista si aprì il Viale della Vittoria e si completò Corso Stamira. Su questo itinerario, ricco di edifici eclettici e in stile Novecento, ma anche di esempi di tardo liberty, Guido Cirilli realizzò il Palazzo delle Poste e il Monumento ai caduti; Amos Luchetti Gentiloni progettò l'attuale sede del Municipio e Pio Pullini ne decorò l'interno con i suoi dipinti; Eusebio Petetti progettò invece il Palazzo del Mutilato.
L'arte contemporanea si distingue per il monumento alla resistenza di Pericle Fazzini, le sculture di Valeriano Trubbiani, scultore di fama internazionale, di Guido Armeni e per la nuova sede della Regione, di Vittorio Gregotti. Dal punto di vista urbanistico si ricordano le realizzazioni, assai criticate, di Piazza Pertini e dei "toroidi" di Piazza Ugo Bassi, attuale snodo del trasporto pubblico urbano.

MUSEI
Pinacoteca civica "Francesco Podesti", situata all'interno di palazzo Bosdari, in via Pizzecolli. Tra le altre possiamo trovare opere di Carlo Crivelli, del Tiziano, di Lorenzo Lotto, del Guercino, di Sebastiano del Piombo, di Orazio Gentileschi, di Andrea Lilli, di Francesco Podesti.
Museo tattile statale Omero, che ha sede nei pressi del palazzo della Regione. È uno dei pochi al mondo, l'unico in Italia, che permette anche ai non vedenti di avvicinarsi all'arte facendo toccare calchi in gesso a grandezza naturale di famose opere scultoree, modellini architettonici di celebri monumenti, ma anche reperti archeologici e sculture di artisti contemporanei originali. La visita è piacevole e istruttiva per tutti coloro che amano l'arte.
Museo diocesano, situato nel piazzale del Duomo. Ricco delle testimonianze di una fede che ha origini antichissime, essendo legato l'arrivo del Cristianesimo al protomartire Santo Stefano, comprende una collezione di sculture, di dipinti e di oggetti sacri. Tra i pezzi più celebri quattro arazzi dai colori vivissimi, tratti da cartoni del Rubens.
Museo archeologico nazionale delle Marche, ospitato all'interno del cinquecentesco palazzo Ferretti, permette un interessante viaggio nel tempo grazie alle testimonianze ricchissime di tutte le civiltà della regione. Comprende le seguenti sezioni: Preistorica (dal Paleolitico, al all'età del Bronzo) Protostorica (sezione caratterizzante il museo, grazie ai bellissimi reperti del popolo piceno, che abitava nelle Marche nell'età del Ferro; la sezione comprende poi le testimonianze dell'invasione dei Galli). Da anni si attende la riapertura delle Sezione Greca, che esporrà i reperti della necropoli di Ancona, della Sezione Romana, pure ricchissima, della Sezione Medievale e della notevolissima collezione numismatica. Irrisolta è ancora la questione dei Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola, statue di epoca romana di eccezionale valore: si tratta dell'unico gruppo equestre in bronzo dorato rimastoci dall'antichità. Trovati nel 1946 a Cartoceto di Pergola, salvati da un emissario della soprintendenza dalla vendita all'estero, furono esposti al Museo Nazionale fino al 1972, quando a causa del terremoto il museo chiuse. Alla riapertura del Museo si aprì un contenzioso con Pergola, comune nel cui territorio il reperto era stato trovato. Dopo alterne vicende si giunse ad un compromesso alla cui formulazione parteciparono il Ministero, la Regione Marche e la Soprintendenza Archeologica: vennero eseguite delle copie conformi del gruppo bronzeo, e si decise di esporre alternativamente a Pergola e ad Ancona gli originali e le copie. Il patto venne rotto dal Ministero ed attualmente le statue originali sono a Pergola, in un museo appositamente istituito. Sul tetto del Museo Nazionale svettano le copie ricostruttive delle statue, realizzate in bronzo dorato.
Museo della città, è un museo di storia urbana, situato in Piazza del Papa. Tra i pezzi da segnalare le vedute della città di Luigi Vanvitelli e un grande plastico in legno che ricostruisce la città di Ancona nel 1844.
Museo di Scienze Naturali "Luigi Paolucci". Pur essendo un museo nato e cresciuto in città grazie all'opera del noto scienziato anconitano Luigi Paolucci, ora ha sede nel vicino centro di Offagna, uno degli storici castelli di Ancona. Il museo espone una piccola ma significativa parte delle ricchissime collezioni naturalistiche di sua proprietà: fossili, minerali, materiali didattici storici, esemplari impagliati di animali; testimonia i vari aspetti degli ambienti naturali delle Marche.

TEATRO DELLE MUSE
Costruito nel 1827 su progetto di Pietro Ghinelli, ha conservato soltanto la struttura esterna e la neoclassica facciata a colonne doriche. Durante la seconda guerra mondiale il tetto fu parzialmente danneggiato da una bomba d'aereo, cosa che suggerì agli amministratori una assai discussa demolizione e ricostruzione degli interni in stile moderno, avviando una ristrutturazione durata decenni. Capace di accogliere più di mille spettatori, ospita oggi una stagione lirica di livello internazionale, una stagione sinfonica, una di prosa ed una di musica jazz. Da segnalare il sipario tagliafuoco del palcoscenico, decorato da un'opera dell'artista Valeriano Trubbiani.

IL PARCO DEL CONERO
Parte del territorio di Ancona rientra all'interno del Parco regionale del Conero, caratterizzato da ampi boschi sempreverdi di macchia mediterranea, da scogliere a picco sul mare, da una campagna di alto valore paesaggistico e ricca di prodotti tipici, come la lavanda, il miele, l'olio, i legumi. Se da una parte il parco ha senz'altro fornito uno strumento di tutela della zona, d'altro canto ha provocato una valorizzazione economica di tutte le case coloniche, che si stanno trasformando in ville suburbane, con inevitabili conseguenze negative sulla fruibilità pubblica delle aree naturali e sulla stessa permanenza dei valori naturalistici. Sono ormai tipici i casi di chiusura di sentieri o della loro trasformazione in strade carrabili (anche sugli itinerari ufficiali del Parco), di distruzione della vegetazione per realizzare giardini privati, di istallazione di recinzioni che di fatto rendono inaccessibili aree verdi che da sempre erano di libero accesso, e ciò vale anche per zone di gran valore panoramico e naturalistico come quelle situate sul ciglio della falesia.
Le falesie, ovunque siano localizzate, presentano pericoli di franamento. Da notare in proposito una decisione dell'amministrazione comunale e della Capitaneria di Porto: quella di chiudere, per motivi di sicurezza, tutti i sentieri che conducono al mare, tranne quello delle Due Sorelle. Di fatto oggi, quindi alcune delle zone del Parco più caratteristiche ed importanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico sono precluse alla visita di turisti ed abitanti. La preoccupazione per la sicurezza sembra eccessiva alle associazioni naturalistiche, che ricordano che, seguendolo stesso criterio, si dovrebbero chiudere al pubblico tutte le coste alte e le zone montuose d'Italia, soggette agli stessi tipi di rischio. È a rischio lo stesso rapporto con il mare, che è una delle caratteristiche più importanti del Parco del Conero. Lavori di consolidamento sono in corso nella zona del Passetto, e ciò porterà alla riapertura della spiaggia e dei sentieri, ma non si possono certo ipotizzare, a causa della loro difficoltà oggettiva e dell'alto costo, lavori simili per tutti i venti chilometri di costa alta.
Da anni è in discussione al Ministero dell'Ambiente l'ipotesi di istituire un parco marino nel mare che bagna il Parco del Conero, motivata dalla presenza di fondali di grande ricchezza naturalistica: madrepore, gorgonie non sono certo comuni in Adriatico. In una costa così frequentata e nella quale il rapporto con il mare è intenso ed antico, si dovrà tutelare la zona senza impedire gli usi tradizionali e innocui per la natura, come la balneazione, la nautica a vela o a remi e la piccola pesca amatoriale.

ORIGINI E CENNI STORICI
L'attuale zona centrale di Ancona ospitava alcuni insediamenti già nell'età del bronzo. Nell'età del ferro fu un villaggio piceno. Nel 387 a.C. un gruppo di Greci, esuli siracusani attratti dal grande porto naturale, fondò la città sul colle Guasco. All'arrivo dei Romani nelle Marche le popolazioni locali cercarono inizialmente una convivenza pacifica e Ancona attraversò un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana, anche dal punto di vista linguistico. Dal 113 a.C. Ancona può considerarsi città romana, pur orgogliosa delle proprie origini greche. I Romani consideravano Ancona l'accesso d'Italia da Oriente e quindi la sede naturale dei commerci con la Dalmazia, l'Egitto e l'Asia. Comprendendo l'importanza strategica e commerciale che aveva Ancona, l'imperatore Traiano fortificò la città e ne ampliò il porto. Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente Ancona, dopo il dominio degli Eruli e dei Goti, fu tra i possessi dell'Impero Romano d'Oriente e fece parte della Pentapoli marittima assieme alle città di Senigallia, Fano, Pesaro e Rimini. Dopo un breve periodo sotto il dominio longobardo, nel 774 d.C. la città passò allo Stato della Chiesa. Con l'istituzione del Sacro Romano Impero la città fu posta a capo della Marca di Ancona, che dopo aver assorbito le marche di Camerino e di Fermo comprese quasi tutta l'odierna regione Marche. Alla fine dell'XII secolo Ancona è un libero comune ed una repubblica marinara. Si scontrò così sia con il Sacro Romano Impero, che tentò ripetutamente di ristabilire il suo effettivo potere, sia con Venezia, che non accettava nell'Adriatico un'altra città marinara. La forza di Ancona, comunque, era tale che nel 1137 respinse l'imperatore Lotario II, nel 1167 anche l'imperatore Federico Barbarossa e nel 1174, quando il Barbarossa inviò ad Ancona il suo luogotenente, l'Arcivescovo Cristiano di Magonza, per sottomettere una buona volta la città. Ancona, però, uscì vittoriosa ancora una volta. A partire dal pontificato di Innocenzo III, Ancona e la sua marca furono integrate nello Stato della Chiesa, venendo a conformare la provincia omonima. La città continuò tuttavia a godere di un regime di semi-indipendenza con ampie libertà civiche che, confermate nella seconda metà del XIV secolo dal cardinale Egidio Albornoz, furono in gran parte perdute nel 1532, allorquando papa Clemente VII vincolò più strettamente Ancona alla Santa Sede, nel quadro di un processo di accentramento amministrativo che coinvolse, alcuni anni più tardi, altri importanti centri dello Stato Pontificio, fra cui Perugia (1540).

A causa della scoperta dell'America, e della caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi, il centro dei commerci si era ormai spostato dal Mediterraneo all'Atlantico e per tutte le città marinare italiane, compresa Ancona, iniziò un periodo di recessione che durò per tutto il XVII secolo e ebbe sollievo solo con papa Clemente XII, che nel 1732 concesse il porto franco, grazie al quale l'economia vide una nuova luce.

Nel 1797 Napoleone occupò la città e proclamò la Repubblica Anconitana, che nel 1798 venne annessa alla prima Repubblica Romana. Dopo alterne vicende ed assedi che la videro passare in mano francese ed austriaca, fu annessa nel 1808 al Regno Italico Napoleonico e divenne capoluogo del Dipartimento del Metauro. Dal 1808 al 1815 assunse informalmente al ruolo di seconda città del regno, in quanto il Vicerè Eugenio Beauharnais vi soggiornava spesso per curare il suo cospicuo appannaggio (il quale fu mantenuto dalla Restaurazione). Alla fine dell'epoca napoleonica tornò a far parte dello Stato Pontificio nel 1815, con la Restaurazione, ma il dominio francese aveva lasciato nella città le idee rivoluzionarie di libertà, e questo permise la diffusione della Carboneria; rimase a lungo nella città Massimo d'Azeglio. Ancona partecipò ai moti del 1831-33 che vennero repressi con processi e condanne a morte.

Al termine della Prima guerra di indipendenza, nel 1849, Ancona si dichiarò libera dal dominio papale e appartenente alla (seconda) Repubblica Romana. Il Papa allora chiamò gli austriaci per riprendere il possesso delle sue terre. Compagna di Venezia e di Roma, la città di Ancona per settimane resistette eroicamente all'assedio austriaco. Per l'eroismo e l'attaccamento agli ideali di libertà e di indipendenza dimostrati nel 1849 Ancona venne insignita della medaglia d'oro al valor militare.

Nel 1860, dopo la sconfitta di Castelfidardo, le truppe pontificie si rifugiarono in Ancona per tentare l'ultima difesa dei territori pontifici: Ancona era ormai per loro l'ultimo baluardo. Il 29 settembre 1860 le truppe dei generali Cialdini e Manfredo Fanti entrarono vittoriose in Ancona. Nel novembre dello stesso anno un plebiscito ufficializzò l'ingresso di Ancona Marche ed Umbria nel Regno d'Italia. Subito Ancona assunse un ruolo militare notevole nella compagine difensiva del giovane regno: fu una delle cinque piazzeforti di prima classe, insieme a Torino, La Spezia, Taranto e Bologna. Momenti che la videro alla ribalta nazionale furono nel 1914 la Settimana Rossa, le azioni della Regia Marina in Adriatico durante la Prima Guerra Mondialee nel 1920, durante il biennio rosso, la Rivolta dei Bersaglieri.Nel 1922 vi fù battaglia fra gli antifascisti locali e le Camicie Nere provenienti dal centro Italia, prima della marcia su Roma.

Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico, seppur nei quartieri popolari del Porto e del Piano San Lazzaro, la vita rimaneva assai disagevole. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale Ancona, a causa della sua importanza strategica, subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, il 1° novembre 1943 fu uno dei più tragici eventi della storia della città: in pochi minuti duemilacinquecento persone persero la vita, ed un terzo della città storica (rione Porto, oggi Guasco-San Pietro) venne definitivamente cancellato. Finalmente il 18 luglio 1944 il generale Wladyslaw Anders a capo dell'esercito polacco entrò in Ancona e la liberò dai tedeschi.

Da segnalare negli ultimi anni vi è la fondazione dell'università, nel 1959, e la riapertura del Teatro delle Muse, nel 2002. Nel 2008 il governo ha scelto Ancona come prestigiosa sede del Forum dell'Adriatico e dello Ionio, che raggruppa i rappresentanti di Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia. Sarà la storica Cittadella cinquecentesca ad ospitare le rappresentanze diplomatiche, al termine dei lavori di restauro.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 102.997 (M 48.996, F 54.001)
Densità per Kmq: 832,6
Superficie: 123,71 Kmq

CAP 60121-60131 (cerca)
ex CAP (non valido) 60100
Prefisso Telefonico 071
Codice Istat 042002
Codice Catastale A271

Denominazione Abitanti anconitani o anconetani
Santo Patrono San Ciriaco di Gerusalemme
Festa Patronale 4 maggio

Il Comune di Ancona fa parte di:
Parco del Conero
Associazione Città del Bio
Associazione Nazionale Città in Gioco (GioNa)
Associazione Italiana Città Ciclabili
Associazione Nazionale Città del Pesce di Mare
Associazione Nazionale Città dell'Olio
Associazione delle Città d'Arte e Cultura (CIDAC)
Associazione Rete Italiana Città Sane - OMS

Località e Frazioni di Ancona
Angeli di Varano, Montacuto, Massignano, Poggio di Ancona, Varano, Montesicuro, Aspio, Sappanico, Gallignano, Madonna delle Grazie, Candia, Ghettarello, Pontelungo, Paterno, Taglio di Barcaglione, Casine di Paterno
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ISTITUTO COMPRENSIVO PARITARIO MAESTRE PIE VENERINI - FANO (PU)
RAFFAELLO EDITRICE - MONTE SAN VITO (AN)
NONNO FIORDO - AZIENDA AGRARIA BIOLOGICA - MONTE SANTA MARIA TIBERINA (PG)
IL CERCHIO EDITORE
ERIDANEO - TESSILE CHE ARREDA - CASALMAGGIORE - CR
VILLA DEL DUCA - CASTIGLIONE DEL LAGO - PG