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Verolanuova  
Lombardia

Verolanuova, è un comune italiano della provincia di Brescia, in Lombardia.

ETIMOLOGIA
Secondo alcuni l'origine del nome deriva dal latino viriola, piccolo cerchio. Secondo altri deriva dal fiume Verrone che scorre nella zona circostante. Altri ancora ritengono che derivi dal termine Verona, un misto tra il toponimo e l'idronimo. Il toponimo si oppone a Verolavecchia. .

ORIGINI
Nel territorio verolese non vi sono tracce rilevanti di presenze umane e men che meno di centri abitati. Lungo il corso del fiume Oglio, tuttavia, sono testimoniati spostamenti e frequentazioni con piroghe di gruppi preistorici, certamente dal Neolitico in poi, come dimostrano tanti ritrovamenti di resti di queste primitive imbarcazioni a nel suo alveo. La mancanza di abbondanti reperti non significa che questa zona fosse allora sconosciuta o non attraversata dagli uomini del tempo ma, soltanto che essi non vi si stanziarono per lunghi periodi. C'è da ricordare che la zona era paludosa, che il Mella sfociava nell'Oglio e che questi fiumi, parecchio più estesi di oggi, erano caratterizzati da forte instabilità. A Verolanuova, in località "Dosso Negrone", sono stati trovati nell'Ottocento, due reperti di bronzo attribuiti alla "Cultura del Bronzo medio" (1600 - 1200 a.C.) presentati alla "Esposizione di archeologia preistorica e delle belle arti della provincia di Brescia" nel 1875 Materiali ceramici della stessa epoca e tre piroghe di difficile datazione sono stati trovati nella vicina Monticelli d'Oglio tra il 1957 ed il 1967. Il ritrovamento più antico finora scoperto ai confini del territorio verolese è avvenuto a Bassano Bresciano, nei pressi di Fornace Quadri, i cui reperti vengono attribuiti al Neolitico.

CENNI STORICI
Prima dell'invenzione e dell'uso diffuso della scrittura (X - V secolo a.C.) in Lombardia si registrano fenomeni antropologici di notevole interesse. Nella bassa pianura a nord dell'Oglio le genti che vi risultano stanziate presentano una maggiore e meglio definita territorialità stabilita sulla base dei caratteri di somiglianza e sulla scorta della loro cultura materiale ovvero, su quali utensili adoperavano. L'epoca successiva (500 - 350 a.C.) ci introduce nella storia vera e propria tramite un lento ma evidente cambiamento tecnologico e culturale dovuto all'arrivo in pianura di genti portatrici: Liguri, Veneti, Etruschi e Celti. Nel territorio del bresciano si stanziò il popolo celtico dei Cenomani, organizzato per gruppi tribali ma con federazione e governo unico a Brescia. Queste tribù si sono diffuse nelle zone più fertili della pianura e di preferenza su dossi o terrazze nei pressi dei fiumi. Numerosi i reperti ritrovati dagli archeologi in tutta la pianura bresciana. Significativi sono anche i "relitti" linguistici ancora presenti nei nomi locali di fiumi, paesi, cascine, persone, piante, animali, utensili, vie. Località sicuramente celtico - cenomaniche nei dintorni del territorio verolese sono: Manerbio manner = guerrieri - be(d) = villaggio Bassano bed = villaggio - dhun = dosso Cadignano cat = ponte, transito - haeg = tettoia, baracca - ono = fiume.

La formazione del sistema territoriale e urbanoCome abbiamo visto, la pianura a sud di Brescia è stata teatro di vari e travagliati avvicendamenti aventi come discriminante sempre il fiume Oglio. In epoca romana, tale confine naturale, per quanto a lungo rispettato, ad un certo punto non fu più limite ai coloni del territorio di Cremona che si spinsero a nord del fiume per una profondità di parecchi chilometri. Lo attestano le tracce di centuriazione del medesimo orientamento di quella cremonese. Quest'ultima indicazione suggerisce che l'Oglio fu superato in occasione della spartizione delle terre ai veterani quando i fondi cremonesi si rivelarono insufficienti non solo verso Mantova, ma anche in altre direzioni. Condizioni di incertezza nel confine si presentarono nell'Alto medioevo, quando Brescia, allora assai più potente di Cremona, si spinse a sud dell'Oglio con le giurisdizioni civile ed ecclesiastica. In epoca comunale fu operata una grande sistemazione idraulica con la deviazione dall'Oglio di numerose rogge nella parte occidentale della pianura. Il terreno presenta oggi una varietà di segni sovrappostisi nel tempo di lettura non facile, più spesso appariscenti e ingannevoli che orientativi, al punto di rendere vani molti tentativi degli studiosi. Nel bresciano è possibile identificare quattro orientamenti diversi:

a nord dell'Oglio viene seguito il medesimo orientamento della centuriazione cremonese per un'area maggiore di 50 km²;
a occidente della via che conduce da Brescia a Cremona si procede con cadenze regolari attorno ai 710 m e si rilevano una decina almeno di decumani che coprono una superficie superiore ai 100 km²;
-a sud di Brescia, con particolare evidenza nei pressi di Flero, strade, fossati, filari di alberi si presentano secondo un disegno geometrico: cardini e decumani attorno ai 16º rispettivamente da NE e SO e da ONO e da ESE si estendono per gran parte della pianura bresciana e rivelano dalle colline a nord di Brescia all'Oglio, dal Chiese fino a Orzivecchi e Travagliato, un'area centuriata superiore ai 500 km²;
resti di una modesta centuriazione si hanno infine per un'area inferiore ai 10 km² nella bassa valle del Sarca fra Riva ed Arco.
La Brescia - Cremona non è ricordata né è segnata da pietre miliari, la sua esistenza poggia su semplici accenni in fonti letterarie: Tacito menziona una Porta Brixiana a Cremona, gli Atti dei martiri Faustino e Giovita collocano il martirio "Foris civitatem in via Cremonensi". A questa via si riferiscono anche documenti del tardo Medioevo; importanti reperti epigrafici ed archeologici a Bagnolo, Manerbio, Pontevico - luoghi che tradiscono nel nome l'origine latina - fissano almeno tre punti del percorso. È possibile ricostruirne il tracciato più precisamente nel modo seguente: usciva dalla città romana in prossimità dell'antica porta Matulfa, percorreva le attuali vie Crispi, Zima, Cremona, e proseguiva sotto forma di rettifilo fino all'altezza di S. Zeno attraverso C.na Pontevica, da qui coincideva con la SS 45 bis. A Pontevico - probabilmente un po' più ad oriente di oggi - superava l'Oglio e quindi si identificava con il Decumanus Maximus della centuriazione cremonese. Probabilmente una seconda strada più occidentale collegava Brescia a Cremona attraverso un'area popolosa coincidente con Verziano, Flero, dove sono state trovate dediche a Mercurio. Il momento di Augusto fu decisivo per lo sviluppo della rete viaria e l'intensificarsi della rete dei traffici. L'importanza delle singole strade variò nel tempo, a seconda delle funzioni cui esse assolvevano, ma tra le molte vie si distinguevano la Brescia - Cremona nel periodo repubblicano e la Milano - Verona in quello imperiale. Il quadro dei rapporti di Brescia con le altre città, per quanto frammentario, indica legami particolarmente intensi con Verona e Cremona. Da tutto ciò si nota che la zona tra Brescia e Cremona assunse nell'epoca romana una enorme importanza e da qui si può risalire alle origini romane di molti paesi della bassa bresciana quali Pontevico, Manerbio (Minervium) ed altri. Questi centri sorsero lungo i tre principali Decumani: strada Cremona - Manerbio - Brescia, strada Cremona - Quinzano - Brescia, strada Cremona - Orzinuovi - Brescia, costruiti dai Romani per la conquista della Gallia. Verolanuova, però, a differenza di paesi limitrofi ad uno dei sopracitati Decumani, non ha origini romane accertate (uno storico locale, il Marini, asserisce - peraltro senza prova alcuna - di aver trovato il nucleo del primo accampamento), a causa della sua posizione decentrata, si trova infatti esattamente tra due Decumani. Comunque le prime notizie con una certa base storica dell'insediamento abitato possono risalire al 1100, anche se si tratta di fonti frammentarie. Esistono notizie risalenti al 945 anche se incerte e non documentabili. Scrive il Guerini: "Il territorio di Verolanuova, come quello di Verolavecchia, apparteneva al pubblico Demanio. Ancora nel sec. VIII era incolto e denso di boscaglie. Intorno al 760 dagli ultimi re longobardi venne assegnato alla nascente Badia di Leno da essi fondata, la bonifica agraria, che doveva essere compiuta da monaci e dai loro vassalli. Difatti nei diplomi imperiali, dove vengono elencati i beni della Badia Leonense si trova sempre accennata una Erola. Si è dunque dinanzi al nucleo primitivo della bonifica compiuta nei secoli VIII-IX-X-XI di tutto questo vasto territorio agricolo dove, sotto la guida dei monaci di Leno, furono compiute opere ingenti di incremento agrario dai feudatari del monastero. Fra questi spicca principalmente la famiglia dei Capitani di Gambara, alla storia della quale è legata la storia delle due Verola, tanto che Verolanuova era chiamata "Verola Alghisia" dal nome di Alghisio Gambara, potente feudatario della Badia di Leno su tutte le terre circostanti della Bassa Bresciana". La fondazione di VerolanuovaDal nord provengono gli Ongari o Ungari lungo i tre Decumani che attraversano la pianura. Questo popolo forma il primo insediamento Verolese sulle rive a nord del fiume Strone, in questo modo l'insediamento era protetto su tre lati dal fiume e dall'altro da un terrapieno di cui si possono vedere ancora i resti. La zona più antica è individuabile nel quartiere che sorge intorno al Castel Merlino, residenza della famiglia Gambara, ed è delimitabile da via Ricurva, via Dante e dalla chiesa della Disciplina. Le notizie certificate da atti notarili risalgono solo al 1400 con la carta topografica Malatestiana. A tal proposito Mons. Pietro Faita scrive: "Verolanuova ebbe conferma feudale oltre che da Pandolfo Malatesta (1408) anche da Filippo Maria Visconti (1422) e dalla Repubblica Veneta (1427). Però in data 5 gennaio 1344 l'aveva già avuta dall'imperatore di Germania, re dei Romani, nella persona del conte Matteo Gambara. Tutte queste conferme erano necessarie perché ad ogni cambiamento di signoria la città di Brescia tentava di riprendere il controllo sui territori dei Gambara per rendere questa famiglia meno indipendente. Sia nell'archivio di Stato di Brescia che nell'archivio parrocchiale di Verolanuova vi sono copiosi documenti riguardanti l'amministrazione dei beni della famiglia Gambara nonché i loro diritti, privilegi, concessioni, eredità, ecc. ..." Il palazzo dei Gambara risale al secolo XIV e circa dello stesso periodo è la chiesa della Disciplina. Sviluppi successivi in età modernaIl nucleo del paese dal palazzo Gambara si espande con l'arrivo degli Ebrei che edificano la parte dietro il Castel Merlino. Attorno al 1630 viene fondata la chiesa principale del paese, dedicata a S. Lorenzo martire. La costruzione del palazzo comunale di Verolanuova risale alla seconda metà del secolo XVI, detto palazzo era la residenza di uno dei due fratelli Gambara, allontanatosi da Castel Merlino per una lite. La piazza principale del paese, Piazza della Libertà, risale al 1500 come il palazzo del Comune; al tempo infatti questa era parte del giardino privato del Palazzo tant'è vero che si può osservare la sua forma ad anello tipica dei maneggi dell'epoca. La fase storica attendibile successiva al 1600 è costituita dal primo Catasto Napoleonico risalente al 13 giugno 1809. Si nota che il paese non subisce grandi modifiche urbanistiche in quegli anni. Si estende fino a sotto il fiume Strone anche se per poche centinaia di metri. Da una carta del Catasto Austriaco del 1852 si nota che nell'arco di 45 anni lo sviluppo urbanistico è tutto sommato ridotto. Il vero grande cambiamento si nota nell'area chiaramente destinata alla ferrovia Brescia-Cremona costruita nel 1866. Dal 1809 al 1898 l'ambiente urbano non si è espanso, ha però subito un completamento, ovvero sono state edificate abitazioni e cascine che hanno dato più organicità alla struttura dell'abitato. Sviluppo in età contemporaneaGiunti alle soglie della Prima guerra mondiale con una situazione stabile data dallo sviluppo ottocentesco per quanto riguarda il periodo inter bellico si può notare che non esistono significative espansioni abitative, si può solo ipotizzare la costruzione di singoli edifici, peraltro non documentabile. In seguito alla ricostruzione immediatamente successiva alla Seconda guerra mondiale (1945-1965) il comune di Verolanuova è caratterizzato a Nord da uno sviluppo pressoché uniforme con distribuzione semicircolare al limite del preesistente abitato; a Sud del fiume Strone invece l'espansione è più articolata. Punti salienti dell'intero sviluppo del primo periodo post bellico sono alcune delle zone industriali più importanti del Comune quali l'Ocean, sorta sul confine con Verolavecchia a Sud del fiume, un gruppo di calzaturifici a Nord - Est, adiacenti alla strada che porta a Breda Libera ed un grande complesso (nel suo interno integrato verticalmente) per la lavorazione dell'amianto oggi riconvertito. Alla stessa epoca risalgono anche le costruzioni del campo sportivo (1965), della scuola elementare(1955), della scuola media (1970) e della casa di riposo per anziani (1963). Il periodo analizzato successivamente è quello che arriva all'inizio degli anni ottanta. Anche in quest'epoca si assiste ad un'espansione di caratteristiche analoghe a quelle della precedente: a Nord dello Strone una fascia limitrofa al preesistente, a Sud invece il completamento della maglia urbana. È da evidenziare il fatto che a questi anni risale la costruzione del complesso industriale che travalica la circonvallazione Nord, delle due aree industriali presso le cascine Caselle e Bettolino e della nuova sede della scuola superiore di ragioneria (1982). Gli anni novanta vedono sostanzialmente un forte incremento industriale nelle aree già a questa vocazione ed il completamento del tessuto abitativo con le tipologie a schiera e a condominio. Lo sviluppo urbanistico è segnato dalla crescita di nuovi quartieri, iniziato negli anni sessanta con i primi villaggi Marcolini, 1969 (villaggio Rinascita) e 1985 (Villaggio Verola Due), senza però una particolare attenzione alla ubicazione dei servizi. La crisi industriale della fine del secolo XX porta all'insediamento di strutture commerciali di medio e grande interesse che propongono Verolanuova come nuovo polo della Bassa Bresciana. I nuovi amministratori realizzano una serie di strutture al servizio della cittadinanza: nuovi ambulatori medici,nuova isola ecologica, piscina scoperta, sede vigili del fuoco, nuovo centro anziani, nuovo asilo di Cadignano,nuovo auditorium, parco pubblico Nocivelli, sistemazione piazza Breda Libera, per elencarne alcuni. Accanto ai servizi ha inizio anche una ripresa degli insediamenti abitativi nella zona sud del paese con la realizzazione di una serie di edifici ad edilizia convenzionata anche in zona nord e il nuovo PL "Filadelfia" oltre la ferrovia. Lo stemma della provincia di Brescia rappresenta l'insieme di cinque blasoni: quello di Brescia al centro, quello del comune di Chiari, di Breno, di Verolanuova e di Salò.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 8.126 (M 4.033, F 4.093)
Densità per Kmq: 314,4
Superficie: 25,85 Kmq

CAP 25028
Prefisso Telefonico 030
Codice Istat 017195
Codice Catastale L777

Denominazione Abitanti verolesi
Santo Patrono San Lorenzo
Festa Patronale 10 agosto

Il Comune di Verolanuova fa parte di:
Regione Agraria n. 13 - Pianura Bresciana Centrale

Località e Frazioni di Verolanuova
Breda libera, Cadignano

Comuni Confinanti
Bassano Bresciano, Borgo San Giacomo, Manerbio, Offlaga, Pontevico, San Paolo, Verolavecchia.

 
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE LUIGI EINAUDI - CREMONA