Vanzago (Vansàgh in
dialetto milanese) è un comune della città
metropolitana di Milano, in Lombardia, situato a nord-ovest
del comune di Milano.
ETIMOLOGIA
Potrebbe derivare dal nome di persona Venetius, Venitius
o Adventius con l'aggiunta del suffisso -acus.
AREE VERDI
Il territorio comunale ospita un'Oasi del WWF, denominata
Bosco di Vanzago e costituita nel 1978. Attualmente
risulta essere interessata da un progetto di ampliamento
del Parco Agricolo Sovracomunale del Roccolo, istituito
nel 1991 tra i Comuni di Parabiago, Busto Garolfo,
Casorezzo, Arluno, Canegrate e Nerviano (dal 1997),
e che si estende per circa 15.000.000 di m²;
tale progetto prevederebbe l'assorbimento dell'Oasi,
ma ciò non è ancora passato alla fase
di vaglio. Vanzago, insieme alle frazioni di Mantegazza
e Valdarenne fanno parte dell'Oasi del Ticino, la
quale comprende molti paesi nell'area nord ovest di
Milano.
Palazzo Calderara
Nel '500 si hanno le prime notizie di un nucleo di
"casa da nobile" di proprietà di
Alessandro Cremona. Nel 1610 detta proprietà
fu acquistata dalla famiglia Besozzi la quale ne iniziò
l'opera di trasformazione. La villa comprendeva, oltre
al complesso di fabbricati residenziali e rurali,
un ampio giardino retrostante, recintato, in parte
anche coltivato a frutteto, vigna ed ortaggi, con
sistema di irrigazione da un canale derivato dal fiume
Olona. Vi era pure una montagnola piantumata di alberi
frondosi e secolari, avventatamente abbattuti non
molti anni fa. La famiglia Besozzi cedette quindi
il Palazzo alla famiglia Bianconi nel 1746. Nel 1795
la famiglia Bianconi fallì e si vide costretta
a vendere il palazzo alla famiglia Calderari che ne
operò le maggiori trasformazioni. L'ultimo
proprietario, conte Carlo Calderara, con testamento
dell'8 agosto 1854, nominò erede universale
l'Ospedale Maggiore di Milano. L'Ente ospitaliero
milanese, dopo infruttuosi tentativi di vendita, affittò
la gestione della vasta tenuta agricola e svuotò
il palazzo di tutti i suoi arredi, vendendoli all'asta;
benché protetto da decreto del 1912 da parte
della Sovraintendenza ai Monumenti, negli anni successivi
si dovette constatare un lento ma progressivo degrado
della struttura.[1] Dopo essere stato sede di un asilo,
di aule per una scuola elementare del paese,e da ultimo
anche di frazionate abitazioni private, e mentre il
giardino diveniva un "campo sportivo" negli
anni '30 del XX secolo, il percorso di recupero è
stato tuttavia avviato fin dal 1972, con le indicazioni
di tutela inserite nel "Piano di Fabbricazione"
del Comune di Vanzago. Fin dal 1974 il Comune ha acquistato
dall'Ospedale Maggiore l'intera area dell'ex giardino
del Palazzo, poi destinata a parco e centro sportivo;
insistendo sulla volontà di destinazione pubblica
e di recupero del palazzo, nel 1988 il Comune ne acquisì
la proprietà, nell'ambito di una convenzione
immobiliare con l'Ospedale Maggiore inerente al recupero
urbanistico di diverse proprietà di quell'Ente
in Vanzago. Il Comune di Vanzago poté finalmente
perseguire l'antica decisione di farne la nuova sede
del municipio. Nel palazzo Calderara, ristrutturato
organicamente e riportato ad antichi splendori, fu
insediato il municipio, con cerimonia inaugurale del
6 gennaio 2001. Palazzo Calderara è più
propriamente una villa su due piani sorta come abitazione
di villeggiatura: l'impianto spaziale della villa
prevedeva una chiara articolazione gerarchica dei
corpi di fabbrica intorno ad una corte, che destinava
al corpo centrale l'abitazione padronale con gli ambienti
di rappresentanza quali il portico, il salone d'onore
e lo scalone monumentale. Oggi, nonostante si conservino
il corpo centrale e solo una delle due ali laterali,
è comunque ben visibile l'asse prospettico
che privilegia l'entrata dal cancello d'ingresso,
la corte e il corpo centrale con il salone di rappresentanza
che collega anche con il giardino retrostante. La
facciata, di marcata impronta neoclassica, conserva
ancora oggi un portico a cinque arcate di origine
seicentesca ed è caratterizzata da un frontone
triangolare arricchito da un bassorilievo in stucco,
da una balconata con balaustra di pietra e colonnine
di tipo ionico e da quattro formelle di terracotta
con bassorilievi a soggetto mitologico. Meno elaborata
è la controfacciata le cui finestre al piano
terra si aprono su un'ampia terrazza con balaustre
a colonnetta. La pavimentazione, in granito, termina
con una gradinata verso il giardino, sorvegliato da
due splendidi leoni realizzati con polvere di marmo.
Importanti sono gli affreschi della volta del portico,
dei soffitti dell'odierna sede della polizia municipale,
delle quattro sale al piano terra, delle pareti dell'ufficio
del sindaco e soprattutto della volta del salone di
rappresentanza che conserva ancora decorazioni del
'600. La maggior parte dei pavimenti al piano terra
sono in mosaico. I due piani sono collegati da un
ampio scalone barocco a due rampe parallele sulle
cui pareti sono dipinte tre divinità classiche,
inserite in finte nicchie arcuate, opera del pittore
Luigi Conconi. La corte di un tempo è oggi
un'ampia terrazza in stile lombardo.
Chiesa dei Santi Ippolito e
Cassiano
L'edificio attuale sorge sulla medesima area sulla
quale sorgeva la più antica chiesa, risalente
al XIII secolo. Le sue piccole dimensioni e la crescita
della popolazione indussero i parroci della prima
metà dell'Ottocento a chiedere alla comunità
municipale di Vanzago, cui per legge austriaca competeva,
l'aiuto finanziario per costruire una chiesa più
ampia. La ricostruzione fu iniziata nel 1858, ad opera
del parroco don Masera e del sindaco Giuseppe Meraviglia,
su progetto dell'architetto Giacomo Moraglia, ormai
anziano ma famoso nel milanese per i tanti progetti
importanti da lui curati; tra cui, in campo ecclesiastico,
le chiese parrocchiali di Vittuone, Guanzate, Galgiana
(Casatenovo) e moltissime altre. La chiesa, appena
terminata nelle sue strutture, fu benedetta nel giugno
del 1860 e cominciò ad essere utilizzata per
tutte le funzioni parrocchiali, ma le rifiniture e
gli arredi richiesero ancora parecchi anni per il
completamento. La definitiva consacrazione fu celebrata
dal cardinale Andrea Ferrari il 26 ottobre 1901. La
chiesa è articolata su tre navate coperte da
volte a vela sostenute da colonne con capitelli corinzi.
Ai lati del presbiterio sono inseriti da una parte
la sacrestia e dall'altra alcuni locali e il campanile.
Oltre all'altare maggiore, vi sono ai lati due altre
cappelle con altari, una dedicata alla Madonna del
Rosario e l'altra originariamente destinata al culto
del Crocefisso, poi dedicata a San Giuseppe. Il nuovo
campanile, proporzionato alla chiesa, ha richiesto
anche la posa di nuove campane, che furono installate,
in numero di cinque di tonalità re-bemolle,
nel 1888. La semplice facciata è completata
da decorazioni a stucco.
Cappella del Monasterolo
All'interno della Corte del Monasterolo, sorta sull'area
che ospitava fino alla metà del XV secolo un
Monastero delle Monache, la cui origine è riportabile
ad un più antico "monastero di santa Maria
de Cornate" documentato fin dal tardo Trecento,
si trova un Oratorio settecentesco dedicato a Maria
Santissima Immacolata. Tale Oratorio, in sostituzione
di una più antica cappella descritta nelle
visite pastorali borromee del 1566 e seguenti e collocata
al centro del cortile, fu edificato al limitare del
nuovo cortile più esteso tra il 1745 ed il
1748, a cura e spese del proprietario di allora, il
Conte Antonio Simonetta, e fu benedetta il 21 giugno
1748. Frazionato in piccole proprietà all'inizio
del XX secolo l'antico cortile che ospita l'Oratorio
dell'Immacolata, non è venuta meno l'affettuosa
cura alla piccola chiesa locale da parte dei "condomini"
del Monasterolo ed anche da parte della parrocchia
di Vanzago. La cappella è a pianta rettangolare,
ad unica navata, in due campi sagomati sia all'esterno
che all'intero. La facciata, decorata con piccoli
fregi in stucco e modanature settecentesche, presenta
un unico portale d'ingresso, sormontato da un ampio
finestrone, il tutto coronato da un timpano triangolare.
L'altare, in piccolo presbiterio separato da una balaustra,
è addossato al muro di fondo e sormontato da
una tela d'autore ignoto, con tutta probabilità
di "scuola varesina" e di notevole pregio
stilistico, risalente alla prima metà del XVIII
secolo e riproducente la figura di Maria Santissima
con in braccio il Bambino e con una falce di luna
a sorreggerla. La tela viene definita, nel verbale
della Visita pastorale del card. Pozzobonelli del
1761 come dipinta da non spernendo pennicillo. Vi
è a lato un piccolo locale ad uso sacrestia
ed un piccolo campanile.
Cappella di San Giovanni Battista
Da sottolineare anche la presenza, in Via Roma, nella
frazione di Mantegazza, l'antica Chiesa di San Giovanni
Battista, una chiesetta che conserva al suo interno
affreschi di buona fattura e che si inserisce perfettamente
nell'assetto edilizio dal sapore antico del borgo.
Villa Gattinoni
Rinnovata e restaurata agli inizi degli anni settanta
del XX secolo e valorizzata nel suo aspetto monumentale,
la villa Gattinoni fa bella mostra di sé in
rappresentanza di uno degli edifici caratteristici
tipici di Vanzago. Oggi la villa è sede della
"Fondazione Ferrario" che ha come scopo
istituzionale la promozione di attività assistenziali
a favore degli anziani. La ricca ed imponente costruzione,
edificata nei primi anni del XVIII secolo probabilmente
su precedente edificio cinquecentesco appartenuto
ai Croce, già dimora di campagna della famiglia
dei banchieri Belinzaghi e poi dei Milesi nel Settecento
e inizio Ottocento, e poi dei Padulli e dei Gattinoni
tra Ottocento e prima metà del Novecento, si
sviluppa nelle forme di un barocco lineare. La facciata
settentrionale, contraddistinta da decorazioni e riquadrature
d'intonaco delle finestre, è munita di due
balconcini in ferro battuto con un bel porticato a
tre arcate distinte da colonne binate, elementi che
accolgono l'ingresso dall'attuale Via Vittorio Emanuele
II. Il retro è contraddistinto da una facciata
semplice e piatta. Il piano terra è noto per
un importante salone di rappresentanza affrescato
e stuccato, che conserva anche alcune tele originali
del Settecento. Al primo piano, dove attualmente si
trovano gli uffici della direzione, si accede attraverso
una scala elicoidale di 74 gradini con mosaici e sotto
la medesima si trovava un tempo un pozzo che forniva
l'acqua necessaria a tutta l'abitazione e che giungeva
ai piani superiori attraverso una carrucola che ancora
oggi è visibile presso la scala. oltre al soffitto
a volta dello scalone padronale, che venne affrescato
nel 1949 dal pittore milanese Natale Penati (autore
fra l'altro degli affreschi delle chiese di San Vittore
martire, San Nicolao e San Sebastiano di Corbetta
e della chiesa parrocchiale di Vittuone e di quella
di Pregnana) di notevole rilievo è anche la
cappella padronale settecentesca e delicatamente affrescata,
posta al primo piano e con piccolo accesso "di
servizio" (ad uso del sacerdote officiante) dallo
scalone stesso. Molto interessante è anche
il parco retrostante, di impianto settecentesco ed
ancora ricco di alberi notevoli, tra cui una "ginkobiloba",
albero di origine giapponese, della cui specie l'esemplare
vanzaghese nel parco in parola è stato al tempo
del suo impianto tra i primi in Italia.
ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini del paese vanno probabilmente fatte risalire
ad antichi insediamenti di popoli celti, come testimonierebbero
la radice -an- e la terminazione -ac- presenti nella
forma più antica del toponimo Vantac, poi trasformata
dal latino in Ventiacum. I primi riscontri documentali
del nome risalgono all’864, trascritti nel Codex
Diplomaticus Langobardorum. Sotto il regno di Napoleone,
Vanzago fu annessa a Pogliano. Per secoli Vanzago
visse di un'economia prevalentemente agricola, testimoniata
dalla presenza di alcuni vecchi cascinali dalle molte
aree verdi odierne. Nella prima metà del Novecento
nacquero importanti opifici come il Cotonificio Valle
Ticino, una grossa tessitura che diede lavoro ad oltre
350 operai ed operaie negli anni trenta e che chiuse
nel 1955 e la ditta Cuoital che produceva calzature.
Erano presenti anche l'Officina meccanica di Ulisse
Cantoni, il salumificio fratelli Carini ed altri ancora,
tutti ormai spenti ed estinti. Ancora attiva è
l'officina GIPRON dei Pronzati che si occupa della
produzione di oggetti sciistici. Grazie al parco WWF,
al Parco Agricolo Sud Milano ed al PLIS del Basso
Olona conserva aree a verde protette per un totale
di 3.565.925 m² corrispondenti a circa il 58%
del territorio comunale. Negli ultimi anni Vanzago
ha vissuto un'esplosione demografica, facilitata sia
dall'edificazione residenziale realizzata nella ex
area industriale della Zust Ambrosetti, in origine
il Cotonificio Valle Ticino sia dalla relativa vicinanza
a Milano, raggiungibile con la linea S5 del Servizio
ferroviario suburbano.