Turbigo (Türbigh in dialetto
milanese) è un comune della città metropolitana
di Milano situato lungo il Naviglio Grande, in Lombardia.
Fa parte dei Comuni consorziati del Parco Lombardo
della Valle del Ticino.
ETIMOLOGIA
Sulle origini del nome ci sono due tesi contrastanti:
una lo farebbe risalire alla voce germanica "turba"
(capanna), l'altra dal latino "turris bis",
dalle due torri di testa del ponte sul Ticino esistente
in età romana tardo imperiale. Il comune di
Turbigo, di fatto, utilizzava già lo stemma
(quello della famiglia Piatti) raffigurante l'antico
ponte fin dal 1922; stemma visibile su un antico camino
esistente all'interno di Palazzo De Cristoforis Gray.
Secondo altri studi il nome deriverebbe invece da
"Turbigium" o "Turbiscus" ed evocherebbe
l'irrompere violento e l'infrangersi delle onde del
Ticino su quell'antico borgo situato sulla riva del
Naviglio.
MANIFESTAZIONI
Festa di S. Vincenzo
Pur ricorrendo il 5 aprile, San Vincenzo Ferreri viene
festeggiato per tradizione settecentesca alla prima
domenica di maggio. Classica sagra di paese con processioni
e mostre di opere di artisti locali, prosegue il lunedì
con la fiera nel centro del paese. Al Santo si raccomandava
il lavoro nei campi in quanto la maggior parte dei
Turbighesi agli inizi del Novecento era ancora formata
da parecchi contadini. Si festeggia la prima domenica
di maggio con la tradizionale processione nei campi
alle ore 7.00. Il lunedì successivo c'è
la tradizionale fiera primaverile.
Festa Patronale
Patrona del paese è la Beata Vergine Assunta
(15 agosto) alla quale è dedicata la chiesa
parrocchiale; la festa viene, però, celebrata
la terza domenica di settembre, in onore della Beata
Vergine Addolorata. Il lunedì fiera in via
Allea.
Festa rionale della chiesa
dei SS. Cosma e Damiano
Festa d'ingiò - La quarta domenica di ottobre,
con bancarelle. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione
dei Vesperi, come da antica tradizione viene "bruciato
il pallone". Si tratta di un grosso pallone avente
un'intelaiatura metallica ricoperta da bambagia, sospeso
sul sagrato della chiesa, che prende fuoco dalle tre
candeline innalzate dal sacerdote durante la messa.
Per meglio comprendere il significato dell'antichissimo
rito, bisogna ricordare che anticamente il martirio
era l'unica forma di santità possibile. Con
il rogo del pallone viene rappresentata la vita del
martire che si consuma nella fede ardente della Santa
Trinità.
CASTELLO
Le prime notizie in merito all'esistenza del castello
risalgono al IX secolo. La struttura, a pianta quadrangolare,
è in ciottoli di fiume, pietra squadrata e
mattoni; edificato intorno a una torre presumibilmente
romana, porta lo stemma dei Visconti. Conquistato
e parzialmente demolito nel Duecento, poi nuovamente
ricostruito, nel 1569 passò alla famiglia Gallarati,
con la giurisdizione di tutto il territorio, e nel
1591 arrivò il casato piacentino dei Landi.
Il complesso si struttura attorno a un'ampia corte
quadrata con ala porticata sullo sfondo, che presenta
un cornicione a sguscio con oculi, dovuto ad interventi
cinque-secenteschi atti a trasformare il castello
in residenza signorile. Attualmente si presenta in
forme trecentesche grazie all'intervento di restauro
attuato nel 1922 dall'architetto Carlo Bonomi di Turbigo.
Il maniero, un tempo presidio strategico dei Visconti,
è attualmente una residenza privata e non è
visitabile. Per accedervi si può salire la
ripida via della Chiesa, oppure la scenografica scalinata
che da via Vittorio Veneto porta direttamente al terrazzamento.
Da qui si gode un bel panorama su tutto il paese e
il suo circondario. Notevole è il parco circostante,
che con una dura battaglia legale è stato risparmiato
dai piani di lottizzazione di alcune amministrazioni
del passato. Oggi è l'unica area verde al centro
del paese e ospita una notevole fauna di animali selvatici
(fagiani, rapaci di varie specie, ghiri, lepri, picchi
rossi e verdi e molti altri).
Ponte sul Naviglio Grande
Uscendo dal centro del paese, a poca distanza da Palazzo
de Cristoforis, si trova il seicentesco ponte; si
presenta a tre arcate in mattoni a vista. È
affiancato dai resti della vecchia dogana austriaca
risalenti alla fine del Settecento.
Ponte sul Ticino
Realizzato nel 1887, anno di costruzione della ferrovia
Novara-Seregno, su progetto di Luigi e Paolo Tatti
a monte dei resti dell'antico ponte romano, tuttora
visibili; bombardato durante la seconda guerra mondiale
e poi ricostruito, collega la sponda lombarda a quella
piemontese.
Chiesa della Beata Vergine
Assunta
Sul medesimo piazzale del Castello, si erge l'imponente
chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta, edificio
in stile neo-romanico edificato nel 1936 per volontà
del parroco don Edoardo Riboni dall'ingegnere Giovanni
Battista Maggi, che si avvalse della consulenza artistica
di Carlo Bonomi (1880-1961), al quale spettano anche
l'allestimento di piazza San Francesco, risalente
al 1936, e il Monumento ai Caduti del 1945-1946.
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
Uno dei monumenti più significativi di Turbigo;
viene eretta su una preesistente chiesa, sempre dedicata
a San Damiano, a partire dal 1669, data della possa
della prima pietra. Ispirata a chiesa del Gesù
di Roma, com'è possibile ravvisare anche dalle
due volute di raccordo angolare, presenta un generale
schematismo nella facciata, a causa di difficoltà
economiche incorse durante le fasi costruttive. La
chiesa e l'annesso convento furono officiati da una
comunità di Agostiniani Scalzi, fino al 1807
quando quest'ultimo venne soppresso dal regime napoleonico.
Delle quattro cappelle originarie, - oltre all'altare
maggiore - una sola è giunta fino a noi: si
tratta della cappella del Crocifisso, già dedicata
a Santa Rosalia, restaurata nel 1991. La cappella
della Madonna della Rosa è stata, invece, ricostruita
nel 1879, per volere del parroco di Turbigo don Pietro
Bossi. Dietro il settecentesco altare maggiore è
posta la botola di accesso alla cripta dei frati,
da cui partivano una serie di passaggi ai sotterranei
della chiesa, murati nel 1962. Davanti alle cappelle
laterali si trovavano le botole che conducevano a
camere ipogee, destinare ad alcune sepolture particolari.
Palazzo De Cristoforis Gray
Situato nei pressi della riva sinistra del Naviglio
Grande, è composto dall'integrazione di una
villa settecentesca con un edificio cinquecentesco.
I due edifici prospettano sulla medesima corte. L'edificio
settecentesco presenta un portico centrale su archi
a sesto ribassato e ha all'interno decorazioni con
finte architetture. La parte più antica conserva
un bel camino in pietra, decorato in altorilievo e
con la cappa affrescata. Nella corte più antica
lungo via Roma troviamo un affresco datato 1595. L'edificio,
di proprietà comunale, è attualmente
sede municipale.
Villa Barozza Vezzani
Adiacente alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano, conserva
l'impianto originario di un convento seicentesco degli
Agostiniani Scalzi, con volte a botte e a crociera.
Un portale lungo via Volta, sormontato da una conchiglia
in marmo, apre su un pregevole chiostro settecentesco.
Villa Tatti
Nel centro storico del paese sorge Villa Tatti. Di
probabile origine religiosa, la villa fu adattata
a residenza civile solo nel XVII secolo. L'impianto
della villa ad "u", risale al secolo scorso,
quando furono aggiunte le ali laterali, di cui una
terrazzata. L'ingresso della villa è contrassegnato
da un portale seicentesco con fastigio ad edicola.
All'interno, collocato nella parte ovest del complesso,
si trova un camino cinquecentesco. Nel 1932, l'amministrazione
fascista di Turbigo, la adottò come sede del
Fascio locale. Negli anni ha ospitato tra gli altri:
due sezioni della locale scuola media inferiore, la
banda musicale "la Cittadina", l'Unione
Sportiva Turbighese, uffici di altre associazioni
cittadine, fino a che, restaurata completamente, oggi
ospita l'asilo nido.
ORIGINI E CENNI STORICI
Citata nei documenti a partire dal 1150, ha importanza
storica come luogo strategico per l'attraversamento
del Ticino tra Como e Novara. Nel 1164 Federico I
ricompensa il suo cancelliere con un feudo comprendente
tutti i paesi della pieve di Dairago, divenendo così
il primo feudatario del borgo. L'escavazione del Naviglio
iniziata dai milanesi nel 1179, è importante
per la nascita di quella parte della città
denominata Turbigh in giò, con la nascita di
rogge, ponti e nuove strade. Il basso Medioevo è
caratterizzato dall'insediarsi nel territorio turbighese
della famiglia Piatti che tenderà a porsi come
guida materiale e spirituale del borgo. Già
feudo dei d'Adda, passò in seguito ai Gallarati
nel 1599 e ai Doria Landi, che lo tennero fino alla
fine del Settecento. La vita di Turbigo nei due secoli
successivi è segnata dalla presenza delle famiglie
Tatti e De Cristoforis, di cui rimangono i rispettivi
palazzi, oggi di proprietà comunale. Definito
nei secoli come un vero paradiso terrestre, per l'eccezionalità
del paesaggio e la ricchezza faunistica dei suoi boschi,
il borgo di Turbigo vide sorgere numerose dimore gentilizie.
In età napoleonica il comune si espanse molto,
annettendo dapprima Robecchetto e poi Nosate. Il 31
maggio 1800 fu conquistato alla baionetta dai soldati
francesi guidati dal Generale Duhesne. Il 3 giugno
1859 il paese fu teatro dello scontro tra franco-piemontesi
e austriaci nella famosa Battaglia di Turbigo che
si concluse il giorno seguente a Magenta.