Sovico
è un comune della provincia di Monza e Brianza.
Il Comune di Sovico è situato in quella parte
della bassa Brianza dove le colline e i poggi caratteristici
di questa zona vanno gradualmente spegnendosi nellampia
pianura che si apre a settentrione di Milano, nella
quale sorgono gli importanti centri di Desio, Seregno,
Lissone, Monza. Ad est è attraversato dal corso
del fiume Lambro, che scorre da nord a sud, segnando
il confine con Triuggio. Sempre lungo la direttrice
nord-sud si snoda limportante strada provinciale
che collega Monza con Carate e che rappresenta, insieme
con la linea ferroviaria, la più importante
infrastruttura di comunicazione del territorio. Il
43% della superficie comunale è occupato da
insediamenti residenziali ed industriali, mentre il
rimanente 57% è rappresentato da aree non urbanizzate.
Ad est della Via Giovanni da Sovico il tessuto urbano
si frammenta in sparsi insediamenti residenziali,
per la presenza della Valle del Lambro. Questultima
occupa 32 ettari ed è sottoposta a vincolo
idrogeologico; è anche area di interesse paesaggistico
ed include la Villa Visconti e la Cascina Belvedere.
DA
VEDERE
La storia della chiesa di Sovico è più
che millenaria. Il Cardinale Schuster ebbe a dire
che il "pagus" cui appartenne il paese fu
tra i primi del Milanese ad abbracciare la fede cristiana
dopo leditto del 313 di Costantino. La prima
notizia certa proviene dal "Liber Notitiae Sanctorum
Mediolani" di Goffredo da Bussero, catalogo della
Chiesa milanese della fine del XIII secolo: in esso
si cita "in plebe Alliate, loco Somovico, ecclesia
Sancti Fidelis". La conferma viene dalla "Notitia
cleri mediolanensis de anno 1398" in cui si nomina
la "Cappella de Sovico" cui è annessa
la rendita di "lire 2, soldi 13, denari 7".
In un documento del 1562 la chiesa di Sovico viene
ricordata come consacrata ai SS. Simone e Giuda: probabilmente
i fedeli optarono per lintitolazione a questi
Apostoli, in luogo delloriginario S. Fedele,
in occasione di qualche importante rimaneggiamento
di cui fu oggetto ledificio fra il XV secolo
e il XVI secolo. Nella relazione della visita di due
delegati arcivescovili nel 1569 abbiamo una descrizione
della costruzione, che risulta misurare 22 passi in
lunghezza e 12 in larghezza. Si trattava di una piccola
cappella con abside, sulla cui facciata si aprivano
due porte, fra le quali era interposto un piccolo
campanile con due campane. Il 19 agosto 1578 ricevette
la visita di S. Carlo Borromeo; il 17 settembre 1606
quella del Cardinale Federico Borromeo. Ledificio
fu quindi oggetto di numerosi interventi volti a rinnovarne
e ad ampliarne la struttura. Il 10 luglio 1827 crollò
il campanile rovinando in gran parte sulla chiesa,
che venne rifatta e riaperta al culto tre anni dopo.
Nellaprile 1838 veniva soppressa la Pieve di
Agliate, una delle più antiche della diocesi
ambrosiana, e da essa nascevano le due Pievi di Carate
e di Besana: Sovico fu compresa nella prima.
ETIMOLOGIA,
ORIGINI E CENNI STORICI
La posizione elevata del centro abitato sembra avere
dato origine al toponimo, che dovrebbe derivare dal
latino "summus vicus"; il nome mutò
poi in "Suigum" e "Suycum" (in
dialetto "Suvigh" o "Suigh") volgarizzandosi
infine nella forma attuale di Sovico. Il primo documento
che attesta lesistenza del paese è una
disposizione testamentaria dellArcivescovo di
Milano Ansperto da Biassono a favore del diacono Ariprando,
suo nipote, datata 11 novembre 879. In un atto del
15 gennaio 998, riguardante una vendita intercorsa
fra il Vescovo di Tortona Liutfredo e il Duca Ottone,
figlio di Conone, vi è menzione di beni immobili
posti in " valle summovico". Una pergamena
conservata presso lArchivio di Stato di Milano
ci dà ulteriore notizia del luogo: essa contiene
un altro atto di carattere patrimoniale registrato
in Domaso nel 1028, che ha per oggetto la vendita
di una pertica di terreno posta "in loco et fundo
Suyco". Sul finire del secolo X lArcivescovo
ambrosiano Landolfo II da Carcano, per guadagnarsi
la fedeltà dei signori milanesi, concesse in
feudo le pievi del contado e pose a capo di queste
dei propri vassalli detti "capitanei" (capipieve).
Le vicende del feudo di Sovico iniziano con la costituzione
del Capitaneato di Agliate, di cui era investita la
nobile famiglia Confalonieri. Nel secolo XI succedettero
loro i Mandelli, che lo tennero, presumibilmente,
fino a tutto il secolo XIV. Il 9 giugno 1475 Galeazzo
Maria Sforza infeudava la Pieve di Agliate all
"egregio milite Francesco di Pietrasanta"
al quale venne però revocata poco tempo dopo;
nel corso del secolo XV fu concessa alla famiglia
Balbiani originaria dellIsola Comacina. Al feudo
erano connessi il titolo di conte e la piena giurisdizione
civile e penale su tutti i luoghi, ville, cascine
e mulini, con diritto sui dazi, sui pedaggi e sullimbottato;
infine, fatto nuovo, il feudo diveniva territorio
a se stante rispetto alla città di Milano.
La camera ducale conservava lesazione della
tassa sul sale e il diritto di guado dei fiumi; nonostante
questa specificazione, ai Balbiani veniva imposta
una tassa annua di 635 lire imperiali: Georolamo Balbiani
opponeva allora al Duca Massimiliano Sforza che la
sua famiglia era stata investita dal feudo a titolo
oneroso previa rinuncia alla metà del feudo
di Chiavenna, incamerato dal Duca. Il ricorso ebbe
buon esito e lo stesso Massimiliano Sforza decretava
lesenzione dal pagamento del tributo nel 1514.
Le querele fiscali dovevano ripetersi anche a carico
dei sudditi. La comunità di Sovico, insieme
a quelle di Giussano e Albiate, rifiutò nel
1611 di pagare il dazio ai Balbiani e al suo posto
corrisposte una somma di denaro annua. La controversia,
portata davanti al magistrato delle entrate di Milano,
si risolse a favore dei feudatari, i quali sostennero
che i loro diritti erano conformi alle antiche prerogative
della famiglia su quei luoghi. Ultimo dei Balbiani
fu il conte Benedetto, canonico della Collegiata di
Santo Stefano in Milano; alla sua morte i beni passarono
dapprima al fisco (1760) poi furono smembrati e venduti
con asta pubblica: Sovico fu acquistato nel 1770 da
Pietro Andreoli. L'avvento della dominazione francese,
nel 1796, significò labolizione di tutti
i titoli nobiliari e di ogni privilegio feudale.