Rodano (Ròdan in dialetto
milanese, localmente Roeudin) è un comune della
città metropolitana di Milano, in Lombardia.
Fa parte del territorio della Martesana. Il territorio
di Rodano, posizionato a circa 6 chilometri ad est
di Milano, fa parte del Parco Agricolo Sud e si presenta
ancora relativamente poco abitato, possedendo vaste
zone adibite all'agricoltura. Di grande rilevanza
ambientale sono i numerosi e funzionanti fontanili
che rappresentano uno degli aspetti tipici della Pianura
Padana. Le Sorgenti della Muzzetta (area protetta
dal WWF) sono un degno esempio di tipica zona florofaunistica
(visitabile su richiesta). Il Comune di Rodano possiede
numerose non trascurabili rilevanze storico-culturali
degne di menzione.
ETIMOLOGIA
Deriva dal nome germanico di persona Rodo o Rodulo
o da una voce preromana rodanos da cui deriva anche
il nome del fiume Rodano.
Riserva
naturale Sorgenti della Muzzetta
La Riserva Naturale Sorgenti della Muzzetta, istituita
dalla Regione Lombardia nel 1984 ed inserita nell'elenco
dei Siti di Interesse Comunitario, nasce per salvaguardare
e valorizzare il complesso di fontanili che danno
origine alla Muzzetta. Rappresenta un prezioso angolo
di natura in cui è possibile osservare diversi
ambienti tipici della pianura, che sono stati ampliati
e migliorati dall'oculata gestione naturalistica condotta
dalla Provincia di Milano, Ente gestore del Parco
Agricolo Sud Milano.
Villa Litta Invernizzi
La Villa che risale al 1500, con annesso parco, è
situata nella frazione Trenzanesio.
Il nome deriva da Retenate o meglio dalla Cascina
di Retenate, che ancor oggi si può ammirare
in buono stato nella Tenuta Invernizzi in Trenzanesio.
La chiesetta di Trenzanesio, le Cascine Torrazza,
Bruciata, Trenzanesio e la Villa Litta, ora Invernizzi,
fanno parte della Tenuta Trenzanesio. La villa, a
pianta quadrangolare con un salone passante che disimpegna
tutti gli altri ambienti e termina in un portico sulla
facciata principale, riproduce uno schema tipico di
molte ville lombarde. È interessante notare
che la villa è disposta e organizzata lungo
un asse in direzione est/ovest, con il giardino contenuto
entro un perimetro rettangolare a occidente e i rustici
con la chiesa, che costituiscono un vero e proprio
piccolo borgo, a oriente. Il giardino intorno alla
villa si è conservato intatto, con la grande
peschiera rettangolare alimentata da copiosi fontanili
che non seguono il perimetro della casa, ma se ne
discostano per lasciare spazio a due piccoli giardini
sopraelevati e appartati immediatamente a contatto
con la casa. Alcuni studiosi ritengono che Villa Litta
sia stata eretta nel 1540 a cura dell'architetto Giovanni
da Pandemuro, allievo del Palladio; altri sostengono
che sia nata esattamente un secolo dopo, nel 1640,
per volere di Guido Litta, Vescovo di Milano. In effetti
l'unica data certa della quale si è a conoscenza
è il 1688, anno in cui Pompeo Litta e la di
lui famiglia ottennero l'investitura feudale di Trenzanesio.
Nel 1800 la villa passò per diritto di successione
alla Famiglia Greppi. Negli anni quaranta e cinquanta
fu sede di un colorificio e solo nel 1955 fu acquistata
dalla Famiglia Invernizzi. Non essendoci eredi, dopo
la scomparsa dei proprietari, la tenuta è passata
in gestione a una Fondazione.
Casa Gola
Tipico esempio di architettura rurale lombarda, Casa
Gola risale al tardo–medioevo (1400 circa);
rappresenta il nucleo originale dell'abitato rurale
a corte chiusa, probabilmente conventuale. L'edificio
presenta pregevoli tratti architettonici e decorativi,
un perimetro murario in cotto ed ambienti interni
dagli alti soffitti con alcuni disegni a pittura restaurati.
Il recente recupero ne consente una fruizione collettiva
ospitando il “Polo culturale a carattere botanico”
del Parco Agricolo Sud Milano, costituito dall'Erbario
della Flora Padana, reso disponibile al pubblico ed
in grado di richiamare l'attenzione delle scolaresche
allo studio della botanica, e da una piccola biblioteca
a sfondo naturalistico che funzionerà anche
come punto di informazioni sul Parco e sulla vicina
Riserva Naturale delle “Sorgenti della Muzzetta”.
Al primo piano di Casa Gola, in una nicchia usata
per riporre le lampade o le candele, è presente
un affresco raffigurante una gazza su un ramo. L'affresco
è stato scelto, tramite un concorso popolare,
come logo della Cultura a Rodano.
I Sarcofagi di Rodano
I sarcofagi recuperati dalle cascine di Rodano ed
esposti davanti al Municipio a Lucino sono difficili
da datare con esattezza, visto che non possono essere
messi in relazione con altri resti. Sarcofagi simili,
con tetto a doppio spiovente ornato di acroteri, sono
solitamente datati al periodo tardoromano (IV - V
secolo) - altomedievale (VI-VII). I sarcofagi romani
più antichi (inizio della produzione collocabile
nel II-III secolo) hanno spesso gli spioventi più
ripidi e gli acroteri maggiormente rilevati. Il fatto
che il coperchio di Rodano sia piuttosto basso potrebbe
farlo ritenere, quindi, di epoca altomedievale (VI-VII
secolo). Il ritrovamento a Rodano della croce longobarda
potrebbe essere un elemento in più per datare
sia la fabbricazione sia l'uso dei sarcofagi intorno
ai secoli VI -VII. In molti casi di simili rinvenimenti,
e anche per i ritrovamenti di Rodano, le vasche e
il coperchio sono stati usati in età contemporanea
o come abbeveratoio o come canaline di scolo, e in
essi sono stati praticati fori di scarico; il coperchio
ritrovato sembra sia stato sagomato per far scorrere
meglio l'acqua.
Museo Scooter & Lambretta
Raccolta privata unica nel suo genere, il Museo presenta
la storia dello scooter dai primi anni del Novecento
agli anni sessanta con modelli provenienti da tutte
le parti del mondo; ogni nazione è rappresentata
non solo con esemplari di larga diffusione, ma anche
con pezzi unici di grande valore storico. La sezione
dedicata alla Lambretta comprende i più importanti
e rari esemplari prodotti dallo stabilimento Innocenti:
prototipi e moto da competizione, oltre a modelli
sezionati per uso didattico ed esemplari unici da
gara; la produzione di serie è rappresentata
dalla prima Lambretta del 1947 fino all'ultima prodotta
nel 1971. È possibile consultare l'archivio
storico Innocenti, la manualità tecnica, i
filmati e la propaganda commerciale. Il Museo rientra
nel progetto della Provincia di Milano “Musei
d'Impresa”.
Croce di Rodano
La Croce di Rodano è un interessante reperto
ritrovato agli inizi del secolo scorso nella frazione
di Cassignanica. Ricavata da una sottile lamina d'oro
lavorata a sbalzo, è un esempio delle decorazioni
funerarie che i longobardi avevano in uso nel VII
secolo. La Croce presenta un disegno di notevole complessità,
difficile da decifrare; è mancante del braccio
di sinistra che, si crede, riportasse specularmente
le immagini riprodotte su quello di destra. Sicuramente
l'iconografia rappresentata non è quella classica
cristiana. La Croce è oggi esposta al Museo
Archeologico di Milano nella sezione dedicata al popolo
longobardo e una copia è esposta nella Sala
comunale di Casa Gola.
Una copia della Croce di Rodano è conferita
annualmente dal Sindaco ai cittadini benemeriti del
Comune.
ORIGINI E CENNI STORICI
I centri abitati che appartengono all'attuale comune
erano dipendenti in parte dalla Pieve di Segrate ed
in parte da quella di Settala; entrambe unite alla
Pieve di Gorgonzola, furono raggruppate nel feudo
di Melzo. Galeazzo Maria Sforza sancì con Decreto
del 9 gennaio 1475 che tutte le terre concesse in
feudo a Lucia Marliano fossero svincolate da qualunque
obbligo di sudditanza verso la città e il Ducato
di Milano, che avessero piena facoltà giurisdizionale
sia in campo civile che penale, nonché il diritto
di fregiarsi delle insegne della famiglia Visconti,
(con il solenne giuramento, da parte di Donna Lucia,
di evitare qualsiasi rapporto con il marito senza
aver prima chiesto il consenso e l'approvazione del
Duca stesso, pena la perdita dei diritti già
riconosciuti). A Gian Fermo toccarono, oltre al castello
ed il borgo di Gorgonzola, altre terre tra le quali
i luoghi di Inzago, Cernusco, Cambiago, Pessano, Bornago,
Cassina de' Pecchi, Segrate, Pantigliate, Pioltello
e Limito, Lucino e Pra Marzo. Ai fratelli Catelano
andarono i borghi di Melzo, Corneliano, Truccazzano,
Calvairate, Settala, Premenugo, Liscate, San Pedrino,
Vignate, Gudo, Camporicco, Bisentrate, Cascina Bianca,
Cascina Meda, Trenzanesio, Cascina Torazza, Retenate,
Cascina Brojavacca, Pobiano, Cascina de Occa. Nel
1577 Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio succedette al
padre Gian Giacomo, al quale fu concesso anche il
feudo di Melzo, che tenne però disgiunto da
quello di Gorgonzola. Le delegazioni, che oggi costituiscono
l'attuale comune di Rodano, seguirono le sorti di
questo feudo finché, nel 1692 (con Pantigliate
e Cassignanica) fu investito del feudo il marchese
Alessandro Del Porro. Nel 1783, alla morte di Anna
Caterina Del Porro, il feudo rientrò al Feudo
Camerale. Lucino nel 1695 passò in feudo alla
famiglia Verri; Trenzanesio fu feudo dal 1688 a Pompeo
Litta. Dopo accese controversie, con Regio Decreto
del 21 giugno 1869, Re Vittorio Emanuele II costituì
il Comune di Rodano come lo conosciamo oggi, modificando
il precedente Regio Decreto del 17 gennaio 1869 in
cui Rovagnasco, Rodano, Briavacca, Segrate e Limito
dovevano essere annessi a Pioltello. Il documento
è esposto nella Sala comunale di Casa Gola.