Robecco sul Naviglio (Rubécc
o Rubécc sül Nivìrij nel locale
dialetto milanese) è un comune della città
metropolitana di Milano, in Lombardia. Il comune di
Robecco sul Naviglio è situato a circa 25 chilometri
ad ovest del capoluogo lombardo, a breve distanza
dal fiume Ticino e dal confine con la Regione Piemonte.
Confina a nord con il comune di Magenta, a est con
il comune di Corbetta, a sud con i comuni di Cassinetta
di Lugagnano e Abbiategrasso, a ovest con il comune
di Cerano in provincia di Novara. Oltre al capoluogo
vi sono 4 frazioni e precisamente: Casterno a ovest,
Cascinazza a sud-ovest, Castellazzo de' Barzi (ove
si trova un pregevole palazzo settecentesco presso
il quale soggiornò lo scrittore Alessandro
Manzoni) a est, Carpenzago a nord-ovest. Il territorio
comunale ha forma allungata e confina a nord con Magenta,
a est con Corbetta, a sud con Abbiategrasso ed a ovest
col fiume Ticino e col Piemonte. Robecco sul Naviglio
dista circa 25 chilometri ad ovest dal capoluogo lombardo.
Il territorio è generalmente pianeggiante con
piccoli dislivelli e leggere ondulazioni ad ovest
in corrispondenza della vallata del fiume Ticino;
l'altitudine media è di 128 m s.l.m. Due corsi
d'acqua attraversano il territorio comunale: il fiume
Ticino e le sue numerose sorgenti a Ovest e il Naviglio
Grande in corrispondenza del centro abitato.
ETIMOLOGIA
Il nome deriva da rebec o rebecco con il significato
di "opposto" riferendosi alla presenza di
luoghi fortificati. La specifica si riferisce alla
sua vicinanza al Naviglio grande.
MANIFESTAZIONI
Ogni quarta domenica del mese (eccetto agosto): Fiera
del Naviglio Grande.
Pasquetta: Marcia dei Ciliegi in Fiore. Corsa podistica
nella vallata e nei boschi del Ticino.
1º maggio: Fiera di San Maiolo - agricoltura
e bestiame.
Primo fine settimana di luglio "Festa del Gerusco"
- festa della birra organizzata da giovani del paese
in collaborazione con la Pro-Loco
Prima domenica di settembre: Festa patronale di San
Giovanni Battista - processione e manifestazioni folcloristiche.
Seconda domenica di settembre: Festa de la Sucia -
sagra paesana in occasione del prosciugamento del
Naviglio con degustazione di prodotti tipici.
Seconda domenica di ottobre: Festa della Priàa
- mostre e manifestazioni folcloristiche
24 dicembre: Presepio galleggiante nel naviglio
DA VEDERE
Il ponte degli scalini
Situato nel bel mezzo del centro storico, tale ponte
era utilizzato anticamente per il solo passaggio pedonale
e per il passeggio. Il ponte, detto degli Scalini
fu gettato nel 1842 per collegare l'allora contrada
di Brisa con quella di San Girolamo, sulla strada
per Castellazzo de Barzi e sostituì un precedente
ponte galleggiante allestito per antica consuetudine
nel giorno della festa patronale di San Giovanni Battista,
per consentire il passaggio della processione. Il
ponte fu inizialmente dedicato a Francesco Giuseppe
I d'Asburgo e in seguito, dopo l'indipendenza dall'Austria,
a Vittorio Emanuele II. I fondi per la sua costruzione
vennero dal lascito testamentario del Cardinale Antonio
Dugnani: "Lascio alla Comunità di Robecco
lire milanesi quattromila quando si facesse il ponte
di comunicazione colla strada che va a Castellazzo,
e ciò ad opre compiuta; intendo però
lasciare questo legato per un più comodo e
libero mezzo di portare il Santissimo Viatico agli
infermi dell'altra sponda particolarmente cari però
se entro dieci anni non avesse luogo tale ponte secondo
me importantissimo, allora passerà all'Orfanotrofio
od i San Pietro in Gessate, o dove si troverà
il suddetto legato, pel mantenimento di un orfano
onde possa essere mantenuto del frutto di tale legato.
Se occorresse di più si darà compimento".
Villa Gaia
Villa Borromeo Visconti Biglia Confalonieri Gandini,
o più semplicemente Villa Gaia, è la
più grande delle ville integralmente conservatesi
nel borgo di Robecco sul Naviglio. Il curioso nome
di "Villa Gaia" le pervenne già dalla
fine del Quattrocento in quanto corte di divertimenti
di Ludovico il Moro, la costruzione è originaria
del XIV secolo. Nel tempo appartenne ai conti Giovanni
e Vitaliano Borromeo e, tra gli altri, ai Biglia e
ai Confalonieri, divenendo residenza estiva di Federico
Confalonieri. Villa di campagna (fu tra le prime del
Naviglio Grande) ricalca lo schema del castello o
dei palazzi cittadini con asse di simmetria zenitale
e corpi di fabbrica disposti a coronamento di tre
cortili leggermente irregolari. La facciata verso
la strada conserva parte dell'originaria struttura
in cotto con inserti di archi e finestre ora murati.
La facciata verso il Naviglio, preceduta da uno spalto
e da una bella balaustra settecentesca, presenta decori
pittorici che richiamano illusorie cornici alle finestre
ed alle porte; tre balconcini in ferro battuto inquadrano
l'ordine superiore. Accanto, la scalinata dell'imbarcadero
attraverso il quale i signori giungevano dal Naviglio
e quindi da Milano. Il cortile principale, porticato
su tre lati, è adorno di affreschi del Cinquecento.
Gli ambienti interni hanno arredi ed ornati dal Rinascimento
al Settecento. Nelle sale rivolte verso il Naviglio
sono interessanti i soffitti lignei a cassettoni.
Lo scalone, in origine una rampa per cavalli, fu trasformato
una prima volta nel 1760, raggiungendo in seguito
le forme attuali di scalone d'onore sul modello consono
al XVIII secolo. Tra le altre sale meritano menzione
quella con decori in grisaille attribuiti ad Andrea
Appiani e lo studio in stile barocchetto.
Palazzo Archinto
Spesso identificato con il nome di Castello, il palazzo
prospetta di fronte al portone di Villa Gandini. Fu
il sogno irrealizzato del nobile banchiere Carlo Archinto
cui non mancavano i desideri di grandezza ma che finì
in bancarotta prima che il progetto venisse ultimato.
Oggi infatti solo le incisioni di Marc'Antonio Dal
Re (1726) possono documentare l'ardita costruzione,
iniziata a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo
su disegni di Carlo Federico Pietrasanta: doveva essere
un complesso di quattro grandi palazzi, con un nucleo
centrale elevato di cinque piani e quattro ali laterali
uncinate della medesima altezza (le due rivolte verso
il Naviglio erano concluse da quattro torri merlate);
verso il paese una grande esedra avrebbe dovuto accogliere
le carrozze, verso il naviglio due pontili, di cui
uno coperto, i barconi provenienti dalla città.
Di tutto ciò rimane oggi solo il blocco terminale
di una delle quattro ali, con le due torri merlate,
recentemente restaurato con una grandiosa opera che
ha riportato la costruzione a un antico splendore.
Attualmente il palazzo ospita la biblioteca comunale
e il locale Museo del Naviglio Grande.
Chiesa Parrocchiale di San
Giovanni Battista
L'attuale chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni
Battista, fu edificata nella seconda metà del
XVIII secolo e terminata attorno al 1790. Sostituì
la precedente, di cui sopravvivono i resti all'interno
del cortile denominato "gèsa vègia",
edificata nella seconda metà del Quattrocento
e delocalizzata lungo la strada per Casterno. L'attuale
edificio, costruito su disegno dell'architetto milanese
Francesco Bernardino Ferrari fu elevato inizialmente
su impianto a croce greca e rimase incompleto sino
alla fine del XIX secolo, quando si decise di completarne
la facciata e, contestualmente, di allungarne di due
terzi la navata, trasformando la pianta in croce latina.
Il disegno della nuova facciata venne affidato all'architetto
milanese Alfonso Parrocchetti. La chiesa venne definitivamente
consacrata nell'anno 1902. Risalgono agli anni '80
del Secolo scorso gli interventi di ristrutturazione
e adeguamento liturgico dettati dall'introduzione
della nuova liturgia. All'interno si trovano alcune
tele tra cui alcune ascrivibili alla scuola di Camillo
Procaccini una crocefissione di Simone Peterzano,
oltre a due angeli di Andrea Appiani presso il crocifisso
dell'altare maggiore, realizzati alla fine del XVIII
secolo, ovvero quando il pittore milanese stava lavorando
ad alcuni affreschi nella vicina Villa Gaia. Il Crocifisso
posto nell'altare laterale destro è databile
tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo e ornava
in precedenza l'interno della Chiesa di Santa Maria
alla Scala, demolita per la costruzione del famoso
teatro a Milano nel 1774. L'organo, posto in controfacciata
sopra la bussola di ingresso è pregevole opera
di Cesare e Giovanni Bernasconi risalente al 1902.
Lo strumento, restaurato nel 2010, incorpora un cospicuo
numero di canne che appartenevano al precedente organo
costruito da Eugenio Biroldi nel 1790.
Chiesa di Santa Maria della
Rosa
La chiesa di Santa Maria della Rosa si trova posta
esternamente al territorio comunale di Robecco sul
Naviglio. Essa è infatti adiacente al camposanto
cittadino che si trova eretto fuori dagli antichi
confini dell'abitato. La struttura ha origini piuttosto
antiche e venne probabilmente eretta dopo la peste
manzoniana del 1630, divenendo presto un luogo di
culto di notevole portata nell'area, grazie ad un
dipinto miracoloso conservato al suo interno che raffigura
appunto la figura della Vergine che tiene una rosa
tra le mani: ella era invocata in periodi di particolare
difficoltà quali guerre ed epidemie, giungendo
sino ad essere invocata contro la siccità.
Un tempo, per la sua particolare posizione, la chiesa
era la sede prediletta per la celebrazione dei riti
funebri della comunità di Robecco, usanza che
però col tempo è caduta pressoché
in disuso e oggi la cappella è utilizzata molto
raramente.
Chiesa di San Francesco
La piccola chiesa di San Francesco ha origini antichissime
e gli ultimi rilievi su di essa hanno consentito di
datarne le fondazioni al XIV secolo. Essa è
posta in un luogo altrettanto ricco di storia, addossata
a quello che doveva essere l'antico castello robecchese,
nei pressi di Villa Gromo di Ternengo il che ha fatto
ritenere che essa potesse aver svolto anche il ruolo
di cappella gentilizia. Alla sua edificazione, si
sa che essa dipendeva dalla Chiesa Parrocchiale di
Sant'Andrea di Casterno, passando successivamente
alla gestione della chiesa di San Giovanni Battista
quando questa ottenne la dignità parrocchiale
indipendente.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il primo insediamento nel territorio di Robecco Sul
Naviglio venne posto nell'attuale località
di Casterno, più a sud dell'attuale centro
storico, verso il Ticino, e si identificava con un
accampamento militare romano per il controllo del
fiume e dei suoi guadi. L'abitato di Robecco, in realtà,
si sviluppò decisamente a partire dall'escavazione
del Naviglio Grande nel XII secolo, anche se ancora
a metà del Duecento quando l'imperatore Federico
II, tentando l'assalto a Milano, diede ordine di abbattere
le fortificazioni presenti a Casterno dal momento
che nell'abitato di Robecco esse erano completamente
assenti. A partire dal XVI secolo, Robecco conobbe
un vero periodo di splendore, coincidente col fatto
che alcune tra le famiglie nobili milanesi di maggior
rilievo scelsero questa e altre aree per acquistare
terreni dove costruire le loro residenze di campagna,
investendo in vaste proprietà e latifondi molto
redditizi. I Pietrasanta, i Barzi, i Casati, gli Archinto
e i Borromeo furono tra i primi a concorrere in questi
acquisiti, avviando tra l'altro la costruzione delle
splendide ville gentilizie lungo il Naviglio che ancora
oggi si possono ammirare. Sempre nel corso del Cinquecento,
rimarchevole fu la figura di San Carlo Borromeo che,
come arcivescovo di Milano, più volte si recò
in visita nella Pieve di Corbetta ed a Robecco stessa
(si ricordi l'oratorio di San Carlo nella frazione
di Castellazzo de' Barzi) che in più occasioni
si preoccupò anche di mediare alle diatribe
tra i nobili locali come nel caso dello scoppio della
peste del 1576 che vide l'abitato robecchese suddiviso
in due differenti amministrazioni a causa delle disposizioni
volute dallo spagnolo marchese d'Ayamonte che aveva
predisposto poco prima che la divisione territoriale
tra Milano (zona interessata dal contagio) e quella
pavese (zona ritenuta ancora salubre) dovesse essere
marcata dal corso del Naviglio Grande. Durante l'età
napoleonica il comune si ingrandì temporaneamente
annettendo Lugagnano e Castellazzo de' Barzi: per
quanto riguarda il secondo borgo, l'unione fu poi
definitivamente attuata nel 1870.