Robbio
Lombardia

Robbio è una cittadina di poco più di 6.000 abitanti, situata nella Lomellina in provincia di Pavia.

Origini e cenni storici
Tracce di frequentazioni risalenti al neolitico e il ritrovamento, nella zona anticamente denominata "Prià" (l’odierno Borgo Nuovo), di asce risalenti all’età del bronzo, testimoniano la presenza dell'uomo in epoca preistorica. Nella stessa zona sono state rinvenute anche tombe romane e monete risalenti al 230-270 d.C. L'esistenza di un centro romano, Redobium [1], è attestato inoltre da Plinio il Vecchio.
In seguito fu occupata dai Longobardi, ai quali si deve la fondazione della chiesa dedicata a san Michele Arcangelo. Fu quindi in possesso della diocesi di Vercelli e, intorno all'anno mille, passò alla dei De Robbio, che ne furono feudatari e dominarono fino al XIII secolo anche sui paesi vicini (Palestro, Confienza). Fu contesa a lungo tra Vercelli e Pavia: al 1202 risale l’episodio più cruento, con la presa e la distruzione del castello da parte dei pavesi. Solo nel 1220 Robbio fu assoggettata definitivamente a Pavia da un diploma imperiale di Federico II, mentre il resto della Lomellina era pavese già dal 1164.Fece quindi parte del ducato di Milano e passò sotto altri feudatari, dai Porro (1387-1432 ai Crotti (fino al 1654 e dal 1532 parte del contado di Vigevano), ai Trotti, con il titolo di conti fino al XVIII secolo, brevemente ai Belcredi di Pavia e dal 1730 ai De Roma di Milano (che sostengono una parentela con la celebre famiglia romana degli Orsini). Come il resto della regione fu apartire del XVI secolo sotto la dominazione prima spagnola e poi austro-ungarica e nel 1748 passò al Regno di Sardegna. Nel 1859 entrò a far parte della provincia di Pavia nel regno di Italia.Nel 1875 venne costruito il Municipio e sempre nel XIX secolo vi passò la linea ferroviaria tra Vercelli e Mortara e venne aperto il "canale Cavour", dando impulso al settore agricolo, in particolar modo per la produzione del riso. A partire dal XX secolo vennero impiantate sul territorio anche alcune industrieNel 1998 Robbio ha ottenuto, per decreto dell'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, la qualifica di città.

Da vedere
La cittadina ha un nucleo antico raccolto a semicerchio attorno al castello medievale e del fossato ora trasformato in parco; gliedifici sono tuttavia stati per la maggior parte costruiti e restaurati negli anni venti.
Si conserva la chiesa romanica di San Pietro, risalente al XIII secolo, con affreschi cinquecenteschi attribuiti a Tommasino da Mortara.La chiesa di San Michele, quattrocentesca, preenta la facciata tardo-goticaLa chiesa di San Valeriano, sorta nel V-VI secolo, fu ampliata e ricostruita dai monaci cluniacensi alla fine del XI secolo. Inizialmente dedicata a sant'Andrea, ebbe l'attuale titolatura quando nel 1236 vi fu trasferito il corpo di san Valeriano. Attualmente si presenta con la facciata ed il corpo, ornato da elementi romanici, staccati dall'abside maggiore per il crollo di parte della costruzione. La chiesa parrocchiale di Santo Stefano, settecentesca, sorge sulla piazza detta dl'urmon, per la presenza di un grande olmo (con il tronco di quasi 5 m di circonferenza), chiamato l'urmon,piantato nel 1768 e abbattuto nel 1983 in quanto attaccato da un fungo.

Manifestazioni
Ad agosto, in ricordo del grande olmo abbattuto, si tiene il "Palio dl'Urmon", che si svolge durante una settimana a partire dall'ultima domenica di agosto e culmina nella corsa della carriola, in cui gli otto rioni (Campagnola, Canton Balin, Castello, Ciot, Mulin, Muron, Piana, Torre) si sfidano correndo con carriole di legno, spinte da tre concorrenti, caricate da un sacco di sabbia del peso complessivo di 100 kg su circa 1 km di lunghezza. La griglia di partenza è stabilita sulla base dei giochi che si sono tenuti nel corso della settimana precedente.

Il Palio dl'Urmon
Il Palio dl'Urmon La storia del palio di Robbio ha inizio con un grande albero, un olmo per la precisione, anzi, come dicono i botanici, un 'ulmus campestris' oppure ancora, come hanno sempre detto i robbiesi…l’URMON. Stava da qualcosa come 220 anni davanti alla Chiesa parrocchiale, enorme, maestoso nella sua imponenza ed era diventato una parte di noi robbiesi, o meglio, era "entrato" dentro di noi! Era stato "piantumato" nel 1768 assieme ad altri piccoli olmi, ma dopo solo 10 anni tutti suoi "fratelli" furono abbattuti allo scopo di reperire legname per la costruzione della Chiesa parrocchiale; lui però no…forse perché troppo piccolo e quindi inservibile a farne lunghe assi, forse perché troppo gracile o forse chissà…doveva arrivare fino a noi!Così quell’olmo rimase solo e crebbe sempre più fino a raggiungere dimensioni leggendarie, almeno per i robbiesi.Per più di due secoli ha visto scorrere, a volte placida a volte tumultuosa, la storia della nostra città; i neonati robbiesi passavano sotto le sue protettive fronde quando venivano portati al fonte battesimale, i bambini giocavano all’ombra delle sue foglie, i giovanotti baciavano le neospose dopo essersi sposati, i vecchi pensionati riposavano sulle panchine lì vicino ed infine, nell’ultimo viaggio, passavano ancora una volta a salutare il "grande amico"...Sembrava immortale , il vecchio urmòn, ma non era così ! nel corso degli anni ’70 le sue verdi foglie cominciarono ad accartocciarsi e sfoltirsi, i forti rami si facevano di anno in anno più gracili e secchi……l’urmòn si era ammalato! Non si badò a spese per curarlo; i botanici più esperti, le medicine più nuove… fu tentata ogni strada, ma il destino del 'vecchio amico' era ormai segnato! Dopo essere sopravvissuto a guerre e calamità di ogni genere, dopo aver visto passare soldati e avventurieri di ogni risma, dopo aver scandito con le sue stagioni oltre 200 anni di "robbiesità", un piccolo, microscopico, invisibile fungo lo aveva ucciso! graphium ulmi sentenziarono i dottori, ma ai robbiesi il latino poco interessava, per loro l’urmòn aveva il "mal secco" e se ne stava andando…Sabato 2 Luglio 1983 il "grande vecchio" fu abbattuto davanti ad una folla muta , consapevole che Robbio, dopo quel giorno, non sarebbe più stata la stessa. Si decise di lasciare solo il tronco, uno straziante ricordo alto più di 3 metri e di quasi 5 di circonferenza, ma quell’enorme moncone non piaceva a nessuno ed il solo guardarlo faceva troppo male al cuore, così, dopo qualche tempo, anche quel troncone fu abbattuto ed il vecchio urmòn sparì per sempre.Quella mattina, al rumore delle motoseghe, morì una parte di tutti noi; quella mattina, al rumore delle motoseghe, nacque il Palio dl’Urmon. La settimana del Palio ha inizio l'ultima domenica di agosto con l'arrivo della fiaccola che ogni anno parte da un santuario diverso portata dagli atleti della Podistica Robbiese. Durante la settimana, alla sera gli otto rioni (Campagnola, Canton Balin, Castello, Ciot, Mulin, Muron, Piana, Torre) si sfidano in svariati giochi per stilare una classifica che sarà poi la griglia di partenza della corsa della carriola, gara decisiva che stabilisce il vincitore del palio.La corsa della CarriolaTre concorrenti di ogni rione devono spingere una carriola in legno fornita dal Comitato organizzatore, sul cui assale è posato un sacco riempito di sabbia. Il peso complessivo è di kg 100 (carriola 30 kg + sacco 70 kg) ed è verificato subito prima della gara da parte degli organizzatori, alla presenza dei responsabili di tutti i rioni. Il percorso da correre è di un chilometro, nel centro cittadino, ed ogni qualvolta il sacco cade dalla carriola deve essere recuperato e riposizionato sull’assale.La partenza viene data da Piazza Libertà, si imbocca poi Via Roma, si percorre il lungo Viale Lombardia e si ritorna in piazza attraverso Via Marconi.Quasi metà del percorso è costituito da acciottolato di porfido che rende ancora più dura la gara.I concorrenti non partono tutti dalla stessa linea. C'è una griglia di partenza, determinata dai punteggi acquisiti nei dodici giochi fra i rioni che hanno preceduto la gara finale. È in posizione favorita il rione che ha conquistato i migliori piazzamenti, seguito via via da tutti gli altri.Vince il Palio il rione che, anche con un solo concorrente, taglia per primo il traguardo.Contrariamente ai giochi di piazza, per lo scontro delle carriole ogni rione può schierare i concorrenti che ritiene più idonei, anche provenienti fuori dal proprio perimetro confinario ed anche fuori dalla città di Robbio.

L' Ospedale Fagnani è stato fondato all'inizio del 1800 dal nobile Federico Fagnani. Nel corso degli anni, a partire dal 1839 fino al 1995 sono state effettuate varie ristrutturazioni, sostenute finanziariamente da diverse donazioni di privati ed enti pubblici, da tutti i cittadini robbiesi, soprattutto dal fondamentale contributo della famiglia Galtrucco e ultimamente dalla Regione Lombardia. Negli anni (2003/2004)è stata costruita una nuova ala e con l'ennesima e radicale ristrutturazione della parte vecchia dell'edificio (2005/2006), l'Ospedale è diventato una moderna Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) che può accogliere 57 ospiti autosufficienti e non.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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FONDAZIONE OSPEDALE FAGNANI GALTRUCCO - R.S.A. - ROBBIO (PV)