Ricengo
è un comune della provincia di Cremona. Famoso
nella zona del cremasco il gruppo ricenghese di teatro
dialettale "La Bottega delle Donne" formato
solo da donne. Nella frazione Bottaiano si trova un'antica
villa, ora disabitata, un tempo appartenente agli
Obizzi. Si tratta della Villa Obizza.
ETIMOLOGIA
Probabilmente è un composto del termine latino
rivus e del nome germanico di persona Winizingo.
PARCO
DEL SERIO
Il Parco del Serio è un parco naturale che
si sviluppa da Seriate lungo il fiume Serio fino alla
sua foce nell'Adda. La sua istituzione risale al 1973
quando le province interessate espressero la loro
volontà di tutelare l'ambiente fluviale seriano.
Questa proposta si concretizzò nel 1985 con
la costituzione del Parco regionale. Il corso del
fiume segue un andamento nord-sud e presenta caratteristiche
diverse a seconda dei tratti. Nella zona più
a nord infatti il fiume è suddiviso in vari
rami che vengono continuamente modificati a causa
delle piene; questa zona è caratterizzata da
una notevole permeabilità che spesso provoca
l'infiltrazione delle acque nel sottosuolo. Nella
parte più meridionale del corso del fiume si
può notare la presenza di ambienti umidi che
presentano spesso caratteritiche di grande interesse
naturalistico. La fauna del parco presenta ancora
significative presenze, nonostante si possa notare
un notevole deterioramento dell'ambiente naturale.
È comunque da annoverare la presenza di una
trentina di specie acquatiche che vanno dai temoli
alle trote marmorate, dai tritoni ai rospi, dalle
salamandre alle raganelle. Tra i mammiferi sono presenti
ricci, talpe, lepri e conigli selvatici, donnole,
tassi, faine, puzzole, ghiri e volpi, queste ultime
segnalate in forte aumento. Tra i rettili sono molto
diffusi il ramarro, le lucertole, il biacco, le bisce
dal collare e le vipere comuni.
VILLA
GHISETTI GIAVARINA
Grandiosa spettacolarità. Questo il sentimento
che ci pervade alla vista della sontuosa Villa Ghisetti
Giavarina, splendido esempio di dimora storica dal
fascino ancora inalterato, che sorge nel tranquillo
comune di Ricengo, all'interno del parco del Serio
a soli 36 km da Milano. Anche se alcuni dettagli architettonici
(come la data sopra la porta centrale e la torretta
che sormonta il cancello d'ingresso) potrebbero far
pensare ad una edificazione precedente, forse medioevale,
la residenza è stata costruita nel XVIII secolo
ed è il risultato della trasformazione operata
dal trevigliese Fabrizio Galliari su commissione di
Lorenzo Giavarina, che acquistò la villa nel
1762. La monumentale dimora si articola su pianta
quadrata con un ampio cortile centrale, per una superficie
coperta di oltre 1.200 mq, ed è impreziosita
dall'ampio porticato, sormontato da statue di marmo
settecentesche e da un giardino di circa 3.000 mq.
Nel cortile d'ingresso, la deliziosa Cappella-oratorio,
edificata con decreto della Repubblica Veneta nel
1790, conserva all'interno il bellissimo altare ad
intarsi marmorei e la superba decorazione in stucco
del milanese Franco Sormani, collocata ai lati della
pala dedicata alla Morte di San Giuseppe. La proprietà
può essere completata con l'acquisto dell'adiacente
cascina, tuttora destinata all'allevamento del bestiame,
che copre una superficie di circa 2.600 mq coperti,
di cui circa 400 occupati dalla sola casa colonica.
L'intero complesso si estende su un area di circa
11.500 mq, dove troviamo stalle, silos, un maneggio
e le scuderie. Vi è inoltre la possibilità
di acquistare un ulteriore appezzamento di terreno
agricolo di circa 7 ettari, con sovrastante torre
e casino di caccia. Per le sue eccezionali caratteristiche
strutturali ed i preziosi dettagli architettonici,
la nobile residenza è sottoposta a vincolo
monumentale. Di particolare nota la sontuosa facciata
barocca della villa, movimentata da lesene, archi
e nicchie con statue in marmo, regala uno straordinario
effetto scenografico, a cui sicuramente ha contribuito
anche la scelta di concepire la facciata come una
"quinta teatrale". Un palcoscenico sapientemente
enfatizzato dai porticati laterali che, nella scansione
lineare degli elementi, riprendono il portico princiaple,
con i suoi archi ribassati, alternati a porte architravate
e sormontate da aperture quadrate (che regalano leggerezza
ed ariosità alla struttura). Una serie di eleganti
finestre dalla cornice rococò, impreziosite
da nicchie ospitanti sculture, si sussegue in piacevole
armonia e un delizioso balconcino in ferro battuto
domina la parte centrale del piano superiore, dove
fa bella mostra di se lo stemma della famiglia Giavarina.
Una lunga cortina muraria corre, senza nessuna decorazione,
lungo tutto il perimetro e nasconde agli sguardi Villa
Ghisetti Giavarina, a cui si accede da un grande cortile.
Alla sfarzosità dell'esterno fa da contraltare
una sorprendente sobrietà nella partizione
degli ambienti interni, anche se le ricche decorazioni
che li caratterizzano contribuiscono a ristabilire
l'equilibrio. Assai suggestivi sono i tre scaloni:
i due laterali vantano decorazioni di Mauro Picenardi,
mentre particolarmente degno di nota è quello
centrale, con la volta affrescata, in stile veneziano
e le originali quadrature alle pareti, che danno vita
ad illusorie quanto divertenti figure umane. La volta
dello scalone è dominata dai gruppi allegorici
dedicati alla Musica ed al Canto: decorazioni leggere
e di ampio respiro, per un effetto di grande dinamicità.
Di gusto squisitamente tiepolesco, invece, la volta
dello scalone orientale, dove viene rappresentato
il tema di "Arianna abbandonata", come pure
molto bella è la scena delle "Nozze di
Bacco ed Arianna", con quei contrasti di chiaroscuri
e quella particolare gamma cromatica che rivela più
di un'analogia con l'arte figurativa lombarda. Un
atrio movimentato da sontuose porte barocche a trabeazione,
sostenute da cariatidi, porta al secondo scaloncino
e ad altre due sale, queste ultime caratterizzate
da eleganti soffitti a cassettoni dipinti. Gli stessi
che impreziosiscono la sala da pranzo, in autentico
stile Impero, e con gli splendidi affreschi che imitano
i tendaggi. Altre stanze affrescate e decorate si
trovano al piano superiore. In particolare, il salone
centrale e, soprattutto, la sfarzosa galleria, anch'essa,
come già le pareti dello scalone centrale,
caratterizzata da finestroni illusori, dietro ai quali
si intravedono paesaggi marini, mentre al centro della
volta si può ammirare un gruppo di Amorini
festanti, sempre realizzati da Picenardi. Un'ulteriore
prova della unicità di questa sontuosa dimora
viene dall'imponente platano che domina il giardino,
con oltre 20 metri di diametro della sua chioma e
i nove metri di circonferenza del tronco. Piantato
più di un secolo fa, si tratta senza dubbio
di un esemplare di rara bellezza, con la sua conformazione
"ad ombrello", merito di sapienti potature
e dell'adozione di particolari accorgimenti durante
la crescita.