Rho
Lombardia

Rho è un comune della provincia di Milano in Lombardia. È la quinta città più popolosa della provincia, la quindicesima della Lombardia, integrata nella conurbazione dell'hinterland milanese. Rho è caratterizzata da una forte densità di industrie, nonché dal nuovo quartiere fieristico della città di Milano: ospita infatti i nuovi padiglioni espositivi della Fieramilano, la più grande d'Europa. Rho, insieme a Pero, altra località nelle immediate vicinanze. E' interessata dall'Expo di Milano, l'esposizione Universale che del 2015. Rho si trova 14 km a nord-ovest del centro di Milano; è bagnata a sud dal fiume Olona, ed è attraversata dai suoi affluenti Bozzente e Lura, oggi in parte interrati nel territorio comunale. Il capoluogo comunale risulta essere lambito a est e a nord dalla Strada statale 33 del Sempione, che un tempo lo attraversava corrispondendo all'attuale corso Europa, mentre a sud corre il ramo in comune delle ferrovie Milano-Novara-Torino (oggi anche linea S6 Treviglio - Milano - Novara), Milano-Gallarate-Varese/Domodossola e linea S5 (Treviglio - Milano - Varese FS). A Rho, nella frazione di Passirana, è attiva una stazione meteo gestita in collaborazione con il Centro Meteorologico Lombardo. Rho spicca nella regione per esser stata una delle città a rappresentare meglio la rivoluzione industriale lombarda. Numerosi sono state le industrie e fabbriche di grandi dimensioni fondate nel territorio rhodense; alcune sono ancora funzionanti, altre sono ormai dismesse e alcune di queste sono riconosciute come monumenti di Archeologia industriale.

ETIMOLOGIA
L'origine del nome Rho è piuttosto controversa e sono numerose le ipotesi al riguardo. L'attuale denominazione di Rho, che ufficializza la presenza della lettera "h" in mezzo al nome, risale al 1932; ma il nome della città ha avuto varie forme. In un documento risalente all'anno 846, il primo in cui si parla di Rho, è citato come Vico Raudo un gruppo di abitazioni circondate da terre coltivate. In altri documenti il borgo di Rho è citato con nomi diversi: Rhode, Rodo, Raude, Raudo, Rhaudum; nel XVI-XVII secolo si attesta Aro[6], poi Rò, Rhò e Rho. Nei suoi Commentari sulle famiglie milanesi Raffaele Fagnani ipotizza l'esistenza di una casata Rhaudense, originaria dell'isola di Rodi[7]; quest'ipotesi è oggi però valutata come ben poco verosimile. L'etimologia tradizionale lo collega al latino rhaudum (ruota), in quanto zona già al centro di traffico di mezzi. Da qui avrebbe origine anche lo stemma della città (una ruota, come indicato nel capitolo relativo). Alcuni hanno voluto riconoscere in Rho i Campi Raudi, il luogo dove il console Mario sconfisse i Cimbri; tale toponimo deriverebbe a sua volta dal toponimo celtico rhaudes, che significa "campo", oppure raud o rod, che significa "fiume" (si confronti, ad esempio, con i nomi di Roddi e Roddino in provincia di Cuneo). Tuttavia i Campi Raudi si trovano, secondo le fonti, vicino Vercelli. Un'altra possibile derivazione etimologica potrebbe essere il termine longobardo rode, che indicava una terra di confine (si confrontino ad esempio i vicini comuni di Rovellasca e di Rovello Porro); o ancora dalla parola tardolatina raudum significante "cosa rude ed imperfetta" e che probabilmente indicava un rozzo castello o un'antica casa cantoniera, a difesa della via per il Verbano (l'attuale strada del Sempione), dato che Rho dista dieci miglia da Milano. Ancora, lo stesso termine potrebbe avere qualche affinità con il celtico rot "rosso".

DA VEDERE
L'Ospedale di Circolo - Monumento ai caduti nacque per la beneficenza di numerosi cittadini che donarono somme anche notevoli per costruire un monumento ai Caduti della Grande Guerra ma, raccolta una cifra piuttosto consistente, si decise di costruire un ospedale affinché la sofferenza della guerra portasse a migliori condizioni di vita. Tra i donatori si ricordino Benedetto Banfi, Giulio Tavecchia, Giuseppe Citterio, Paolo Goglio, Virginia Bullani. Il 7 ottobre 1923 venne posta la prima pietra e l'inaugurazione ebbe luogo il 28 ottobre 1929. Dietro la chiesa di S.Vittore si erge il Municipio, nato come Palazzo Podestarile e costruito all'inizio del XX secolo sul modello dei palazzi medievali. Il progetto è dell'Ing. Silvio Giuliani. Vi si conservano diversi dipinti, raffiguranti: San Gervaso, San Protaso, Sant'Ambrogio ed altri, nonché le Quattro Glorie di Mauro della Rovere detto Il Fiamminghino (1640) e quattro bei putti di Daniele Crespi (1590-1639) tutti provenienti dalla demolita chiesa di San Gervaso e Protaso di Milano. Nella Sala d'arte si trovano pure alcuni cimeli preziosi del defunto cittadino onorario cardinale Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano, già appartenente alla congregazione degli Oblati di Rho.

BASILICA DI SAN VITTORE
La basilica di San Vittore, più correttamente denominata chiesa parrocchiale anticamente collegiata prepositurale di San Vittore Martire, è una basilica che si trova a Rho. il cui ingresso è nella centrale ed omonima piazza. È intitolata al martire del IV secolo san Vittore il Moro e sorge sull'area dell'antica chiesa dedicata al medesimo santo, risalente all'VIII secolo. L'odierno tempio solenne in stile neoclassico fu eretto a partire dal 14 settembre 1834, su disegni degli architetti Besia ed Aluisetti. Il primo progetto segnava due torri campanari e alte circa 34 metri, ma nel 1889 si riscontrarono dei problemi di stabilità e si decise di abbattere quella di sinistra, mantenendo solamente quella a destra, che fu a sua volta proseguita dal Perucchetti fino a raggiungere l'altezza di 58,40 metri. Il pronao fu eretto, col semplice e severo altare, dall'architetto milanese Giacomo Moraglia nel 1852; i dipinti sono stati eseguiti da Beghè di Milano, sotto la direzione di don Moioli; le sedici vetrate sono opera di Cisterna di Roma, con l'esecuzione del pittore Giulio Cesare Giuliani, altre sono di Tevarotto di Milano. Alcuni quadri provengono dalla scuola del Luini; molte opere sono di Bosoni (Santa Teresa del Bambin Gesù, Via Crucis). La costruzione della chiesa come oggi compare, fu terminata in data 18 ottobre 1847 e l'edificio venne consacrato in una cerimonia presieduta dall'allora arcivescovo di Milano, monsignor Luigi Nazari di Calabiana.

IL SANTUARIO DELL'ADDOLORATA
La città di Rho vanta nel suo territorio alcuni edifici di interesse storico. Il più importante è il Santuario dell'Addolorata, uno dei maggiori santuari mariani della Lombardia, costruito dopo un miracolo riconosciuto dalla Chiesa cattolica, avvenuto il 24 aprile 1583, quando un'effigie della Madonna ha versato lacrime di sangue. A fianco del Santuario sorge il Collegio dei Padri Oblati, opera di Giorgio Martinelli, dove hanno studiato numerose eminenti figure ecclesiastiche, fra cui anche Papa Paolo VI. La prima pietra del Santuario fu collocata da San Carlo Borromeo il 7 marzo 1584, la consacrazione venne fatta dal cardinale Pozzobonelli il 3 aprile 1755. Il disegno è del celebre architetto Pellegrino Tibaldi, il campanile di Giulio Galliori, che ne modificò il progetto originale, la facciata di Leopoldo Pollack. All'interno si possono ammirare tele ed affreschi di Camillo Procaccini (Bologna 1551 circa- Milano 1625), dei Fiammenghini, del Morazzone, e di Raffele Casnedi da Runo, frazione di Dumenza.

IL PALIO DI RHO
Dal 1996, tutti gli anni in ottobre si svolge il Palio di Rho, manifestazione nata in ricordo della vita medievale rhodense e della figura di Giovanni da Raude, che nel 1099 fu il primo crociato a varcare le mura di Gerusalemme; l'evento è organizzato dalla Famiglia Rhodense, associazione sorta nel 1988, per promuovere e diffondere il patrimonio culturale e le tradizioni della cittadina lombarda. Al Palio partecipano 11 contrade, di cui quattro sono frazioni, ciascuna con un proprio simbolo: San Vittore (ruota), Cappuccini (sajo), Madonna dei Miracoli (Madonna), Pomero (grifone), Cantun Giò (castello), Porta Ronca (roncola), Pasqué (pantera), Ghisolfa (rana), Mazzo (leone rampante), Terrazzano (San Maurizio) e Passirana (Albero). Viene preceduto da una serie di iniziative, tra le quali la principale è la sfilata in costumi medievali, che si snoda lungo le vie del centro storico fino a Piazza Visconti, "campo di battaglia" tra le varie fazioni. Tra i vari giochi di abilità, tutti in costumi d'epoca, spiccano la giostra dei cavalieri e l'arrampicata sull'albero della cuccagna, ultima sfida prima della proclamazione dei vincitori.

GASTRONOMIA
Anatra alla pesca o alla persico, dal nome dialettale del frutto (persicu), ricordata anche dal poeta locale Averardo Buschi;
Paiada, polenta con verza;
Zuppa del lupo, pane bianco in vino rosso e zucchero;
Stufato con patate;
Pancotto, pane cotto in una pentola con burro, sale ed una grattugiata di formaggio;
Carsensa, impasto di farine (gialla, di frumento e di segale) e frutti (uva, fichi o mele);
Polenta con burro e formaggio;
Torta del Corpus Domini, dolce della tradizione "povera", con una base di pane raffermo, arricchito da latte, caffè, cacao e pinoli.

ORIGINI E CENNI STORICI
Rho è uno dei comuni più antichi della Lombardia e ciò è dimostrato dal fatto che durante gli scavi per la costruzione di edifici o strade sono venuti alla luce numerosi reperti archeologici relativi all'età romana (ritrovati durante gli scavi del 1876, 1890 e 1917). Negli anni successivi sono stati scoperti altri reperti che, sebbene di importanza minore, sono stati determinanti per dimostrare che fin dall'età imperiale romana, Rho ebbe un'importanza notevole. Nella stessa organizzazione stradale attuale è rintracciabile un'organizzazione riconducibile alla centuriazione romana: la grande maggioranza delle strade scorre parallela in direzione Est-Ovest e Nord-Sud. Gli assi di riferimento sono il Cardo (Nord-Sud, via Madonna e via Garibaldi) e il Decumano (Est-Ovest, via Matteotti e via Porta Ronca). Questi si incrociano in piazza San Vittore, ancora oggi centro dell'insediamento. Ulteriori ritrovamenti archeologici hanno confermato l'esistenza in epoca romana di una strada che congiungeva Milano e il Verbano, passando per Legnano e Gallarate. Lungo questo asse di comunicazione Rho rappresentava il decimo miglio, quindi il punto di sosta dell'esercito. In base a rinvenimenti archeologici è stata anche datata fra il IV e il V secolo la completa cristianizzazione del borgo: in piazza San Vittore negli anni sono venuti alla luce un antico cimitero e una cappella cristiana. Dello stesso periodo sono i reperti trovati in via Belvedere: tombe cappuccine con incise l'alfa e l'omega. Con le invasioni barbariche nella zona si realizza una profonda depressione economica e il dominio passa di mano in mano fino ai Longobardi e quindi ai Franchi. Sotto i Longobardi il borgo assume nella sua topografia una terminologia tuttora rintracciabile, a partire dal Pomero, che deriva da Post Moerus, ossia fuori dalle mura fortificate. L'origine di questo termine però non è riconosciuta universalmente: alcuni attribuiscono il nome alla presenza nei secoli scorsi di numerosi alberi di mele. Il termine Fare invece è riscontrabile oggi nella periferica Cascina Fara. Sempre nel periodo di dominazione longobarda viene attribuito alla futura Rho l'appellativo di Curtis (corte), una particolare forma di organizzazione della società nel periodo del feudalesimo.
Un atto di permuta, rogato il 9 gennaio 864 dal notaio Agatone, cita per la prima volta il nome della cittadina chiamandola Vico Rhaudo, ed accenna ad una chiesa di Sant'Ambrogio e ad un rozzo castello ivi esistenti. Ancora nell'871 due pergamene ne riportano il nome. Intorno all'anno 1000 Rho inizia a rivendicare la sua libertà come comune, cercando di liberarsi dall'influenza dei nobili della zona. Nel 1004 l'imperatore Enrico II, dopo aver vinto i longobardi di Arduino e fattosi incoronare Re d'Italia a Pavia (14 maggio), staziona a Rho, dove firma alcuni documenti "decisi" in Rodo o in campo qui dicitur Raudo, ricambia l'ospitalità concedendole il titolo di borgo e capopieve, staccandola da Nerviano, e provvede all'istituzione di un mercato settimanale. Il mercato si tiene tuttora ogni lunedì. A Rho viene istituita anche una Corte di Giustizia e realizzato un canale (riale) per l'irrigazione dei campi usando l'acqua dell'Olona. Risale all'XI secolo anche la figura semileggendaria di Giovanni da Raude, detto anche Giovanni della Croce, vessillifero dell'esercito crociato durante la Prima Crociata; fu lui che il 15 luglio 1099, data della presa di Gerusalemme, issò sulle mura della Città Santa la bandiera dei cristiani. Nel maggio 1160, durante l'assedio di Milano, Federico Barbarossa fece distruggere Rho, che venne però rapidamente ricostruita. Tra il 1130 e il 1215 ben nove consoli rhodensi sono attestati nello Stato milanese, e alcuni di essi appartengono alla famiglia dei Capitanei de Raude documentata ufficialmente come residente in città dal 1196. Come confermato da un documento conservato presso l'Archivio dell'Ospedale Maggiore di Milano, intorno al 1300 venne edificato il primo ospedale di Rho; i suoi beni furono poi in seguito acquistati dai frati Agostiniani del luogo Pio di Santa Maria del Pasquerio di Rho, nel 1481. Nel 1305 il nobile Cressone Crivelli tentò con i suoi soldati di impadronirsi di Rho e Nerviano, ma fu sconfitto e respinto dalla reazione popolare. Otto anni più tardi il borgo fu comunque conquistato da Milano, che uccise o imprigionò quasi tutti gli abitanti.
Grazie all'abbondanza di acqua e di terre feritili nel XV secolo molti nobili milanesi si trasferirono a Rho, costruendo sontuosi palazzi, in gran parte oggi distrutti. La nobile frequentazione è tale che era stata costituita una Universitas nobilium dicti loci de Raude. Fra il Cinquecento ed il Seicento furono costruiti anche due conventi: degli Agostiniani e dei Cappuccini (sulla strada che conduce a Lucernate), entrambi distrutti nell'invasione napoleonica. Nel 1511 i Lanzichenecchi discesero in Italia, comandati da Matteo Schinner e saccheggiarono Rho. Giunse poi la dominazione spagnola e nel 1539 Carlo V di Spagna concesse il feudo ai Visconti. Nel 1570 nella popolazione fiaccata dall'oppressione spagnola si sparse un'epidemia di peste. Secondo la leggenda, il 24 aprile 1583 un quadro raffigurante la Pietà avrebbe pianto lacrime di sangue, avvenimento successivamente etichettato dalla Chiesa cattolica come miracoloso. Sul luogo della cappella dove era conservato il quadro venne edificato il Santuario dell'Addolorata, alla cui realizzazione collaborarono numerosi illustri artisti dell'epoca.
Nel Seicento la peste colpì ancora il Milanese e nel 1663 i rhodensi eressero nell'attuale piazza San Vittore la Croce della peste, spostata di fianco alla chiesa parrocchiale nel 1928 e riportata al luogo originario settant'anni più tardi. Nel 1928 un Regio Decreto assegnò a Rho la frazione di Passirana Milanese, in precedenza facente parte del borgo di Lainate e nel 1932 Rho ottenne il titolo di città. Il 10 ottobre 1956 nella frazione di Terrazzano due balordi sequestrarono un centinaio di alunni e tre maestre della locale scuola elementare. Durante il blitz della polizia, avvenuto sei ore dopo, morì sotto i colpi degli stessi agenti il civile Sante Zennaro che aveva raggiunto il luogo tentando eroicamente di salvare i bambini. All'inizio del XXI secolo, in un'area per nove decimi all'interno del territorio rhodense e per il resto in quello Pero, è stato edificato il nuovo polo espositivo della Fiera di Milano. Inaugurato nel 2005, il complesso progettato dall'architetto Massimiliano Fuksas è costituito da otto padiglioni che mettono a disposizione un totale di 345.000 metri quadrati lordi espositivi coperti e sessantamila all'aperto. In quest'area e in una adiacente si svolgerà la manifestazione Expo 2015.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 49.935 (M 24.082, F 25.853)
Densità per Kmq: 2.237,2
Superficie: 22,32 Kmq

CAP 20017
Prefisso Telefonico 02
Codice Istat 015182
Codice Catastale H264

Denominazione Abitanti rhodensi
Slogan della Città Città per la Pace
Santo Patrono San Vittore
Festa Patronale 8 maggio

Il Comune di Rho fa parte di:
Regione Agraria n. 5 - Pianura del Canale Villoresi
Parco Agricolo Sud Milano
Associazione Italiana Città Ciclabili
ComunImprese - Agenzia di Sviluppo del Nord-Ovest Milano

Località e Frazioni di Rho
Biringhello, Castellazzo, Lucernate, Mazzo, Pantanedo, Passirana, Terrazzano

Comuni Confinanti
Arese, Cornaredo, Lainate, Milano, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Settimo Milanese.

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AMIACQUE srl - Milano
ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI - MILANO
AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI