Rescaldina (Rescaldina in dialetto
legnanese) è un comune della città metropolitana
di Milano, in Lombardia. Il comune vanta un particolare
primato: è l'unico paese di meno di 15mila
abitanti ad avere due giocatori nella Nazionale italiana
di calcio (Ignazio Abate e Matteo Darmian convocati
ai Mondiali di Calcio 2014 in Brasile).
ETIMOLOGIA
Il nome riprende quello di una frazione Rescalda,
secondo alcuni invece deriva dal verbo riscalda. Secondo
altri il nome si riferisce ad una voce latina robur
(rovere) in unione alla voce longobarda scalta (bosco)
assumendo il significato di "bosco di roveri".
ECONOMIA
Dalla nascita alla fine del XIX sec. Rescaldina è
stato un villaggio rurale basato sull'agricoltura
di sussistenza.
La
Bassetti, fondata a Milano nel 1840, inaugura nel
1840 il suo primo stabilimento a Rescaldina. In pochi
decenni la fabbrica cresce cambiando l'economia del
paese che nei primi decenni del XX diventa prevalentemente
industriale nel settore tessile, quindi con l'indotto
per la manutenzione e la riparazione dei telai, nel
settore metalmeccanico e successivamente metallurgico,
specificatamente per la fusione della ghisa: una rivoluzione
reddituale nell'economia della popolazione rescaldinese.
Bassetti (ora parte del Gruppo Zucchi), nella sede
di Rescaldina custodisce il Museo "Zucchi Collection",
la più grande raccolta al mondo di blocchi
per stampa a mano sul tessuto in legno e metallo,
dalla fine del '700 al 1930.
All'inizio del XX sec. la costruzione
della stazione delle Ferrovie Nord Milano, prima stazione
dopo il nodo di Saronno della linea Milano-Novara
e l'apertura della prima autostrada a pedaggio del
mondo (Autostrada dei Laghi), contribuirono notevolmente
allo sviluppo sia economico che sociale di Rescaldina.
La possibilità di spostarsi agevolmente verso
Milano creò nuove opportunità per lavoro
e studio per gli abitanti.
La fine del secolo scorso ha
seguito, dal punto di vista economico, il generale
andamento della zona dell'Alto Milanese, declino del
settore manifatturiero a favore del terziario. Nel
caso di Rescaldina, più che verso le tecnologie
avanzate, pur con piccole realtà a livelli
di eccellenza, verso il settore della grandi attività
commerciali, sfruttando l'asse viario della Strada
Statale 527 che la attraversa e la vicinanza dell'Autostrada
dei Laghi da cui Rescaldina è servita direttamente
da 2 uscite sul ramo A8 Milano-Varese (Legnano e Castellanza)
e con l'uscita di Saronno a soli 6 km sul ramo A9
Milano-Como Chiasso che la collega direttamente alla
Svizzera.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio di Rescaldina reca la sua prima traccia
della presenza umana all'epoca romana, grazie ad un'ara
in pietra che riportava probabilmente una simbologia
religiosa, ora rimossa. Probabilmente l'ara fu collocata
lungo la strada romana che percorreva la parte superiore
del bordo della Valle Olona. Questa ara, rimasta per
decenni all'ingresso del cimitero ora è collocata
nel cortile della casa parrocchiale. Pare furono i
monaci cistercensi a stabilire il primo insediamento
agricolo permanente (la grangia). Rescaldina venne
elevata a parrocchia nel 1570 da Carlo Borromeo e
inserita nella Pieve di Legnano. Gli abitanti di Rescalda,
non trovando accolte le loro richieste per ottenere
una parrocchia autonoma costituirono una rendita per
il mantenimento del sacerdote, fu stabilita quindi
la parrocchia nel 1608 e inserita nella Pieve di Busto
Arsizio. La costituzione di questa rendita autonoma
consentì agli abitanti di Rescalda di acquisire
il diritto di eleggere il parroco, privilegio mantenuto
fino al Concilio Vaticano II, l'ultimo parroco infatti
venne eletto negli anni '60 del XX secolo (una delle
ultime 2 parrocchie nella diocesi di Milano). Presenze
di stemmi viscontei su due edifici rimandano alla
leggenda sulla presenza di una residenza estiva del
nobile casato, peraltro mai accertata, e comunque
all'appartenenza di Rescaldina alla Signoria di Milano
e al Ducato di Milano a partire dal XIII secolo. Lo
stemma del Comune, sebbene di invenzione moderna,
descrive un lupo che fugge da una torre, rappresenta
infatti la fuga di Lupo da Limonta dalla prigionia
nella torre di Rescaldina, posta in Via Roma 7 che
ancora conserva lo stemma visconteo. L'episodio è
narrato da Tommaso Grossi nell'opera "Marco Visconti":
durante le contese tra Visconti e Sforza il nobile
Lupo da Limonta venne imprigionato e la fuga fu possibile
grazie ad uno stratagemma; il giullare Tremacoldo
chiese di partecipare alla giostra-torneo, cui in
realtà si presentò, camuffato, Lupo
da Limonta che, balzato in sella al cavallo, invece
di dirigersi lancia in resta contro la sagoma del
saraceno si diede alla fuga. Una famiglia del passato
di Rescaldina fu quella dei Lampugnano (o Lampugnani),
che dominò ed influenzò gli eventi del
territorio per circa tre secoli a partire dal XIV
secolo. Da ricordare il casato dei Melzi, che dalla
casa patrizia di Legnano estendevano in Rescaldina
numerosi possedimenti (la Ca' Granda, loro residenza
e i fabbricati a cortile in via Bossi e Legnano, attualmente
di proprietà della fondazione Barbara Melzi).
Il catasto teresiano definiva nel 1730 l'assetto del
territorio, per la maggior parte ancora suddiviso
e posseduto da nobili; nel censimento del 1807, Rescaldina
contava 207 abitanti e Rescalda 630, dati statici
rispetto a quelli che conosciamo del Cinquecento e
del Settecento; allo stesso modo perdurava l'economia
agricola di sussitenza che era già caratteristica
dei secoli precedenti. Con l'unità d'Italia,
Rescaldina e Rescalda vennero unificate con Rescaldina
comune e Rescalda frazione.